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Borja Iglesias, il "nuevo" nueve della Liga spagnola

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Borja Iglesias, il “nuevo” nueve della Liga spagnola

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15 gol nella Liga spagnola e gli occhi di mezza Europa addosso. Ma Borja Iglesias, alla finestra delle 26 primavere, c’è sempre stato. In ombra, com’è inevitabile che sia per ogni calciatore che calchi i prati d’Iberia, per via del luccicante bagliore emanato dalle stelle di Messi, Coutinho, Griezmann e compagnia bella. Ma c’è sempre stato, almeno da tre anni a questa parte.
Ma come in ombra? Eppure Quintiliano elogiava i “proficiens”, coloro che col sudore della fronte e uno scrupoloso cammino di crescita, tendono a scavalcare persino gli enfant prodige. Il ricorso ai classici nel mondo del pallone, lascia però spesso il tempo che trova. Specialmente in un palcoscenico come quello del calcio, in cui i fari dei riflettori sono troppo miopi e superficiali. Borja Iglesias in realtà, il tortuoso cammino verso la consacrazione l’ha percorso eccome. Senza scorciatoie, incantando una nazione intera col linguaggio dei piedi. In fondo, per chi non crede alle coincidenze, era tutto scritto nella sua carta d’identità: nato a Santiago de Compostela, a proposito di cammino.

IL CAMMINO

La prima tappa del cammino ci riporta a Vigo, nella culla della Galizia, nel 2016. Borja Iglesias ha 23 anni quando viene prelevato dalla squadra B del Celta Vigo, che gli mette gli occhi addosso per prima. Il ragazzino promette bene, ha voglia di fare e un innato senso del gol che non guasta mai. Nella cadetteria iberica, non si fa certo aspettare: 34 reti messe a referto in 34 partite, un biglietto da visita niente male per uno che si accinge ad affacciarsi nell’agorà dei grandi. Sarà il Real Saragozza, l’anno dopo, a lasciargli lo scettro di centravanti e a puntare su di lui. Lo spagnolo deve ora fare i conti con il peso delle aspettative, oltre che con tutti gli ostacoli che scaturiscono dal salto di categoria. Ma risponde alla grande, scrollandosi di dosso lo scetticismo generale, e lo farà sul campo.

Se è vero com’è vero che il centravanti si nutre di gol, per cui non si può fare a meno di giudicarne il rendimento con l’ausilio dei dati, dietro i 22 gol realizzati in 39 apparizioni in stagione si nascondeva la nascita di una stella. E ora il passo più importante, quello cruciale e decisivo, talvolta temuto, la consacrazione. Si materializza a Barcellona, sponda Espanyol, che si avventa come un falco per assicurarsene le prestazioni, sfruttando la clausola di 10 milioni di euro presente nel cartellino del giocatore. In catalogna, non deve far rimpiangere il passaggio di Gerard Moreno, uno degli attaccanti più prolifici di tutta la storia del club, al Villarreal. Ma Borja Igliesias fa dimenticare presto l’addio del suo predecessore, al netto delle 15 reti totalizzate in maglia biancoblù che proiettano i catalani tra le prime sette forze del campionato iberico.

Se la filosofia di Cesc Rubi, allenatore dei Periquitos, è “primo, non prenderle”, di certo le reti dell’acquisto più oneroso del club saranno un’arma imprescindibile ai fini della causa Espanyol.

CARATTERISTICHE TECNICHE

In patria lo hanno soprannominato “il panda”, per via di una canzone così chiamata del rapper Desiigner. Un soprannome in ogni caso privo di qualsiasi attinenza con le sue doti tecniche. I suoi movimenti non ricordano quelli di un panda, nè il numero nove dell’Espanyol ha occhi neri. Eppure volendo trovare a tutti i costi un’affinità, Borja Iglesias è specchio cristallino di una specie in via di estinzione, quella del centravanti di razza. Quella del nueve. Al quale, a ovest dei Pirenei, viene spesso anteposto il termine “falso”, che sta a indicare la punta atipica con habitat tra le linee, che di professione crea gli spazi e mette i compagni sulla via del gol.

Borja Iglesias no, è un nueve puro, un nueve vero. Un ariete d’area di rigore, che fa del senso della forza fisica e del cinismo le sue armi migliori, oltre che una grandissima abilità nel gioco aereo. Talvolta non disdegna arretrare il raggio d’azione, ma è negli ultimi 30 metri che tende ad accendersi maggiormente, per via delle spiccate doti fisiche che gli consentono di venire incontro alla manovra e fare da “parafulmini” nei momenti di difficoltà. Il tutto, col pensiero perennemente rivolto al suo pane quotidiano, il suo ossigeno: il gol.

Come ogni carriera di qualsiasi calciatore che si rispetti, spetta incastrare l’ultima tessera del puzzle, quella che fa rima con “salto di qualità”. In una big possibilmente. Iglesias ora vuole prendersi l’Europa, non da comparsa nè da comprimario, ma da assoluto protagonista. Chiunque deciderà di pagare la clausola rescissoria di 28 milioni di euro prevista dal suo cartellino, ne siamo certi, farà un affare.

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Gundogan: “Le mie parole dopo El Clasico? Critico anche me stesso”

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Il Barcellona continua la propria rincorsa alla volta del primo posto della classifica della Liga. I catalanti si trovano al momento al terzo posto in classifica, condiviso con l’Atletico Madrid che però ha una gara in meno. Domani sera in programma proprio la sfida rovente tra le due compagini, per decretare chi sarà, almeno per il momento, la principale forza inseguitrice alle spalle di Real Madrid e Girona, in tandem al primo posto e con un margine di vantaggio di 4 punti.

Si attende dunque la gara tra Atletico Madrid e Barcellona, quella che per alcuni sarà una sfida nella sfida (in primis per Joao Felix) e che per entrambi i gruppi squadra sarà l’occasione per mettere alla prova se stessi e le proprie ambizioni.

A proposito di ambizioni, è tornato a parlare Ilkay Gundogan. Il centrocampista, dopo aver lasciato il Manchester City da protagonista nelle vittorie dei tantissimi trofei degli ultimi anni e soprattutto della Champions League 2022/23, si è accasato in Catalogna. La scelta di approdare al Barcellona è dipesa dalla volontà di trovare nuovi stimoli, nuova voglia, una sfida ambiziosa e proiettata verso l’alto. La sua voce all’interno dello spogliatoio conta già molto, con i giovani che possono soltanto imparare dai gesti e dalle parole di un campione assoluto come Gundogan.

In particolare, le parole pronunciate dal centrocampista dopo la sconfitta con il Real Madrid sono diventate argomento di discussione pubblica. Nel corso di un’intervista ai microfoni di BeIN Sports, Gundogan è tornato sulla vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni.

OPINIONE GUNDOGAN – “Non posso mettermi nei panni degli altri per sapere come l’hanno recepita, ma ho semplicemente detto onestamente la mia opinione e la mia intenzione non era quella di attaccare niente e nessuno. Voglio dire, ogni volta che critico la mia squadra, per qualunque cosa, includo me stesso. Comincio sempre da me stesso. Penso di avere abbastanza esperienza per sapere come funziona questo gioco, ma prima mi guardo sempre allo specchio e giudico prima me stesso e non gli altri. Voglio che facciamo il meglio che possiamo perché vedo in questo squadra con molto potenziale e molta qualità“.

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Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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