Alle ore 10:14 di ieri mattina arriva la prima comunicazione:
Scuderia Ferrari comunica che, alla fine della stagione 2018, Kimi Raikkonen lascerà il suo ruolo attuale
Fa seguito, venti minuti più tardi, il secondo comunicato ufficiale:
Scuderia Ferrari comunica che, nella prossima stagione agonistica di Formula 1, Charles Leclerc affiancherà Sebastian Vettel nel ruolo di pilota ufficiale
Si chiude così una telenovela che la settimana scorsa ha conosciuto la svolta, come confermato dallo spoiler di Lapo Elkann. Ora c’è anche il crisma dell’ufficialità per quello che è un cambiamento storico per la Ferrari.
Charles Leclerc sarà, infatti, il secondo pilota più giovane a guidare la Rossa di Maranello, dopo Ricardo Rodriguez nel 1961. Sarà, soprattutto, il primo della Ferrari Driver Academy, progetto nato nel 2009, che ha centrato ora il suo primo risultato importante.
Si tratta di un avvicendamento epocale anche perchè lascia un segno tangibile sulla storia della Ferrari degli ultimi anni. E’ la prima volta che la coppia dei piloti del Cavallino Rampante subisce un mutamento dal 2015, il primo anno effettivo del corso Marchionne, che puntava al ritorno al vertice. E pare che il cambio per il 2019 fosse proprio il desiderio dell’ex presidente, esternato prima della sua scomparsa.
Sembra proprio la chiusura di un cerchio che certifica la crescita della scuderia italianain Formula 1. Quattro anni fa Sebastian Vettel, al suo arrivo a Maranello, venne affiancato da Raikkonen, tornato in Ferrari già dodici mesi prima. Il findalendese aveva, per via della sua esperienza, il compito di aiutare l’ex Red Bull ad integrarsi nel nuovo box. La cosa più importante, però, era l’accoppiata in sè. Due piloti campioni del mondo, fondamentali per lo sviluppo della macchina e la crescita del team.
Quattro anni di incensante lavoro hanno portato un notevole miglioramento in casa Ferrari, che nel 2018 per potenziale è diventato il miglior team del Circus, in attesa di capire cosa diranno gli ultimi sette GP. La squadra di Arrivabene ora può, dunque, fare a meno dell’esperienza di Iceman per allevare da vicino un giovane talento come il monegasco. Ecco perchè è un cambiamento che si può definire storico.
OTTO ANNI DI STORIA
Storia è anche l’avventura ferrarista, durata otto anni, anche se non consecutivi, di Kimi Raikkonen. Sarà forse un caso, ma Monza, la “casa” della Ferrari, è nel suo destino rosso. E’ sul podio del “tempio della velocità” che nel 2006Schumacher gli ha passato le consegne.
Sempre lì, dodici anni dopo, due domeniche fa, ha salutato i suoi tifosi, forse essendo già a conoscenza del suo addio al Cavallino.
Una scena davvero emozionante quello che lo ha visto sopra la meravigliosa marea rossa insieme a Felipe Massa, salito sul podio per le interviste. Proprio il brasiliano è stato il suo primo compagno di squadra in Ferrari in quel 2007, anno dell’ultimo successo della macchina di Maranello. A guidarla proprio lui, Iceman.
Freddo come nessuno, mai incline ad atteggiamenti di apertura, ma estremamente simpatico per uno stile unico. Ha esordito sulla Rossa con la vittoria del titolo iridato, appunto, anche se la sua esperienza in Ferrari è stata caratterizzata da numerosi passaggi a vuoto, molti anche dettati dalla sfortuna. Questi soprattutto nel secondo periodo a Maranello, dal 2014 a oggi, in cui peraltro non è ancora riuscito a vincere una gara. Ha, però, contribuito in maniera importante alla crescita del team, che, di fatto, ha portato a questo cambiamento storico.
Nel comunicato d’addio della Ferrari si fa particolare riferimento alla sua capacità di essere un grande uomo-squadra. Non solo con Sebastian Vettel, ma anche con Felipe Massa nel 2008, quando poi il brasiliano mancò all’ultimo soffio il trionfo. Ha, insomma, dato tanto per il Cavallino Rampante entrandone di diritto nella storia.
