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Box to box, i nuovi leader

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Box to box, i nuovi leader

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Introdotti contemporaneamente nella Hall of Fame del calcio inglese nel 2017, Frank Lampard e Steven Gerrard hanno condiviso ben più di un semplice premio. La ricerca della perfezione estetica applicata al pallone, purtroppo, non ha portato alcun Pallone d’oro ai due, che per una carriera completa rispettivamente di undici (Gerrard) e quattordici (Lamprd) trofei, almeno uno dei due avrebbe meritato. Stevie e Frankie hanno chiuso le avventure sul campo nel 2016, e le congruenze curricolari dei due ex box to box sono decisamente simili: bandiere di club importanti in Inghilterra, entrambi campioni di una Champions League, tutti e due hanno concluso la propria carriera negli Stati Uniti. Steven Gerrard è stato il capitano dell’ultima Champions League vinta dal Liverpool e ad oggi risulta il terzo giocatore più presente nella storia dei Reds con 504 presenze. Frank Lampard ha anch’esso vinto una Champions League da capitano con il Chelsea (l’unica della storia dei Blues) e tutt’ora rimane il miglior marcatore di sempre (211 gol) del club londinese.

A dividere Gerrard e Lampard è stata però la Premier League, dato che il massimo titolo nazionale inglese è sempre stata un’ossessione insoddisfatta per l’ex Diez del Liverpool mentre Lampard l’ha alzata per tre volte. Ora entrambi hanno imboccato la strada dei manager allenando club non in Premier League, con risultati promettenti e talvolta clamorosi; la simpatia del pubblico inglese per gli ultimi due grandi giocatori che hanno esaltato la Nazionale di Sua Maestà ora è rivolta ai Rangers di Glasgow e al Derby Country, attualmente secondi in Scozia e sesti in Championship.

GERRARD

Dopo le grandi parole spese dalla critica per quanto fatto vedere sulla panchina dell’under 18 del Liverpool, Gerrard ha accettato a luglio la chiamata dei Rangers di Glasgow, club storico tornato in Scottish Premiership solo tre stagioni fa. La squadra, pur avendo la possibilità di giocare in Europa, ha un tasso qualitativo relativamente basso e inoltre, va aggiunto che da sette anni  nessun club scozzese è riuscito a bloccare il continuativo primo posto del Celtic Glasgow.

Strappare il primato ai rivali storici è ovviamente un’operazione abbastanza privativa – per risorse, squadra e energie – ma gli obbiettivi di arrivare subito dopo la corazzata di Rodgers e completare un cammino europeo decente sono assolutamente alla portata. Su 27 partite stagionali disputate, per Gerrard sono state solo quattro le sconfitte, ultima quella a Mosca per 4-3 contro lo Spartak. I Rangers con Gerrad hanno segnato 54 gol totali, subendo poche reti (addirittura 9 clean sheet stagionali) e risultando titolare del terzo posto in classifica a -2 dal Celtic e dagli Hearts di Edimburgo, quest’ultimi secondi ma con una partita in più. Anche in Europa League la strada è leggermente in salita ma non lascia chiusa nessuna porta, tutt’altro. La squadra di Gerrard è situata al terzo posto a pari punti con lo Spartak secondo e a -1 dal Villarreal primo, e all’attivo, c’è pure una vittoria in casa contro il Rapid Vienna.

https://www.youtube.com/watch?v=3q858ctnRgY

Il 4-3-3 di Stevie G è particolarmente apprezzato in Scozia, con dei limiti non secondari in quanto a qualità della difesa ma comunque efficiente e propositivo. Il recente 7-1 con cui i Rangers hanno battuto il Motherwell a Ibrox è un lampante segnale di come il sistema trovato da Gerrard funzioni, e come già visto anche nelle giovanili del Liverpool, la capacità di codificare un’opzione offensiva valida è una caratteristica dell’ex Diez del Liverpool. Il modulo di Lafferty e compagni oscilla appunto tra il 4-3-3 e un tipico 4-2-3-1, schema usato prettamente in Europa League, e se da un lato le traballanti difese scozzesi possono alludere a un livello di difficoltà non eccessivo, d’altro lato come antitesi ci sono le brillanti prestazioni internazionali.

LAMPARD

Frank Lampard ha scelto subito di partire da un livello mediamente alto per inaugurare la sua carriera dai allenatore. L’ex numero otto del Chelsea ha preso il Derby Country come prima tappa del suo percorso in panchina, iniziando dunque dal campionato con il più alto numero di reti tra quelli professionistici in Europa. La richiesta del club inglese è stata subito quella di centrare la zona play-off, sperando in un iter fortunato come quello del Fulham nello scorso torneo, anche se in un campionato lungo 46 incontri più eventuali spareggi gli imprevisti sono una costante per qualsiasi squadra.

