Tra i tanti derby che dividono quotidianamente la città di Londra, nessuno può vagamente avvicinarsi al palmarès complessivo esibito da Arsenal e Chelsea. Nel secolo scorso il predominio cittadino dei Gunners non è praticamente mai stato messo in discussione. Ma negli ultimi 20 anni la situazione è radicalmente cambiata. Come tutti sapranno, l’avvento di Roman Abramovic alla presidenza dei Blues nel 2003 ha rappresentato un punto di rottura. Non solo nella storia del club, divenuto rapidamente uno dei colossi del calcio mondiale. Ma anche dell’intero campionato inglese: il magnate russo ha gettato le basi per la futura “invasione” di capitali stranieri in Premier League.
Da quel momento in poi, l’Arsenal ha trovato un avversario di pari livello, se non addirittura superiore. Il tutto ha dato vita ad una feroce rivalità, che si è nutrita di personalità di livello a rappresentarla (Mourinho e Wenger su tutti). Ma questa opposizione non ha impedito ai due club di fare affari spesso e volentieri. Ultima dimostrazione, in ordine di tempo, il trasferimento di Jorginho da Stamford Bridge all’Emirates Stadium.
Il regista della nazionale italiana diventa addirittura il tredicesimo calciatore a vestire entrambe le maglie dal 2000 in avanti. Andiamo a scoprire gli altri nomi!
EMMANUEL PETIT
Il capostipite di questa tribù è Emmanuel Petit, approdato al Chelsea nel 2001 dopo una tribolata stagione con il Barcellona. Gli anni migliori li aveva tuttavia già trascorsi con la maglia dell’Arsenal, dal 1997 al 2000, quando era rapidamente diventato uno dei pilastri della squadra di Wenger, capace di aggiudicarsi uno storico double (Premier League ed FA Cup) nel 1998. All’allenatore alsaziano, Petit deve praticamente tutto, a partire dall’esordio tra i professionisti nel Monaco (c’era lo stesso Wenger in panchina) fino alla definitiva consacrazione a livello internazionale. È proprio negli anni londinesi infatti che il centrocampista transalpino si afferma come titolare indiscusso della nazionale francese, con cui si aggiudica da protagonista il Mondiale casalingo del 1998 (seguirà poi l’Europeo del 2000, vissuto questa volta da comprimario). Con i Blues, in età avanzata e con reiterati problemi fisici, trascorrerà 3 anni crepuscolari, ritirandosi definitivamente nel 2004.
ASHLEY COLE
Nonostante sia stato uno dei terzini più forti che l’Inghilterra abbia mai prodotto, dalle parti del Nord di Londra, Ashley Cole simboleggia tuttora il traditore calcistico per antonomasia. La dinamica è alquanto semplice: cresciuto nelle giovanili dell’Arsenal, entra rapidamente in prima squadra, trasformandosi da bambino prodigio a colonna insostituibile degli Invincibili (i Gunners nel 2004 si aggiudicano il titolo senza perdere neanche una partita).
Nel 2006 tuttavia, Cole non resiste al fascino dello scintillante Chelsea di Mourinho, che nei due anni precedenti aveva cannibalizzato la Premier League con punteggi da record. Col trasferimento agli odiati rivali in maglia blu, oltre a un soprannome dal significato inequivocabile (“Cashley“) appioppatogli dai suoi vecchi tifosi, Cole si aggiudicherà praticamente tutti i trofei a propria disposizione. Tra cui quella Champions League sfuggitagli clamorosamente nella sua ultima partita con la maglia dell’Arsenal.
WILLIAM GALLAS
Difensore estremamente completo e duttile, la sua storia si interseca con quella del già citato “Cashley” Cole. Gallas è stato, infatti, la contropartita tecnica offerta dal Chelsea per aggiudicarsi il terzino inglese, in uno scambio che infiammò l’estate calcistica del 2006. Dopo 5 stagioni ad altissimi livelli agli ordini di Ranieri prima e Mourinho poi, il centrale francese indossò per 4 anni la maglia dell’Arsenal, di cui fu anche capitano dopo la partenza di Titì Henry, garantendo un ottimo rendimento anche in età avanzata.
