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A.C. Riscatto

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A.C. Riscatto

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Il calciomercato italiano di quest’anno è stato sì più breve, ma di certo non meno intenso. Abbiamo vissuto il colpo del secolo, le risposte delle altre big alla superpadrona della Serie A, quella Juventus che pare ancora imbattibile, e tanti altri colpi giovani ed interessanti. Ma ciò che spesso attrae gli spettatori sono i colpi che riguardano i giocatori in cerca di rivincita.

Un’annata storta, infortuni, un allenatore che non ti vede e che non crede in te, o forse semplicemente la Dea Bendata che si è accanita contro di te (dimostrandosi dunque poco bendata): sono tanti i motivi che potrebbero causare il fallimento di una stagione per un giocatore, come quest’ultimo è l’unico che ti spingerà a cercare il cosiddetto riscatto.

E stavolta non è né un diritto, né un obbligo. Ma una volontà.

In Italia qualcuno ha soltanto cambiato casacca, qualcuno ci è arrivato dall’estero – in alcuni casi si tratta di un ritorno – mentre altri se ne sono andati per trovare nuove fortune in nuovi lidi. Ne abbiamo creato una squadra, sostituti compresi.

PORTIERE – Federico MARCHETTI, Genoa (1983)

Non è giovane, per questo le occasioni non saranno ancora molte. Nato e cresciuto nell’Albinoleffe, esploso al Cagliari, si è conquistato la maglia della nazionale grazie alle prestazioni mostrate con la squadra sarda ma soprattutto con la Lazio: un gran rapporto quello con la società laziale, un bel sodalizio, ma poi le classiche bizze di Lotito lo hanno costretto ad un’assenza forzata; Marchetti, che già aveva vissuto una situazione simile a Cagliari sotto la gestione Cellino, non ha mai abbassato la testa, anzi. Lavoro, sudore, nel silenzio di Formello, a partire da febbraio 2017 fino alla scadenza del contratto fuori rosa, in attesa del termine del suo vincolo con la Lazio.

Quel giorno è arrivato, e Marchetti è diventato il portiere del club più antico d’Italia, il Genoa, che gli ha affidato le chiavi della propria porta: finora non è andata granchè bene, soprattutto visti i 5 gol subiti contro il Sassuolo, sebbene al portiere veneto non gli si possano addossare colpe.

Il Genoa è squadra da sempre audace e battagliera, con un portiere così già si parte bene.

TERZINO DESTRO – Benedikt HOWEDES, Lokomotiv Mosca (1988)

In questo caso dobbiamo parlare solo di sfortuna.

Howedes è stato probabilmente il colpo meno roboante della sessione di mercato estiva 2017 della Juventus: prestito con diritto di riscatto, in arrivo dallo Schalke, il classico usato sicuro. Eppure gli infortuni lo hanno tormentato per tutta la stagione, fin dall’inizio, costringendolo ad esordire – con gol – contro il Crotone soltanto a novembre; 3 le presenze in Serie A per il tedesco, che tutto sommato ad Allegri piaceva, ma che praticamente ha visto in campo più per le premiazioni che in partita.

La Juventus non lo ha riscattato, ma il riscatto se lo sta cercando da solo nella lontana Russia: non allo Zenit, non allo Spartak o al CSKA, ma alla Lokomotiv Mosca. I rossoverdi disputeranno la Champions, e per questo hanno puntato su un nome che per il campionato russo è di grande livello.

In Russia alla ricerca di fortuna, per uno che “Benedikt”, l’anno scorso, lo è sembrato a malapena di nome.

DIFENSORE CENTRALE – Leonardo BONUCCI, Juventus (1987)

Potremmo scrivere soltanto di questa storia. L’addio al veleno alla Juventus ma soprattutto ad Allegri, l’arrivo nella Milano rossonera per spostare gli equilibri, ma dove in realtà ha semplicemente spostato temporaneamente la valigia, dato che oggi è nuovamente un giocatore bianconero. E di Allegri.

L’anno scorso è stato il simbolo dell’iniziale fallimento del Milan montelliano, così come non lo è stato nella rinascita sotto l’egemonia Gattuso (dove sono emersi altri giocatori, su tutti Cutrone), nonostante fosse il portatore della fascia di capitano dei rossoneri, che doveva riportare in alto, ma che in alto mai sono arrivati sul serio.

Oggi è in bianconero, tra i fischi dell’Allianz Stadium e gli incoraggiamenti di Allegri, che ha riabbracciato il figliol prodigo che tanto lo aveva fatto dannare e arrabbiare: oggi Bonucci è tornato ad essere il leader tecnico della retroguardia bianconera, al fine di tornare sulle vette d’Europa, e magari stavolta sulla più alta.

