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Cercasi Dries Mertens

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Cercasi Dries Mertens

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57 giorni. All’apparenza “solo” un paio di mesi, di fatto un’eternità nel calcio. Questo l’arco di tempo sentenziato dalla trasferta in quel di Parma da quando non segna. Un periodo lunghissimo specie per chi, come Dries Mertens, aveva abituato a ben altri standard in termini di realizzazione e continuità di rendimento sotto porta. Che succede al belga?

Contro gli emiliani ha giocato titolare, ma ancora una volta non ha inciso sotto porta. Nemmeno nella goleada partenopea che avrebbe potuto regalargli la fine di un lungo digiuno. Un rendimento a dir poco clamoroso per chi come lui appena un paio di stagioni fa si imponeva come una delle più grandi sorprese azzeccate del calcio italiano; il falso nueve che non ti aspetti, pescato dal nulla che ha fatto le fortune degli azzurri in questi anni.

Ciro non è più lui, e il popolo napoletano cui ha rubato il cuore a suon di gol mozzafiato spera di rivederlo tornare quello di prima al più presto possibile.

FRA MAURIZIO E CARLETTO

L’addio di Maurizio Sarri ha avuto per molti un sapore amaro. Soprattutto per lui, che col tecnico toscano ha trovato la sua strada, le sue fortune, verso un destino all’insegna della grandezza. L’ottimo mondiale disputato in Russia, poi, ha alimentato la scorsa estate prepotenti e pedanti voci su un suo possibile addio, in direzione Cina, verso lidi ben più proficui, economicamente parlando. Ma il cuore spesso la fa da padrone, e Ciro non ha tradito l’amore del suo popolo, rimanendo in quel Napoli che, a suon di sorprese, ha conquistato. Da ala di scorta a titolare inamovibile, questo è Mertens.

La fiducia di Maurizio era incontrastata nei suoi riguardi, e soprattutto ben riposta. Tanto da vederlo segnare 56 gol in appena 2 stagioni, in un 4-3-3 costruito su misura per lui. L’Odissea di infortuni che ha colpito Milik fino alla stagione scorsa ha spalancato le porte azzurre verso un gioco dinamico e spumeggiante, fatto di qualità e continui movimenti delle tre punte. La costanza infinita di Callejon, l’estro e la fantasia di Insigne ad accompagnare i movimenti e la finalizzazione di Ciro Mertens. Et voilà, il Napoli made in Sarri è servito, una delle formazioni più spettacolari d’Europa, capace di incantare e far parlare di sè ovunque.

L’arrivo di Re Carlo alla corte di De Laurentiis ha il sapore delle ambizioni che portano al successo, soprattutto in campo europeo. Maurizio Sarri ha pagato i pochi trofei conquistati. Perché il bel gioco incanta, ma è il vincere trofei che fa impazzire e appassionare davvero. E in questo il curriculum di Carlo Ancelotti parla da sé.

Se l’arrivo dell’ex tecnico di Milan, Juventus, Real Madrid e Chelsea (giusto per citarne alcuni) ha giovato a molti, in primis Fabian Ruiz, Allan e Milik, lo stesso non si può dire per altri, come l’ex capitano Marek Hamsik e il buon vecchio Dries. Sì, il gioco del Re ha letteralmente spento la miccia dell’entusiasmo di Mertens. Il 30enne ha pagato il rallentamento di una manovra non più all’insegna di tocchi di prima e triangolazioni al limite dell’area. Il 4-4-2 di Ancelotti regala una manovra meno ampia e avvolgente, meno sicura e immediata rispetto a quella del collega ora a Stamford Bridge.

Il Napoli di quest’anno non gioca bene come quello dell’anno scorso, su questo non ci sono dubbi. Negli schemi dei partenopei sembra non esserci spazio per lui. La fisicità di Milik, la continuità di José Maria sulla destra e la fantasia di Insigne. Il reparto offensivo di oggi è questo, con Mertens destinato a una panchina dopo l’altra.

UNA STAGIONE SOTTOTONO

Le ultime partite, soprattutto in Europa League, non hanno certo rappresentato un ostacolo insormontabile, sulla carta, per la squadra di Ancelotti. Eppure, in alcuni casi, il Napoli ha trovato non poche difficoltà sotto porta. In particolare contro Torino e Fiorentina, in cui sono arrivati 2 punti e 0 gol. Le partite contro lo Zurigo e il Parma, invece, hanno ridato morale alla squadra, che ha regalato spettacolo a suon di reti.

