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Boshasaurus

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Una di quelle persone che nella sua vita avrebbe potuto scegliere di fare qualsiasi cosa.
Alto (molto alto), forte, intelligentissimo e coordinato. Qualsiasi cosa, dal Presidente degli Stati Uniti alla mano che trova il pallone della disperazione per Ray Allen e rovinare la festa a Popovich e compagnia. Chris Bosh ha scelto l’ultima. LeBron tira, sbaglia, Chris tira giù la palla con la mano destra appesa al suo chilometrico braccio e trova Ray Allen. Il resto è storia, LeBron e Allen portati in trionfo da tutti e lui quasi dimenticato come se quella mano non ce l’avesse mai messa.
Il collante tra il mattone di LeBron ed il cotone di Allen, la cattiveria agonistica di chi ancora può salvare un memorabile disastro e deviare il corso della storia lontano dal Texas e un po’ più vicino alla Florida. Essenzialità, parola che descrive alla perfezione il Chris Bosh giocatore, mai una leziosità di troppo, mai un gesto fuori posto, semplicemente lineare ma tremendamente efficace.

https://youtu.be/7ANbZOswo54

Bosh non è uno di quei giocatori nato per strada tra una sparatoria e un crossover e si vede, andava bene a scuola la mattina e imparava a giocare a basket il pomeriggio, insieme a suo fratello Joel. Poteva diventare qualsiasi cosa, poi John Salley (l’ex ala dei Pistons) gli firmò un autografo e il qualsiasi cosa divenne giocatore di pallacanestro. In questa vita il presidente lo farà qualcun altro.
“Study the Game”, come recitavano i fogli che gli passava Leonard Bishop (il suo allenatore alla High-school) e Bosh studiava il gioco. In particolarte un giocatore che successivamente incontrerà spesso e volentieri a Minneapolis, a Boston, a Brooklyn, ci passerà molto tempo assieme, lo ascolterà e gli risponderà per le rime. Bosh studiava il gioco di Kevin Garnett, le finte, i fadeaway, gli up-fake, comprese ogni singolo dettaglio della Rivoluzione, a 15 anni. Cominciò a farsi notare il giovane Chris, uno dei tanti nomi da College, poi la sua scuola perse una partita al torneo statale dove passò molto tempo in panca per problemi di falli. La cosa non piacque al giovane Bosh e l’anno dopo lo fece capire abbastanza chiaramente. L’anno dopo (siamo nel 2001-2002) il suo Lincoln High chiuse la perfect season con un tondo 40-0 e la sua stella segnò 20 pti di media e 14 rimbalzi. La cosa che colpì di più non furono i numeri ma la sua dedizione alla squadra, una stella che non oscura le altre con la sua luce ma le illumina, le migliora, le eleva. Mr. Basketball del Texas e Mc Donald’s All American, scontato.

Un salto al college prima dell’NBA: Georgia Tech Yellow Jackets agli ordini di coach Hewitt dove Bosh diventa ufficiosamente uno dei primi 5 prospetti di tutti gli Stati Uniti, pronto al grande salto.
Guardiamo in alto: Cleveland Cavaliers che hanno fatto carte false per James quindi l’Ohio sembra meta improbabile. Minneapolis ha già Garnett nel suo ruolo (un mezzo sogno giocare con lui però non sembra il caso), i Nuggets punteranno sicuramente quel tizio che ha trascinato di peso l’NCAA a Syracuse. Infine i Raptors, i canadesi che ancora non hanno passato un secondo della loro esistenza in postseason. Proprio i Raptors cercano un’ala e chiamano per un workout lui e Nick Collison da Kansas. Toronto è stregata da Bosh e alla 4 chiama lui.
Ora, il discorso è questo: ci sono lui che, appena arrivato, si chiude a chiave in palestra con i pesi, Vince Carter e… Antonio Davis? No, Davis se ne va ed arrivano Jalen Rose e Donyell Marshall, giusto per variare un po’ un attacco brutalmente statico.
L’idea non è male: Marshall sentenzia spesso dall’arco, Carter e Rose sanno il fatto loro e i 2,11 di Bosh fanno magie in post, come aveva imparato dal buon Kevin Garnett. Se poi serve fare da bloccante per il pick’n’roll ben venga, il nostro non si tira certo indietro. Se l’attacco viaggia tutto sommato bene, la difesa arranca. Chris viene portato a spasso dai suoi dirimpettai, come lui fa con loro dall’altra parte. Col passare degli anni, Bosh diventa l’uomo franchigia di questi Raptors che, attorno alle sue doppie doppie, costruiscono un roster quantomeno decoroso per arrivare ai Playoffs. Chris intanto partecipa al suo primo All-Star Game ed entra nel giro della nazionale statunitense con la quale si toglierà belle soddisfazioni. Per i fantomatici Playoffs dovranno aspettare la stagione 2006-2007.
Momento, i Raptors sono terzi quindi sfideranno i sesti al primo turno. Il fatto è che “sesti” sono i New Jersey Nets dell’ex col dente avvelenato Vince Carter. A nulla bastano i fischi dell’Air Canada Center ad Air Canada in persona, i Nets passano 4-2 e tanti saluti ai playoff.

