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Canelo se la prende con Messi, ma Fabregas difende Leo: i dettagli

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Canelo se la prende con Messi, ma Fabregas difende Leo: i dettagli

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Messi

Si sa, i Mondiali portano il calcio sotto la lente d’ingrandimento globale e di frequente molti personaggi appartenenti ad altri mondi si ritrovano a commentare partite, gol, squadre e giocatori. Ciò fa parte dello spettacolo ed è anche divertente, ma spesso e volentieri si possono pure creare equivoci. È il caso della querelle CaneloMessi, che sta tenendo banco sui social nella giornata di oggi. Ma ricostruiamo la vicenda.

FURIA CIECA CANELO

Il famoso pugile Canelo Alvarez, messicano, sembra non aver mandato giù bene la sconfitta patita dalla sua nazionale contro l’Argentina. Per scatenare la sua furia, infatti, è bastato un filmato dei festeggiamenti dell’Albiceleste in spogliatoio dopo la partita, in cui Alvarez ha notato Messi spostare – nel tentativo di togliersi uno scarpino – una maglia del Messico sul pavimento, probabilmente scambiata con un avversario dopo il triplice fischio.

Il boxeur si è scagliato contro la Pulce su Twitter: “Avete visto Messi calpestare la nostra maglia?“, il primo tweet; seguito da altre accuse e minacce: “Prego Dio di non incontrarlo! Così come io rispetto l’Argentina lui deve rispettare il Messico“.

TUTTO UN MALINTESO

Chiaramente, dal video si evince che Messi stava festeggiando e non prestava molta attenzione alla maglia regalatagli, per giunta non l’unico oggetto sul pavimento dello spogliatoio. Ci ha comunque pensato un ex compagno e amico dell’argentino a spiegare la situazione a Canelo: Cesc Fabregas. Ecco la sua risposta di cui – in seguito – riportiamo la traduzione:

Non conosci la persona, nè ti intendi di come funziona uno spogliatoio di calcio o di ciò che succede dopo una partita. TUTTE le magliette, incluse quelle che usiamo noi stessi, vengono messe a terra e poi si lavano. A maggior ragione dopo una vittoria importante“.

 

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Conference League

Kayode: “Felice della qualificazione, ora testa al campionato”

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Kayode

È un Kayode felicissimo quello di ieri sera dopo la vittoria della Fiorentina per 2-1 contro il Genk. Grazie a questi tre punti, i viola si sono assicurati il passaggio del turno in Conference League e ora sognano di tornare in finale come lo scorso maggio. Il giovane terzino ha parlato così ai microfoni dei canali ufficiali della Fiorentina:

SULLA PRESTAZIONE – “Mi metto a disposizione dei compagni, siamo un grande gruppo. Se continuiamo così possiamo fare grandi cose.

SU KAYEMBE – “È stato un grande avversario. Dalla panchina l’ho un po’ osservato e sono riuscito a fermarlo.”

SULLA SALERNITANTA – “Pensiamo subito a domenica e speriamo di fare una grande partita“.

Parole di un giovane terzino che però parla già da grande. Alla Fiorentina può davvero esplodere e dare soddisfazioni a tutti anche in Nazionale.

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Palermo, Corini: “Chi verrà allo stadio vedrà una squadra che lotta”

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Corini

Eugenio Corini allenatore del Palermo, il quale oggi ospiterà al Renzo Barbera il Catanzaro, ieri pomeriggio in conferenza stampa ha parlato del momento negativo, che i rosaneri stanno attraversando, ma soprattutto, della volontà della squadra di ritornare a vincere, per riconquistare i propri tifosi.

