Che fine hanno fatto?
Che fine hanno fatto? Diego Forlán
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5 anni fa:
Alle 16:15 di questo pomeriggio si affronteranno, in Liga, Atletico Madrid e Villareal. I colchoneros cercano i 3 punti per rimanere in scia del Barça capolista, mentre il submarino amarillo vuole uscire dalle ultime posizioni. Il Villareal a rischio retrocessione? Proprio così. Eppure, qualche anno fa, il submarino amarillo lottava per i piani alti della classifica. In attacco giocava un uruguagio con una folta chioma bionda, letale, che incantava il Madrigal. Diego Forlán in quegli anni era uno degli attaccanti più forti del panorama internazionale, e dopo aver fatto benissimo al Villareal si trasferì proprio all’Atletico Madrid, dove ha vissuto la miglior parentesi della propria carriera.
GLI INIZI IN SUD AMERICA E POI L’EUROPA
Diego Forlán nasce a Montevideo nel 1979, in quell’Uruguay che conta meno abitanti rispetto alla nostra Toscana. È straordinario come un paese così piccolo sia da sempre così costante nel produrre giocatori fortissimi, rimanendo sempre ai vertici del fútbol che conta, pronti poi a combattere in campo internazionale quando indossano la Celeste.
Forlán gioca nelle giovanili del Danubio e del Peñarol, poi viene acquistato dall’Independiente in Argentina. Con Los Diablos Rojos segna con continuità, collezionando 37 reti in 80 partite. L’apodo, cioè il soprannome, di Forlán è Cacha, legato alla sua somiglianza con Cachavacha, la strega dei cartoni animati del suo paese.
I suoi gol attirano le attenzioni del Manchester United, che decide di investire circa 11 milioni di euro per portarlo in Inghilterra nel gennaio del 2002. L’impatto con la Premier League non è semplice, la squadra di Ferguson è piena di campioni e lui nei primi mesi non trova spazio. Nella seconda stagione gioca ancora da comprimario, ma riesce a segnare 6 reti in campionato, il suo miglior bottino con la maglia dei Red Devils.
La terza stagione prosegue sulla falsa riga della seconda, con Forlán che non è un titolare di Ferguson ma quando viene buttato dentro riesce a risolvere qualche situazione spinosa. In 3 stagioni con il Manchester United vince comunque i suoi primi titoli, ovvero una Premier League, un Community Shield e una Coppa d’Inghilterra. Forlán sa che è arrivato il momento di cambiare aria, misurarsi in un contesto di livello inferiore per far vedere a tutti quali sono le sue vere potenzialità.
L’INCANTESIMO VILLAREAL E I TITOLI CON L’ATLETICO
Nel 2004 Forlán sceglie di accettare la proposta del Villareal, anche se lui aveva apertamente dichiarato di essere un tifoso dell’Athletic Bilbao. L’impatto con il submarino amarillo è devastante, Forlán segna 25 reti in 38 partite e si aggiudica la scarpa d’oro. La squadra è allenata dall’ingegnere Manuel Pellegrini e disputa una stagione sensazionale, concludendo al terzo posto in Liga e qualificandosi per la Champions League.
Nella stagione successiva Forlán segna molto meno (solo 10 gol in campionato) ma la squadra va avanti in Champions e sfiora l’impresa, uscendo contro l’Arsenal ai calci di rigore in semifinale. Il Villareal, in quegli anni, è una delle squadre più interessanti dell’intero panorama calcistico europeo. Forlán ritorna sui suoi ritmi e nella Liga 2006/07 segna 19 reti e a fine stagione viene acquistato dall’Atletico Madrid.
Con i Colchoneros l’uruguagio segna 96 reti in 198 partite, raggiunge il picco segnandone ben 32 nella Liga del 2008/09, vincendo ancora una volta la scarpa d’oro. L’Atletico, però, deve convivere con il monopolio di Real Madrid e Barcellona, che si spartiscono il campionato in quegli anni. Sotto la guida di Quique Sanchez Flores i Colchoneros vincono la loro prima Europa League e la successiva Supercoppa UEFA. Forlán è al picco della sua carriera e dopo 4 stagioni con l’Atletico decide di accettare la proposta dell’Inter, che sta provando a ripartire dopo aver vinto tutto.
IL DECLINO CON L’INTER E IL RITORNO IN SUD AMERICA
Forlán con la maglia nerazzurra è un autentico flop, condizionato anche da qualche infortunio. In 18 partite in Serie A segna pochissimo, solo 2 reti, e dimostra come il meglio di sé lo abbia già dato. Fa ritorno in Sud America, in Brasile, all’Internacional di Porto Alegre. Nel campionato brasiliano segna 10 gol in 2 stagioni, non c’è quella rinascita in cui gran parte della gente sperava. Allora Cacha inizia il suo girovagare per il globo: nel 2014 sbarca in Giappone e gioca con il Cerezo Osaka per 2 stagioni, poi fa ritorno al suo Peñarol nel 2016. Riparte subito dopo per una nuova avventura in India con il Mumbay City e successivamente gioca anche nel campionato di Hong-Kong con il Kitchee.
