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Che fine ha fatto il Cervia delle "meraviglie"?

Calcio e dintorni

Che fine ha fatto il Cervia delle “meraviglie”?

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Da anni il calcio è entrato nelle case degli sportivi, monopolizzando discussioni, argomenti di dibattito e anche gli interessi di alcune persone. Ad oggi non si può negare come la sua programmazione televisiva sia di primo livello ma soprattutto tra le più seguite dalla maggior parte delle famiglie italiane. Cosa pottrebbe uscire fuori dalla creazione di un programma basato sul calcio con un format molto comune ed apprezzato nel nostro paese come il reality?
La risposta non può che essere “Campioni, Il Sogno“, la mitica trasmissione sulla squadra del Cervia. Il primo talent-show a tema calcistico ci ha permesso di contemplare una dimensione diversa del calcio, più introspettiva con vari approfondimenti sul lavoro settimanale effettuato dalle squadre, ma soprattutto ci ha fatto tanto ridere e divertire grazie a storie ed aneddoti incredibili, conditi da prestazioni sul campo non sempre indimenticabili, grazie in particolar a modo al magico trio della Gialappa’s Band che hanno intrattenuto e reso più accattivante il reality con i loro sketch di “Mai dire campioni “.
Inoltre il programma ha dato la possibilità a molti di mettersi in mostra, non solo nel settore calcistico, garantendo un provino con Inter, Juve e Milan ai tre vincitori del reality, ma anche in quello dello spettacolo, visto come molti siano riusciti a trovare la via dell’intrattenimento televisivo dopo l’avventura particolare ed emozionante sui campi da gioco.
Molti dei componenti del Cervia hanno intrapreso nuove avventure e adesso andremo a scoprire le diverse carriere dei personaggi più emblematici di quel fantomatico “dream team”.

SHOW-MAN

Già proprio così. Come era facilmente immaginabile molti dei protagonisti del reality basato sul mondo del pallone, una volta ottenuta una discreta visibilità, non si sono fatti sfuggire la possibilità di colabborare nell’ambito della tv o di diventare vere icone da telecamera, gossip e riviste.
Ovviamente non possiamo non partire da colui che ha contraddistinto fortemente questo intenso viaggio, ovvero l’impareggiabile Ciccio Graziani. Nel suo primo anno da allenatore il Cervia raggiunge la D per poi stabilizzarsi all’interno della categoria. Nonostante ciò la sua figura viene ricordata principalmente per le grandi sfuriate e i balzi d’umore mostrati verso i suoi calciatori durante la partite, vista la scarsa intesa tra il mister e i suoi ragazzi soprattutto in merito alla bassa conoscenza del gioco messa in mostra da alcuni di questi ultimi.
Ad oggi il campione del mondo 1982 è un allenatore di calcio nonché un dirigente sportivo, oltre a varie esperienze lavorative vissute negli studi di Premium, ma con il Cervia sempre nel cuore.

Tra chi si è più distinto invece grazie alla trasmissione per doti extra-calcistiche non si può non citare Sossio Aruta. Nonostante il curriculum del campano sia di tutto rispetto, viste le presenze in campionato importanti come C1 e B, nonché in Europa League con la maglia del Tre Fiori, il “Re Leone” ha intrapreso una carriera da vero e proprio show-man. Dopo le diverse apparizioni in programmi come Uomini e Donne, si è garantito un posto di prima fila nel mondo dell’intrattenimento italiano, assicurandosi un posto anche a Temptation Island. Oltre a ciò comunque Aruta continua deciso anche con il calcio, ripartendo alla veneranda età di 47 anni dalla Torrese per raggiungere quota 400 gol.

Chi invece si è dimostrato un autentico flop della trasmissione non può che essere Francesco Gullo. Tutti ancora si ricordano il primo scandalo dei “Campioni il Sogno“, causato proprio dal difensore arrivato per dare sicurezze ed esperienza alla squadra, viste le sue presenze in Champions con il Basilea dove millantava di aver mercato un certo Del Piero, peccato che il tutto non avvenne mai. Nonostante ciò il buon Gullo è riuscito a ritagliarsi diverse opportunità tra le fila dei campionati dillettantistici, ma anche in televisione dopo esser stato ingaggiato dalla 7gold. Anche se c’è da dire che il Cervia avrebbe fatto ben a meno di lui per il campionato.