La buona rosa del Derby ha permesso a Lampard di poter contare su un gruppo già affiatato e particolarmente competitivo, con giocatori che hanno tastato la Champions League (Ledley, Josefzoon, Huddlestone) e autentici specialisti della categoria (David Nugent, 120 gol in Championship). Lampard ha potuto imparare dai migliori allenatori europei, in particolare Mourinho e Ancelotti, capendo al meglio non tanto la tattica quanto la fondamentale e precipua gestione dello spogliatoio, il vero cuore di ogni incarico da allenatore. Di fatto, il rapporto fra Lampard e la squadra si è sicuramente rafforzato quando l’ex Chelsea ha eliminato il Manchester United dalla Carabao Cup, diventando subito un idolo locale. Meno dolce il ritorno a Stamford Bridge, dove due autoreti della sua retroguardia hanno eliminato il Derby con un complessivo risultato di 3-2.

Ma in Championship Lampard ha buone possibilità di centrare l’obbiettivo stagionale: il Derby è attualmente sesto con 28 punti, a solo cinque lunghezze dal primatista Norwich. È un dato di fatto che il Derby giochi un calcio piacevole seppur un po’ elementare e rude, e il 4-2-3-1 con cui lo stesso Lampard è maturato nel mondo del calcio è un’idea tattica valida per le qualità della squadra. Frankie ha scelto la provincia inglese per crescere e maturare, trovando un club con una media età abbastanza alta (27,6 anni) e un sostrato storico non indifferente; i Rams hanno alle spalle anni di Premier League ma da diverso tempo la loro dimensione è quella di un medio club di Championship – negli ultimi dieci anni il miglior piazzamento è stato il terzo posto.

Lampard ha molto da dare ma anche tanto da ricevere, con la prima operazione che nasce dal suo background da calciatore e aumenta grazie al potere mediatico del suo nome; dall’altro lato, c’è un club storico che cerca di ripartire e che offre a un ex campione d’Europa di tastare una delle realtà calcistiche più complesse a livello europeo, mettendo subito alla prova la determinazione e l’ambizione di uno dei centrocampisti inglesi più forti di sempre.

Anche Gerrard ha compiuto una scelta ambiziosa, guidata anche dalla possibilità di un confronto internazionale grazie alla presenza dell’Europa League. Tuttavia, Stevie G perde leggermente a livello del campionato, dato che la Championship scozzese negli anni ha smarrito il lustro e l’entusiasmo che prima gli venivano concessi. Dunque, le realtà di Lampard e Gerrard sono in parte simili, accomunate sia da un intrinseco spirito di ambizione e capacità che da un livello di difficoltà quasi paritario. I migliori esempi del centrocampista box to box sono attualmente in una sfera di crescita posta su piani paralleli, dove entrambi possono dimostrare in panchina le proprie idee di football: quelle che per anni li hanno resi leader in campo.

 

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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Pioli in conferenza post Milan-BVB: “Non sono soddisfatto”

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Pioli

A margine della sconfitta rimediata contro il Borussia Dortmund, un evidentemente deluso Stefano Pioli ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole.

PARTITA ED EPSODI – “Non sono soddisfatto, per vincere queste partite ci vuole più qualità Abbiamo avuto le occasioni per andare in vantaggio, la qualità doveva essere superiore. Krunic lo abbiamo già provato in quella posizione, può farlo”.

STRASCICHI – “Siamo sempre stati molto bravi a reagire a queste delusioni, ora dobbiamo dare continuità alla vittoria con la Fiorentina in campionato”.

IL GIRONE DEI RIMPIANTI – “I rimpianti ci sono soprattutto per la prima partita con il Newcastle. Questa sera non siamo stati precisi e abbiamo consentito all’avversario di giocare la partita che volevano. Ora non dipende più da noi, ma proveremo a vincere contro il Newcastle”.

RAMMARICO – “C’è rammarico per l’infortunio di Thiaw. Mi spiace perdere un giocatore così forte per un po’ di partite”.

CONFRONTO CON LA SOCIETÀ – “C’è stato nel corridoio come alla fine di ogni partita”.

STADIO – “Fin quando la squadra ha dimostrato di poter essere in partita lo stadio è stato con noi. I tifosi hanno tutto il diritto di essere delusi”.

 

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Milan-Borussia Dortmund 1-3, le pagelle: incubo Giroud, Chukwueze l’unica luce rossonera

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Milan

Il Milan perde malamente in casa contro il Borussia Dortmund ma tiene in vita i discorsi qualificazione agli ottavi sfruttando il pareggio tra Newcastle e PSG. A San Siro finisce 1-3 per il BVB: decisiva la serataccia di Giroud che sbaglia un rigore in apertura di primo tempo. Chukwueze l’unica luce. Queste le nostre pagelle.