DIFENSORE CENTRALE – Lorenzo TONELLI, Sampdoria (1990)

In passato ho anche pensato di non continuare più perché ero mentalmente a pezzi dopo alcune situazioni prettamente calcistiche. (…) In tante altri casi ho fatto delle cazzate. Risalgono più o meno allo stesso periodo. Ero sulle ali dell’entusiasmo per le prestazioni, mi sentivo bene soprattutto a livello mentale, invincibile. In campo ottenevo buoni risultati, fuori esageravo. Non ero giovanissimo ma nemmeno così vecchio per capire che certe cose non si fanno…

Lo ha dichiarato lui stesso. Un insieme di sfortuna e di ingenuità hanno portato Lorenzo Tonelli alla deriva, proprio quando sembrava essere riuscito a toccare il cielo con un dito: l’esplosione graduale ad Empoli dopo i primi anni in cui sembrava quasi l’anello debole della difesa di una squadra di Serie B,  fino alla chiamata del suo maestro Sarri in quel di Napoli.

Tanti infortuni e tante serate passate come non si dovrebbe lo hanno fatto sprofondare di nuovo nel baratro, da dove non credeva nemmeno di poter risalire. Ha avuto paura, dopo due finestre di mercato che non hanno portato a nulla, anche durante la terza sessione, quando arrivato all’ultimo giorno già immaginava che gli si prospettassero altri 6 mesi di nulla.

Invece la Samp, la Sampdoria di Giampaolo. Per farlo tornare quel roccioso difensore vecchia maniera che conosciamo.

TERZINO SINISTRO – Domenico CRISCITO, Genoa (1986)

Un’altra volta un genoano. E lui sì, è genoano in tutti i sensi.

Prima nelle giovanili, poi dopo la mancata esplosione con la maglia della Juventus, e oggi dopo il grande ritorno dalla Russia, rinunciando ai tanti soldi che gli avrebbero dato altrove. Proprio là era diventato idolo, capitano e bandiera, dunque non si può certo parlare di un’esperienza andata male, anzi possiamo definirla proprio nel modo contrario.

La vera rivincita di Mimmo si chiama nazionale: con la maglia azzurra ha avuto un rapporto molto difficile, colpa dei predecessori di Roberto Mancini che non lo vedevano, forse soltanto perchè in un campionato tanto distante dal nostro paese. Oggi il Mancio lo ritiene il terzino sinistro titolare degli azzurri, e il suo apprezzamento per il terzino napoletano non deve sorprendere, visto che l’ex 10 di Lazio e Samp lo avrebbe tanto voluto all’Inter.

Intanto la convocazione se l’è già guadagnata, dunque non rimane che continuare su questa strada.

CENTROCAMPISTA CENTRALE – Claudio MARCHISIO, Zenit San Pietroburgo (1986)

Per un giocatore che lascia la bella San Pietroburgo, eccone un altro che invece ci arriva. Prima esperienza all’estero per un giocatore che soltanto per un anno si era allontanato dalla sua Torino, dalla Torino bianconera.

25 anni a servizio della sua amata Juventus, mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento sbagliato, il classico simbolo dell’eleganza juventina, il prefetto prototipo di giocatore destinato a diventare prima bandiera e poi dirigente della società bianconera. Ma è risaputo che in casa Juve la vittoria è l’unica cosa che conta, ed un giocatore come Marchisio forse non era più necessario per la ricerca del successo.

Gli hanno concesso di scegliere la meta, gli hanno lasciato la libertà di prendersi il suo tempo senza venderlo al miglior acquirente. Oggi Marchisio è il nuovo numero 10 dello Zenit, e proprio lì cercherà di ritrovarsi e tornare quel centrocampista elegante dal portamento reale.

CENTROCAMPISTA CENTRALE – Kevin STROOTMAN, Olympique Marsiglia (1990)

“Non è più quello dei primi tempi”, “gioca soltanto semplice, non rischia mai”, “non ha il ritmo per adeguarsi al gioco di Di Francesco”.

Quante volte nel chiacchiericcio romano si sono sentite queste frasi. Kevin Strootman ne ha passate di tutti i colori in quel di Roma, prima con Rudi Garcia che lo volle fortemente e riuscì a strapparlo alla concorrenza del Milan e delle altre grandi europee, con il quale iniziarono a vedersi grandi prestazioni alternate ad altre ancora più maestose. Poi il calvario degli infortuni che lo hanno tenuto fuori per un anno e mezzo, e la lenta risalita per riprendersi il centrocampo giallorosso.