Infine non si può non citare nemmeno Giorgio Alfieri, uno comunque in grado di dire la sua sul campo con discrete doti da attaccante, che è riuscito ad imporsi però anche davanti alle telecamere.
Dopo l’avventura con la squadra romagnola difatti ha preso parte a diversi programmi come “Lo show dei record”, “Chi ha incastrato Peter Pan”, “Uomini e Donne” e “Io canto”, diventando un volto molto popolare e conosciuto anche sulle riviste nostrane per la sua bellezza.

CALCIO COME VITA

Nonostante l’esperienza del Cervia non abbia proiettato tutti i suoi protagonisti nel mondo del calcio non si può dire che buoni risultati non siano arrivati. Basti pensare alla carriera di Cristian Arrieta, uno dei vincitori del reality. Dopo il provino con l’Inter comunque la sua carriera da professionista è continuata portando i suoi buoni frutti. Infatti dopo aver trovato spazio con il Lecce in Serie B, ha debuttato in Major League Soccer e vanta 22 presenze con la nazionale portoricana.

Tra i titolari fissi di Ciccio Graziani non poteva mancare Lorenzo Spagnoli, vero top player della squadra, in grado anche di siglare una rete con la maglia della Juventus, seppur in un incontro non ufficiale.
Dopo la vittoria del programma e “l’affermazione” con il Cervia ha disputato diverse partite nelle serie minori, decidendo poi di intraprendere nel 2018 la carriera da presidente a 46 , grazie alla quale ha realizzato un piccolo grande sogno: ottenere una promozione in Serie C con il suo club, l’Imolese, che ora sogna in grande. Insomma uno che di calcio ce ne capisce.

Per concludere volevamo ricordare altri due nomi importanti, destinati a realizzare il sogno di diventare campioni, entrambi caratterizzati da cognomi pesanti. Nel primo caso stiamo ovviamente parlando di Diego Maradona Jr, che del padre ha solo il cognome viste le doti tecniche ben diverse dal Pibe de Oro. Nonostante ciò comunque è riuscito a confermarsi all’interno del Beach Soccer, raggiungendo anche la chiamata dalla nostra nazionale.
Il secondo invece è stato l’altro vincitore del reality, ovvero Fabio Borriello. Il fratello del più noto Marco dopo il vano provino con il Milan ha continuato a giocare nella serie B svizzera per poi tornare in Italia con la maglia del Pro Vasto in C2, sfoggiando quelle qualità già viste al Cervia.
Al momento è un broker nonché partner di una società attiva nel settore immobiliare.

Beh bisogna proprio dire che il sogno è finito e nessuno purtroppo lo ha realizzato,anche se in pochi ci hanno fatto divertire così tanto e per questo il Cervia di Ciccio Graziani resterà sempre una delle squadre più amate d’Italia.

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Calcio e dintorni

Dal Real Madrid alla NASA: Antonio Pintus studia la preparazione atletica degli astronauti

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PINTUS – Antonio Pintus è una delle figure “di secondo piano” tra le più note del calcio mondiale. L’italiano ricopre attualmente l’incarico di preparatore atletico del Real Madrid, apice della sua carriera professionale dopo una lunga avventura nello staff di mister Conte. Le sue metodologie di allenamento hanno stupito tutti per l’intensità e per l’efficacia derivata da esse, come sottolineato da Jude Bellingham ad inizio stagione. La sua tecnica ha incuriosito gli esperti di vari campi lavorativi, anche lontani dal rettangolo verde.

Infatti, secondo quanto riportato da RelevoPintus è stato convocato dalla NASA, l’organo spaziale statunitense, per approfondire la preparazione atletica degli astronauti. D’altro lato, invece, i responsabili dell’azienda amministrativa hanno studiato la metodologia del diretto interessato. In questo modo, l’obiettivo è acquisire i migliori segreti per incrementare la prestanza fisica degli astronauti. Si tratta di una collaborazione insolita, ma a testimonianza della grande ammirazione nei confronti di uno dei migliori professionisti nel suo ruolo.

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ESCLUSIVA – La ‘Brigata Mai 1 Gioia’ di San Marino raccontata dai suoi partecipanti

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San Marino

Sembrerà strano a dirsi, ma – alla fine di questa pausa – la nazionale del San Marino vive uno dei momenti migliori della sua storia recente. È vero: i biancazzurri hanno concluso il loro gruppo di qualificazione ad Euro 2024 con nove sconfitte su nove partite giocate, ma nelle ultime tre gare del girone (contro Danimarca, Kazakistan e Finlandia) San Marino ha realizzato altrettanti gol, segnando a tutte e tre le compagini affrontate. Un vero e proprio record, considerando che non era mai successo nella storia della nazionale.