Oltre al solito Milik (autore di una doppietta contro i crociati), nelle ultime sfide hanno segnato addirittura Verdi e Ounas, che in questa stagione hanno trovato meno spazio del belga. Le statistiche di Dries non sono così clamorose, nel bene e nel male. Un gol ogni 174 minuti, tuttavia, è una media troppo bassa per quanto ci aveva abituato a vedere. Su 43 tiri totali (pochi tutto sommato in 22 partite giocate) ha segnato 8 reti, l’ultima contro il Bologna il 29 dicembre. Da qui sorge il problema.

I 7 assist nei suoi 1393 minuti giocati costituiscono una parziale consolazione in vista del momento no del belga. Nel momento decisivo della stagione la luce di Mertens sembra davvero essersi spenta, e per quanto i compagni di squadra possano metterci una pezza (8 gol di Insigne, 4 di Zielinski e 3 di Fabian Ruiz in particolare) è evidente che la stagione positiva di Arkadiusz Milik abbia condannato Ciro alla panchina. 14 gol fin qui, del resto, fanno la differenza.

4-4-2 o 4-3-3, a seconda delle situazioni, sembra davvero non esserci spazio per lui. L’estro e la fantasia del Sarrismo hanno lasciato il posto a un sistema più strutturato, dove chi non svolge un compito efficace e definito è destinato alla panchina. Un “trono” che non si addice a colui che ha saputo conquistare tutti con le sue giocate. Gol dalla distanza, da inserimenti, di destro, sinistro, testa… Ci aveva abituato a tutto, nella speranza che torni il campione di un tempo.

SARA’ DAVVERO ETERNO AMORE COL NAPOLI?

Un periodo del genere può capitare, anche a uno che in meno di sei anni ha segnato 101 gol col Napoli. Ma l’atteggiamento sottotono in campo appare evidente a tutti. Contro il Parma non riesce proprio a inquadrare la porta e fallisce un paio di occasioni che in altre situazioni si sarebbero tramutate in gol.

Il Mertens di quest’anno è unico nel suo genere. Diverso dagli anni vissuti da ala con la maglia del PSV Eindhoven, lontano dalla continuità dell’anno 2016-2017, senza nemmeno gli spunti improvvisi di quello della prima stagione in Italia. Il feeling con Ancelotti non è mai realmente sbocciato ( le 7 sostituzioni e le sole 14 presenze partendo da titolare lo dimostrano), con Re Carletto che gli predilige altri giocatori.

Ancelotti o Mertens. L’impressione ad oggi è che ne rimarrà soltanto uno in quel di Napoli. Due antitesi trovatesi nella medesima realtà che, ad oggi, non sono riuscite ancora ad appianare le “divergenze” (sportivamente parlando naturalmente). In tutto questo le sirene cinesi tornano a squillare, con il contratto del belga che scadrà tra un anno e mezzo e difficilmente verrà rinnovato. Le certezze costruite negli anni e il vero amore dichiarato coi tifosi non sembra più essere intoccabile. Sarà in grado Dries di rinnovarlo? O Ciro sarà costretto a riprendersi il vecchio nome verso altri lidi?

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Si muove Oaktree, Zhang verso la cessione dell’Inter

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Inter zhang

L’Inter potrebbe presto cambiare proprietà e Steven Zhang potrebbe dunque presto non essere più il presidente della società. Come ormai noto, il prestito concesso dal fondo statunitense Oaktree è in scadenza il 20 maggio e l’attuale presidente nerazzurro ha provato a rinegoziarne i termini che prevedono la restituzione di 385 milioni di euro. Nei giorni scorsi sembrava potesse prendere quota questa soluzione, che avrebbe permesso a Zhang di restare alla guida del club. Secondo quanto riportato oggi dal Corriere dello Sport, però, la situazione sarebbe cambiata e la cessione del club da parte dell’imprenditore cinese sarebbe sempre più probabile.

