Ora è ufficiale: l’A.C. Milan è stato venduto da Silvio Berlusconi al gruppo Rossoneri Sport Investment Lux. La cessione dell’intera partecipazione corrisponde al 99,93%, il restante rimarrà nelle mani degli azionisti. Come ormai tutti sanno gli estremi dell’accordo sono quelli resi noti al suo tempo (estate 2016) e prevedono una valutazione del Milan pari a 740 milioni di euro. L’era del Cavaliere è finita, da oggi in poi il Diavolo inizierà a respirare aria orientale, una vera e propria ventata che porterà, almeno così dicono tutte le voci vicine alla società che abbiamo sentito, nuovi fondi. Tutti hanno paura di questi nuovi investitori ma porteranno cifre molto alte, già la stessa quota percepita da Fininvest dovrebbe rassicurare i tifosi e i molti che si sono già messi a rischio in prima persona.
Ora, però, arriverà la parte più difficile: salutare Berlusconi, l’uomo che capovolse il destino di una società mediocre (ai tempi) come quella del grande Milan, la figura che rovesciò il calcio e lo fece risorgere ancor più bello, forte e vincente.
MULTA PAUCIS
“Molte cose in poche parole”
(detto latino)
Come si fa ad analizzare una storia durata trent’anni in poche battute? La figura di Berlusconi è riuscita a far raccontare storie d’altri tempi, ha spiegato le vele ad una barca che ha girato il mondo ed in ogni parte che è andata ha fatto parlar di sé.
Il signore della TV arrivò a suo modo e già fece capire il suo modus operandi: un elicottero accompagnò il suo primo ingresso a Milanello, i giornalisti iniziarono a capire, già da allora, la forza economica e mediatica di quest’uomo. La società tornava da momenti pessimi e da lì si intuì che la solfa era già mutata in positivo, il grande passo era già stato realizzato.
Silvio vinse nel suo secondo anno da presidente, un grande scudetto dopo nove stagioni di guai, un successo che vide fra i protagonisti Van Basten, Gullit, Donadoni, Baresi e tutta quella vecchia guardia che poi segnò il destino celebre della squadra italiana più grande in Europa. Quel Milan fu speciale e fu subito trafitto dall’anima del proprio faro che scelse un allenatore emergente come Sacchi e che diede fiducia ad un dirigente straordinario come Galliani. Da quell’anno iniziò a nascere il trio degli olandesi: il primo “berlusconiano” che alzò il pallone d’oro fu Ruud Gullit, giocatore forte fisicamente e decisivo con le sue tredici reti e altrettanti assist in stagione. I cugini entrarono a malapena in Coppa Uefa e il tutto sembrava ancor più appetitoso…
Il pallone d’oro del 1987, l’olandese Ruud Gullit
MAGNO NELLA COMUNICAZIONE
Negli ultimi anni il presidente non ha garantito grandissimi palcoscenici e forse i cinesi riusciranno a invertire questa marcia ma nessun mai al mondo potrà superare Berlusconi nella comunicazione. Le sue parole arrivavano sempre nel momento giusto, erano carezze di un padre verso un figlio nei momenti tristi e gioiosi della propria vita. Tutti quelli che si sono avvicinati a lui, nel mondo dello sport, sono sempre rimasti affascinati dalla sua figura e in molti l’hanno definito come il più grande condottiero di sempre. La leadership di Silvio ha innalzato anche le sue squadre più deboli come quella di Zaccheroni, forse non la più forte della sua era ma sicuramente la più coraggiosa.
“Io non ho paura di un esercito di leoni, se sono condotti da una pecora. Io temo un esercito di pecore, se sono condotte da un leone.”
(Alessandro Magno)
Il pioniere meneghino era un leone capace di condurre anche un branco di pecore, fattore che è sempre risultato decisivo, il suo modo di dialogare con il pubblico calcistico rimarrà sempre un pezzo di storia da raccontare a chiunque, tralasciando o meno il pericolosissimo campo politico.
RIVOLUZIONARIO
Nello sport la grande firma di quest’uomo non scomparire mai, così come le sue grandi rivoluzioni. Il magnate nato a Milano portò davvero tantissime novità, fu il primo a incrementare il lavoro fisico dei suoi giocatori, infatti il suo Diavolo distaccava gli altri anche per potenza fisica e corsa.
Il presidente più vincente nel calcio
Ora si parla moltissimo degli sceicchi o dei cinesi ma il primo “sceicco” che investì davvero tanto denaro fu proprio il Cavaliere. Il suo primo scippo alla Juventus per Donadoni fu memorabile, i bianconeri avevano già chiuso con l’esterno bergamasco ma l’arrivo di Berlusconi cambiò le carte in tavola. Da ricordare anche l’acquisto di Lentini, Papin, Shevchenko, Rui Costa, Nesta, Inzaghi, Bacca e molti, moltissimi altri. Nell’ultimo periodo il Milan non avrà speso cifre altissime ma i 29 trofei e sette palloni d’oro conquistati da Silvio son costati quasi 900 milioni di euro.
Per non parlare della grandissima pubblicità che si è sempre fatto con la sua creatura, in Cina dicono che sia il personaggio sportivo più famoso di sempre e sicuramente la cifra altissima che RISL ha pagato per acquisire il Milan è dovuta anche al suo grande metodo di far conoscere e apprezzare i colori rossoneri. Il marketing è sempre stato uno dei cardini della sua società, non a caso, sebbene negli ultimi anni sono arrivate solamente delusioni, la società di Via Aldo Rossi rimane tra le squadre più conosciute nel mondo anche nei social network (lontani dall’era del 1986).
TOP 5 ACQUISTI
1) Manuel Rui Costa, Fiorentina, 42 Milioni
2) Filippo Inzaghi, Juventus, 37 Milioni
3) Alessandro Nesta, Lazio 30,5 Milioni
4) Carlos Bacca, Siviglia 30 Milioni
5) Alessio Romagnoli, Roma, 25 Milioni
UN GRANDE SALUTO
Sicuramente questa piccolissima finestra non basterà per ringraziare una figura che ha reso celebre l’Italia calcistica e il Milan, sarà un addio difficilissimo da digerire. Arriveranno volti totalmente diversi, più freddi e meno carismatici, sicuramente meno simpatici e meno innamorati di questa squadra. Lo spazio alla scrittura è finito, servono le parole di un vero leone, un qualcuno che possa esprimere al meglio i tuoi 30 anni, quel “qualcuno” sei tu Silvio:
Nel caso in cui non andasse il video clicca qui
https://www.youtube.com/watch?v=tCpmP5mLE9c