Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Riportiamo di seguito le sue dichiarazioni.
50 ANNI DA DIRIGENTE – “Già, e i primi dieci anni da dirigente del Monza, del quale sono stato anche proprietario, li vogliamo buttare? Fine settembre ’75 entro nel Monza, nel ’79 incontro Berlusconi, senza quei dieci anni, quella gavetta, non mi avrebbe mai affidato la gestione del Milan. Stanco io? Sono carico a pallettoni”.
IL SENSO DI APPARTENENZA – “Un unicum. Qualcosa di diverso da tutto il resto, il senso di appartenenza come principio fondamentale e valore coltivato con orgoglio. Il capo azienda, il sottoscritto, è nato a Monza e il capitano pure. Matteo Pessina, che è indiscutibilmente un ottimo giocatore, ha solide radici monzesi”.
BEPPE RISO –“Molti dei nostri sono seguiti da Tullio Tinti, Ciurria e Colpani ad esempio. Riso lo stimo molto, lo conosco da quand’era ragazzo. I due giocatori al momento più chiacchierati, Colpani e Di Gregorio, sono uno di Tinti, appunto, e l’altro di Belloni”.
QUESTIONE CALCIOMERCATO – “Nessuno si è fatto vivo con noi per parlare di Colpani. Ha cinque anni di contratto, siamo a dicembre e fino a giugno e oltre non è trattabile. Diverso è stato il discorso per Carlos Augusto, che aveva ancora un anno e volendo diventare terzino del Brasile chiese di andare all’Inter. Ha avuto ragione: giocando con noi un’intera stagione non era mai stato considerato, sono bastate poche presenze nell’Inter e le porte della nazionale si sono aperte. Succedeva la stessa cosa al Milan: bastava indossare quella maglia per catturare l’attenzione dei vari selezionatori”.
IL FUTURO DEL MONZA – “La permanenza in serie A. Negli ultimi anni la distanza tra le squadre che partecipano alla Champions e le altre è aumentata in modo esponenziale, a questo aggiungo che nella discussione dei diritti televisivi quelli della Champions salgono sempre, mentre il campionato scende. Il Monza fattura 60, 70 milioni, Inter, Milan e Juve viaggiano tra 400 e 500″.
IL MONZA – “Vivo il Monza con un’intensità emotiva sconvolgente, come un pazzo. Ieri sera ero con la squadra, anche giovedì scorso. Sono in un sogno, la mia è totale beatitudine. Quando in Lega calcio fanno l’appello e sento chiamare, nell’ordine, Milan, Monza, Napoli, mi emoziono. La mia non è una semplice gestione, ma una missione. Quando il 29 maggio 2022 a Pisa siamo stati promossi ho pianto come un bambino, ho provato le stesse sensazioni di Barcellona, 24 maggio ’89. Ma mi hai chiesto del futuro del club”.
IL RICORDO DEL PRESIDENTE – “La fortuna del Monza sono i fantastici figli di Berlusconi, hai visto anche con quale civiltà hanno risolto la questione del testamento, fatto assolutamente insolito per le più importanti famiglie milanesi. Sanno con quanto amore il loro padre guardasse al Monza, forse la cosa che abbia più amato negli ultimi anni, ricordo che gli si illuminava lo sguardo quando veniva allo stadio… Un giorno troveremo un partner, chissà, il tema non è di stretta attualità”.
UN CALCIO ORIENTALE – “Il calcio riflette la condizione economica del Paese. Trenta, quarant’anni fa Roma era caput mundi, sauditi e coreani non avrebbero mai potuto contrastare la candidatura della capitale. Oggi il 60% del pil mondiale appartiene a Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico, non a caso la Fifa ha captato il cambiamento e organizzato il Mondiale per club da quelle parti. Eravamo un campionato di arrivo, ora lo siamo di transito, con una capacità di spesa non concorrenziale con gli arabi e non solo. L’ultimo Pallone d’Oro della serie A è Kakà, 2007″.
L’INCONTRO CON IL PASSATO – “ Lui ha chiuso col Milan il 25 gennaio 2014, da allora il nostro rapporto si è addirittura consolidato. Dopo lo scudetto col Milan, Max ha vinto cinque campionati di fila con la Juve, quattro Coppe Italia, due supercoppe italiane e disputato due finali di Champions, perse con club del tutto sconosciuti, il Real di Ronaldo e il Barcellona di Messi”.
LA PRIMA VITTORIA CONTRO LA JUVE – A Palladino avevo suggerito di andare in panchina durante la sosta evitando proprio Monza-Juve per non bruciarsi. Niente: ha voluto cominciare subito e ha firmato la prima storica vittoria sulla Juve in serie A. Forse stasera prenderemo cinque gol, resta il fatto che con la Juve non ne abbiamo ancora subiti, due partite e porta illibata. Tornando a Max, come ho raccontato alla Bocci lo portai ad Arcore il giorno della finale di Champions Inter-Bayern. Non si trattò di una cena, ma di un pranzo perché mi aveva chiesto di rientrare a Livorno per vedere la partita da casa. Ricevette la benedizione del presidente e ripartì”.
LEGAME PROFONDO – “Monza-Juve mi riporta a mia mamma che a 7, 8, 10 anni mi accompagnava allo stadio e ripeteva che un giorno il Monza avrebbe giocato in serie A. L’ho persa quando ne avevo meno di 15. Per cui posso serenamente affermare che il legame con questa società ha qualcosa di spirituale, riunisce due anime. Ed è l’effetto di un’autentica e prepotente vocazione”.