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Cinque capitoli per sei scudetti consecutivi

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Cinque capitoli per sei scudetti consecutivi

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Juventus

Il percorso della Juventus verso il sesto scudetto consecutivo non è stato tortuoso e complicato come quello dell’anno passato, o inaspettato come quello del primo anno di Conte, ma sicuramente ha rispecchiato al meglio il progetto pluriennale studiato in Corso Galileo Ferraris. Anche in questa annata ci sono stati capitoli e momenti decisivi, importanti, che hanno scritto la storia di uno scudetto storico, non soltanto a livello statistico. Cinque momenti, cinque storie, molti personaggi, per il sesto scudetto consecutivo.

IL BLOCCO DIFENSIVO

Da sei anni a questa parte il reparto più forte e completo. La superiorità tecnica e tattica della difesa juventina, e del blocco italiano, è troppo spesso sottovalutata quando si fa il confronto con le squadre in lizza per colmare il gap con la Vecchia Signora.

A partire da Buffon, la retroguardia juventina si è riconfermata su altissimi livelli, aggiungendo tra l’altro l’esperienza di Benatia e, in ottica futura, il talento di Mattia Caldara. Buffon è l’emblema della solidità della Juventus. Il simbolo dell’integrità bianconera e della juventinità, che viene trasmessa, quasi fosse un qualcosa di magico, in chiunque difenda insieme a lui la porta dei bianconeri. A livello personale Gigi ha disputato ancora una volta una stagione da incorniciare. A livello statistico non ha di certo superato quella passata, che rimarrà nella storia per aver infranto il record di imbattibilità di Rossi. Anche quest’anno però i numeri hanno confermato l’eterna giovinezza del portiere classe 1978. 11 clean sheet, 24 gol concessi, 59 parate con una media di 2,57 salvataggi per ogni gol subito.

A rendere la vita più facile al capitano della Nazionale, ci ha poi pensato un reparto arretrato praticamente perfetto. Il passaggio alla difesa a quattro a metà stagione ha tolto un po’ di spazio a qualche interprete d’eccezione come per esempio Barzagli, Benatia e Rugani. Il binomio perfetto composto da Bonucci e Chiellini ha rappresentato una sicurezza per gran parte della stagione. Insieme a loro i più schierati sono stati i brasiliani Dani Alves e Alex Sandro. Mentre il secondo già l’anno scorso aveva avviato il processo di ambientamento tecnico e tattico della Serie A, l’ex Barcellona i primi mesi aveva accusato un po’ il passaggio ad un nuovo calcio ed un differente sistema di gioco. La personalità e la continuità del blocco granitico difensivo ha permesso a Dani Alves di ambientarsi con il passare del tempo.

RISERVE DI LUSSO

La vittoria juventina è passata anche dalla grande umiltà e professionalità di alcuni protagonisti silenziosi e troppo spesso nascosti. Per arrivare a grandi obiettivi si sa, è necessario fare affidamento su una rosa intera, dove ognuno deve sapere e conoscere il proprio ruolo. L’attaccamento alla maglia e al progetto mostrati da alcuni giocatori in particolare hanno permesso ad Allegri di fare delle scelte delicate in assoluta tranquillità. I casi Barzagli, Benatia e Marchisio ne sono l’esempio.

Il difensore toscano probabilmente difensivamente e tatticamente, è ancora il migliore del nostro campionato. La sua intelligenza tattica e il senso della posizione gli permettono di giocare ancora ad altissimi livelli nonostante i 36 anni (chiedere a Mbappé). Il marocchino stesso, dopo aver disputato una grandissima stagione a Roma due anni fa, e una forse più deludente a Monaco di Baviera, era tornato in Italia per riconfermarsi un grande protagonista della Serie A. Soprattutto nel girone di ritorno, con tantissimi impegni ravvicinati, Benatia si è rivelato fondamentale nelle rotazioni di Allegri. Le sue ottime prestazioni dal punto di vista tecnico, tattico e difensivo hanno confermato la sua assoluta affidabilità. Il riscatto del cartellino anticipato ne è stata la controprova. Capitolo a parte invece quello per Claudio Marchisio. Dopo l’infortunio al crociato nella sfida con il Palermo della stagione scorsa, il ‘Principino’ non è tornato ancora ai suoi livelli. Tant’è che Allegri, quando lo ha utilizzato, ha sempre dosato accuratamente il suo impiego. Fondamentale è stata infatti la gestione del tecnico livornese. Schierare Marchisio in maniera intelligente e ponderata, ha permesso al giocatore stesso di essere al 100% quando chiamato in causa. Il centrocampista dal canto suo ha dimostrato un grandissimo amore verso i colori bianconeri, facendo un passo indietro e accettando momentaneamente e silenziosamente il fatto di entrare nelle rotazioni del tecnico. Il pianto e l’emozione nel momento della premiazione di ieri confermano ancor di più la caratura e la grandezza umana di Claudio Marchisio.

