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Bundesliga, la crisi del Borussia Mönchengladbach

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Bundesliga, la crisi del Borussia Mönchengladbach

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Borussia Mönchengladbach

Il Borussia Mönchengladbach è una delle realtà più solide in tutta la Germania dell’epoca recente. Ormai da un decennio partecipa la maggior parte delle volte a competizioni europee, fra cui spicca il raggiungimento degli ottavi di finale di Champions League della scorsa stagione, a discapito dell’Inter di Conte. A distanza di un anno da quel momento, la situazione si è completamente capovolta. Ai puledri rimane da giocare solo la Bundesliga per questa stagione, e al momento sono dodicesimi, a solo +3 dalla zona retrocessione. Cosa è successo a questa squadra?

I PRIMI SEGNALI

I primi segnali di difficoltà erano arrivati l’anno scorso, quando Marco Rose annunciò a febbraio che a fine stagione si sarebbe accasato ai rivali del Borussia Dortmund. I tifosi la presero malissimo e il morale della squadra ne risentì parecchio. Così una stagione partita nei migliori dei modi finì con un deludente ottavo posto, che costò al Gladbach il posto in Conference League, conquistato invece dall’Union Berlino.

Lo storico direttore sportivo Max Eberl, fresco di un rinnovo firmato nella fine del 2020 con scadenza 2026, si rimbocca le maniche trova il nuovo allenatore: Adolf Hütter. Profilo sicuramente interessante, dato che l’austriaco proprio nella stagione passata ha sfiorato un posto in Champions League con l’Eintracht Francoforte.

La squadra però sul piano tecnico rimane intatta. Nessun grande acquisto ma nemmeno cessioni importanti, nonostante le continue sirene su certi giocatori interessanti come Ginter, Zakaria e Thuram.

L’intenzione è quella di concentrarsi sulla Bundesliga, raggiungendo sicuramente un posto in Europa, dato che per questa stagione il Mönchengladbach non avrà le fatiche delle trasferte all’estero. Se con questa squadra si è arrivati agli ottavi di Champions, perdendo contro quelli che sono stati poi i vice campioni d’Europa, perché non si può fare un bel campionato senza impegni internazionali?

UNA SQUADRA DOUBLE-FACE

Dopo le prime 5 giornate il Gladbach è già in difficoltà, avendo racimolato solo 4 punti, fra cui spicca una sconfitta pesantissima per 4-0 nel sentito derby col Bayer Leverkusen. C’è però una reazione e i puledri sembrano riprendersi quando guadagnano 14 punti in 7 partite, risalendo così la classifica. Sono arrivate vittorie contro alcune delle squadre più forti della scorsa Bundesliga, ovvero Wolfsburg ma soprattutto Borussia Dortmund. Contro i gialloneri è stata una grande rivincita, dato che il Gladbach voleva togliersi qualche sassolino dalla scarpa col suo vecchio allenatore Marco Rose.

Non è però l’unica gioia del periodo, perché il 27 ottobre i Fohlen hanno stracciato il Bayern Monaco per 5-0 in Coppa di Germania. Sembra proprio che dopo un inizio difficile la squadra di Hütter abbia trovato l’intesa giusta.

Non è però così, perché il 27 novembre arriva un’inaspettata sconfitta nell’altro derby, quello contro il Colonia, per ben 4-1. Nonostante il Gladbach stesse andando bene, accusa duramente questo colpo e la settimana seguente subisce una sonora sconfitta contro il Friburgo: 0-6 in casa, con tutti i gol arrivati nel primo tempo. Mai nessuna squadra in Bundesliga aveva preso così tanti gol in 45 minuti. L’avversario non era il Bayern Monaco, ma comunque un umile Friburgo che è partito molto bene.

Distrutti psicologicamente, i puledri perdono anche contro Lipsia ed Eintracht Francoforte, mentre nell’ultima partita prima di Natale non vanno oltre il pareggio contro l’Hoffenheim.

Il 2022 però comincia con un altro passo, poiché il Monchengladbach riesce ad espugnare l’Allianz Arena per 2-1, contro la capolista Bayern Monaco. La settimana successiva c’è il derby contro il Leverkusen, ma i Fohlen non riescono a vendicare la dura sconfitta dell’andata e perdono anche il ritorno, questa volta 1-2 in casa.

Il Gladbach accusa davvero tanto le sconfitte nei derby, e infatti dopo 4 giorni viene eliminato dalla Coppa di Germania per mano dell’Hannover, che milita in Zweite Liga ma è riuscita a vincere 3-0 quella partita. Altro duro colpo e sabato scorso è arrivata l’ennesima delusione. L’Union Berlino ha sconfitto a domicilio i Fohlen per 2-1 grazie a una doppietta del grande ex Max Kruse.

