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Champions League, guida al girone C

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Champions League, guida al Girone C

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La dea bendata nell’urna di Montecarlo, non è stata benevola con il Napoli di Carlo Ancelotti. Con l’arrivo dell’allenatore di Reggiolo, ci si aspetta un cambiamento di mentalità in Europa, cosa che ha contraddistinto negativamente il Napoli di sarriana memoria. Essere inseriti in seconda fascia (contano solamente le prestazioni degli ultimi 5 anni in ambito europeo) significava poter partire con il piede giusto per cercare di passare il proprio girone rischiando, sulla carta, una bestia nera solo dalla prima fascia ma né questo né Ancelotti hanno potuto nulla contro la sfortuna.

Eccezion fatta per la modesta Stella Rossa, squadra di quarta fascia decisamente abbordabile, era di partenza illusorio pensare ad altrettanta magnanimità in ambito di teste di serie dove qualsiasi pescata – esclusa la Lokomotiv Mosca – sarebbe stata maldigerita. Il destino ha deciso infatti per il Paris Saint-Germain. In terza fascia il ventaglio di possibilità era già più ampio, ma anche qui il vento è andato decisamente a sfavore degli azzurri, accoppiandola con la forse unica squadra realmente da evitare: il Liverpool, finalista dell’ultima edizione della Champions League.

Analizziamo i punti di forza e di debolezza sia delle avversarie che del Napoli stesso, cercando di capire su cosa dovranno puntare gli azzurri per accedere agli ottavi di Champions League.

PRIMA FASCIA – PARIS SAINT-GERMAIN

A Napoli tutti sognavano il ritorno al San Paolo di Cavani? Beh, la cosa accadrà, ma non nel senso desiderato. Al di là di Real Madrid, Barcellona e forse Manchester City, i parigini rappresentano la formazione più ostica possibile sulla carta, data la tanta voglia di vincere una competizione europea stregata, inseguita dall’arrivo del presidente Nasser Al-Khelaïfi.
La formazione campione di Francia possiede dei giocatori dall’estro eccezionale, specialmente in attacco, come il già citato Cavani e il neo campione del mondo Mbappè in clamorosa ascesa, che già da soli, renderebbero assai difficile la vita per la difesa partenopea.

Ma la stella indiscussa di questa squadra è sicuramente una: Neymar da Silva Santos JúniorIl brasiliano, dopo aver vinto tanto con il Barcellona ed essere stato pagato l’estate scorsa la cifra record di 222 milioni, ha voglia di vincere con la squadra di Tuchel per poter puntare alla vittoria di quel pallone d’oro che ancora manca in bacheca.

Il PSG  si tiene stretto questo attacco stellare ed ha provveduto ad arricchire la formazione con innesti di qualità: Thilo Kehrer (dallo Schalke 04), il terzino sinistro spagnolo Juan Bernat dal Bayern Monaco, e dulcis in fundo riuscendo a convincere Buffon a non abbandonare il calcio, per poter tentare finalmente di vincere l’unico trofeo che ad entrambi manca in bacheca. A questo si aggiunge un comparto tecnico immenso pieno di campioni di primo livello.

PUNTI DI FORZA

I punti di forza del PSG sono molteplici e variopinti ma, neanche a dirlo, il pericolo numero uno è sempre il Diez, Neymar. Stella della nazionale brasiliana e giocatore numero 3 al mondo, è al centro della manovra offensiva francese. Attraendo su di sé ben più di un avversario dona al PSG il vantaggio di attaccare sempre con la superiorità numerica a favore, il che rende complicato sbilanciarsi per qualsiasi avversario. Nella scorsa stagione ha collezionato la bellezza di 28 gol in 30 presenze e quest’anno ha già iniziato a segnare a raffica. Il suo estro e la sua classe lo rendono  il giocatore più imprevedibile dei parigini e il primo da neutralizzare.