Con l’arrivo di Pellegrini l’anno scorso, e poi con i colpi Cristante, N’Zonzi e Pastore, Strootman non era più necessario. Di Fra lo vedeva come l’unico centrocampista al quale poteva rinunciare, e alla fine se l’è ripreso proprio colui che a Roma lo aveva portato.

Rudi Garcia e il Marsiglia sono il futuro, che l’olandese vuole roseo, per riprendersi ciò che la iella gli ha tolto.

CENTROCAMPISTA CENTRALE – Javier PASTORE, Roma (1989)

Uno dei motivi che spiegano l’addio di Strootman.

Dopo gli anni di Parigi, iniziati come grande colpo e fenomeno in rampa di lancio ma conclusi nel dimenticatoio a causa di una miriade di infortuni e per la sempre più folta concorrenza, El Flaco è tornato in Italia, nel paese che lo aveva lanciato nel grande calcio. Da Palermo a Roma, quella Roma che tanto ha investito su di lui.

Monchi ha regalato la pedina perfetta a Di Francesco, quel giocatore che dà il meglio di sè tra le linee, e che potrebbe tranquillamente decidere se consacrarsi nel 4-3-3 dell’allenatore abruzzese o come esterno del tridente o come mezzala d’inserimento devastante.

El Flaco sogna un ritorno in pompa magna, già il primo gol di tacco è stata una perla degna della sua classe, che chissà, potrebbe tornare a brillare anche con la maglia dell’albiceleste che tanto avrebbe bisogno di risollevarsi. Proprio come lui.

ESTERNO DESTRO – Felipe Anderson, West Ham (1993)

Non ha iniziato bene il nuovo West Ham di Manuel Pellegrini, e visti i grandi investimenti fatti sul mercato, sicuramente servirà una scossa per far sì che l’allenatore cileno mantenga il suo posto sulla panchina degli hammers.

Uno di quei giocatori che potrebbe dare la scossa è allo stesso tempo anche l’investimento più oneroso della sessione di mercato del West Ham: Felipe Anderson ha 25 anni, ha mostrato alla Lazio cosa può dare quando è supportato da un ambiente che lo apprezza e lo stimola, quando il suo fisico lo riesce ad accompagnare nelle sue sgroppate palla al piede e tra un dribbling e l’altro, e quando non crolla psicologicamente nei periodi più difficili.

Alla Lazio erano esplosi Luis Alberto e Immobile, e per quanto a Inzaghi facesse molto comodo il lusso di avere Felipe come primo subentrante, il brasiliano non aveva più intenzione di stare dietro le quinte.

E ora in Premier è l’ora di brillare definitivamente.

ESTERNO SINISTRO – Marko PJACA, Fiorentina (1995)

Ceduto in prestito, e con la recompra.

La Juventus ha capito il talento ed il potenziale del croato, ma allo stesso tempo gli ha voluto lasciare lo spazio che merita un giocatore con la sua classe. Marko Pjaca ha scelto la bella Firenze, una città che ha arte in ogni suo angolo e che con lui potrà vederla anche sul manto erboso del Franchi; aveva incantato anche Allegri con i suoi dribbling, ma proprio danzando col pallone si ruppe il crociato, perdendo tanto tempo nella sua rincorsa alla titolarità in bianconero.

Il rientro, il prestito allo Schalke e la troppa concorrenza alla Juve lo hanno convinto a mettersi addosso la maglia viola della Fiorentina, che dopo una lunga telenovela è riuscito ad indossare, in quanto l’unica squadra voluta dal croato.

Firenze sogna, Pjaca con lei. Per avere un presente in viola splendente, e un futuro ancor più scintillante. Chissà dove…

ATTACCANTE – André SILVA, Siviglia (1995)

Come Bonucci, probabilmente anche peggio.

Non ha segnato, non ha aiutato i compagni a rendere al meglio, non ha fornito assist né prestazioni di grande vigore fisico. Eppure André Silva è l’attaccante della nazionale portoghese (con tanto di investitura firmata CR7) e strapagato dal Milan per strapparlo alla concorrenza di tutte le grandi d’Europa.

Invece un’annata ai limiti del reale, iniziata da colpo per il futuro e conclusa come il peso di cui liberarsi. Per fortuna la giovane età e il talento che tutti gli riconoscono, gli hanno permesso di trovare velocemente una squadra che lo sta rilanciando: il Siviglia.

E lui, da ragazzo dal viso giovane ed educato, ha ringraziato la società andalusa restituendo tanta fiducia con una tripletta all’esordio in Liga. Sarà un fuoco di paglia, o tornerà a far vedere il motivo per il quale il Milan aveva pagato ben 40 milioni?

