Quest’anno, il mercato estivo del Torino ha posto come primo obiettivo quello di riparare ad alcuni errori commessi lo scorso anno. Quindi, tra i grandi, sono stati ceduti soltanto Benassi e Zappacosta, acquistando poi giocatori di valore come Rincon, Niang e Sirigu, per completare tutte le zone del campo. La vera grande notizia dell’estate però è che il pezzo più importante della scacchiera è rimasto al suo posto. Lì, al centro dell’attacco.
ACQUISTI
D Definitivo; P Prestito; FP Fine prestito; S Svincolato
BONIFAZI (Dif, SPAL, FP) – ICHAZO (Por, Danubio, FP) – MILINKOVIC-SAVIC (Por, Lechia Gdansk, D) – LYANCO (Dif, San Paolo, D) – SIRIGU (Por, PSG, D) – BERENGUER (Cen, Osasuna, D) – N’KOULOU (Dif, Torino, P) – RINCON (Cen, Juventus, P) – SADIQ (Att, Roma, P) – NIANG (Att, Milan, D) – BURDISSO (Dif, svincolato) – ANSALDI (Dif, Inter, D)
CESSIONI
PADELLI (Por, svincolato) – HART (Por, Manchester City, FP) – ITURBE (Att, Roma, FP) – CASTAN (Dif, Roma, FP) – CHIOSA (Dif, Novara, D) – TACHTSIDIS (Cen, Olympiacos, D) – GOMIS (Por, SPAL, D) – CARLAO (Dif, Apoel, P) – CUCCHIETTI (Por, Reggina, P) – GASTON SILVA (Dif, Pumas, D) – AJETI (Dif, Crotone, P) – BENASSI (Cen, Fiorentina, D) – LUKIC (Cen, Levante, P) – ROSSETTINI (Dif, Genoa, D) – ARAMU (Att, Entella, P) – PARIGINI (Cen, Benevento, D) – MAXI LOPEZ (Att, Udinese, D) – AVELAR (Dif, Amiens, P) – ZAPPACOSTA (Dif, Chelsea, D)
LA CAMPAGNA ACQUISTI
Il Torino, a differenza di molte altre squadre, ha cominciato a muoversi sul mercato con largo anticipo.
I primi colpi miravano soprattutto a sistemare il reparto difensivo e così sono arrivati Sirigu, Lyanco e c’è stato il ritorno di Bonifazi. Poi il mercato ha iniziato a stagnare. Ma solo per un attimo. “Dobbiamo aggiungere ancora tre giocatori, ma senza fretta, perché la fretta è foriera di errori“, così il presidente Cairo aveva tranquillizzato i suoi tifosi, indicando anche i profili da inseguire. È stato di parola e ha raggiunto tutti i suoi obiettivi. Il Torino infatti ancora prima di metà agosto, aveva completato la sua ricerca in ogni reparto. Il tutto con notevole anticipo sull’inizio del campionato. Tre giocatori, aveva detto. N’Koulou, Rincón e Sadiq. Un difensore centrale, un centrocampista centrale e un attaccante di riserva.
Il mercato naturalmente è stato poi influenzato da Mihajlovic e dalla sua percezione di gioco. Aveva infatti dichiarato di non vedere Benassi all’interno di un centrocampo a due. Inizialmente l’ha fatto giocare sulla fascia sinistra, poi non si è opposto alla sua cessione alla Fiorentina di Pioli. Così, dopo la sua partenza, a Torino è cominciata la ricerca del sostituto perfetto. Serviva un centrocampista forte fisicamente e bravo nei contrasti. Sono usciti i nomi di Rincón, Kucka, Imbula, e alla fine è arrivato proprio il venezuelano ex Juventus.
Gli occhi però sono stati rpuntati anche sulla difesa, in particolare su N’Koulou, ritenuto uno dei migliori talenti del calcio camerunese. È arrivato quasi a sorpresa rispetto alle voci di mercato che andavano nella direzione opposta, ma ha tutte le caratteristiche che soddisfano le richieste di Mihajlovic. Non è altissimo, ma è aggressivo, ha forza fisica e velocità.
