Nel calcio moderno, diventa sempre più complicato trovare storie d’amore come quella che lega Domenico Berardi e il Sassuolo. L’attaccante calabrese, legatosi da giovanissimo al club, ha fatto con i neroverdi tutta la trafila delle giovanili fino alla Serie A. Un talento cristallino, sicuramente appetibile per le big italiane e non solo, che però non ha mai lasciato la sua casa calcistica. In campionato quest’anno, nonostante il Sassuolo stia affrontando una stagione complicata, sta trascinando la squadra con prestazioni di altissimo livello. Che possa essere questa, a 28 anni, la stagione giusta per quel salto di qualità definitivo?
DESTINO NEROVERDE
La storia che lega Berardi e il Sassuolo parte da molto lontano. Il giovane Mimmo ha soli 16 anni e, come spesso accade, parte in treno dalla sua Calabria per raggiungere Modena, dove suo fratello frequenta l’università. Un viaggio di piacere che si trasforma presto nella realizzazione di un sogno.
Durante il viaggio infatti organizza una partita a cui, segno del destino, assisterà anche la rappresentanza delle giovanili del Sassuolo. Sarà la svolta nella vita del ragazzo, che aveva visto fallire già un provino con la SPAL. I dirigenti neroverdi non perdono tempo e Berardi resta in Emilia-Romagna.
Con il Sassuolo parte dalle giovanili fino ad entrare in prima squadra, nella stagione 2012-13 sotto la guida di Eusebio Di Francesco. Un’annata magica che si conclude con la promozione in Serie A e Berardi protagonista con 11 gol in 37 gare. Anche nella massima serie l’ascesa sarà rapidissima: dalla prima salvezza all’Europa League, fino a diventare una bandiera del club.
PIENA MATURITÀ
Nel corso degli anni Berardi si sta affermando sempre più come uno dei migliori esterni offensivi della Serie A. Un rendimento importante che lo ha visto superare la doppia cifra in ben 3 volte negli ultimi quattro campionati. In più alle ottime annate con il club emiliano, va aggiunto un Europeo vinto da protagonista con la Nazionale.
Quest’anno, dopo qualche acciacco di troppo, si sta caricando la squadra sulle spalle dopo un momento decisamente complicato. Dal ritorno in campo post Mondiale, è stato subito decisivo trovando tre gol e prestazioni importanti. Un momento di forma che culmina con la partita di San Siro, contro il Milan sua vittima preferita.
Una partita da sogno condita da un gol ed addirittura tre assist, oltre ad un gesto da vero capitano quando cede un calcio di rigore a Laurientè. Anche durante l’ultima partita contro l’Atalanta ha svolto il ruolo di trascinatore, offrendo ai compagni sprazzi di classe e giocate illuminanti. Un periodo che, qualora ce ne fosse bisogno, certifica la piena maturità di un calciatore di altissimo livello.
IL SALTO IN UNA BIG
Guardando le ultime stagioni di Domenico Berardi viene spontaneo porsi una domanda: “Come fa a non aver giocato in una delle big italiane”? Eppure il suo nome è stato più volte accostato a quello di squadre come Roma, soprattutto con Di Francesco sulla panchina dei giallorossi, e Milan nelle ultime sessioni.
Non averlo mai visto misurarsi in palcoscenici ancora più prestigiosi potrebbe essere un rimpianto. Eppure in passato ce ne sarebbe stata l’opportunità. Magari alla Juventus, che mantenne per anni un’opzione di acquisto fissata a 25 milioni ma mai esercitata.
Oppure nel 2016, quando il Tottenham provò a muoversi per acquistarlo ma fu frenato dalla richiesta di 40 milioni del Sassuolo, considerata eccessiva dagli Spurs. Anno dopo anno le voci e gli accostamenti si sono susseguiti, ma Berardi non ha mai lasciato la sua casa calcistica, non tradendo la squadra che lo ha reso grande.