Ad essere felici, quindi, non sono solo i componenti dello staff tecnico e i giocatori, ma anche e soprattutto i tifosi del San Marino che, spoiler, sì, esistono. Ma non solo, la nazionale può vantare addirittura di un gruppo di tifosi organizzato, la ‘Brigata Mai 1 Gioia’, composta da appassionatissimi che da anni seguono le avventure della squadra anche all’estero. Abbiamo voluto conoscere meglio questo simpaticissimo gruppo intervistando Daniele Davide, membri ormai navigati della Brigata.

POPOLARI LONTANO DA CASA

Proprio in virtù delle diverse trasferte, la Brigata si è fatta conoscere ed apprezzare fuori da San Marino e l’Italia, prendendo in simpatia tante tifoserie straniere, oltre che la stampa estera. Una cosa che ha tenuto subito ad evidenziare Daniele, l’attuale leader del gruppo.

“Effettivamente è molto strano. Le testate internazionali ci hanno cercato in ogni modo, ieri per esempio ero sul DailyMail, ma mi hanno chiamato anche BBC e altre testate di un certo livello. In Italia invece c’è gente che si domanda ancora cosa esista a fare San Marino e non ne comprendo il motivo. A conti fatti il nostro gruppo è quasi più conosciuto all’estero che in patria e spero che le cose possano cambiare e si capisca perché tifiamo San Marino. Il risultato non c’entra nulla, è una filosofia radicata”.

Una cosa confermata anche da Davide, che ci ha detto:

“A Belfast (contro l’Irlanda del Nord ndr.) i tifosi volevano conoscerci e fare foto con noi. È stato molto bello, alcuni addirittura ci mettevano di fianco i loro bambini per scattare fotografie di ricordo, incredibile. In Italia ci considerano quasi degli appestati!”.

UN GRUPPO NATO PER GIOCO

Chiaramente, per raccontare e conoscere meglio la storia della Brigata mai 1 gioia, abbiamo dovuto far luce sulle sue origini e sulle ragioni che l’hanno spinta a nascere. A spiegarci tutto nei dettagli è stato ancora una volta Daniele.

Il gruppo è nato 11 anni fa da un’idea di Massimo, il suo fondatore. Per curiosità andò a vedere un match a San Marino e allo stadio si accorse che tutti gli spettatori erano seduti, esattamente come al teatro, e nessuno cantava. Questa cosa gli mise un po’ di tristezza e per gioco decise di fondare un gruppo che con il tempo si è espanso. Ora siamo circa in 30 e i nostri membri vengono da tutt’Italia, ma anche da paesi esteri come Germania e Austria”.

Sì, perché è importante specificare che dei circa trenta membri della Brigata, in pochi vengono da San Marino. Gli stessi Daniele e Davide non sono sammarinesi: il primo viene dalla Toscana e vive a Modena, il secondo è originario di Salerno. Doveroso, allora, chiedergli i motivi per i quali si sono avvicinati alla causa biancazzurra.

Mi piace il calcio pulito, quello in cui non ci si picchia ma si fa amicizia, potremmo definirlo quasi un ‘calcio rugbistico’. San Marino è un unicum: incontri tifosi delle altre nazionali all’inizio e alla fine della partita, li conosci, ci scambi le sciarpe e magari ci vai anche a prendere una birra. È come se ci fosse un habitat incontaminato, dove tra l’altro è possibile conoscere anche i membri della nazionale. A Belfast per esempio abbiamo conosciuto tutti e sono diventato amico di Dante Rossi (calciatore della rappresentativa sammarinese ndr.). Contro la Finlandia, poi, abbiamo avuto modo di parlare anche con il CT, che ci ha raccontato come stessero lavorando e cosa era successo nella partita precedente in Kazakistan. È un clima irripetibile, chiaramente è impossibile fare questo con l’Italia o con qualsiasi altra nazionale: a San Marino trovi qualcosa che non si può fare da nessun’altra parte e questo mi ha spinto ad appassionarmi”.