Se si riuscisse ad annullare il brasiliano sarebbe decisamente aspetto positivo per le sorti finali ma la corazzata rosso blu ha tante, troppe frecce nella faretra. Il 4-3-3 iperoffensivo scelto da Tuchel in questo avvio di stagione sembra essere adatto per un gioco sprezzante e per poter sfruttare al meglio gli altri due fuoriclasse che il PSG ha a disposizione in attacco: Cavani e Mbappè.
Il primo è una macchina da gol inarrestabile. Nella sua carriera in Francia, in 5 anni, ha collezionato ben 171 reti, che lo rendono il miglior marcatore di sempre nella storia del club.
Il francese poi, neo campione del mondo con la sua nazionale ai mondiali di Russia 2018 che lo hanno visto disputare un torneo da protagonista indiscusso, non è da meno.
Arrivato per una cifra record di 180 milioni di euro, è entrato perfettamente negli schemi offensivi di Tuchel.
Nasce come esterno offensivo, pur potendo essere impiegato anche in posizione di attaccante centrale nei rari casi in cui la squadra abbia bisogno di un falso nueve. Sulla fascia emergono le sue grandissime qualità nel dribbling, esercitate a varie velocità, con cambi di ritmo repentini, capace di disorientare praticamente ogni difensore. Una volta arrivato sul fondo, cerca sempre di creare i presupposti ottimali per crossare, utilizzando finte e controfinte eseguite con una rapidità d’esecuzione che gli permette di crearsi lo spazio necessario a mettere il pallone in mezzo anche quando sembra ormai chiuso, senza spazio.

Le riserve, poi, non sono da meno. Angel Di Maria, non ha di certo bisogno di presentazioni. L’argentino ha doti tecniche straordinarie ed un’esperienza internazionale importante che lo rendono, sicuramente, un’arma importante nel turnover francese. In estate si era parlato di un suo trasferimento alla corte di Ancelotti, ma poi, non se n’è fatto più nulla. Chissà se fosse davvero destino.
Per ultimo, ma non per importanza, c’è il giovanissimo Timothy Weah, che non ha quel cognome per semplice omonimia. È il figlio di George dell’ex attaccante del Milan, pallone d’oro e attualmente presidente della Liberia. Insomma, se buon-sangue non mente, ne vedremo delle belle.

Non che il reparto arretrato sia da meno. Abbiamo già parlato di Gigi Buffon, e della sua fame di vincere quella coppa tanto sognata, ma tra i pali il PSG possiede anche un giovane molto promettente come Alphonse Areola, che nel turnover, saprà come non far rimpiangere il portierone azzurro.
La difesa del psg è sicuramente una delle più forti del mondo, con il duo brasiliano Thiago Silva – Marquinhos, pilastri invalicabili della retroguardia parigina.
Regista di centrocampo e metronomo delle azioni è il nostro Marco Verratti, alla ricerca dell’anno della consacrazione in Europa.

PUNTI DI DEBOLEZZA

Se proviamo ad analizzare i punti deboli di questa armata ci si rende conto che è difficile trovarne uno. Dall’arrivo del presidente del Qatar, però, per la squadra della capitale francese è sempre stato un grosso problema la gestione degli allenatori: cambiati spesso ogni anno senza dare la possibilità alla squadra di apprendere al meglio il gioco secondo un programma a lungo termine.
In secondo luogo, avendo acquistato fin da subito tanti campioni, spesso più per il nome che per l’importanza tattica, la squadra ha fatto molta fatica a compattarsi e a fare gruppo.
Celeberrima la sconfitta in rimonta contro il Barcellona per 6-1, dopo il risultato di 4-0 dell’andata che aveva messo “quasi” in sicurezza il passaggio del turno. Questo è sintomo della poca compattezza di squadra e il Napoli, ne potrà e dovrà approfittare.