DARE CONTINUITA’ – “Dobbiamo dare continuità al pareggio di Terni dove abbiamo giocato un buon primo tempo e un secondo tempo normale. Ciò non basta. Nei primi 45 minuti ho visto le giuste energie nervose, purtroppo abbiamo pagato nel secondo tempo”

QUESTIONE INFORTUNI – “Mancano cinque giocatori importanti, ci sono meno soluzioni, avere una panchina di un certo tipo aiuta. I cali nel secondo tempo dipendono anche al fatto di non esserci allenati tutti insieme. Lucioni ha avuto la febbre e ha fatto solo la rifinitura. Infortuni? La situazione sta migliorando, è stato un momento delicato. Mi dà fastidio non poter disporre di tutta l’organico a disposizione, siamo stati la squadra che negli ultimi 15 minuti faceva più gol e così abbiamo vinto tante partite. Ora dobbiamo recuperare tutti. Non c’è tecnico che abbia piacere di perdere pedine importanti, l’unica novità oggi è che da cinque infortunati oggi ne ho quattro, perché Di Francesco ci sarà col Catanzaro e ci può dare una grossa mano in una porzione di partita”.

PER I TIFOSI – “Chi verrà allo stadio vedrà una squadra che lotta. Se non avessi la lucidità e l’impressione di avere un gruppo coeso non sarei qui a parlare in una certa maniera.  So che c’è il tempo per rimediare e tornare quelli di inizio stagione, in Italia ed a Palermo in particolare c’era l’abitudine di cambiare tecnico, il City Group ragiona diversamente e questa è anche una rivoluzione culturale a cui magari la gente non era abituata. Sento la fiducia della società e dei miei calciatori e questo mi dà forza e stimoli per fare sempre il massimo. Il tifoso vuole vedere vincere la squadra, la delusione può diventare gioia, penso allo stadio straordinario con lo Spezia”.

PERIODO BUIO PER I ROSANERI – “In questo momento non va bene niente, devi accettare che da gran parte della tifoseria c’è un sentimento di delusione. Per me la reazione a Terni c’è stata ma non è stata portata avanti nella lunghezza della partita. È stato fatto un lavoro importante nella pausa e sono sicuro che produrrà degli effetti. Noi ci prepariamo a fare prestazione e risultato col Catanzaro. Manca fantasia? Sono mancati Di Francesco e Insigne, che possono darti qualcosa in più. Mateju a Terni ha sbagliato un retropassaggio ma fa parte del calcio, ci sono tante partite nella partita. La squadra ha reagito facendo un primo tempo importante con la Ternana. Bisogna perseverare e gestire le situazioni”.

LA QUALITÀ DEL CATANZARO – “L’atteggiamento della squadra può trascinare il pubblico. Noi dobbiamo essere consapevoli che possono arrivare dei fischi. Col Cittadella abbiamo imparato cosa non fare quando i tifosi non sono contenti. Il percorso del Catanzaro parte da lontano, la scorsa stagione hanno fatto un grande campionato e si portano dietro l’entusiasmo in Serie B. La squadra gioca con leggerezza ed entusiasmo, hanno qualità”.

CAMBIO CAMPO“Problemi a Torretta? Siamo pronti a tutto, allenarsi al Barbera non cambia niente. La cosa fondamentale è che non si sia fatto male nessuno. In questo momento vale tutto: i terreni di Torretta saranno belli quando saranno assestati. È normale che ci sia un adattamento al campo. Saremmo stati felici di continuare a Torretta, al Barbera il prato è buono e abbiamo tutte le strutture. Capitano queste oscillazioni di prestazione. Da allenatore ho sempre messo un “tappo” alle sconfitte, non sono mai state tante”.

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Sommella (ag. Immobile) al veleno: “Ciro non si discute”

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Lazio-Roma

Si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa Marco Sommella, agente del capitano della Lazio, Ciro Immobile. Sommella è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva e ha toccato diversi temi riguardante il suo assistito. Inutile negare un po’ di ironia nelle parole di Sommella che non accetta discussioni su un bomber come Ciro Immobile. Di seguito le sue parole:

SU CIRO – “La doppietta contro il Celtic è la consuetudine, la notizia c’è quando non fa ciò che ha fatto l’altra sera. Basta che per un paio di partite non segni e diventa un caso nazionale. Ha sempre fatto questo in ogni categoria, nel calcio però la memoria è corta”.