Per quanto riguarda Davide, invece:

“Da anni mi piace il calcio sammarinese, per me la Champions League inizia a giugno con i turni preliminari, e non a settembre con i gironi. Diversi anni fa trovai la pagina della Brigata su Facebook e iniziai a seguirla perché la trovavo una bella iniziativa. Nel 2019, poi, mentre studiavo a Bologna, sul gruppo scrissero che c’era un posto disponibile per andare a vedere una partita e mi ci fiondai. In quella gara il San Marino riuscì anche a segnare un gol, così i membri della Brigata pensarono che portassi fortuna e mi inclusero immediatamente nel loro gruppo. In realtà da allora il San Marino non ha mai vinto e uno dei pochi pareggi mi ha fatto anche perdere una schedina perché avevo scommesso sulla sconfitta! Fu comunque un’esperienza molto divertente che mi ha fatto entrare in un gruppo di amici”.

L’AIUTO DELLA FEDERAZIONE

Quella della Brigata, insomma, è una realtà piccola ma vivace che, peraltro, nell’organizzazione di viaggi e nell’acquisto dei biglietti, ha potuto anche contare sulla federazione sammarinese. Come anticipato da Davide, a volte i membri del gruppo possono accedere a fasi di vendita anticipata dei biglietti, soprattutto contro gli avversari di lustro internazionale. Ancora una volta Daniele ci ha chiarito la questione.

“Il rapporto con la Federazione c’è sempre stato anche se siamo un gruppo indipendente che, in base alle situazioni, può anche criticare. Dallo scorso settembre, comunque, il nostro rapporto è passato dall’essere confidenziale a ufficiale. C’è stato un incontro tra i tifosi, il presidente federale, il segretario generale e il CT. È stata l’occasione per sederci ad un tavolo e iniziare a collaborare, i nostri obiettivi come gruppo sono affini a quelli della federazione e lo scopo è quello di portare gente allo stadio. Quando possibile loro cercano di aiutarci con i biglietti: chiaramente andare a vedere il San Marino non è gratis, ma si cerca di agevolare i tifosi che vengono più spesso. Anche per l’organizzazione logistica delle trasferte spesso parliamo e ci organizziamo con la federazione stessa, siamo entità distinte ma non estranee e anche questa è una cosa che non puoi trovare altrove”.

UN’ESPERIENZA DA PROVARE

Alla fine della nostra intervista, abbiamo voluto chiedere ai due ragazzi se si sentissero di consigliare l’esperienza di entrare a far parte della Brigata mai 1 gioia e quali fossero i lati positivi del tifare una squadra che, risultati alla mano, non vince da quasi vent’anni. Ci hanno risposto così.

“Tifare San Marino”, ci dice Daniele, “non è come tifare una qualsiasi altra squadra. Bisogna cambiare il punto di vista: chiaramente se si pensa solo al lato calcistico si vedrà una nazionale che, piuttosto che a vincere, ambisce a perdere con dignità, e questo non è chiaramente il massimo per una persona che guarda esclusivamente al campo. Si deve guardare al pacchetto completo: se si vuole sfruttare il calcio per fare nuove amicizie e portare valori allo stadio, allora l’esperienza è consigliatissima“.

“Nella battaglia tra Davide e Golia noi siamo Davide, personalmente sarebbe troppo facile tifare una squadra che vince sempre. Noi pensiamo ai ragazzi che scendono in campo: anche in caso di sconfitta, se alzano lo sguardo trovano gente pronta ad applaudirli e a riconoscere il merito di ragazzi come noi che hanno il coraggio di affrontare professionisti dieci volte più forti di loro. Sfido tutti i leoni da tastiera che attaccano con cattiveria il San Marino a giocare in uno stadio di 40 mila persone contro gente del calibro di Hojlund ed Eriksen, per me è un atto quasi eroico e va riconosciuto”.

Per quanto riguarda Davide, invece:

Tifare San Marino non è per tutti ed è un’esperienza che consiglio solo a chi nella vita sa accettare bene le sconfitte. Sicuramente però è un qualcosa di molto costruttivo che, anche al di fuori del calcio, insegna a vivere in maniera più rilassata e a godere anche delle piccole cose. So che sembra esagerato, ma trovarsi nella Brigata può essere anche terapeutico e renderci delle persone migliori“.

Si ringraziano Davide e Daniele per la loro gentilezza e disponibilità.

 

 

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Calcio e dintorni

ESCLUSIVA – Il dott.Pazzona approfondisce la psicologia in ambito sportivo

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Psicologia dello sport

PSICOLOGIA DELLO SPORT – Il ruolo dello psicologo dello sport è spesso sottovalutato. L’aspetto mentale è fondamentale, infatti, nel rendimento di un atleta. Ma quanto incide la psicologia nel calcio? Lo abbiamo chiesto al dott. Riccardo Pazzona, psicologo dello sport, che ha approfondito dettagliatamente l’argomento in questione.