SPIRITO DI SACRIFICIO

Da sempre lo spirito di sacrificio e il sentimento di attaccamento alla maglia rappresentano gli elementi cardine della mentalità juventina, e che hanno permesso ai bianconeri di confermarsi al top per tanti anni. Quest’anno però la voglia di sacrificarsi e di correre per il compagno si è rivelata decisiva non soltanto in termini di risultato, ma soprattutto in termini tattici.

Il modulo adottato da Allegri per la prima volta nella sfida casalinga con la Lazio, e che poi si è confermato come soluzione tattica ideale per il prosieguo, è stato reso possibile grazie al grande spirito di sacrificio dimostrato da tuti gli undici bianconeri. L’emblema del cambio tattico e della nuova idea di gioco è Mario Mandzukic. Il croato, partito da seconda punta, o eventuale ricambio di Higuain, si è ritrovato a giocare esterno di sinistra con compiti difensivi importanti. Non possedendo le qualità fisiche e atletiche di Cuadrado, l’ex Atletico Madrid ha sfruttato la sua grinta, la sua umiltà e la sua volontà per riuscire ad adattarsi in un ruolo così complicato.

La voglia di modificare il proprio stile di gioco per il bene della squadra dimostrata da Mandzukic, ha poi permesso ad Allegri di compiere anche altre scelte. Una su tutte quella di schierare Pjanic in mezzo al campo, come centrocampista centrale. Il croato è stato il simbolo di un momento decisivo per la stagione della Juventus: il passaggio al 4-2-3-1.

SOTTOVALUTATO ALLEGRI

Impossibile non citare, tra i protagonisti della cavalcata juventina, Massimiliano Allegri.

Il tecnico livornese si è dimostrato capace, ancora una volta, di saper gestire un gruppo in maniera perfetta, concedendo il giusto spazio a tutti, ma allo stesso tempo imponendo un’impronta chiara alla squadra. A livello personale inoltre, l’ex allenatore del Milan, ha saputo gestire la tensione e le critiche di chi lo accusava di non sfruttare al massimo il potenziale offensivo bianconero. Come sempre, ha risposto con i fatti, dimostrando di avere le idee più chiare di quello che si possa pensare. Il 4-2-3-1 è stato soltanto uno dei dettami tattici decisivi per l’evolversi della stagione bianconera.

Allegri ha saputo innovare e migliorare il rendimento di Gonzalo Higuain. Ovviamente non a livello numerico, dato che i 36 gol della passata stagione sono qualcosa di assolutamente inarrivabile. Ma sicuramente a livello di prestazioni. Il ‘Pipita’ si è riscoperto uomo squadra sacrificandosi maggiormente anche in fase difensiva (cosa che a Napoli gli veniva contestata), ed inoltre si è anche riconfermato come regista offensivo. Spesso e volentieri, più che altro con l’assenza di Dybala, il gioco juventino passava essenzialmente dai piedi del nove argentino.

Difficile non citare anche l’ultima, ma non meno importante, evoluzione del ruolo di Dani Alves. Le ultime prestazioni europee del brasiliano lo hanno riportato alla ribalta, quando ormai si pensava potesse essere sulla via del tramonto.

Scelte importanti, scelte decisive e determinanti, troppo spesso poco sottolineate e erroneamente date per scontato.

ULTRA HD

Non sarebbe corretto non annoverare tra la coppia Dybala-Higuain, tra i protagonisti chiave della stagione bianconera.

Da una parte i numeri. 24 gol, 3 assist, 3,5 tiri a partita, 1 passaggio chiave a partita, 1,4 dribbling a partita per Higuain. 10 gol, 7 assist, 2,8 tiri a partita, 1,9 passaggi chiave a partita, 2,2 dribbling a partita per Dybala.

Dall’altra l’incisività e l’importanza della coppia argentina, non solo per la finalizzazione dell’azione juventina, ma anche per lo sviluppo della manovra della squadra di Allegri.