Per ora, dopo tre partite di campionato, l’impressione è che il mercato in entrata abbia consegnato nelle mani di Mihajlovic una rosa con diverse soluzioni possibili. Una squadra in grado di inseguire il primo posto libero dietro alle grandi come la Juventus, la Roma, il Napoli, l’Inter e il Milan. Considerando naturalmente anche la Lazio e l’Atalanta, nonostante il loro impegno infrasettimanale con l’Europa League.
“Se tutti riusciremo ad aumentare l’impegno e la qualità del lavoro, i miglioramenti individuali ci porteranno i punti che ci serviranno. Chi l’anno scorso ha corso 12 chilometri ne dovrà correre 13, e chi ha fatto 26 gol ne dovrà segnare 27“, così il tecnico serbo ha mostrato fiducia e speranza di miglioramento nei suoi uomini, che per ora stanno ricambiando sul campo.
LE CESSIONI
Questo calciomercato estivo è stato particolarmente ricco di trasferimenti difficilmente immaginabili. Quasi assurdi. Alcuni totalmente inaspettati, altri imprevedibili o conclusi all’ultimo secondo possibile. Tra questi c’è sicuramente la partenza di Zappacosta dal Torino verso il Chelsea di Antonio Conte, per 25 milioni di euro.
L’idea della società era inizialmente quella di conservare un blocco giovane e italiano. Per fare questo bisognava resistere alla tentazione di cedere Barreca, che con Zappacosta avrebbe formato una solida coppia di terzini, interessante anche per la Nazionale. Barreca, alla fine, è rimasto. Zappacosta è partito. Una cessione sicuramente sofferta per la società, per la squadra e soprattutto per i tifosi. Ma ben pensata. Perché guadagnare 30 milioni circa dalla cessione di un terzino, può essere doloroso quanto vuoi, ma irrinunciabile per un club come il Torino.
Tra gli altri nomi in uscita poi ci sono poi Iturbe e Benassi.
Il primo ha lasciato i granata dopo appena sei mesi. Era arrivato a gennaio, in prestito dalla Roma con diritto di riscatto. Sembrava la piazza perfetta e l’occasione giusta per lui, dopo una stagione di alti e bassi con la maglia giallorossa. E invece non è andata così. O meglio, poteva andare diversamente. Iturbe si è sempre fatto trovare pronto, disponibile e con tanta voglia di riscatto. Non è bastato, perché anche questa volta è mancata la concretezza. Un peccato, per un ragazzo giovane (è del ’93) e di talento che ancora però non è riuscito a dimostrare quello che vorrebbe.
E poi Benassi, che saluta Torino per passare alla Fiorentina.
“Sono stato improvvisamente accantonato in panchina. Fino a marzo avevo giocato tutte le partite, ero anche diventato capitano poi negli ultimi due mesi, senza alcuna spiegazione, non ho più giocato”. Una volta arrivato a Firenze si era lasciato andare a queste dichiarazioni, che avevano infastidito Mihajlovic, il quale aveva dichiarato di essere stato sempre chiaro e sincero con lui. Scelte difficili, ma inevitabili. Soprattutto perché ora, dopo tre stagioni di cui l’ultima da capitano, Benassi non rientrava più nei piani di gioco e nello schema adottato da Mihajlovic.
L’obiettivo adesso è quello di provare a salire quell’ultimo gradino che separa la metà classifica da un piazzamento in Europa. Non è facile migliorare ancora, per una squadra ma soprattutto una società alla quale negli ultimi anni è stata rinfacciata una generale mancanza di ambizioni. È una squadra in cambiamento, firmata Siniša. Una squadra che adesso ha una grande varietà di soluzioni e una panchina lunga, con le solite certezze dello scorso anno. Con Belotti primo della lista, che doveva partire e invece è rimasto. Certezze che non dovranno fare altro che riconfermarsi.
Detta così, suona anche facile. Ma è questo il passo fondamentale da fare se si vuole arrivare un po’ più in alto.
VOTO: 6 e mezzo