Con i Raptors più avanti di così non si va nonostante i suoi quasi 25 punti di media più 10 rimbalzi. Decisione scontata quindi esplorare la free-agency per la prima volta. Miami ne approfitta e chiude una sign and trade che lo porta a South Beach insieme a Dwyane Wade che ha appena rifirmato. A loro si aggiunge LeBron James: i Big Three sono realtà. Dopo il primo anno perso contro una versione fantastica dei Dallas Mavericks (la squadra della sua città), i 3 trovano modo di giocare insieme ed il resto è storia.

È spettacolare vedere come Bosh abbia migliorato il suo gioco in tutti gli aspetti possibili da quando sia in NBA. Da scorer carente difensivamente a leader della difesa, da giocatore strettamente da post a tiratore dall’arco temibile. Mentalmente ha saputo accettare un ruolo meno appariscente, fatto più di fatica e sacrifico che giocate spettacolari per il bene della sua squadra, quel ruolo che gli ha fatto strappare il rimbalzo che ha poi consegnato nelle fantastiche mani di Ray Allen. Piuttosto che un dinosauro (come spesso viene ironicamente chiamato), sembra un pittore d’avanguardia, stella di fatto ma mai d’atteggiamento, un’esperta ala grande che si comporta e lavora come l’ultimo dei rookie.
Tanto di cappello, CB1.

(Fonte immagine di copertina: profilo Twitter @omar_ali1400)

 

 

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Harden imita Beckham: vuole una stella per i suoi Houston Dynamo

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James Harden, cestista statunitense che ha vestito la maglia dei Philadelphia 76ers nell’ultima stagione, ha deciso di acquistare qualche tempo fa alcuni azioni degli Houston Dynamo. Harden ha trascorso ben nove anni in Texas e ha deciso quindi di investire sulla squadra di calcio di Houston che disputa la MLS. Ora, con l’arrivo di Lionel Messi all’Inter Miami di proprietà di David Beckham, il play americano sogna un colpo simile per la sua squadra. Ha infatti rilasciato recentemente alcune dichiarazioni a USA Today Sports: Cerchiamo un campione che venga a Houston. Sappiamo tutti quanto incredibile è Messi, che a Miami insieme alla sua famiglia si sta trovando bene. Anche noi cerchiamo qualcuno che venga nella nostra franchigia e siamo sicuri che lo troveremo. Non me ne occupo io direttamente, ma il club è al lavoro”.

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Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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Basket

Curry contro LeBron: sfavoriti a chi? Stanotte ritorna in scena il duello

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Non saranno le Finals del quadriennio 2015/2018, ma questa notte sarà di nuovo Steph Curry contro LeBron James. E la Lega già si infiamma, per la serie che questi due talenti potrebbero mettere in piedi.

Il primo guida ormai dal 2009 i Golden State Warriors, con cui ha vinto 4 anelli e segnato un’epoca. Il secondo si è legato con i Los Angeles Lakers nel 2018, laureandosi campione NBA per la quarta volta nella sua storia la stagione successiva.

I PRECEDENTI

Nel 2018 i Golden State Warriors di Curry, Thompson, Durant e Green hanno spazzato via i Cleveland Cavaliers di LeBron James nelle Finals con un nettissimo 4-0. Da un lato abbiamo, probabilmente, la squadra più forte della storia come quintetto titolare. Dall’altro lato un roaster in evidente fase calante che LeBron James, se non da solo quasi, ha trascinato alle Finals. Le sue ottave Finals NBA consecutive, tra Miami Heat e Cleveland Cavaliers.