TERZA FASCIA – LIVERPOOL

Qui, bisogna ammettere, che l’urna di Nyon è stata veramente sfortunata per gli uomini di Ancelotti. Poteva capitare qualsiasi squadra, sarebbero state tutte alla portata. L’unica da evitare era proprio la squadra di Klopp, arrivata seconda nell’ultima stagione in Champions League.
In un campionato competitivo come quello inglese distinguersi, e avere continuità di risultati, non è facile, ma il Liverpool, l’anno scorso, è riuscita a conquistare ancora una volta il posto valevole per la qualificazione in Champions League, chiudendo quarta.

PUNTI DI FORZA

Miglior attacco nella scorsa Champions League, il “nuovo” Liverpool di Jurgen Klopp è una squadra più matura rispetto al passato. Oltre al pressing alto c’è di più: capacità di stringersi e ripartire, oltre che naturalmente a un tridente devastante che si completa in maniera quasi perfetta.
L’imprinting del calcio di Klopp, sostanzialmente, non è mai cambiato. Lo schema è il 4-3-3, il gioco verticale resta il suo credo, così come la riconquista alta del pallone. Tre punte velocissime e brave a giocare inserendosi negli spazi e una linea difensiva a quattro con due esterni che sono la vera scoperta di Klopp, Alexander-Arnold, Lovren, van Dijk, Robertson, e una mediana solitamente composta dall’esperienza e la duttilità di James Milner, dalla velocità del neo acquisto Keità e dall’energia di un ritrovato Oxlade-Chamberlain.

L’indiscusso punto di forza è sicuramente l’attacco. Il Liverpool ha mandato in gol per 44 volte in questa stagione Mohamed Salah, riscopertosi freddo sotto porta, (questa la grande evoluzione rispetto al Salah visto nella capitale) in 52 partite e fresco del titolo di giocatore dell’anno consegnatogli nella cerimonia della PFA (dove a votare solo calciatori e manager). Nello scorso anno i Reds hanno avuto il miglior reparto offensivo della Champions League e tra le mura amiche sono stati secondi solo al City di Guardiola. Salah è stato il protagonista assoluto di questa stagione, ma senza l’altra parte del sistema, ovvero Firmino e Mané, non avrebbe certo ottenuto questi numeri.

Il tridente dei Reds infatti è un meccanismo che si muove all’unisono, dove il lavoro spalle alla porta e la capacità di abbassarsi di Firmino è fondamentale nella creazione degli spazi necessari per permettere a Mané e Salah di entrare a tutta. Il Liverpool insomma passa principalmente dalle perfette combinazioni di questi 3 interpreti, che segnano ma soprattutto si mandano in gol a vicenda, in un meccanismo perfetto e ben collaudato, e grazie anche alla rapidità della squadra nel saperli velocemente imbeccare, che li esalta come nessun altro tridente in Europa. Specie quando gli avversari concedono in qualche modo campo.

PUNTI DI DEBOLEZZA

Tutto rose e fiori dunque per il Liverpool? Non proprio. Qualche pecca chiaramente esiste e la si nota soprattutto in fase difensiva. Ad esempio, quando gli avversari riescono a saltare il pressing della squadra di Klopp, spesso possono arrivare i guai. Lovren resta ad esempio un centrale dalla relativamente scarsa affidabilità, anche se l’arrivo del costosissimo Virgil van Dijk, pagato quasi 80 milioni di eurone ha in qualche modo aiutato le prestazioni. Centralmente però il Liverpool si può punire, soprattutto quando la squadra si schiera più alta ed è costretta a correre all’indietro. Fino all’anno scorso, poi, il punto più debole della formazione inglese, era senza alcun dubbio il portiere Karius, capace di una doppia papera nella finale di Kiev persa contro il Real Madrid. Quest’anno, però, questo reparto si è trasformato in un punto di forza, con l’arrivo del fortissimo Alisson Becker, per una cifra intorno ai 75 milioni di euro.