Riserve: Lukasz Skorupski (Bologna), Federico Barba (Chievo Verona), Luca Antonelli (Empoli), Maxime Gonalons (Siviglia), Riccardo Saponara (Sampdoria), Gregoire Defrel (Sampdoria), Nikola Kalinic (Atletico Madrid)

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Calcio Internazionale

Sorpresa Italia: Barella insieme a Bonucci non parte per Malta!

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Al termine del match con l’Inghilterra, in cui è arrivata una pesante sconfitta, l’Italia si proietta alla sfida di domenica sera contro il Malta con già due assenze certe. Oltre a quella pre-annunciata di Bonucci, che ha accompagnato i suoi compagni a Napoli per essere vicino alla squadra senza essere in condizione di giocare, c’è anche quella sorprendente di Barella.

Come ha fatto sapere la comunicazione della nazionale azzurra, infatti l‘interista e lo juventino non parteciperanno alla trasferta che attende la squadra di Mancini rientrando nei club di appartenenza. Anche nel caso del centrocampista nerazzurro, il motivo sembra riconducibile ad alcuni problemi fisici o comunque ad una condizione fisica non ottimale. L’ex Cagliari infatti avrebbe stretto i denti per prendere parte al match del Maradona.

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Calcio Internazionale

Kane dopo il record di gol: “Serata molto speciale, indimenticabile”

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Kane

Italia-Inghilterra è stata una partita che Harry Kane ricorderà a lungo. Oltre a essere il capitano del gruppo della nazionale inglese che è tornato a vincere in Italia, dove il successo per i Tre Leoni mancava dal 1961, è diventato il miglior marcatore dell’Inghilterra.

Al termine del match, in salta stampa, ha raccontato tutte le sue sensazioni.

SERATA SPECIALE –È fantastico tornare a vincere in Italia dopo tanti anni. È una serata molto speciale per me, indimenticabile. Grazie a voi tutti presenti per far si che questo sogno sia diventato realtà“.

LA SENSAZIONE DEL RIGORE –È ancor più dolce questa sensazione dopo aver vinto questa partita, è una serata davvero fantastica. È stata una gara molto dura, avevo la sensazione che sarebbe stato un rigore e fortunatamente sono riuscito a trasformarlo“.

FUTURO –Non voglio guadare troppo avanti, nel calcio possono succedere tante cose. Ma ho 29 anni, sono nel momento migliore della mia carriera e voglio giocare a lungo con questa Nazionale. Mi godrò questo momento, ma bisogna essere pronti per domenica. Speriamo io possa segnare ancora tanti gol“.

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Ancora problemi tra Mazzarri e il Cagliari: aperto un procedimento penale

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Cagliari

L’esperienza di Mazzarri sulla panchina del Cagliari non è andata come il tecnico avrebbe auspicato. L’allenatore, arrivato il 15 settembre 2021, alla quarta giornata di campionato, dopo l’esonero di Semplici, ha concluso l’esperienza in terra sarda nel peggiore dei modi, con un pesante litigio avuto il 2 maggio scorso con il presidente Tommaso Giulini, che è costato il licenziamento al tecnico ex Sampdoria, Napoli, Inter e Torino. Cagliari che poi, a fine stagione, è retrocesso in Serie B con, in panchina, il traghettatore Agostini.

Una discussione, quella tra l’ex tecnico rossoblù e il numero 1 del club, in cui sono volate parole grosse, e che, a quasi un anno di distanza, fa ancora parlare. Infatti, dopo la querela presentata proprio dal presidente Giulini alla Procura della Repubblica, è stato aperto un procedimento penale per diffamazione. Gli investigatori della Procura stanno cercando, tramite l’aiuto di testimoni, di ricostruire la vicenda per accertare l’accusa di diffamazione.

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Cancelo sull’esonero di Nagelsmann: “L’ho appena scoperto, lo ringrazio”

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Cancelo

Dopo la partita di qualificazione a Euro 2024 Portogallo-Liechtenstein, terminata 4-0 in favore dei portoghesi, Joao Cancelo, terzino del Bayern Monaco e autore del gol che ha aperto le marcature della sfida, parlando ai microfoni di Sky, ha scoperto la notizia dell’esonero di Julian Nagelsmann e l’ha commentata:

SULL’ESONERO DI NAGELSMANN – L’ho appena scoperto. So che non lo troverò al mio ritorno ma lo ringrazio”.

SU TUCHEL, PRINCIPALE INDIZIATO A SOSTITUIRLO – “Mi ha fatto perdere una Champions, spero che quest’anno me la faccia vincere”.

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