Nonostante il risultato senza repliche, infatti, dalle parti di Cleveland, King James fu idolatrato come una divinità, quando a fine anno svestì la casacca della franchigia dell’Ohio. Il motivo di tale amore incondizionato del pubblico dei Cavs è dovuto al fatto che il primo addio, che a tutti è sembrato un vero e proprio tradimento, commercializzato all’inverosimile con “The Decision“, è stato ampiamente colmato. Nella sua seconda avventura ai Cavs, LeBron ha portato la squadra ad un livello superiore. E, soprattutto, ha portato a casa il primo anello della storia della squadra. Lo ha fatto con un’impresa degna di nota: prima e unica volta nella storia che una squadra in svantaggio di 3-1 in una serie di Finals è riuscito a ribaltare e vincere.

Quell’estate, LeBron ha lasciato la sua Cleveland e la Eastern Conference, per sbarcare ad Ovest, per la prima volta in carriera, a quasi 34 anni. Con la casacca gialloviola, LeBron ha subito scritto la storia, vincendo il titolo nel 2020 e, soprattutto, tenendo alto il nome di Kobe Bryant, leggenda e volto storico dei Lakers tragicamente scomparso nel gennaio dello stesso anno. Ma dal 2018, non ci sono più stati scontri in un play-off tra Steph Curry e LeBron James. Ci si è andati vicini, se si pensa che nella stagione 2020/21 le due squadre si sono affrontate in un play-in, in cui è stato il King ad avere la meglio.

Ma si tratta di una sfida facilmente oltrepassabile. In primis, perchè non è reputata parte della post-season. In secondo luogo, perchè è stata una sola gara disputata, non una serie.

COINCIDENZA DELLE STELLE

LeBron James è di Akron, Ohio. Per tutti ora è “Il King“, ma per anni è stato “Just a kid from Akron“. Un’etichetta nata per erssere dispregiuativa e limitante nei suoi confronti e che ora, invece, lui stesso sfoggia con orgoglio. Il ragazzo venuto dal niente, in possesso solo di un talento sconfinato, schiacciato dalle attese sin dal suo ingresso nella Lega a soli 18 anni. Ed ora diventato leggenda.

Ma se andassimo a leggere, invece, data e luogo di nascita di Steph Curry, ritroveremo un nome familiare. Anche in questo caso, Akron, Ohio.

Le due stelle più rappresentative del basket americano degli anni 2010, vincitori di 7 titoli complessivi su 1o disponibili tra il 2010 e il 2020 concittadini. Nati nello stesso ospedale di Akron, a poco più di 3 anni di distanza. Quando le stelle (in questo caso, in senso astronomico) decidono di dare alla luce altre stelle (ora parliamo di Curry e James), il risultato non può che essere esplosivo. Stanotte, dopo 5 anni dall’ultima volta, i due si guarderanno di nuovo negli occhi in una serie da dentro-o-fuori valida per i Play-off. Con la consapevolezza che solo uno dei due potrà andare avanti.

La cosa più ironica, però, è che i due fuoriclasse sono arrivati a questa sfida scollandosi l’etichetta di chi li dava come “sfavoriti“. Memphis Grizzlies (avversari dei Los Angeles Lakers) e Sacramento Kings (avversari dei GSW) avevano dalla loro un miglior piazzamento in regular season e sembravano favoriti, con una eventuale Gara 7 in casa. Per i Grizzlies questa Gara 7 non si è neanche giocata. Curry, invece, ha letteralmente vinto quella giocata contro i Kings, con la migliore prestazione della storia in termi di punti segnati (50) in una Gara 7.

Da stanotte saranno l’uno contro l’altro, in una sfida che si prospetta già elettrica e piena di colpi di scena.

TUTTO SU SKY

La diffusione dell’NBA in Italia, ormai da anni, è governata da SKY. Su SkySport NBA (ed in streaming su NOW) sarà possibile assistere alle prime quattro gare in diretta e in replica. Si inizia stanotte alle 4:00 ora italiana.

Gara 1

LIVE nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 maggio ore 04:00

Repliche mercoledì 3 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 2

LIVE nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 maggio ore 03:00

Repliche venerdì 5 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Gara 3

LIVE nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio ore 02:30

Repliche domenica 7 maggio ore 14:00 e 19:30

Gara 4

LIVE nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 maggio ore 04:00

Repliche martedì 9 maggio ore 11:00, 14:00, 19:30 e 22:45

Eventuali gara 5, gara 6 e gara 7 verranno comunicate in seguito.

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