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Bojan Krkic ha detto addio al calcio: non sapremo mai cosa sarebbe potuto diventare

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Bojan Krkic ha detto addio al calcio: non sapremo mai cosa sarebbe potuto diventare

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In una ripresa di Diario AS il Presidente del Barcellona Bartolomeu ringrazia l’ospite per avere partecipato all’evento con la stampa. Un abbraccio sincero tra il patron dei blaugrana e uno dei migliori talenti della storia del club. In una stanza gremita di giornalisti Bojan Krkic ha una postura arrendevole e la testa china verso il basso.

IL DISCORSO

Probabilmente l’attaccante sta cercando di non scomporsi difronte alle videocamere. I reporter attendono impazienti che il calciatori si lasci andare a una reazione di mesta tristezza. Alle sue spalle undici maglie delle società per cui ha giocato e la casacca della Nazionale catalana.

Una conferenza stampa che assume le sembianze di un confessionale. Un discorso ripetuto chissà quante volte dinanzi a uno specchio. Le prove avevano l’intento di non scomporsi nel momento fatidico. Stavolta, per sfortuna degli inviati delle testate giornalistiche, nulla da segnalare. Le parole, rigorosamente in catalano, sono scelte con precisa scrupolosità.

Una stanza in cui Bojan Krkic si rivolge a una platea di fortunati, i quali hanno l’onore di assistere all’evento dal vivo. Il volto segnato dagli angoli della bocca, i quali fanno comparire un ghignazzo. Il ragazzo è un trentatreenne dal sorriso gioviale.

Una camera illuminata da luci soffuse, le quali contribuiscono a conferire un’atmosfera regale alla cerimonia di compianto. Il calciatore viene sovrastato da una sua gigantografia, sul cui cartellone cappeggia la parola Gràcies.

Bojan Krkic prende la parola:

“Voglio annunciare con orgoglio che la mia fase da calciatore professionista è finita. Sono molto grato per tutto quello che ho vissuto. La vita è fatta di tappe, sento che è arrivato il mio momento. Voglio stare vicino alla mia famiglia e godermi un nuovo capitolo”.

Il giocatore del Vissel Kobe è stato schiacciato dal peso di un appellativo che l’ha segnato. Un paragone, quello con La Pulga, il quale mette pressione sul cugino di quarto grado. Il Culè, prima di potere compiere la maggiore età, era destinato a diventare quello che Messi non aveva fatto a tempo a essere: il migliore calciatore del mondo.

L’ANSIA

Bojan Krkic ha infranto tutti i record di precocità, segnando – ne La Masia – più di 800 gol e diventando uno dei prospetti più interessanti del panorama calcistico europeo. Frank Rijkaard lo fa esordire in prima squadra a diciassette anni e, sempre a quell’età, mette a segno la sua prima marcatura nei professionisti. Primati che vengono superati esclusivamente da parte di Ansu Fati anni dopo.

Alla vigilia dell’Europeo 2008 l’attaccante catalano viene convocato per il match amichevole contro la Francia. Stando alla versione ufficiale il giocatore, il quale rientra nella lista dei convocati di Aragones, risulta indisponibile per via di una gastroenterite.

Bojan Krkic avverte dei capogiri e, colto da un attacco di panico, si siede per evitare di perdere i sensi. È l’inizio di un calvario. Lui è il primo a dispiacersene, ma non può essere arruolato per gli Europei. Mentre Hierro gli chiede come va ogni settimana, il compagno di squadra e capitano della Nazionale Puyol gli offre una spalla su cui piangere.

La nausea gli toglie il respiro. Questo senso di smarrimento lo perseguita per giorni tutti i giorni. Secondo il suo terapeuta ognuno vive l’ansia a modo proprio, Bojan Krkic la sperimenta attraverso una sensazione di disgusto, la quale accompagna le sue crisi respiratorie.

Intervistato da Barça TV dichiara di avere bisogno di riposo per riprendersi. La tifoseria iberica si scaglia contro il predestinato, che si sarebbe montato la testa al punto da rifiutare la convocazione. Sotto la gestione di Pep Guardiola l’attaccante è meno necessario. Il calciatore gioca pochi spezzoni di partita e non riesce a entrare nelle grazie del tecnico.

Su suggerimento dell’allora allenatore gli viene consigliato di andare via in prestito per guadagnare minuti. D’altronde, l’impiego del giocatore rimane ridotto, ma l’attaccante resta irremovibile e non ha alcuna intenzione di farsi da parte. Il suo è il proprio club favorito e lasciarlo vorrebbe dire ammettere la resa.