LA NOTIZIA CHOC

È tornato nel baratro il Borussia Mönchenglabach e come se non bastasse ieri Max Eberl si è dimesso dal ruolo di direttore sportivo, che ricopriva dal 2008. Eberl è una vera bandiera di questa squadra: lo è stato prima da giocatore e poi come dirigente. Ieri però in lacrime ha ammesso che già da ottobre stava pensando di lasciare tutto, ma la presidenza voleva almeno finire la stagione con lui. Niente da fare: Eberl non riesce più a tenere a bada questa pressione e afferma che al momento non vuole aver niente a che fare nel mondo del calcio.

Puoi cambiare il tuo allenatore, ma mantieni il tuo direttore sportivo

Questa frase l’ha detta ieri il presidente del club Rolf Königs e fotografa perfettamente la situazione in casa Gladbach. Nel 2008 il Borussia era appena tornato in Bundesliga ed Eberl ne era appena diventato direttore sportivo. È soprattutto merito suo se in così poco tempo ha trasformato quella neo-promossa in uno dei migliori club della Germania. Ha scoperto talenti come Marco Reus, Marc-Andrè ter Stegen, Granit Xhaka, Andreas Christensen, Thorgan Hazard.

Ne ha scoperti anche tanti altri che militano ancora nel club, ma sono ricercati da mezza Europa. Gran parte di questi giocatori sono in scadenza nel 2022, come ad esempio Ginter che ha annunciato che a fine stagione andrà via a zero. Non è però l’unico, perché anche Denis Zakaria vedrà scadere il contratto a giugno di quest’anno. Sembra proprio che anche lui sarà perso senza guadagnarci un euro.

La situazione contratti non è stata gestita affatto bene e questo ha inciso sulle performance dei singoli ma anche di squadra. Inoltre nel 2023 scadranno altri giocatori importanti come Sommer,  Bensebaini, Kramer, Hofmann, Thuram, Embolo, Plea e il capitano Stindl. Praticamente uno dei migliori portieri d’Europa, un terzino goleador, un campione del mondo del 2014, tutto il reparto offensivo e una bandiera del club.

La situazione è davvero complicata. Ci sono molti problemi da risolvere, in campo ma anche fuori.

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Mascara si racconta: “Fui vicino a City e PSG, Simeone al Catania era avanti coi tempi””

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Simeone Atletico madrid

Durante la trasmissione TvPlay, Giuseppe Mascara, ex giocatore del Catania, si è raccontato. In particolare, sono stati trattati dei temi come giocatori e allenatori che ha incontrato nella sua carriera. Tanta emozione nel ricordo di quando Kakà gli diede la sua maglia. Mascara è anche entrato nei radar di due top club europei, ma l’affare non andò in porto.

LE PAROLE DI MASCARA

SU BERARDI – “Lui è uno dei pochissimi che gioca un calcio come quello che piace a me. Fa l’uno contro uno, se lo sbaglia lo rifà”.

SU POLITANO – “Un altro così è Matteo Politano. Forse un altro che si avvicina è Zaccagni della Lazio. Tutta gente che sulla fascia puntano l’uomo. Berardi farebbe bene anche alla Juve, se uno è forte si porta dietro le sue qualità anche nelle grandi squadre”.

SU SIMEONE –  “Si vedeva che il Cholo avrebbe fatto strada. Preparava le partite calcolando nei minimi particolari tutto quello che poteva succedere sia quando hai la palla che quando non ce l’hai. Nel 2011 era già avanti coi tempi”.

IL RICORDO DI MASCARA AL NAPOLI –  “Ero arrivato a 32 anni e volevo rimanere a Catania. Il contratto era in scadenza e la proposta per il rinnovo non arrivava, oggi domani, oggi domani… e alla fine ho accettato di andare al Napoli. In quegli anni avevo ricevuto diverse offerte ma sono sempre voluto rimanere a Catania. Non ho nessun rammarico verso i dirigenti però. Nel 2009, stagione in cui feci 14 gol. ebbi varie proposte, anche dal Manchester City e dal PSG, che non erano le squadre che sono oggi, ma pur sempre club blasonati. Anche il Bayer Leverkusen. Alla fine non andarono in porto. In Italia sono stato vicino alla Lazio”.

LA MAGLIA DI KAKÀ –  “Ho avuto la fortuna di affrontare diversi campioni ma tra tutti gli aneddoti quello che ricordo con più affetto riguarda Kakà. Gli chiesi la maglia a Milano dopo un Milan-Catania e lui senza nessun problema me l’ha data, poi al ritorno fu lui a venire da me per chiedermela”.