QUARTA FASCIA – STELLA ROSSA

Attenzione, questa non è assolutamente una squadra da sottovalutare. Vista dagli occhi dei più come la cenerentola del girone, la squadra campione di Serbia, la scorsa stagione ha perso solamente una partita in campionato, segnando ben 75 reti e subendone solo 15. Così facendo, è riuscita a vincere il campionato distaccando il Partizan di ben 12 punti in classifica.
Non è la prima volta che accade in questi anni, dato che il campionato è stato vinto anche nel 2014 (dopo sei anni di attesa) e nel 2016, ma a causa di una grave situazione debitoria la UEFA sospese il club dalla UEFA Champions League 2014-2015, in cui la squadra fu sostituita dal Partizan.

PUNTI DI FORZA

E’ una squadra dalla grande storia. Nel 1991 riuscì, a sorpresa, a vincere la Coppa dei Campioni (vecchio nome della Champions League), riuscendo poi a replicarsi anche nell’intercontinentale.
Il punto di forza indiscusso per la Crvena zvezda, è sicuramente il pubblico di casa. Le blasonate rivali troveranno a Belgrado un ambiente incandescente con uno stadio gremito ragionevolmente da quasi sessantamila tifosi, tra  i più caldi al mondo, pronti a spingere i propri beniamini e a rendere l’impianto amico una fortezza non facile da espugnare.
La squadra non annovera nel suo organico fuoriclasse ma è un team tutto cuore e muscoli, che fa della fisicità la sua forza.
La solidità è sicuramente un punto a favore della formazione di Vladan Milojevic, che non propone un gioco spettacolare ma sa come assettare il reparto arretrato. Il 4-2-3-1 lascia presagire altro, ma non è così: l’impronta data dall’allenatore è forte e tutta votata alla difesa, dove infatti, troviamo nella rosa della Stella Rossa le qualità maggiori. Savic e Degenek formano una coppia di centrali a dir poco grintosa e d’esperienza. Nel corso dell’ultima sessione di mercato è partito l’ex Atalanta Pesic, il capocannoniere della scorsa stagione con 25 gol, ceduto per 4 milioni al Al-Ittihad Gedda e sostituito da Stojiljkovic che fin qui non ha convinto, con solamente un gol nelle prime uscite stagionali.
Tra i calciatori migliori dell’undici tipo c’è sicuramente Nenad Krsticic, ex Bologna e Sampdoria, che dirige il centrocampo ed è un perno della nazionale serba. Perso anche Radonjic, ufficializzato dall’Olympique Marsiglia per dodici milioni di euro, ora la stella della squadra è Ben Nabouhane, arrivato quest’estate dall’Olympiacos. Si tratta di un attaccante esterno, molto veloce ed agile, a cui bisognerà prestare particolare attenzione, autore fino ad ora di sei reti nelle otto sfide continentali giocate dai suoi. Sarà complicato conquistare sei punti tra andata e ritorno, fermo restando che il valore del Napoli è di gran lunga superiore, ma c’è da dire che non sarà semplice neppure per le altre partecipanti del girone. 

PUNTI DI DEBOLEZZA

Facile capire che ad una squadra di questo livello manchi di esperienza internazionale e sicuramente, la debolezza per eccellenza delle squadre di questo calibro è la mancanza di campioni. Per quanto una squadra possa avere grande volontà di vincere una partita, affrontare una squadra come il PSG o il Liverpool, non è facile per nessuno, figuriamoci per una squadra come la Stella Rossa. Fuori casa, rischiano seriamente di essere presi a pallonate, e sicuramente, nelle partite di casa, subiranno la pressione della bolgia serba, che non vorrà di certo vedere figuracce.

POSSIBILITÀ DI PASSAGGIO

Un girone peggiore non poteva capitare, maggiormente per una squadra di seconda fascia. L’arrivo di Ancelotti può essere considerato un’arma in più vista l’esperienza internazionale e le coppe vinte da Carletto, ma ciò potrebbe non bastare. La gara d’esordio, sarà subito a Belgrado, e può già dire molto sulle possibilità di passare il girone, visto che sei punti contro la cenerentola del girone sono obbligatori per speranze di passaggio.