UNO DEI MIGLIORI DI SEMPRE IN MAGLIA CELESTE
È importante menzionare anche quello che ha fatto quando ha indossato la maglia dell’Uruguay. Ha giocato il suo primo Mondiale, quello del 2010 in Sud Africa, a 31 anni e ha trascinato la Celeste fino ad una semifinale inaspettata, uscendo contro l’Olanda. Forlán segna 5 reti (alla pari del capocannoniere Muller) e viene eletto come miglior giocatore dei Mondiali.
Nell’anno successivo riesce a vincere il suo primo titolo con l’Uruguay, cioè la Copa America e decide la finale contro il Paraguay grazie ad una doppietta. Forlán è il terzo giocatore di sempre per presenze con la maglia della Celeste (112) e terzo anche nella classifica cannonieri con 36 reti, dietro a Suarez e Cavani.
Attualmente è svincolato, quella con il Kitchee è la sua ultima avventura recente e con molte probabilità Forlán annuncerà a breve il suo ritiro dal calcio. L’attaccante uruguagio ha incantato l’Europa con le maglie di Villareal e Atletico, trovando la propria comfort-zone nella Liga, vincendo 2 titoli di Pichici e le conseguenti scarpe d’oro. Verrà ricordato come uno dei migliori giocatori di sempre nella storia dell’Uruguay. Quando si affronteranno Atletico e Villareal, la mente tornerà indietro nel tempo per ricordare le magie di quell’uruguagio con la chioma bionda che hanno incantato tutti.
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Calcio e dintorni
Torino, l’ex portiere è nella bufera: l’accaduto e le conseguenze!
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2 anni fa:
Aprile 14, 2022Vi ricordate di Lyn Gomis? Colui che si è fatto conoscere in Serie A per via del suo passato al Torino, sale alla ribalta della cronaca sportiva per un gesto davvero poco nobile.
Attualmente rientrante nella rosa del Genola, formazione appartenente alla seconda categoria piemontese, l’estremo difensore senegalese si è reso protagonista di un episodio riprovevole; nel corso della partita di campionato contro il Langa Calcio, disputata domenica, questi ha aggredito l’arbitro del match sia fisicamente, prendendolo per il collo, sia verbalmente, attraverso offese, esclamate sia in campo che negli spogliatoi. Questa condotta violenta gli è costata una lunghissima squalifica, che scadrà soltanto il 13 ottobre 2023. Di seguito, riportiamo il testo del comunicato, redatto dal Giudice Sportivo:
“Nello specifico, dopo la convalida della rete del 3 a 3, il portiere del Genola, Sig. Gomis Lys, raggiungeva di corsa l’arbitro che si dirigeva a centro campo e lo afferrava per il collo, provocandogli dolore, oltre ad insultarlo ripetutamente. Intervenivano in difesa del direttore di gara alcuni giocatori di ambo le compagini. Al termine della partita mentre l’arbitro raggiungeva gli spogliatoi scortato dai Dirigenti della squadra ospite nonché da giocatori di entrambe le Società, dopo aver subito ulteriore aggressione fisica da un altro tesserato del Genola, il Sig. Gomis continuava a insultarlo e minacciarlo, con una tale veemenza da indurlo a richiedere l’intervento di una volante dei Carabinieri, ai quali veniva esposto l’accaduto”
Dal canto proprio, il portiere non ci sta a subire questo contraccolpo, che, di fatto, potrebbe costringerlo a chiudere ingloriosamente la sua carriera, dati i suoi 32 anni d’età. Le parole, espresse a La Stampa, dichiarano un pronto ricorso, di concerto con la società. E la motivazione è semplice: in sedici anni di carriera, non si è mai reso protagonista di episodi come quello per cui è stato accusato e squalificato:
“I fatti non sono andati così. Con la società faremo presto ricorso. Non sono un violento. In 16 anni di carriera professionistica, non ho mai avuto e creato problemi”
Calcio e dintorni
Un Chelsea mondiale: dove sono finiti i Blues del 2012?
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2 anni fa:
Febbraio 12, 2022Oggi pomeriggio alle 17.30 il Chelsea affronta il Palmeiras nella finale della Coppa del Mondo per Club. Per la squadra londinese, vincitrice dell’ultima edizione di Champions League, è la seconda occasione nei suoi 117 anni di storia per sollevare il trofeo istituito nel 2000 dalla FIFA.