Ora concluderà la carriera da dove aveva cominciato, la Sauber. L’occasione per correre altri due anni, fino a 41 anni, e diventare così il pilota con più presenze in assoluto in Formula 1. E c’è da far crescere un altro team che piano piano sta evolvendo positivamente. Chissà che Raikkonen non faccia la storia di un altro marchio italiano come l’Alfa Romeo con la sua esperienza e inimitabile freddezza.
TALENTO PURO
Charles Leclerc è un talento puro e nei suoi primi anni di carriera ha dimostrato di avere le qualità per scrivere pagine di storia della Ferrari e della Formula 1. Tra le sue grandi doti spicca su tutte un’incredibile capacità di adattamento a contesti diversi che gli sta facendo compiere una scalata notevole e rapida.
Nato a Montecarlo nel 1997, la sua infanzia è stata segnata dai kart con i quali ha sfidato tra gli altri Ocon e Verstappen. Proprio con quest’ultimo, nel 2012, è stato protagonista di un confronto abbastanza accesso, come si può dedurre anche dal video seguente.
L’anno comunque più importante per il futuro dell’allora “piccolo” Charles è stato il 2011. Quando aveva quattordici anni, infatti, entrò a far parte della compagnia di management di Nicolas Todt, figlio dell’attuale presidente della FIA. Il legame con un manager di spessore nel motosport è stato fondamentale al fine di veder valorizzato il suo talento.
Dal 2014 inizia a guidare una monoposto partecipando al campionato di Formula Renault 2.0, al quale si classificò secondo. Nel 2015 è il migliore dei debuttanti nella Formula 3 europea, pur arrivando quarto.
Poi dal 2016 il suo destino comincia a colorarsi di rosso poichè la Ferrari lo include nella propria Academy. Sarà stato forse dettato dall’obiettivo del Cavallino, ma è sostanzialmente da qui che Leclerc inizia la sua ascesa. Vince subito al debutto nel campionato di GP3. Poi, nel 2017, il suo nome inizia a destare notevole interesse. Partecipa al Mondiale di Formula 2, che conquista con un dominio schiacciante. Lo fa mostrando un’ottima capacità di gestione delle gare sapendo destreggiarsi molto bene anche nelle rimonte dal basso della classifica.
Nei suoi due ultimi campionati giovanili ha, pertanto, vinto al debutto meritandosi l’approdo in Formula 1. In questo nuovo mondo si aspettava che avesse avuto bisogno di un po’ di tempo di adattamento. Lui stesso ha ammesso di aver avuto un impatto con la nuova competizione abbastanza duro trovando anche una spiegazione a questo.
Il salto è stato superiore alle mie aspettative, pensavo sarebbe stato difficile, ma non così. Oggi un debuttante in F.1 ha più problemi rispetto al passato, perché una volta i piloti potevano debuttare dopo aver percorso parecchi km di prove, oggi invece no. Le prove le fai al simulatore e poi quando entri in macchina davvero, devi scoprire tutto un mondo nuovo. Non fai molti km di test, per cui arrivi alla prima gara che guidi a intuito, a sensazioni, scopri giro per giro come va una F.1.
Dopo le prime tre gare, però, in Azerbaijan si è lanciato classificandosi sesto dopo essere partito dalla 13esima posizione. Da Baku ha mostrato un progresso notevole sia in gara che in qualifica portando, in Francia, la nuova Sauber targata Alfa Romeo in Q3.
I primi scorci di carriera hanno mostrato di lui un’abilità ad adeguamento a nuove circostanze rara. Questa si deve anche ad un altro suo aspetto interessante: il carattere, la forte personalità. Sotto questo punto di vista si avvicina al futuro compagno di squadra Sebastian Vettel. Proprio come il tedesco, è un anti-divo, detto ai tempi attuali, un anti-Hamilton. E’ un ragazzo calmo, educato, garbato. In una recente intervista ha rilevato di non essere un tipo da feste. Al contrario, si ritiene un grande lavoratore che vuole fare sempre le cose bene.
La forte personalità la si trova nel Leclerc pilota. E’ determinato al massimo e non molla mai, come si è potuto vedere più di una volta nei tanti duelli avuti quest’anno con un certo Fernando Alonso. E’ molto forte in particolar modo sotto l’aspetto psicologico. Non ha mai ceduto alle pressioni del primo anno in Formula 1 e del possibile approdo in Ferrari. L’anno scorso, quando ancora era in Formula 2, ha gareggiato e vinto a Baku, tre giorni dopo aver perso il padre ad appena 54 anni.
