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Come sta nascendo il Chelsea di Frank Lampard Numero Diez

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Come sta nascendo il Chelsea di Frank Lampard

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Il primo anno di Frank Lampard sulla panchina del Chelsea si è concluso, tra alti e bassi, con il sorriso. La finale di FA Cup, seppur persa, e il piazzamento tra le fab four di Premier League sono due importanti punti di partenza per una squadra giovane che, tra tante difficoltà, è riuscita a portare a casa risultati e a mostrare una chiara identità. Pur alle prime esperienze da manager, Lampard ha dimostrato di avere le idee chiare.

LA GRANDE SCOMMESSA

La stagione dei blues era partita sotto auspici non esattamente ben auguranti. Al principio della scorsa estate, il Chelsea si era dovuto liberare di due certezze (risultati e numeri alla mano) del proprio organico. Il primo a salutare è stato Maurizio Sarri, che in una stagione pur tribolata era riuscito a conquistare l’Europa League e un importante 3° posto. Dopodiché è stato il turno di Eden Hazard che, dopo aver disputato la sua miglior stagione in maglia blu, ha coronato il suo sogno – mai nascosto – di giocare nel Real Madrid. A raccogliere questa pesante eredità sono state due grandi scommesse come Frank Lampard Christian Pulisic. Un allenatore alla sua prima grande occasione dopo un solo anno sulla panchina del Derby County (condotto fino alla finale dei playoff promozione, persa poi contro l’Aston Villa) e un esterno 21enne di belle speranze arrivato dal Borussia Dortmund per ben 64 milioni di euro, che gli è valsa l’etichetta di terzo acquisto più oneroso della storia del club.

Fonte: profilo Twitter @goal

A rendere più ostico il percorso ha inciso il blocco del mercato per la sessione estiva e di gennaio, imposto dall’UEFA per irregolarità nel trasferimento di calciatori minorenni. In summa, Lampard si è visto affidare il compito di fornire una nuova identità ad una squadra con un imprinting già ben definito, privato del proprio miglior giocatore e senza la possibilità di poter acquistare giocatori per alzare il livello della rosa. A differenza di alcuni suoi predecessori, che per alzare titoli avevano messo da parte alcuni elementi più acerbi, l’ex leggenda dei blues ha dovuto quindi valorizzare diversi giocatori tornati alla base dopo esperienze in prestito.

Tra gli elementi tornati alla base perché fuori dai progetti precedenti, Lampard ha, ad esempio, deciso di rilanciare Zouma dopo due stagioni altalenanti con Stoke City ed Everton. Dopodiché ha messo al centro del progetto due giovani già allenati con il Derby, Tomori e soprattutto Mount, già in orbita nazionale maggiore durante la scorsa stagione.

In attacco, con Higuaín tornato alla Juve, ha scommesso sulla freschezza di Tammy Abraham, reduce dai 26 gol segnati durante la stagione in prestito all’Aston Villa. Poi tanta esperienza, tra Marcos Alonso, Rudiger, Kanté, Jorginho, Willian e Giroud. Tanti elementi di assoluto valore ma da ricollocare in un nuovo progetto tecnico (il terzo in 4 anni).

IL PERCORSO

La stagione del Chelsea, certamente per i motivi legati alla rivoluzione estiva e all’età media del gruppo, è stata tortuosa e piena di alti e bassi. A vittorie entusiasmanti sono seguiti dei crolli inspiegabili. Il periodo post-lockdown, naturalmente, ha accentuato i limiti di singoli e collettivo attraverso impegni ravvicinati e rotazioni obbligate.

Il percorso dei blues è iniziato con due dolorose sconfitte che, però, già lasciavano intravedere i comandamenti della filosofia di Lampard, con i suoi pregi e i suoi difetti. Dopo la rovinosa sconfitta contro il Manchester United, un 4-0 maturato tirando 7 volte nello specchio contro 5, e la Supercoppa Europea persa ai rigori contro il Liverpool, i londinesi sono riusciti a portare avanti la loro identità col supporto dei risultati, seppur discontinui e al costo di tanti gol subiti. A dare una mano ci hanno pensato quelle che, almeno sulla carta, avrebbero dovuto essere le dirette concorrenti per i posti Champions. L’Arsenal di Emery è naufragato insieme al Tottenham di Pochettino, portando ai rispettivi esoneri. Il Manchester United, apparentemente avanti anni luce dopo quel 4-0, ha dovuto far fronte ad infortuni (Pogba, su tutti) e incertezze tattiche.