LA REDENZIONE

Nell’aprile del 2010 nel ritorno delle semifinali di UEFA Champions League l’Inter di José Mourinho affronta il Barcellona. La società ha investito in costosi spot pubblicitari per spaventare i nerazzurri.

I padroni di casa sognano la remuntada allo scopo di ribaltare il risultato dell’andata. Il Barça è sotto nel punteggio e per passare il turno deve vincere con almeno due gol di scarto e non subire nemmeno una rete.

In questo senso, non ci sono problemi, dato che l’Inter giocherà per difendere il risultato del match di andata. Il Camp Nou è un tripudio di colori blaugrana mentre in sottofondo le note dell’inno della competizione si mischiano ai cori di casa.

Gli ospiti restano in dieci a causa dell’espulsione di Thiago Motta. Il centrocampista sbraccia per guadagnare spazio e Busquets cade a terra come se gli avessero sparato. Les Cules sono un circo di teatranti e Fabio Caressa, con il supporto delle immagini della videocamera, svela il comportamento sleale del centrocampista: “Guarda l’occhio, è veramente un bugiardo”. 

All’ottantottesimo la Beneamata è ancora sullo 0-0, dal vertice dell’area di rigore Messi crossa il pallone sul secondo palo dove ci arriva Bojan Krkic, il quale svetta di testa. La sua spizzata non è sufficiente per indirizzare il pallone verso la porta avversaria. Julio Cesar guarda impietrito il pallone spegnersi sul fondo del campo.

La videocamera riprende il numero quattordici mentre, con le mani in volto, si trova in fondo alla rete avversaria. L’intreccio della corda avvolge il calciatore come una tela di ragno fa con la sua preda. Il centravanti ha avuto l’occasione per redimersi.

Un atto di riscatto che gli avrebbe permesso di esorcizzare il suo male. Una giocata che, se fosse andata in porto, l’avrebbe di certo salvato dalla dannazione eterna. Ci sono attimi in cui la vita di ognuno di noi rimane appesa a un filo. Bojan Krkic in quel momento sa di avere sprecato un’opportunità irripetibile.

Un’occasione, la quale avrebbe superato quel velo d’incompiuta manchevolezza che ha caratterizzato la sua carriera. Una vita a inseguire un ideale di perfezione che, per sua stessa definizione, risulta inarrivabile.

E non è un caso che il pallone arrivi proprio su intuizione di Messi che, spostatasi palla sul sinistro, imbuca sulla corsia apposta l’arrivo tempestivo del suo alter ego. La genealogia del genio e il passaggio di testimone che segna la generalità del frutto del talento.

Del resto, dopo la rete del vantaggio di Piquè, che si gira in un fazzoletto di campo e sigla il gol delll’1-0, arriva un’altra occasione. Stavolta, gli arriva il pallone su di un rimpallo che coinvolge Yaya Tourè. Dal rimbalzo si sviluppa un pertugio per Bojan Krkic che, da solo davanti a Julio Cesar, insacca la sfera sotto la traversa.

Il direttore di gara fischia un dubbio fallo di mano dell’ivoriano e la gioia del catalano viene sottaciuta dalle urla di disperazione della curva dei tifosi di casa. Pep Guardiola si lascia andare a una reazione scomposta. L’attaccante catalano sarebbe potuto essere l’eroe della Remuntada.

Uno slogan televisivo messo su per incutere timore negli avversari e sollecitare i tifosi a dipingere il Camp Nou dei colori blaugrana. Una coreografia opprimente che abbellisce la struttura di un gigantesco impianto stretto intorno alla rosa nerazzurra. 

Il destino vuole che l’Inter perda quest’incontro, ma vinca lo scontro diretto per accedere alla finale di Madrid contro il Bayern Monaco. Il numero quattordici, come un angelo luciferino, è passato da scorgere le porte del paradiso a scendere nelle profondità dell’inferno.

Da allora in avanti i prestiti a Roma, Milan, Ajax e Stoke City. Bojan Krkic diventa il primo giocatore spagnolo a segnare un gol nei quattro maggiori campionati europei. Questo prima di trasferirsi in Giappone per vestire la maglia del Vissel Kobe, squadra del suo mentore Andres Iniesta.

Una conferenza stampa pregna di sentimento e un addio doloroso per uno dei migliori talenti – rimasti incompiuti – della storia del futbol spagnolo. Come da accordo con la stampa l’attaccante giocherà la sua ultima partita con la maglia della Nazionale della Catalunya. L’ultimo saluto del testimonial del patriottismo barcellonista. Riprendendo le parole di Bartolomeu: “Visca el Barça e visca Bojan”.