L’ultima partita giocata dai Blues in questo torneo risale al 2012. Gli allora Campioni d’Europa guidati da Rafa Benitez, subentrato all’esonerato Roberto Di Matteo, si arresero in finale contro il Corinthians a Yokohama. Il gol di Paolo Guerrero al 69° regalò ai Brasiliani la vittoria.
Oggi, dieci anni dopo quella deludente sconfitta, dove sono i giocatori di quel Chelsea?
Petr Čech nella sala dei bottoni
Nonostante la sconfitta in Coppa del Mondo, il leggendario portiere ceco aiutò il Chelsea a vincere l’Europa League quella stagione.
Dopo aver lasciato i Blues, Petr Čech chiuse la sua carriera all’Arsenal prima di tornare al Chelsea come membro dello staff tecnico di Frank Lampard.
Lampard durò un anno e mezzo sulla panchina della squadra londinese ma l’ex portiere rimane una figura molto importante al fianco della mano destra di Roman Abramovich, Marina Granovskaia.
Non solo calcio per Čech, dato che nell’ottobre 2019 ha giocato come portiere per i Guildford Phoenix, squadra di hockey su ghiaccio della quarta divisione del campionato hockeistico inglese.
Chelsea-Liverpool solo andata
Nonostante la sconfitta contro il Corinthians, per Frank Lampard la stagione 2012-2013 si concluse con un record positivo. Con il gol alla penultima giornata di campionato contro l’Aston Villa, Lampard diventò il miglior marcatore nella storia dei Blues.
L’ultima tappa prima del ritiro dello storico capitano inglese sarà al New York City FC prima di andare ad allenare il Derby County.
Dopo la brutta esperienza sulla panchina del Chelsea, Lampard è da qualche settimana l’allenatore dell’ Everton.
Last dance in Derby
Altro ex del Chelsea ora nello staff tecnico dell’ Everton è Ashley Cole. L’esterno inglese lascia il Chelsea nel 2014 per affrontare quella che si rivelerà essere una deludente esperienza con la maglia della Roma. Nel 2016 Cole vola in America e gioca con i Los Angeles Galaxy.
Prima di ritirarsi, il vecchio amico Lampard gli chiede una mano al Derby County e Ashley Cole si mette a disposizione per l’ultima danza della sua carriera da calciatore professionista.
Metà Niño, metà torero
Arrivato a Londra con tante aspettative, Fernando Torres non fu in grado di replicare le incredibili giocate con la maglia del Liverpool.
Nonostante questo El Niño contribuì con un gol alla vittoria nella finale di Europa League contro il Benfica prima di lasciare il Chelsea nell’estate del 2014 per andare al Milan.
En estos tiempos nada mejor que reflexionar con una buena lectura. Os recomiendo el libro de Antonio Sánchez-Migallón “Historias de un Mentor”, un caso real de acompañamiento a un joven para animarle en su crecimiento como persona. pic.twitter.com/DX2ovDOjtY
— Fernando Torres (@Torres) January 25, 2022
Prima del ritiro Torres ha giocato per qualche stagione nell’Atletico Madrid, la sua squadra del cuore, e ora allena il Juvenil A, l’Under-19 dei Colchoneros.
Hazard o Marin?
Non tutti i calciatori di quel Chelsea hanno appeso gli scarpini al chiodo.
Dopo aver segnato 110 gol in 353 partite con il Chelsea, Eden Hazard si trasferirà al Real Madrid. I vari infortuni hanno però reso l’avventura spagnola del belga un vero e proprio incubo fino a questo momento.
Altro giocatore ancora in attività, seppur lontano dai radar del calcio europeo, è Oscar.
Il brasiliano si presentò sul palcoscenico della Champions League con due gol contro la Juventus nel 2012.
Oscar diventa un perno del centrocampo di Mourinho ma l’arrivo di Conte nel 2016 lo mette ai margini del progetto e lo porta a trasferirsi in Cina allo Shangai Port con il quale ha giocato quasi 150 partite e vinto un campionato cinese.
Meteora di quel Chelsea fu Marko Marin. Arrivato dal Werder Brema con l’etichetta di “Messi Tedesco”, Marin deluse in Inghilterra e girò il Vecchio Continente in lungo e in largo come prestito.
Dopo un esperienza in Arabia Saudita, Marin gioca adesso a Budapest con il Ferencvaros.
Una colonna basca al Chelsea
Non tutti i calciatori di allora hanno lasciato il Chelsea. Chi è rimasto è Cesar Azpilicueta, che nel frattempo è diventato una colonna dei Blues giocando da jolly nella retroguardia.
Con la maglia del Chelsea Azpilicueta ha vinto di tutto e negli ultimi tre anni è stato il capitano della squadra della quale è diventato una colonna portante.
