Libertà territoriale, senso di appartenenza, indipendenza geografica, tutto questo si cela dietro le volontà di una regione. Una regione che negli ultimi anni ha faticato a trovare una situazione geopolitica stabile, sempre in perenne difficoltà. Prima le scissioni, poi i venti indipendentisti che hanno palesato un malessere protratto nei secoli. Questa è la Catalogna, terra di sogni, ideali, ma soprattutto di talenti. Sì perché analizzando solamente le ultime decadi, la provincia che ha come capoluogo Barcellona ha regalato al calcio europeo protagonisti di prim’ordine: Xavi, Busquets, Pique, Bellerín, Fabregas, Thiago Alcantara e tanti altri. Un pezzo di terra grande poco più della Sicilia ma che trasuda un immenso folklore calcistico.
Luned’, per la prima volta nella sua storia, è avvenuto un evento irripetibile. La Catalogna, intesa come “nazionale” calcistica, ha vinto la sua prima storica partita, ai danni del Venezuela. I ragazzi guidati da Gerard López e Sergio González sono riusciti ad imporsi con il risultato di 2-1 grazie alle reti di Bojan Krkić e Javi Puado (attaccante 20enne in forza all’Espanyol).
LA FORMAZIONE

La rosa della squadra è senza dubbio formata da giocatori di indiscusso valore tecnico, in grado di battagliare ipoteticamente con altre nazionali l’approdo al campionato europeo 2020. A difendere i pali è stato schierato titolare il portiere Edgar Badia, attualmente all’Elche.
Il comparto arretrato poteva vantare una qualità assai cristallina. Sull’out di sinistra ha agito Dídac Vilà, terzino dell’Espanyol con un passato anche nel Milan. Il suo posto, nella ripresa, è stato preso da Martin Montoya, ex Inter e Barcellona, ora al Brighton. Perni difensivi Gerard Piqué e Marc Bartra, due difensori la cui presentazione appare anche superflua. Piqué, capitano della squadra, sempre ha patteggiato per il movimento separatista catalano con nette prese di posizione, anche a livello mediatico. Terzino destro invece Aleix Vidal, difensore ora in forza al Siviglia ma con un recente passato al Barcellona.

Il centrocampo è forse il ruolo maggiormente privo di talento. Probabilmente il centrocampista di maggiore caratura tecnica risponde al nome di Alex Granell. Nato a Girona, dopo un lungo girovagare si è ritrovato a difendere proprio i colori della città natia, diventandone anche capitano. Il secondo centrocampista bianco-rosso è Pere Pons, giocatore 26enne legato da sempre ai medesimi colori societari. A completare il terzetto si è aggiunto Joan Jordan, calciatore dell’Eibar con un passato anche nell’Espanyol.

In zona offensiva la stella indiscussa è Bojan Krkić. L’attaccante ex Barcellona può vantare un’estro tecnico che nessun’altro uomo presenta in rosa. Anche se stagione dopo stagione il calciatore di Linyola è sempre più finito nel dimenticatoio, ieri la sua prestazione è stata eccelsa, tanto da culminare nel gol che ha regalato alla sua squadra il momentaneo vantaggio. Oscar Melendo ha invece agito come ala destra, mentre a sinistra è stato Sergio García ad impensierire i difensori avversari. Entrambi i calciatori sono stati gentilmente concessi dall’Espanyol.
LA PARTITA
Il match fra le due compagini ha visto l’equilibrio tattico come maggior protagonista. Le due squadre si sono sostanzialmente equiparate sul piano del gioco, con occasioni nitide da ambo le parti. Per accordi precedenti, la partita non poteva terminare con il risultato di parità. In caso di pareggio al compimento dei 90 minuti, si sarebbero svolti i classici calci di rigore per decretare un vincitore. Nel primo tempo le maggiori occasioni sono state le due traverse colpite da entrambi i sensi. Per il Venezuela a colpirla è stato Jhon Murillo, a seguito della respinta del portiere catalano. Per la formazione iberica, invece, è stato proprio il capitano, Gerard Piqué, a vedersi negata la gioia del gol.

Nel secondo tempo cambiano gli interpreti della gara e le occasioni si infittiscono, sino ad arrivare al gol che sblocca la partita. Riqui Puig, subentrato al posto di Piqué, serve un’ottima palla a Bojan che davanti la porta non sbaglia, siglando così la sua prima rete in maglia catalana. Bastano però 6 minuti al Venezuela per acciuffare il pareggio. È Rosales, il più pericoloso dei suoi sino a quel momento, a buttare la palla in rete, dopo averla fatta passare sotto le gambe dell’estremo difensore Isaac Becerra. Col passare dei minuti i ritmi si abbassano ed il pareggio appare il risultato più consono a ciò che le due squadre hanno mostrato in campo. Tuttavia Aleix Garcia non demorde e, dalla destra, serve un’ottima assistenza a Javi Puado che stoppa il pallone e batte l’incolpevole Rafael Romo.
VITTORIA POLITICA
Oltre alla semplice vittoria sportiva questa è, soprattutto, una grandissima vittoria politica. Seppur non riconosciuta come una nazionale vera e propria, la Uefa ha concesso il proprio benestare a questa amichevole internazionale, attribuendogli quindi una determinata importanza. L’indipendentismo catalano non è un movimento sorto negli ultimi anni, bensì un’ideologia sviluppata dopo secoli e secoli di storia. Le repressioni spagnole non hanno fatto altro che incentivare questi venti rivoluzionari, sino a farla diventare una vera e propria realtà sociale. Tramite una semplice partita, migliaia di persone sono riuscite a sentirsi rappresentate da un’istituzione. Sino ad ora di vittorie politiche per la Catalogna ce ne sono state ben poche e per lo meno una piccola vittoria, anche solo sportiva, può aver aiutato a placare gli animi interventisti. La realtà catalana è probabilmente troppo lontana dalle nostre ideologie, dal nostro modo di vivere ma per loro, per la gente del posto, è una questione sempre presente nei propri pensieri e nei singoli gesti quotidiani.
La Catalogna per una sera ha voluto interfacciarsi con il mondo intero. Non sarà di certo una vittoria sportiva che cambierà la situazione, ma quantomeno, la provincia iberica è riuscita a prendersi la sua personalissima rivincita sociale.