La classifica alla 12ª giornata (Fonte: transfermarkt.it)

Alla 12ª giornata, il Chelsea poteva già vantare 9 punti di distacco sul 5° posto (occupato dallo Sheffield), 10 punti di vantaggio sul Manchester United e 12 punti di vantaggio sul Tottenham.

Da lì la stagione del Chelsea ha assunto la forma delle montagne russe. Vittorie contro Arsenal, Tottenham e Manchester City rovinate da sconfitte contro West Ham, Bournemouth, Southampton, Newcastle e, nuovamente, Manchester United. I Red Devils, grazie all’esplosione di Greenwood, all’arrivo di Bruno Fernandes e al ritorno di Pogba hanno carburato fino ad azzerare il distacco dalla squadra di Lampard e ad effettuare il sorpasso in classifica. Il Chelsea, peraltro, ha anche beneficiato del crollo del Leicester che, privato di quattro uomini chiave (Soyunçu, Ricardo Pereira, Chilwell e Maddison) nel momento clou della stagione, ha vinto 3 delle ultime 14 partite di campionato ed è scivolato dal 3° al 5° posto.

Un Chelsea, dunque, che deve guardare con entusiasmo alla classifica e al proprio futuro con Lampard. Sarà allo stesso tempo necessario prendere consapevolezza dei limiti evidenziati ed effettuare i giusti cambiamenti per provare ad eliminarli.

IDENTITÀ E FLESSIBILITÀ

Che impressione ha lasciato, finora, il Lampard allenatore? Sin dalle amichevoli estive, l’ex leggenda dei blues ha lasciato intendere di volere una squadra aggressiva e propositiva. Inizialmente questa mentalità si è tradotta in un approccio che ha mostrato alcune lacune. In particolar modo nelle amichevoli estive e in alcune delle prime uscite ufficiali, la difesa non si era dimostrata in grado di supportare il pressing alto: rimanendo bassa, lasciava delle voragini in mezzo al campo.

Un estratto della prima partita in Premier League del Chelsea. La squadra di Lampard, in una situazione di punteggio ancora ampiamente recuperabile, porta quasi tutti i suoi uomini nei pressi dell’area: si crea una voragine in mezzo al campo con la difesa che, molto bassa, indietreggia durante il contropiede dei Red Devils. Durante il match la squadra di Lampard ha anche avuto diverse difficoltà nel gestire i lanci lunghi degli avversari, non riuscendo ad effettuare la trappola del fuorigioco. (Fonte: canale YouTube del Manchester United)

Il pressing alto rimane ancora oggi uno dei mantra del gioco del Chelsea. Col tempo, seppur in maniera discontinua, i blues hanno trovato un loro equilibrio, minato anche dal periodo post-lockdown che ha accentuato difficoltà fisiche e mentali.

In fase offensiva gli esterni sono chiamati ad una doppia funzione. Al di là della ricerca del fondo campo, devono essere bravi ad accentrarsi per favorire le sovrapposizioni dei terzini. È anche in quest’ottica che si devono leggere l’acquisto di Ziyech e l’interessamento nei confronti di Havertz: entrambi nascono come trequartisti, possono giocare all’occorrenza in mezzo al campo e, soprattutto, sono stati spesso impiegati come esterni a destra per poter rientrare sul piede mancino, il loro preferito. Profili simili a quello di Mason Mount, ragazzo a cui Lampard non ha quasi mai rinunciato e che ha impiegato praticamente in tutti i ruoli dalla metà campo in avanti.

