Quella del calciatore è una carriera breve. Massimo a 40 anni ci si trova a doversi reinventare, appendendo gli scarpini al chiodo. La maggior parte trova impiego sempre nel mondo del calcio, tra panchine e studi tv. Molti si buttano in imprese personali, mettendo a frutto i risparmi di una carriera. Altri ancora cercano di sfruttare la propria figura per fare del bene, per provare ad incidere sull’organizzazione del loro stato. Più di un calciatore dopo aver smesso ha intrapreso la carriera politica, con alterne fortune. Ecco a voi una lista dei dieci casi più celebri.

GEORGE WEAH
Uno dei migliori giocatori africani di sempre. Ha fatto le fortune in campo del Milan, ora cerca di fare quelle del suo paese. Subito dopo il suo ritiro, Weah si è interessato progressivamente alla situazione della Liberia, diventando una figura sempre più prominente. La vera e propria entrata sulla scena politica risale al 2005, il suo trionfo fu sancito nel 2017, quando fu eletto Presidente della repubblica, dopo la sua esperienza al Senato. Il suo successo fu netto, con il 61,5 % dei consensi. L’ex Milan ha assunto la carica dal 22 gennaio 2018. Un campione dentro e fuori dal campo che sta cercando in ogni modo di risolvere i molteplici problemi della Liberia.

KAKHABER KALADZE
Ancora un politico scuola Milan. Anche lui, come Weah, dopo il ritiro si è occupato della situazione del suo paese di nascita, la Georgia. Con il partito Sogno Georgiano, fondato dal miliardario georgiano Bidzina Ivanishvili nel 2012, l’ex difensore rossonero è stato eletto Ministro dell’energia e delle risorse naturali. Lascia questo incarico nel 2017, per potersi candidare per la poltrona di sindaco di Tbilisi, capitale della Georgia. Il 12 luglio 2017 trionfa alle elezioni con il 51 % di consensi e il successivo 22 ottobre si insedia come sindaco di Tbilisi.

HAKAN SUKUR
Ancora una vecchia conoscenza del calcio italiano. Il turco ha vestito in Italia le maglie di Torino, Inter e Parma, lasciando il segno soprattutto però nelle sue esperienze al Galatasaray. Si ritira nel 2008 e 3 anni dopo viene eletto nel parlamento turco con l’AKP, il partito di orientamento islamico che fa capo al presidente Erdogan. Nel 2013 l’ex bomber turco è però costretto a dimettersi per delle controversie con l’attuale capo di stato. La situazione precipita e Hakan Sukur è costretto a lasciare il proprio paese nel 2015, trasferendosi in California, per via di un procedimento contro di lui per insulti a Erdogan. Nell’agosto 2016 è stato addirittura emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti per partecipazione ad un tentato colpo di stato.

GIANNI RIVERA
Spazio ora ad un campione del nostro calcio. Vera e propria leggenda del Milan, pallone d’oro e uno dei migliori giocatori italiani di sempre. La sua carriera calcistica terminò nel 1979 e, nel 1987, ebbe inizio quella politica. Dopo un vano tentativo di rimanere nel mondo del calcio, Rivera ricevette la proposta di candidarsi alla Camera dei deputati con la DC. Fu eletto e successivamente rieletto, spostandosi verso il centrosinistra di Romano Prodi dopo la dissoluzione della DC. Rimane attivo nel contesto della politica italiana, ricoprendo tra le varie cariche quella di consigliere per le politiche sportive nel Comune di Roma.

JULIO RICARDO CRUZ
El Jardinero, mitico attaccante nerazzurro con un passato anche con le maglie di Bologna e Lazio. Tolti gli scarpini, anche lui ha deciso di intraprendere la carriera politica. Nel 2014 annuncia infatti la sua candidatura a sindaco di Lomas de Zamora, città argentina situata in provincia di Buenos Aires. A differenza dei casi sopracitati, quello del Jardinero è però meno fortunato. Cruz infatti deve registrare la sconfitta a favore di Martin Insaurralde, attuale sindaco di Lomas de Zamora. L’ex Inter però non si rassegna e continua imperterrito nella sua nuova carriera, con la stessa grinta che metteva in campo.

ANDRIY SHEVCHENKO
Ancora Milan, che fa davvero scuola in quanto politica. La scelta della stella ucraina non si rivela però vincente. Subito dopo il ritiro, Sheva aderisce al partito Ucraina- Avanti!, ma il suo partito alle parlamentari del 2012 si ferma all’1,58%, ben lontano dallo sbarramento del 5%. L’ex Milan è finito per di più al centro di una controversia delicata. Avendo finanziato di tasca sua la campagna parlamentare del partito, è stato accusato di aver cercato di comprare le elezioni. Disgustato dalle accuse, Sheva ha deciso di abbandonare la politica, tornando ad occuparsi di calcio.

ROMARIO
Finalmente un nome che non ha nulla a che fare con le due milanesi. Vera e propria leggenda del calcio brasiliano, campione del mondo con i verdeoro nel 1994 e fra i bomber più prolifici di sempre con oltre 700 gol. Nel 2010 Romario intraprende la carriera politica, venendo eletto deputato in Parlamento tra le fila del partito socialista brasiliano. Nel 2014 invece ottiene la nomina a senatore e ora è in corsa al posto di Governatore di Rio de Janeiro.

GIOVANNI GALLI
Uno dei migliori portieri della storia italiana, campione del mondo in Spagna nel 1982. Nel 2009 Galli viene candidato a sindaco di Firenze dal Popolo della Libertà, partito fondato da Silvio Berlusconi. Nonostante la larga coalizione a sostegno del campione del mondo, Galli ha registrato la sconfitta al ballottaggio contro l’ex Premier Matteo Renzi. Dopo la sconfitta, Galli ha lasciato il PDL fondando il gruppo consiliare “Lista Galli – cittadini per Firenze”. Galli ha però dovuto registrare un ulteriore insuccesso col suo nuovo gruppo nelle europee del 2014.

MARC WILMOTS
Caso abbastanza particolare il suo. Dopo una carriera da calciatore tra Belgio, Francia e Germania, intraprende la carriera da allenatore, ottenendo la panchina dello Schalke 04. Decide però di dimettersi per dedicarsi alla politica. Diventa senatore nel Parlamento belga col partito costituzionalista, per poi dimettersi da quella carica, uscendo dalla scena politica criticando aspramente il proprio partito. Chiusa la parentesi politica Wilmots decide di dedicarsi di nuovo al calcio, arrivando sino alla panchina della nazionale belga.

PELÈ
Chiudiamo col giocatore più forte di tutti i tempi. Un’icona come Pelè non poteva non diventare una figura di riferimento per il proprio paese. Nel 1995 O’Rei fu nominato Ministro dello Sport dall’allora presidente Cardoso. Pelè si dedicò soprattutto a combattere la corruzione dilagante nel proprio paese promulgando una legge passata alla storia come “Legge Pelè”. La sua lotta politica ebbe sicuramente meno successo della sua carriera calcistica e nel 1998 il brasiliano si dimise dalla propria carica.