Adesso, con il contratto in scadenza questa estate, Cesar è in cerca della sua prossima avventura.
Calcio Internazionale
Il presidente del Lille rivela: “Un big può tornare da noi!”
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2 anni fa:
Dicembre 16, 2021L’avventura con la camiseta blanca di Eden Hazard stenta a decollare. Il classe 1991 è stato il colpo ad effetto dell’estate 2019 del Real Madrid, che intendeva far dimenticare la cessione di Ronaldo, avvenuta 12 mesi prima. Ma, di fatto, l’unica cosa in cui il belga ha sostituito il portoghese è il nome soprastante la maglia numero 7.
Complici gli infortuni, una forma fisica non sempre ottimale e l’esplosione dei due millenials brasiliani, Vinicius Jr e Rodrygo, Hazard è sempre più ai margini del progetto galáctico. Questi fattori lo hanno iscritto nella lista dei possibili partenti dalla Casa Blanca già a gennaio. La cifra richiesta è pari a 40 milioni; tuttavia, si può aprire anche al prestito.
In quest’ultimo senso, la suggestione dell’ultima ora porterebbe Hazard di nuovo dove tutto è incominciato. Al Lille del presidente Olivier Letang.
È AS a dare forma a tale ipotesi. Ipotesi suggestiva, il cui impulso deriva dall’intervista del presidente del club francese all’Equipe du Soir:
“Un ritorno di Hazard al Lille? Non è impossibile vederlo qui”, ha affermato Letang. “Può sembrare impossibile, ma non lo è. Ovviamente Hazard è un giocatore incredibile, con grandi qualità. In questo momento, è un giocatore del Real Madrid, ma in futuro le cose potrebbero cambiare“.
Affinché il trasferimento vada in porto, è necessario che i blancos abbassino le richieste. I 40 milioni di euro rappresentano una pretesa economica troppo elevata per le casse del club francese, pronto a perseguire anche la strada del prestito. A patto che Florentino Pérez sia disposto ad accettare di accollarsi grande parte di un lauto stipendio, di cui vorrebbe liberarsi.
Immagine in evidenza presa da Wikimedia Commons con diritti Google Creative Commons
Calcio Internazionale
Bayern Monaco, un ex portiere fa successo all’estero
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2 anni fa:
Dicembre 9, 2021Tutto inizia con la maglia del Bayern Monaco. Lukas Raeder, portiere tedesco classe 1993, viene aggregato alla squadra della Baviera a soli 19 anni. Per lui si prospetta un futuro da campione in Germania. Sulle orme di tanti altri illustri predecessori.
Tuttavia, la carriera di Raeder come portiere del Bayern Monaco, in realtà, non spicca mai. Un po’ per demeriti suoi. Un po’ perchè, nel 2012, quando Lukas Raeder approda ai bavaresi, in porta c’è già Manuel Neuer. Due anni alle spalle dell’attuale portiere del Bayern Monaco sono stati duri da sostenere, per un giovanissimo prospetto che vuole dimostrare il suo valore. E così, nell’estate del 2014, Raeder va via a parametro zero dal Bayern Monaco e dalla Germania. Destinazione Portogallo.
Il Vitória Setúbal è la sua seconda squadra, ma anche con i portoghesi il minutaggio scarseggia. Totalizza solo 27 gare in tre stagioni. Per cui il percorso di Raeder è costretto a proseguire in Inghilterra con la maglia del Bradford City, prima di fare rientro in patria, nelle serie minori: ad attenderlo si presentano in ordine di tempo il Rot-Wein Essen e il Lubecca.
Ora il suo presente si chiama Lokomotiv Plovdiv, squadra appartenente al massimo campionato bulgaro. A 27 anni, Raeder ha ancora voglia di mettersi in mostra e di sognare le competizioni europee. Il terzo posto in campionato, infatti, garantisce la possibilità di arrivare in Conference League. Tuttavia, al di là delle soddisfazioni che può regalare il rettangolo verde, è al di fuori del campo che Raeder ottiene il successo maggiore.
Unico calciatore tedesco in Bulgaria e con la fama di calciatore che ha annusato grandi palcoscenici, il tedesco è diventato una vera e propria star. Come, del resto, lo dimostra questa dichiarazione.
“Come portiere tedesco, sono molto concentrato sulla Bulgaria. I portieri tedeschi hanno una reputazione particolarmente buona qui ed è per questo che ricevo molta attenzione. Mi parlano spesso in tedesco gli avversari o anche i tassisti. Il Bayern è totalmente presente qui e spesso me lo chiedono. Abbiamo uno o due tifosi del Bayern nella squadra e anche nella dirigenza.Tutti qui conoscono ‘Mia san mia‘ “.
Immagine in evidenza presa da pixabay con diritti Google Creative Commons
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