Un estratto del match vinto dal Chelsea contro il Manchester United in FA Cup. Ultimamente Lampard ha utilizzato spesso la difesa a tre: con questo schieramento si creano con maggiore frequenza situazioni come questa, in cui l’esterno del tridente (in questo caso Willian) si accentra e favorisce l’avanzata del terzo centrale di destra (Azpilicueta, che in questo caso è andato al cross) e lascia molto spazio all’esterno/terzino (in questo caso James). Ovviamente, con la presenza di un centravanti fisico come Giroud (o Abraham) non mancano anche i cross diretti provenienti dalle ali del tridente. (Fonte: canale YouTube dell’Emirates FA Cup)

Vuoi per la duttilità degli elementi in rosa, vuoi per i tanti impegni e le rotazioni imposte dal periodo post-lockdown, Lampard ha già dimostrato di sapersi destreggiare tra moduli diversi. Gli schieramenti senza dubbio più utilizzati sono il 4-3-3 ereditato da Sarri, con Jorginho davanti alla difesa e Kanté nelle vesti di mezz’ala, e il 4-2-3-1. Soprattutto nelle ultime settimane, ha anche adottato il 3-4-3, schieramento che gli ha consentito di aumentare l’equilibrio, l’occupazione del campo in ampiezza e lunghezza, e di sfruttare le caratteristiche di alcuni singoli (come Marcos Alonso, esploso alla Fiorentina con una difesa a tre alle sue spalle). Con questo schieramento, il Chelsea ha fornito due delle sue migliori prestazioni stagionali, contro Manchester United (semifinale di FA Cup) e Wolverhampton (ultima di campionato).

Che conclusioni trarre? Per giudicare Lampard, inevitabilmente, dovremo aspettare ancora diversi anni. Oltre a parlare di risultati si dovrà capire che tipo di allenatore vorrà diventare, ovvero capire se rimarrà ancorato a dei principi immutabili o se sarà in grado di scendere a compromessi in base agli avversari. Ancora non abbiamo visto un Chelsea totalmente plasmato secondo i suoi dettami, ma i primi squilli sul mercato lasciano pensare che, la prossima stagione, la squadra avrà uomini di livello con caratteristiche funzionali alla sua filosofia.

(Fonte immagine in evidenza: profilo Twitter @ChelseaFC)

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Calcio Internazionale

Xabi Alonso sempre più vicino alla permanenza al Leverkusen: niente Bayern Monaco e Liverpool

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xabi alonso

XABI ALONSO – In Germania c’è una squadra che sta per spezzare l’egemonia degli ultimi anni del Bayern Monaco. Si tratta del Bayer Leverkusen dell’ex bavarese Xabi Alonso, che si trova al primo posto in classifica a +10 proprio dal Bayern secondo. Quando mancano soltanto otto giornate al termine del campionato, la Bundesliga sembra ormai nelle mani dei rossoneri.

Il Bayern Monaco, che in estate si separerà da Thomas Tuchel, è alla ricerca di un allenatore per la prossima stagione, e tra i nomi che circolano uno dei più insistenti è proprio quello di Xabi Alonso, che però è legato fino al 2026 con il Leverkusen, che non sembra avere alcuna intenzione di liberarlo in direzione Monaco di Baveria.

LE PAROLE DI HOENESS SU XABI ALONSO

Intervenuto ai microfoni di Das Erste, il presidente onorario del Bayern Monaco Uli Hoeness è intervenuto proprio sull’argomento, mostrandosi molto pessimista sul possibile approdo in panchina del tecnico spagnolo nella prossima stagione. Di seguito, le sue dichiarazioni: “La vedo molto dura prendere Xabi Alonso, per non dire impossibile. Credo resti al Leverkusen“.

ANCHE IL LIVERPOOL VA OLTRE E PENSA AD AMORIM

Oltre al Bayern Monaco, anche il Liverpool – che in estate saluterà Jurgen Klopp – è una delle squadre più interessate a Xabi Alonso. A questo punto però, viste anche le dichiarazioni di Hoeness, i due club dovranno con ogni probabilità virare su altri profili. Per la panchina degli inglesi, in questo momento, il nome più caldo sembrerebbe essere quello dell’attuale tecnico dello Sporting Lisbona Ruben Amorim.

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Chi è Cavan Sullivan, la stellina del calcio USA già nell’orbita del Manchester City

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CHI È CAVAN SULLIVAN – Pensate, a malapena 14 anni, ritrovarvi già sui media calcistici, oltre ad essere in orbita Manchester City, club che al momento domina i riflettori europei. Questo è il mondo di Cavan Sullivan, talento classe 2009 dei Philadelphia Union, che ha esordito con tanto di assist in MLS Next pro. Ormai nel calcio la ricerca del talento parte da età sempre più basse, soprattutto nei campionati esteri, dove i giovani talenti che impressionano gli scout vengono convinti a firmare, o corteggiati, già giovanissimi. Un esempio può essere l’acquisto di Paez da parte del Chelsea, nella scorsa stagione. Ora è invece il turno di Sullivan, trequartista di pura classe che ha addosso gli occhi della migliore squadra del miglior campionato al mondo: la Premier League. 