QUANTO INCIDE LA PSICOLOGIA SUL CALCIO?

Quanto incide la psicologia sulla difficoltà di ambientamento di un calciatore, come ad esempio De Ketelaere, che ha deluso le aspettative al Milan e che è stato costantemente attaccato dalla tifoseria milanista?
“Sicuramente l’aspetto psicologico incide tantissimo nella prestazione. La prestazione è composta da 4 pilastri; se noi immaginiamo questi pilastri come le gambe di un tavolo, se una di questi cade, ecco che allora ci sono una serie di ripercussioni che vanno ad influire sulla prestazione come nel caso di De Ketelaere che adesso sta rendendo meglio all’Atalanta. Nel caso di una nuova realtà, una persona con difficoltà di ambientamento non riesce ad esprimersi al meglio”.

 

Spesso si sente parlare di giocatori che scendono in campo nonostante non abbiano una condizione mentale adatta: crede che un calciatore che non è sereno debba evitare di scendere in campo?
“Possiamo rispondere in due modi. O in base a come sta il giocatore, si decide se farlo scendere in campo o meno; oppure se vogliamo pensarla in maniera più strutturata, in funzione del suo stato d’animo e delle sue sensazioni, noi professionisti possiamo intervenire sulla regolazione emotiva. Per far ciò, è necessario monitorare una serie di parametri in prossimità della gara, e sulla base di essi, si interviene con specifiche tecniche”.

 

Parliamo del ritorno di Ibrahimovic al Milan: lo svedese è un grande motivatore, d’altra parte i rossoneri stanno vivendo un periodo negativo. Quanto potrebbero incidere la grinta e il carisma di Ibra al Milan?
“Certo, perché comunque parliamo di un leader tecnico e carismatico. All’interno di un contesto in cui si trovava fino a poco tempo fa, sicuramente avrà un bell’impatto. Il suo ruolo sarà presumibilmente quello di un trascinatore”.

 

Capitolo calcioscommesse: Fagioli e Tonali hanno subìto una squalifica piuttosto lunga. Quanto può incidere psicologicamente nella loro carriera?
“Non possiamo saperlo allo stato attuale. Quello che possiamo fare noi, da psicologi dello sport, è quello di gestire il momento, accompagnarli emotivamente in questo percorso complesso, ridefinendo gli obiettivi, perché ovviamente ci sarà un ritorno in campo e bisogna farsi trovare pronti”.

 

Abbiamo sentito parlare molte volte di “infortuni psicologici”, come nel caso di Nico Gonzalez quando fu accusato da Italiano di infortunarsi per problemi psicologici. Quanto effettivamente il fattore mentale può influire su un infortunio?
“A livello di probabilità di insorgenza di un infortunio, l’aspetto mentale incide in relazione allo stress che l’atleta sta sperimentando. Dal punto di vista del recupero dell’infortunio l’aspetto mentale pesa tantissimo ma, purtroppo, spesso non viene preso in considerazione. Un calciatore, infatti, per rientrare in campo, oltre ad essere pronto fisicamente, deve esserlo anche psicologicamente, perché l’infortunio è un vero e proprio trauma anche a livello emotivo. Questo può portare ad essere più limitati in campo magari per paura di farsi male”.

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Il Monza si schiera contro la violenza sulle donne: l’iniziativa contro il Torino

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Dove vedere Monza-Reggiana in tv e streaming

MONZA VIOLENZA SULLE DONNE – Il Monza, che stasera scenderà in campo contro il Torino in un match valido per la 12esima giornata di Serie A, ha deciso di giocare un ruolo importante sulla scena sociale.

Infatti, i brianzoli indosseranno una divisa speciale in occasione della partita odierna, posizionandosi attivamente nella battaglia contro la violenza sulle donne. I giocatori guidati da mister Palladino mostreranno una scritta particolare sul front delle loro maglie da gioco, riportanti la frase:

“Era l’uomo dei miei sogni, oggi è il mio incubo”.

L’iniziativa, volta a ricordare la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che cadrà il 25 novembre, avrà un importante valore non solo morale, ma anche economico. Pertanto, i biancorossi doneranno in beneficienza le divise al termine della gara per supportare le vittime coinvolte in questo grave fenomeno.

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