SULL’ALTERNANZA CON CASTELLANOS – “È un problema non problema, il calcio è semplice: chi sta bene e segna gioca, oggi ci sono tante partite e Ciro non ha più vent’anni. Ha tirato la carretta per tanti anni, i giocatori importanti però nelle partite cruciali devono essere utilizzati. Se poi Sarri opta per Castellanos avrà i suoi obiettivi, la realtà dei fatti è che Immobile è nel pieno della maturità e può dare tanto”.

SULLE CRITICHE – “Se sono costruttive aiutano, se arrivano con malizia non servono a niente. Ciro si è conquistato tutto con le sue forze e con i fatti, non con le chiacchiere. Nessuno ha i numeri che ha lui, mi viene da ridere. Il ragazzo si fa scivolare tutto addosso, però non merita certi attacchi. Al contrario di tanti altri ha preferito vivere serate come quelle di Champions League piuttosto che andare in Arabia o negli Emirati e avrebbe potuto. In ogni gara dà l’anima, il problema è avere rispetto e chiarezza. Due anni fa c’era Lucca che a Pisa segnava tantissimo e la stampa lo voleva titolare in Nazionale, mi viene da ridere. Viene messa troppa pressione a questi ragazzi

SUL MERCATO – “Non è il momento di parlarne, è stata fatta una scelta precisa con la Champions e da ormai sette anni si trova bene in biancoceleste. Ci sono tante ambizioni per un ragazzo che vive il calcio dal primo giorno, da Pescara e da Torino. Sono emozioni che non hanno prezzo al confronto dei petrodollari e per questa è una cosa da apprezzare”.

SULLA NAZIONALE – Spalletti avrà visto altri meglio di lui, Ciro ci tiene tanto all’azzurro. A Londra stava bene, spero che a lungo andare il capitano all’Europeo sarà lui”.

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Monza, Galliani: “Il legame con questa società ha qualcosa di spirituale”

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ECA

Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Riportiamo di seguito le sue dichiarazioni.

50 ANNI DA DIRIGENTE – “Già, e i primi dieci anni da dirigente del Monza, del quale sono stato anche proprietario, li vogliamo buttare? Fine settembre ’75 entro nel Monza, nel ’79 incontro Berlusconi, senza quei dieci anni, quella gavetta, non mi avrebbe mai affidato la gestione del Milan. Stanco io? Sono carico a pallettoni”.

IL SENSO DI APPARTENENZA – “Un unicum. Qualcosa di diverso da tutto il resto, il senso di appartenenza come principio fondamentale e valore coltivato con orgoglio. Il capo azienda, il sottoscritto, è nato a Monza e il capitano pure. Matteo Pessina, che è indiscutibilmente un ottimo giocatore, ha solide radici monzesi”.

BEPPE RISO –“Molti dei nostri sono seguiti da Tullio Tinti, Ciurria e Colpani ad esempio. Riso lo stimo molto, lo conosco da quand’era ragazzo. I due giocatori al momento più chiacchierati, Colpani e Di Gregorio, sono uno di Tinti, appunto, e l’altro di Belloni”. 

QUESTIONE CALCIOMERCATO –  “Nessuno si è fatto vivo con noi per parlare di Colpani. Ha cinque anni di contratto, siamo a dicembre e fino a giugno e oltre non è trattabile. Diverso è stato il discorso per Carlos Augusto, che aveva ancora un anno e volendo diventare terzino del Brasile chiese di andare all’Inter. Ha avuto ragione: giocando con noi un’intera stagione non era mai stato considerato, sono bastate poche presenze nell’Inter e le porte della nazionale si sono aperte. Succedeva la stessa cosa al Milan: bastava indossare quella maglia per catturare l’attenzione dei vari selezionatori”.