LASSANA DIARRA
Considerato in gioventù come uno dei potenziali eredi di un gigante quale Claude Makélélé, la carriera di Lassana Diarra ha avuto sviluppi ben differenti da quelli previsti quando, appena ventenne, approdò al Chelsea nel 2005. Dopo due stagioni con scarso minutaggio, si accasò all’Arsenal, aggiungendosi alla lunghissima lista dei mediani francesi portati a Londra da Wenger. Il quale, tuttavia, gli concesse appena una decina di presenze prima di lasciarlo partire in prestito al Portsmouth senza troppi rimpianti, dopo appena 6 mesi.
NICOLAS ANELKA
Non c’è molto da stupirsi nel trovare Anelka su questo elenco, vista l’incredibile quantità di squadre in cui egli ha militato nella sua lunga carriera. Seconda punta estrosa e dalla testa calda, fu (tanto per cambiare) Wenger a portare il 18enne attaccante all’Arsenal nell’inverno del 1997. Nella sua ultima stagione coi Gunners, nel 1998-99, si consacra segnando 17 reti in campionato.
Per vederlo nuovamente a un livello simile bisognerà aspettare 10 anni esatti, quando. Questa volta con la maglia del Chelsea, i suoi 19 gol gli garantiranno la palma di capocannoniere della Premier League. Nel mezzo, tante maglie diverse, altrettanto talento sprecato, e una quantità ancora maggiore di rimpianti (su tutti, il rigore decisivo paratogli da Van Der Sar nella finale di Champions del 2008).
YOSSI BENAYOUN
Ritenuto da molti addetti ai lavori come uno dei migliori giocatori israeliani di sempre, Benayoun non entra di certo nella hall of fame né del Chelsea (in cui ha militato nel 2010-11 e per i primi 6 mesi del 2013), né dell’Arsenal (dove è arrivato in prestito dai Blues nel 2011-12). In quasi un decennio ha indossato anche le maglie di West Ham, Liverpool e QPR.
CESC FÀBREGAS
Se escludiamo Ashley Cole, Cesc Fàbregas è stato senza dubbio il giocatore criticato più ferocemente per il proprio trasferimento al Chelsea. E come poteva essere altrimenti, dopo che per tanti anni lo spagnolo aveva ammaliato ogni singolo tifoso dei Gunners, in virtù di una classe cristallina che ben pochi avevano mostrato prima di lui da quelle parti?
Già da teenager è uno dei migliori centrocampisti al mondo. Tra il 2004 e il 2011, nella fase di transizione dall’epopea degli Invincibili a quella degli ultimi anni di Wenger in panchina, diventa a pieno titolo una vera e propria leggenda dell’Arsenal. Ottenendo la fascia di capitano da appena 21enne. Dopo 3 stagioni nel “suo” Barcellona tra luci ed ombre, arriverà il contestatissimo ritorno in Inghilterra, al servizio dei Blues, in cui disputerà le ultime stagioni di alto profilo della propria decoratissima carriera. Condite da 2 titoli di Premier League.
PETR CECH
Aver giocato nella stessa era di mostri sacri come Buffon e Casillas, e il non aver fatto parte di una nazionale competitiva come Italia e Spagna, ha sicuramente svolto un ruolo rilevante nella legacy di Petr Cech, mai abbastanza celebrato, pur essendo uno dei migliori portieri degli ultimi 30 anni.
Sbarcato in Inghilterra nel 2004, in 11 stagioni nel Chelsea stabilisce una quantità spaventosa di record di imbattibilità, in virtù di una continuità di rendimento impressionante, che non accenna a calare neanche dopo il tremendo infortunio al cranio che lo costringerà a giocare per sempre con un iconico caschetto protettivo. Coi Blues fa un’abbuffata di trofei, tra cui la Champions League del 2012, eroe assoluto della finale contro il Bayern Monaco. Messo ai margini dall’emergente Courtois, mette la propria esperienza al servizio dell’Arsenal nel 2015. Si ritirerà nel 2019 dopo la finale di Europa League persa proprio contro il Chelsea.