Nell’ultima partita contro il Crotone i due hanno toccato 112 palloni in due, praticamente un quarto di quanti ne hanno toccati i calabresi tutti insieme.

I tocchi di Dybala e Higuain in Juve-Crotone. Da Whoscored.com

Anche le linee di passaggio dei due sono state decisive per la vittoria contro il Crotone, ma in generale in tutta la stagione.

I passaggi di Dybala e Higuain in Juventus-Crotone (da Whoscored.com)

 

La forza e la compattezza difensiva, la consapevolezza del proprio ruolo, lo spirito di sacrificio, l’intelligenza e la duttilità tattica e la complicità offensiva: cinque capitoli che hanno portato alla vittoria più importante. Una vittoria che entra nella storia.

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Flash News

Si ferma Lazzari in allenamento: problema al polpaccio, da valutare per la Juventus

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Lazzari, Saelemaekers, Bologna, Lazio, Champions League, Serie A, Coppa Italia, EURO2024

La Lazio è attesa da una sfida importantissima contro la Juventus. Sabato alle 18 sarà tempo di big match all’Olimpico, con i biancocelesti che vogliono rilanciarsi al più presto per la corsa all’Europa che conta. Il cambio di allenatore, con l’arrivo di Igor Tudor, può aver dato stimoli nuovi alla squadra, che sta continuando a preparare quella che sarà soltanto la prima di tre sfide contro i bianconeri. La Lazio dovrà infatti affrontare la Juventus anche in Coppa Italia, con andata e ritorno, e la prima sfida sarà proprio mercoledì 3 aprile.

L’ULTIMO ALLENAMENTO IN CASA LAZIO

Prima però c’è da pensare al campionato e la squadra di Allegri, priva di Vlahovic squalificato, sarà affamata di riscatto, dopo aver conquistato appena sette punti nelle ultime otte partite. La Lazio invece ha vinto a Frosinone con Martusciello in panchina, ma Tudor è pronto a imporsi. Arrivano brutte notizie però dall’allenamento dei biancocelesti: Lazzari si è fermato per un problema al polpaccio e le sue condizioni saranno da valutare. Oltre a Lazzari, Rovella e Pellegrini hanno svolto lavoro differenziato e domani è in programma la rifinitura. Tudor ha provato la difesa a tre, con il trio formato da Gila, Romagnoli e Casale, mentre sugli esterni hanno agito Felipe Anderson a sinistra e Marusic a destra.

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Calcio Internazionale

Chi è Mateo Joseph, il talentino del Leeds decisivo con la Spagna U21

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Madueke, gioocatore del Chelsea, e Mateo Joseph, giocatore del Leeds United, Premier League

CHI È MATEO JOSEPH – Non è una rarità ormai assistere a casi come quello di Jamal Musiala, che dopo aver effettuato la trafila delle nazionali giovanili dell’Inghilterra (ossia il luogo dov’è cresciuto), ha deciso di intraprendere la propria carriera internazionale vestendo la maglia della Germania, sua terra natale. Seppur in misura minore, è ciò che è successo anche a Mateo Joseph Fernández-Regatillo, ventenne attaccante del Leeds United.

TRA SPAGNA E INGHILTERRA

Nato a Santander nell’ottobre del 2003, Mateo Joseph è dunque di nazionalità spagnola, ma il cognome del padre ne tradisce le origini inglesi, che sarebbero inevitabilmente tornate a bussare alle sue porte qualche anno più tardi. Dopo essersi formato nelle giovanili del Racing Santander prima, e dell’Espanyol poi, ecco il richiamo della foresta: a portarlo oltremanica è stato infatti il Leeds United nel gennaio 2022.

Nei successivi due anni, Joseph avrebbe proseguito il proprio stage nell’Under 21 dei Peacocks, mettendosi in mostra come attaccante un po’ atipico; i suoi 180 centimetri forse non sono tantissimi per essere un centravanti, tant’è che predilige soprattutto calpestare le zolle del mezzo spazio di sinistra per poi venire a giocare in posizioni più centrali. La convocazione dell’Inghilterra U20 non tarda ad arrivare, e il giovane puntero riesce anche a ritagliarsi un piccolo spazio durante lo scorso Mondiale della sopracitata categoria. Il ct Ian Foster lo impiega però come esterno sinistro nel proprio tridente, e l’avventura dei Tre Leoni si interrompe precocemente agli ottavi di finale contro l’Italia di Casadei.