Le altre due si giocheranno le partite alla pari ed è proprio qui che il Napoli deve approfittarne vincendo in casa nelle due sfide di cartello e cercando punti preziosi in trasferta, matematica qualificazione. Fantascienza? Può darsi, ma mai dare per spacciata una squadra allenata da Carlo Ancelotti, maggiormente se ora la Champions, non verrà più vista come test per i panchinari.

Questo è ciò che attende il Napoli, un girone di difficoltà 10/10.

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Sorpresa Italia: Barella insieme a Bonucci non parte per Malta!

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Al termine del match con l’Inghilterra, in cui è arrivata una pesante sconfitta, l’Italia si proietta alla sfida di domenica sera contro il Malta con già due assenze certe. Oltre a quella pre-annunciata di Bonucci, che ha accompagnato i suoi compagni a Napoli per essere vicino alla squadra senza essere in condizione di giocare, c’è anche quella sorprendente di Barella.

Come ha fatto sapere la comunicazione della nazionale azzurra, infatti l‘interista e lo juventino non parteciperanno alla trasferta che attende la squadra di Mancini rientrando nei club di appartenenza. Anche nel caso del centrocampista nerazzurro, il motivo sembra riconducibile ad alcuni problemi fisici o comunque ad una condizione fisica non ottimale. L’ex Cagliari infatti avrebbe stretto i denti per prendere parte al match del Maradona.

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Al termine del match, in salta stampa, ha raccontato tutte le sue sensazioni.

SERATA SPECIALE –È fantastico tornare a vincere in Italia dopo tanti anni. È una serata molto speciale per me, indimenticabile. Grazie a voi tutti presenti per far si che questo sogno sia diventato realtà“.

LA SENSAZIONE DEL RIGORE –È ancor più dolce questa sensazione dopo aver vinto questa partita, è una serata davvero fantastica. È stata una gara molto dura, avevo la sensazione che sarebbe stato un rigore e fortunatamente sono riuscito a trasformarlo“.

FUTURO –Non voglio guadare troppo avanti, nel calcio possono succedere tante cose. Ma ho 29 anni, sono nel momento migliore della mia carriera e voglio giocare a lungo con questa Nazionale. Mi godrò questo momento, ma bisogna essere pronti per domenica. Speriamo io possa segnare ancora tanti gol“.

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Ancora problemi tra Mazzarri e il Cagliari: aperto un procedimento penale

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L’esperienza di Mazzarri sulla panchina del Cagliari non è andata come il tecnico avrebbe auspicato. L’allenatore, arrivato il 15 settembre 2021, alla quarta giornata di campionato, dopo l’esonero di Semplici, ha concluso l’esperienza in terra sarda nel peggiore dei modi, con un pesante litigio avuto il 2 maggio scorso con il presidente Tommaso Giulini, che è costato il licenziamento al tecnico ex Sampdoria, Napoli, Inter e Torino. Cagliari che poi, a fine stagione, è retrocesso in Serie B con, in panchina, il traghettatore Agostini.

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Cancelo sull’esonero di Nagelsmann: “L’ho appena scoperto, lo ringrazio”

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Dopo la partita di qualificazione a Euro 2024 Portogallo-Liechtenstein, terminata 4-0 in favore dei portoghesi, Joao Cancelo, terzino del Bayern Monaco e autore del gol che ha aperto le marcature della sfida, parlando ai microfoni di Sky, ha scoperto la notizia dell’esonero di Julian Nagelsmann e l’ha commentata:

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SU TUCHEL, PRINCIPALE INDIZIATO A SOSTITUIRLO – “Mi ha fatto perdere una Champions, spero che quest’anno me la faccia vincere”.

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