A lui e a Jules Bianchi, suo caro amico con il quale correva alla pista di kart di proprietà del padre del francese, ha dedicato questo sogno che si realizza.
Un sogno, un cambiamento storico. Da Raikkonen a Leclerc: il segno che la Ferrari è tornata grande. In attesa di esserlo anche nei risultati…
Pochi minuti prima del match di San Siro contro l’Inter, sono intervenuti ai microfoni di DAZN sia Rolando Mandragora sia Joe Barone.
Il primo si è concentrato sull’avversario nerazzurro, mentre il secondo ha commentato la questione, di tendenza negli ultimi giorni, legata all’Artemio Franchi.
MANDRAGORA – “La vittoria è un obiettivo che abbiamo, dobbiamo fare quanti più step possibili da qui alla fine. Sappiamo di affrontare una squadra forte, di dover fare la nostra gara e di giocarci tutte le carte che abbiamo a disposizione”.
BARONE – “Siamo contenti del lavoro del Comune e del sindaco Nardella. Stiamo parlando di uno stadio vincolato, perché è un monumento nazionale. Sono super fiducioso che il sindaco lavori per trovare un modo per cui la Fiorentina possa giocare al Franchi anche durante i lavori o nella città”.
Da poco diventato padre, Stefan De Vrij ha parlato ai microfoni di DAZN nel pre partita di Inter-Fiorentina, in cui l’olandese partirà dalla panchina. La linea difensiva, infatti, sarà composta da Darmian, Acerbi e Bastoni.
DE VRIJ – “Sono diventato padre, sto provando grandi emozioni. Sono molto felice e concentrato su questa partita. La Fiorentina è forte e gioca bene, ma abbiamo tutti i mezzi per tenere i tre punti a Milano. Siamo molto felici qui, il piccolo Nolan crescerà qui”.
Arrivato dal Napoli nel mercato invernale, Alessandro Zanoli è diventato una delle pedine fondamentali dello scacchiere di Dejan Stankovic, coach della Sampdoria. L’allenatore serbo ha creduto in lui fin da subito schierandolo a tutta fascia nel solito 3-4-1-2. Il laterale italiano, nell’ultimo turno, ha anche trovato il primo gol della sua carriera in Serie A, nel definito 3-1 ai danni del Verona.
Zanoli è stato intervistato da TMW, rilasciando importanti dichiarazioni. Di seguito riportiamo le sue parole:
GOL CONTRO IL VERONA –“E’ stata un’emozione unica. Questo è un ricordo indelebile che non scorderò mai. E’ il sogno che hanno tutti i bambini.”
UNDER-21 –“E’ sempre un piacere far parte della nazionale, il mio sogno è giocare nell’Italia dei grandi e farò tutto il possibile per riuscirci. Poi sono contento dell’assist per il gol di Mulattieri.”
NAPOLI –“Da quando sono alla Sampdoria sono concentrato solo su di noi. Ovviamente mi fa molto piacere vederli in testa al campionato. La squadra, il presidente e i tifosi meritano la vittoria dello scudetto.”
SAMPDORIA –“Siamo in una situazione abbastanza complicata, ma la vittoria contro il Verona ha portato grande entusiasmo. Siamo convinti che la salvezza è ancora possibile.”
STANKOVIC –“Il mister ha creduto in me fin da subito, e di questo ne sono grato. Ci chiede di dare sempre il 100% in ogni gara e noi dobbiamo essere bravi a ripagare lavorando sodo e portando risultati.”
MODELLO DI RIFERIMENTO –“Per caratteristiche direi Di Lorenzo, ma mi ispiro a Carvajal e Zambrotta.”
Attimi di preoccupazione, durante una trasmissione live su Twitch, con protagonista Sergio Aguero. El Kun avrebbe, infatti, sofferto una “mini aritmia”, definita così proprio dall’ex calciatore. Nonostante l’invito da parte dello streamer spagnolo, Ibai Llanos, di abbandonare la diretta, in via precauzionale, Aguero ha voluto rassicurare tutti gli utenti collegati:
“Sto bene, ho un chip che controlla tutto e manda anche un segnale acustico”.
Dopo essere passato al Barcellona del suo amico Lionel Messi, l’ex Manchester City, al termine del 2021, ha annunciato in lacrime il suo addio al calcio, a causa di problemi cardiaci riscontrati in seguito a un malore accusato nella sfida contro l’Alavez. Una decisione dura, ma necessaria: un duro colpo per tutti, anche per gli amanti del grande calcio.
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