OLIVIER GIROUD
Attuale numero 9 del Milan, nella sua lunga esperienza londinese Olivier Giroud vanta oltre 100 gol con la maglia dell’Arsenal dal 2012 al 2018. Numeri che non gli hanno garantito, però, l’apprezzamento unanime da parte della tifoseria dei Gunners. Da imputare soprattutto al pesante clima di contestazione verso il club in quel periodo. Seppur con un minutaggio minore rispetto a prima, il centravanti francese si è tuttavia tolto non poche soddisfazioni con la maglia del Chelsea nei 4 anni successivi, scanditi dalle medaglie d’oro dell’Europa League del 2019 (capocannoniere della manifestazione con 11 gol, di cui 2 nella finalissima) e della Champions League del 2021 (miglior marcatore dei Blues con 6 reti, pur non essendo neanche titolare).
DAVID LUIZ
Sono passati quasi dieci anni da quando David Luiz, nell’estate 2014, diventò il difensore più costoso della storia del calcio. Tanto che il Chelsea guadagnò circa 50 milioni di euro dalla sua cessione al PSG. Il centrale brasiliano era reduce 3 ottime stagioni con i Blues, culminate con le vittorie in Champions ed Europa League. Eppure, fin dagli albori della propria carriera, David Luiz era sempre stato soggetto a dei cali di tensione letali per un giocatore del suo ruolo. Spesso e volentieri traducibili in imbarazzanti amnesie difensive. A farne le spese come pochi altri sono stati i tifosi dell’Arsenal, squadra in cui Luiz ha militato nel 2019-20.
Arrivato, ormai 32enne, dal Chelsea, dove era tornato dopo due fallimentari stagioni all’ombra della Tour Eiffel, il carioca ha sciorinato una serie di prestazioni estremamente insufficienti, che hanno decretato la fine della sua pluridecennale esperienza nel calcio europeo.
WILLIAN
Dopo David Luiz, ecco un altro capelluto brasiliano, la cui parabola ricorda non poco quella del suo connazionale. Per 7 anni Willian è stato il “dodicesimo uomo” del Chelsea. Un giocatore spettacolare e bello da vedere, ma al tempo stesso estremamente utile e in grado di sacrificarsi per la causa. A tal punto da guadagnarsi la stima di un guru dell’abnegazione e della fatica come Antonio Conte.
Tuttavia, la versione ammirata all’Emirates Stadium nel 2020-21, sua unica stagione con la maglia dell’Arsenal, è stata semplicemente quanto di più lontano dall’identikit descritto sopra. Svogliato, spento, fuori forma, a tratti sovrappeso. Forse l’ultimo grosso buco nell’acqua sul mercato da parte dei Gunners, prima dell’imperiosa rinascita concretizzatasi nelle ultime due stagioni.
PIERRE-EMERICK AUBAMEYANG
Otto anni dopo Fàbregas, ecco un altro ex-capitano dell’Arsenal trasferitosi a Stamford Bridge, con il Barcellona a fare da tappa intermedia. Dopo appena 6 mesi trascorsi in Catalogna, Aubameyang è tornato in Inghilterra durante la scorsa finestra di mercato estivo, accasandosi al Chelsea.
I Blues, col ritorno di Lukaku all’Inter, hanno disperatamente bisogno di un centravanti che abbia già dimostrato di sapersi destreggiare in Premier League. Quello del gabonese, capocannoniere del campionato 2018-19, è sembrato subito il profilo ideale. Nel North London Auba ha infatti messo a segno quasi 100 reti in 4 anni, prima che i dissidi con Mikel Arteta (che lo ha privato della fascia di capitano) decretassero la definitiva rottura con il club. Attualmente dunque, in un’annata estremamente turbolenta per il Chelsea, Aubameyang ha segnato appena 3 gol, mentre la sua vecchia squadra è saldamente prima in classifica.