LE PAGELLE DEL MILAN

Maignan 5.5: responsabilità sul gol di Adeyemi, l’estremo del Milan prova battezzare con troppo ottimismo il secondo palo, l’esterno del Borussia lo fredda sul primo. Inutile il disperato tentativo di tenere il pallone oltre la linea

Calabria 5: praticamente sempre in difficoltà nei duelli con Bynoe-Gittens, l’ingenuo fallo da rigore ne è l’emblema. Sciupa di testa una clamorosa palla gol nel recupero del primo tempo.

Thiaw 6: attento, mette i piedoni su un paio di cross dalla sinistra e controlla Fullkrug. Sfortunato, si fa male dopo un’ottima chiusura. (Dal 52′ Krunic 5.5: in difficoltà adattato a centrale, il gol dell’1-2 nasce dal suo lato).

Tomori 5.5: rimedia un giallo ingenuo in mischia, il cartellino lo condiziona.

Theo Hernandez 5.5: più timido del solito in attacco, il Borussia, che tiene gli esterni molto alti, ha dei meriti, ma poteva fare meglio.

Adli 6: sprazzi di grande classe nel primo tempo quando è bravo anche in difesa. Cala alla distanza, meriterebbe ugualmente più chances dal primo minuto. (Dal 76′ Jovic 6: sfortunato, coglie un palo al 85′).

Reijnders 5.5: la sensazione è che a volte manchi il dialogo con i compagni di reparto: spesso il Milan lascia delle voragini a centrocampo, e il Borussia le sfrutta.

Loftus-Cheek 5.5: fatica a trovare la sua posizione in mezzo al campo, soffre il duello con Emre Can.

Chukwueze 7: conferma alla grande il trend positivo intravisto con la Fiorentina. Il migliore dei suoi, ma il gol è solo una parte della sua partita: oltre a quello sono i dribbling e le corse a mandare in tilt la fascia sinistra del BVB. Finalmente, ma non basta per la vittoria. (Dal 76′ Traore s.v.).

Giroud 4.5: sbaglia il rigore al decimo del primo tempo ed esce da quel momento dalla partita. Da uno con la sua esperienza sarebbe servito altro.

Pulisic 5.5: imbrigliato, pochi spunti e una gara rivedibile.

All. Pioli 5.5: il suo Milan approccia bene, ma il rigore di Giroud soffoca un primo tempo sin lì ottimo. Prova a sistemare le cose pescando dalla panchina, ma le risorse sono limitate.

LE PAGELLE DEL BORUSSIA DORTMUND

Kobel 6.5: intuisce e para il rigore di Giroud, forse poco reattivo sul gol di Chukwueze, ma non era facile.

Ryerson 6: un crossaccio direttamente sul fondo a inizio partita gli suggerisce che forse sarebbe meglio badare più alla difesa, lo fa bene.

Hummels 7: il peso dell’esperienza, annulla Giroud e non buca un intervento. Bravo.

Schlotterbeck 5: prima “para” illegalmente un tiro di Chukwueze e provoca il rigore, poi tiene in gioco tutti sull’azione del gol dello stesso nigeriano. Esce per infortunio. (Dal 55′ Ozcan 6: da geometrie al centrocampo del Dortmund).

Bensebaini 5.5: soffre Chukwueze che lo saluta e segna nell’azione del pareggio. Le sue costanti discese sul fondo si concludono spesso con un nulla di fatto.

Emre Can 6.5: la sua duttilità un’arma tattica. Utile sia da mediano che da difensore centrale.

Sabitzer 6.5: ci mette quantità, realizza l’assist per il gol di Bynoe-Gittens

Malen 5.5: poco incisivo sia a destra che a sinistra, il cambio è la matematica conseguenza. (Dal 55′ Adeyemi 7: entra e chiude la partita).

Reus 6.5: una cosa ma fatta bene, il rigore che tira a Maignan è perfetto e vale il momentaneo 0-1. (Dal 79′ Brandt s.v.).

Bynoe-Gittens 7.5: si conquista il rigore e segna il gol dell’1-2 che, talaltro, si meritava per quanto fatto vedere fino a quel momento. Esser più decisivo di sarebbe stato difficile. (Dal 66′ Wolf 6: svaria sul fronte, ma è poco preciso).

Fullkrug 6.5: un colpo di testa pericoloso e una traversa, bravo anche nella gestione del pallone. Da una sua bella giocata nasce il gol del 1-2.

All. Terzic 7: imbriglia Theo e Pulisic, non soffre il dinamico centrocampo rossonero. Cambi tutti azzeccati, la qualificazione agli ottavi è un piccolo capolavoro.

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