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L’Italia scivola al terzo posto nel Ranking Uefa: i rischi e l’evoluzione della classifica

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ranking uefa italia, adesso c'è il rischio di perdere il posto extra per la prossima Champions: il motivo

L’Italia è scivolata al terzo posto in classifica nel Ranking Uefa 2023/24. Il sorpasso della Spagna infatti è arrivato grazie alle vittorie di Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid, che hanno permesso a queste squadre di volare già agli ottavi. Il sorpasso è avvenuto per pochi punti, visto che l’Italia si trova attualmente a quota 10285, mentre la Spagna a 10,812. Prima per distacco invece la Germania, con addirittura 11,357. Occhio però, perché chi arriva nelle prime due posizioni di questa speciale classifica otterrà dei vantaggi per la prossima stagione. Ma di cosa si tratta?

RANKING UEFA ITALIA, I VANTAGGI IN VISTA DELLA PROSSIMA EDIZIONE DELLA CHAMPIONS LEAGUE

Chi riuscirà ad arrivare nelle prime due posizioni otterrà uno slot bonus per la prossima edizione della Champions League. Qualora l’Italia dovesse sorpassare nuovamente la Spagna, saranno ben cinque le squadre che potranno prendere parte alla competizione più ambita dai club. Si tratta di una situazione da monitorare con attenzione, perchè permetterebbe all’Italia di conquistare una posizione importante nel ranking, ma soprattutto in campo europeo. Adesso saranno fondamentali i risultati di Napoli e Milan: una qualificazione per entrambe ci consentirebbe di tornare già al secondo posto. In caso contrario, si andrà a vedere il cammino che le squadre delle due predette federazioni terranno dagli ottavi in poi.  È un’occasione, dunque, da non lasciarsi scappare, perchè potrebbe rilanciare ancor di più il calcio italiano.

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Il gol contro il Napoli vale due record storici per Nico Paz: i dettagli

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nico paz

Serata indimenticabile quella di ieri sera per Nico Paz. Il giovane talento del Real Madrid ha messo la propria firma sulla vittoria interna dei Blancos contro il Napoli. Il prodotto del settore giovanile del club spagnolo ha infatti segnato il gol del 3-2, il primo centro in carriera.

Qualche indubbia colpa da parte del portiere del Napoli Meret sull’azione che ha portato al gol di Paz che ha dello storico per ben due motivi. Il primo, come riporta Opta, è che grazie al gol segnato ieri contro il Napoli, il giovane talento del Real Madrid, a 19 anni e 82 giorni diventa il secondo argentino più giovane a segnare in Champions League, alle spalle di un certo Leo Messi. Il primo gol della Pulga in Champions è infatti arrivato nel 2005 in un match tra Barcellona e Panathinaikos, all’età di 18 anni e 131 giorni. 

L’altro record registrato da Paz grazie al gol segnato al Bernabeu riguarda la storia del Real Madrid. L’argentino è infatti diventato il terzo marcatore più giovane nella storia dei Blancos in Champions League. Solo Rodrygo (18 anni e 301 giorni) e Raul (18 anni e 113 giorni) hanno fatto meglio di lui. L’inizio di carriera del ragazzo promette più che bene.

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Mazzarri commenta la sconfitta col Real: “Abbiamo creato occasioni per vincerla”

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Le parole di Walter Mazzarri, tecnico del Napoli, dopo la sconfitta 4-2 in casa del Real Madrid. Sfuma la vittoria al ritorno in Champions dopo undici anni per l’allenatore azzurro. I gol di Simeone e Anguissa non sono bastati contro la formazione di Ancelotti.

Queste le parole a Prime Video:

LA PARTITA – “Prima di prendere il 3-2 avevamo creato delle occasioni per vincerla. Sono contento della prova in generale, ma bisogna fare più attenzione. Sapevamo che il Real è micidiale in ripartenza e dovevamo essere attenti a non farli ripartire. Avevo la sensazione che potessimo andare in vantaggio“.

ABBRACCIO AL GOL DI ANGUISSA – “Io da quando sono arrivato ho trovato un gruppo eccezionale, molto unito. Penso che si possa fare davvero bene con loro“.

OSIMHEN – “Il cambio era programmato. Il dottore mi aveva detto che aveva 20′ con l’Atalanta e oggi pensavamo di fargli fare un tempo per recuperarlo definitivamente con l’Inter. L’inserimento è stato graduale, siamo stati obbligati“.

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