IL FUTURO DEL MONZA – “La permanenza in serie A. Negli ultimi anni la distanza tra le squadre che partecipano alla Champions e le altre è aumentata in modo esponenziale, a questo aggiungo che nella discussione dei diritti televisivi quelli della Champions salgono sempre, mentre il campionato scende. Il Monza fattura 60, 70 milioni, Inter, Milan e Juve viaggiano tra 400 e 500″.

IL MONZA – “Vivo il Monza con un’intensità emotiva sconvolgente, come un pazzo. Ieri sera ero con la squadra, anche giovedì scorso. Sono in un sogno, la mia è totale beatitudine. Quando in Lega calcio fanno l’appello e sento chiamare, nell’ordine, Milan, Monza, Napoli, mi emoziono. La mia non è una semplice gestione, ma una missione. Quando il 29 maggio 2022 a Pisa siamo stati promossi ho pianto come un bambino, ho provato le stesse sensazioni di Barcellona, 24 maggio ’89. Ma mi hai chiesto del futuro del club”.

IL RICORDO DEL PRESIDENTE – “La fortuna del Monza sono i fantastici figli di Berlusconi, hai visto anche con quale civiltà hanno risolto la questione del testamento, fatto assolutamente insolito per le più importanti famiglie milanesi. Sanno con quanto amore il loro padre guardasse al Monza, forse la cosa che abbia più amato negli ultimi anni, ricordo che gli si illuminava lo sguardo quando veniva allo stadio… Un giorno troveremo un partner, chissà, il tema non è di stretta attualità”.

UN CALCIO ORIENTALE – “Il calcio riflette la condizione economica del Paese. Trenta, quarant’anni fa Roma era caput mundi, sauditi e coreani non avrebbero mai potuto contrastare la candidatura della capitale. Oggi il 60% del pil mondiale appartiene a Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico, non a caso la Fifa ha captato il cambiamento e organizzato il Mondiale per club da quelle parti. Eravamo un campionato di arrivo, ora lo siamo di transito, con una capacità di spesa non concorrenziale con gli arabi e non solo. L’ultimo Pallone d’Oro della serie A è Kakà, 2007″.

L’INCONTRO CON IL PASSATO – “ Lui ha chiuso col Milan il 25 gennaio 2014, da allora il nostro rapporto si è addirittura consolidato. Dopo lo scudetto col Milan, Max ha vinto cinque campionati di fila con la Juve, quattro Coppe Italia, due supercoppe italiane e disputato due finali di Champions, perse con club del tutto sconosciuti, il Real di Ronaldo e il Barcellona di Messi”.

LA PRIMA VITTORIA CONTRO LA JUVE – A Palladino avevo suggerito di andare in panchina durante la sosta evitando proprio Monza-Juve per non bruciarsi. Niente: ha voluto cominciare subito e ha firmato la prima storica vittoria sulla Juve in serie A. Forse stasera prenderemo cinque gol, resta il fatto che con la Juve non ne abbiamo ancora subiti, due partite e porta illibata. Tornando a Max, come ho raccontato alla Bocci lo portai ad Arcore il giorno della finale di Champions Inter-Bayern. Non si trattò di una cena, ma di un pranzo perché mi aveva chiesto di rientrare a Livorno per vedere la partita da casa. Ricevette la benedizione del presidente e ripartì”. 

LEGAME PROFONDO – “Monza-Juve mi riporta a mia mamma che a 7, 8, 10 anni mi accompagnava allo stadio e ripeteva che un giorno il Monza avrebbe giocato in serie A. L’ho persa quando ne avevo meno di 15. Per cui posso serenamente affermare che il legame con questa società ha qualcosa di spirituale, riunisce due anime. Ed è l’effetto di un’autentica e prepotente vocazione”. 

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