Oaktree si è mossa per cercare potenziali acquirenti della società e avrebbe individuato un compratore interessato all’Inter. Infatti, sarebbe stata avviata anche una procedura di valutazione del club tramite una società di advisory che sarà selezionata a breve. Ad avviare tale procedura sarebbe stato proprio un compratore individuato dal fondo statunitense.

Dunque, come sottolineato dallo stesso Corriere dello Sport, l’unica strada percorribile al momento sembra essere quella della cessione della società da parte di Steven Zhang. Il 32enne è diventato presidente dell’Inter nell’ottobre 2018 e in questi anni ha contribuito alla crescita della società e al ritorno ad alti livelli. Con Zhang presidente, infatti, i nerazzurri hanno vinto un campionato e sono ad un passo dal secondo e hanno centrato una finale di Champions League. Inoltre, hanno riempito la bacheca anche con tre Supercoppe Italiane e due Coppe Italia.

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Furlani: “Leao vuole restare. Pioli? Mai stato a rischio”

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Furlani

Alla Gazzetta dello Sport, l’Amministratore Delegato del Milan Giorgio Furlani ha parlato di Leao, Pioli e non solo. Il Milan guarda al futuro, la stagione non è ancora finita e gli obiettivi, soprattutto l’Europa League, sono ancora in divenire. Una grande società, però, guarda sempre al futuro, come si evince dall’intervista, concessa alla Gazzetta dello Sport, da Giorgio Furlani, AD del club rossonero.

FURLANI, LE PAROLE DELL’AD ROSSONERO

OBIETTIVIL’obiettivo era e resta sempre vincere. Siamo comunque secondi. In campionato abbiamo 1 punto in meno della stagione dello Scudetto e 10 in più di un anno fa. Significa che abbiamo migliorato la squadra. L’Europa League è un obiettivo importante”.

IBRAHIMOVICIbrahimovic non ha deleghe formali per poter decidere. Mio rapporto con lui è fantastico, ma non dimentichiamo Moncada: Geoff è il numero 1. Ibra si confronta spesso con lui sui profili. Io mi occupo dell’investimento: se ho 100 non metto 80 su un solo giocatore”.

PIOLI“Spesso viene criticato, ma ha fatto risultati importanti. Nessuno dalla società ha mai parlato di panchina a rischio. Ora sarebbe ingeneroso valutarlo in base al futuro percorso in Europa League o all’esito del derby. La nostra stagione fin qui è stata buona“.

LEAOLeao vuole restare. Theo e Maignan hanno un contratto fino al 2026. Si parla di vendere o comprare ma spesso sono i giocatori a decidere del loro futuro. Speriamo restino con noi il più a lungo possibile e facciano ancora la differenza”.

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I Nostri Approfondimenti

Dove vedere Lazio-Juventus in tv e streaming

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Alcuni giocatori della Juventus (Vlahovic, Weah, McKennie, Rabiot e Bremer) tornano a centrocampo

DOVE VEDERE LAZIO-JUVENTUS IN TV E STREAMING – Il match tra Lazio e Juventus andrà in scena sabato alle ore 18:00. Di fronte, una contro l’altra, due squadre che attraversano due periodi complicati della stagione. Biancocelesti alla prima con Tudor, arrivato per sostituire il dimissionario Sarri, bianconeri con una sola vittoria nelle ultime 8 vittorie. Match spartiacque per le due squadre: la Lazio punta a inseguire la zona Europa, con il 4° posto che sembra però un miraggio, Juventus che invece punta a difendere proprio l’ultimo posto che permetterebbe il ritorno in Champions.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

La Lazio di Igor Tudor arriva al match con l’entusiasmo del debutto con un nuovo allenatore, dopo inoltre il successo col Frosinone che ha dato fiducia all’ambiente prima dell’arrivo dell’allenatore ex Marsiglia. Prima di questo, però, la netta sconfitta col Bayern Monaco che ha sancito l’eliminazione dall’Europa, e le tre sconfitte consecutive in campionato contro Udinese, Milan e Fiorentina. L’obiettivo è ripartire per non perdere almeno il treno per l’Europa League, seppur di fronte c’è una squadra che ha assolutamente bisogno di fare risultato.