IL DEBUTTO CON LE FURIE ROSSE

I tempi intanto sono ormai maturi per il debutto in prima squadra, seppur sul palcoscenico minore della Championship; Joseph però, in un Leeds che stradomina il campionato insieme al Leicester, non riesce ad accumulare abbastanza minuti, restando dunque a secco di gol. Per sbloccarsi sceglie dunque un’occasione speciale: gli ottavi di finale di FA Cup in casa del Chelsea, in cui mette a segno una doppietta che non basta per avere la meglio sui Blues, salvati da un gol allo scadere di Gallagher.

Sono a tutti gli effetti le sue due prime reti da professionista, ed è forse grazie alla notte di Stamford Bridge che la Spagna U21 lo ha convocato nell’ultima pausa per le nazionali; Joseph ha dunque deciso di accettare la chiamata delle Furie Rosse, che annovera ragazzi del calibro di Fermin Lopez Pablo Barrios, debuttando da subentrato nell’amichevole persa contro la Slovacchia. Poco male, perchè nel match successivo contro il Belgio, valido per le qualificazioni al prossimo Europeo U21, ha firmato il gol vittoria all’88’, dopo essere sceso in campo appena 5 minuti prima. Come inizio poteva andare decisamente peggio…

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Flash News

Sisal celebra già lo scudetto dell’Inter con una curiosissima iniziativa: era successo anche col Napoli

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Nicolò Barella, Hakan Calhanoglu, Federico Dimarco, Henrikh Mkhitaryan e Marcus Thuram dell'Inter festeggiano dopo un gol segnato

A certificare il dominio in campionato dell’Inter, ormai a un passo dal suo storico ventesimo scudetto, non sono più le semplici statistiche, in cui è al comando per gol fatti, minor numero di reti subite, maggior numero di occasioni create e di clean sheet ottenuti. Che la vittoria sia ormai una formalità lo certifica anche un altro fatto molto curioso, verificatosi più o meno a questo punto del campionato anche l’anno scorso con il Napoli capolista: come riporta La Gazzetta dello Sport infatti, la Sisal, nota azienda operante nel settore delle scommesse ha virtualmente assegnato la coppa alla squadra di Simone Inzaghi.

Sisal sta dunque iniziando a pagare la vincita a coloro che diversi mesi fa avevano puntato sull’Inter come futura vincitrice della Serie A. C’è però un motivo ben specifico dietro a questa scelta, e a spiegarlo è stato Ignazio Di Lauro, ossia il Betting Director dell’azienda.

LE PAROLE DI DI LAURO

PREMIATA COMPETENZA – “I nostri trader ci avevano visto lungo e, nonostante la vittoria del Napoli nello scorso campionato, avevano pronosticato comunque l’Inter come favorita. Il 50% delle puntate sullo scudetto erano proprio sui nerazzurri, ed è proprio per questo dato che abbiamo deciso di premiare la competenza dei nostri giocatori con questa iniziativa speciale”.

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Il Genoa si prepara per il Frosinone: Vitinha in dubbio, Ekuban tornerà per il Verona

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Sassuolo Genoa

Il Genoa ha ripreso da qualche giorno la preparazione in gruppo per la sfida di sabato contro il Frosinone. I liguri vogliono dare seguito all’ottima prestazione di Torino contro la Juventus tornando a gioire davanti al proprio pubblico. Gilardino ha ritrovato Gudmundsson e Retegui, ma c’è da monitorare la situazione legata a Vitinha. L’attaccante portoghese sta seguendo un iter personalizzato e dunque la sua presenza contro il Frosinone è a forte rischio. L’ex Braga si è sbloccato proprio nell’ultima partita casalinga contro il Monza e allo Stadium ha giocato una partita di grande sacrificio, lottando su ogni pallone.

UN ALTRO ATTACCANTE IN DUBBIO

Vitinha però non è l’unico che potrebbe saltare il prossimo match di Serie A. Come riportato dal Secolo XIX, Caleb Ekuban rischia di non esserci contro il Frosinone. Il centravanti ghanese è tornato ad allenarsi dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo nelle scorse settimane, ma non è ancora al meglio. Per questo motivo, è probabile che Ekuban resti a riposo per la partita di sabato, così da essere pronto al 100% per rientrare in vista della trasferta di Verona contro l’Hellas, in programma il 7 aprile. Domani è in programma l’ultimo allenamento di rifinitura presso il centro sportivo rossoblù per limare gli ultimi dettagli tattici verso Genoa-Frosinone.

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