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Biraghi carica la Fiorentina: “Non possiamo commettere errori”

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Biraghi

Domani alle 0re 21 a Praga la Fiorentina di Vincenzo Italiano si gioca la seconda finale della sua stagione, questa volta in campo internazionale. Alla vigilia della partita di Conference League tra i Viola e West Ham , il capitano dei toscani Cristiano Biraghi ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Ecco le sue parole:

APPROCCIO ALLA FINALE – “La prima regola del calcio è creare un gruppo dove tutti gli interpreti contribuiscono positivamente. Per gruppo intendo giocatori, staff, dirigenza, magazzinieri, fisioterapisti, tutti. Il gruppo non sono solo i giocatori, ci sono 20-30 persone che lavorano per noi. Quando dico che siamo stati gruppo dall’inizio alla fine intendo tutti“.

COPPA ITALIA – La finale ci ha insegnato che in una partita secca non si possono fare errori. Lo sapevamo, ma abbiamo visto che non c’è un punto di ritorno. Non ho preparato un discorso, vediamo domani di cosa avrà bisogno la squadra: io sono a disposizione”.

NICO GONZALEZ – “È importante conoscersi, sapere le caratteristiche dei compagni. Noi sappiamo che lui attacca bene la porta ed è forte nel gioco aereo: le mie qualità sono servire buoni assist, sono caratteristiche che vanno abbastanza d’accordo, quindi capita nascano situazioni da gol. Sappiamo che siamo forti in queste situazioni, dobbiamo insistere”.

ASTORI – “E’ sempre con noi, è un pensiero costante anche perché ce l’abbiamo all’interno dello spogliatoio. C’è il suo armadietto, le sue foto. Per chi lo ha conosciuto sarà un motivo in più per alzarla anche per lui“.

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UFFICIALE – Benzema è un nuovo calciatore dell’Al Ittihad

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Benzema

Dopo l’addio al Real Madrid, comunicato nella giornata di domenica, in questi minuti è arrivato anche l’annuncio ufficiale del passaggio di Karim Benzema all’Al Ittihad, club dell’Arabia Saudita. Il francese ha firmato con i gialloneri un contratto valido fino al 2025 con opzione per un’ulteriore stagione.

Questo l’annuncio diramato dall’Al Ittihad:

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UFFICIALE – La Juve vuole lasciare la Super Lega: il comunicato

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E’ ufficiale: anche la Juve si appresta a lasciare il progetto Super Lega, rimarrebbero dentro solo Barcellona e Real Madrid. Ecco il comunicato ufficiale:

”Con riferimento alle indiscrezioni apparse sulla stampa odierna, Juventus Football Club S.p.A. (“Juventus” o la “Società”) informa di aver trasmesso una comunicazione agli altri due altri club che, come Juventus, non hanno esercitato il recesso dal Progetto Super Lega (Football Club Barcelona e Real Madrid Club de Futbol) al fine di avviare un periodo di discussione tra i tre club avente ad oggetto l’eventuale uscita di Juventus dal Progetto Super Lega. La Società procederà alle eventuali comunicazioni dovute ai sensi di legge all’esito delle interlocuzioni e valutazioni in merito a quanto precede, precisando che molte delle ricostruzioni riportate dalla stampa circa i contenuti della comunicazione (ivi incluso qualsiasi riferimento a presunte minacce di eventuali sanzioni da parte della UEFA) non corrispondono al vero. Per maggiori informazioni sul Progetto Super Lega, si rinvia ai comunicati stampa diffusi dalla Società in data 19 aprile e 21 aprile 2021″

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Dumfries verso Manchester City-Inter: “Un onore essere in finale, dimostreremo di essere forti”

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Dumfries

Mancano quattro giorni alla finale di Champions League Manchester City-Inter. L’attesa sale sempre di più, con i tifosi che ormai non attendono altro che la disputa dell’atto finale della competizione europea più prestigiosa per club. Nella giornata dedicata ai media, ha parlato anche l’esterno dell’Inter Denzel Dumfries.

LE PAROLE DI DUMFRIES VERSO MANCHESTER CITY-INTER

Di seguito le parole di Dumfries a Voetbal International:

SULLA FINALE – “Non era uno dei miei obiettivi, ma è un grande onore potervi partecipare: è un grande palcoscenico”.

SULLA STAGIONE – “Per noi non è stata una stagione semplice, ma in questo senso può essere addirittura un vantaggio per noi, ci rende più affamati. Vincere la Champions sarebbe un traguardo enorme”.

CHANCE DA SFRUTTARE – “Dobbiamo assicurarci di preparare un buon piano gara. La finale di FA Cup ha dimostrato quanto siano forti a centrocampo, ma dobbiamo focalizzarci su noi stessi: ci prepareremo nel miglior modo possibile, e dimostreremo di essere una squadra forte”.

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