La Juventus di Massimiliano Allegri si presenta alla sfida con pochissime certezze. Tantissime le voci intorno al suo futuro, con i risultati sul campo che latitano e i possibili sostituti del livornese che filtrano quotidianamente. La squadra è in difficoltà, con i soli 7 punti raccolti in 8 partite che sono non solo un addio definitivo allo Scudetto ma anche un rischio per il 4° posto, con le inseguitrici che continuano a salire e accorciare sui bianconeri.

DOVE VEDERE LAZIO-JUVENTUS IN TV E STREAMING

Il match tra biancocelesti e bianconeri sarà visibile in diretta e in esclusiva su DAZN. Per gli abbonati a Sky che hanno sottoscritto l’abbonamento ‘Zona DAZN‘ la gara sarà visibile anche in tv sul canale 214 di Sky. Per lo streaming, sarà necessario scaricare l’app di DAZN su PC, smartphone o tablet, o in alternativa collegarsi al sito di DAZN tramite computer o notebook e selezionare la finestra dell’evento. 

LAZIO-JUVENTUS: LE PROBABILI FORMAZIONI

LAZIO (3-4-2-1): Mandas; Gila, Romagnoli, Casale; F. Anderson, Guendouzi, Cataldi, Marusic; Zaccagni, Luis Alberto; Immobile. All. Tudor.

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Iling-Junior; Chiesa, Kean. All. Allegri.

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Pulisic entusiasta del Milan: “Mi hanno dato un’opportunità, sono in fiducia”

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Christian Pulisic, giocatore del Milan, Serie A, Europa League, Coppa Italia

Molti talenti brillanti passano dalla Serie A alla Premier League. Alcuni, quest’estate, hanno fatto il passaggio opposto. Christian Pulisic in particolare è stato il nome più altisonante della campagna acquisti del Milan. Parliamo di un giocatore dal talento puro e cristallino, che al Chelsea, dopo aver vinto anche una Champions League, ha avuto stagioni travagliate per via degli infortuni. La cessione in Italia ha però dato ottimi frutti, visti i risultati e le prestazioni del calciatore americano.

Ai microfoni di Fox Sports, nel corso di una lunga intervista, Pulisic ha potuto raccontarsi e spiegare i motivi della sua scelta. Dopo il Borussia Dortmund e il grosso calo in Inghilterra, i rossoneri si sono presentati come la giusta opportunità di rilanciare la sua carriera.

Di seguito trovate le parole di Pulisic a Fox Sports.

TRASFERIMENTO – “È stato un grande cambiamento per me. Tutto si muoveva a 100 miglia all’ora quando ero a Londra, la cultura del calcio era pazzesca. Qui ho potuto anche staccarmi dal calcio e godermi lo stile di vita, la cultura, il cibo. Mi piace molto. La lingua italiana? Ora capisco quasi tutto e sto facendo del mio meglio per parlarne quando posso. Voglio continuare a migliorare e spero di poter fare presto qualche intervista in italiano”.

STAGIONE – “Non direi che c’è stato un grande cambiamento, o qualcosa di particolare che ho fatto. Sicuramente mi sono preso cura del mio corpo. Ma è stato bello avere l’opportunità di giocare con continuità. Il tuo corpo si abitua, il che è stato davvero utile. Quando sei costantemente dentro e fuori dalla formazione può essere difficile. Il tuo corpo non è preparato per un impiego costante, quindi quando entri e offri una prestazione ad alta intensità, può sicuramente essere un problema. Ma in questa stagione mi sento bene e sento fiducia. Ed è allora che gioco al meglio”.

MILAN –  “Volevo un’opportunità, e il Milan me l’ha data davvero. Pioli ha davvero mantenuto le sue promesse. Non è solo sapere che avrei giocato, ma è avere anche qualcuno che mi ha parlato prima e che mi ha voluto fortemente. Mi ha dato l’opportunità di giocare ed essere me stesso nel miglior modo che conosco, e mi ha adattato su ciò che funziona meglio per la squadra. Penso che abbiamo trovato un buon equilibrio in questo senso. La tattica è sicuramente un aspetto importante in Italia, come dicono tutti. Si esamina costantemente ogni situazione possibile in allenamento: come pressiamo, come eseguiamo i calci piazzati. Sento di aver imparato molto. Europa League? Lotteremo per provare a vincere il trofeo”.

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