DAGLI USA ALL’INGHILTERRA

Proprio con la costante scoperta e crescita di talenti sempre più giovani, non è facile impressionare. Eppure, nessuno può evitare di guardare un quattordicenne che, all’esordio coi grandi, si iscrive addirittura al tabellino degli assistman. Parliamo comunque di un giocatore che fa parte della Philadelphia Union Academy da quando ha a malapena 11 anni. Alto 1,58 e in possesso di doppia nazionalità (Americano e tedesco), Sullivan ha fatto parlare di sè con un’etichetta pesantissima. La definizione di ‘nuovo Messi‘ è ovviamente prematura, eppure il talento è cristallino ed innegabile.

Del resto, il Manchester City sembra avere già accordo con società e giocatore, mancano soltanto le firme di rito. Le regole sui trasferimenti e sul lavoro minorile non permetteranno comunque al ragazzo di raggiungere i Citiziens prima dei 18 anni. Per propiziarne il percorso di crescita, la decisione comune tra le società è di tenerlo in patria, dove arriverà ad esordire in MLS. Dopodichè potrà partire per l’Europa. Sicuramente il nome di Cavan Sullivan è destinato a catturare sempre di più l’attenzione nel corso degli anni, anche perchè prima di raggiungere il nostro calcio bisognerà attendere ancora qualche anno.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Parlando di un giocatore molto giovane, è difficile darne un quadro generale completo. Nonostante ciò si può tranquillamente asserire che stiamo per vedere un talento innato dal punto di vista tecnico. L’obiettivo sarà quello di sgrezzarsi nei prossimi anni a livello tattico, affrontando gradualmente un calcio più fisico. Il piede è il mancino, proprio come quel fenomeno generazionale che ha portato ad un altro livell0 il numero 10, che ora milita proprio in MLS all’Inter Miami: Lionel Messi. Sullivan dà la sensazione di poter essere un giocatore abile nello stretto e palla al piede, veloce e tecnicamente impeccabile. Ma solo il tempo potrà dirci dove può arrivare questo ragazzo.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG Cavan Sullivan

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Bundesliga

Infortunio al ginocchio per Bensebaini in Nazionale: il Dortmund lo perde fino a fine stagione

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Ramy Bensebaini, giocatore del Borussia Dortmund e Randal Kolo Muani, giocatore del PSG, Champions League

Il Borussia Dortmund sarà impegnato in un finale di stagione di fuoco. In Bundesliga si trova attualmente al quarto posto della classifica, ma con la qualificazione in Champions League ancora in bilico. Per quanto riguarda invece la Champions, i gialloneri sfideranno l’Atletico Madrid per guadagnarsi un posto in semifinale, traguardo che manca dalla stagione 2012/13 (in quel caso fu finale contro il Bayern Monaco). Il Borussia Dortmund ha però perso un giocatore fondamentale per lo scacchiere di Terzic: Ramy Bensebaini resterà infatti fuori fino al termine della stagione, saltando tutti gli impegni nazionali e internazionali.

IL RENDIMENTO DI BENSEBAINI IN QUESTA STAGIONE

Il terzino sinistro algerino Bensebaini ha giocato 17 partite in Bundesliga in questa stagione, di cui 11 dal primo minuto. Una stagione non esattamente da ricordare quella dell’ex laterale del Borussia Mönchengladbach, visto che adesso dovrà rimanere ai box a lungo. Come riportato da TMW, Bensebaini ha riportato un infortunio al legamento collaterale mediale del ginocchio e ha finito in anticipo la stagione, anche se è riuscito a evitare l’operazione. L’infortunio è arrivato nella sfida amichevole giocata tra la sua Algeria e la Bolivia. Ennesimo infortunio dunque causato dalla sosta per le Nazionali, che ha creato problemi in tutto il mondo, non solo in Italia.

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Calcio Internazionale

Chi è Mateo Joseph, il talentino del Leeds decisivo con la Spagna U21

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Madueke, gioocatore del Chelsea, e Mateo Joseph, giocatore del Leeds United, Premier League

CHI È MATEO JOSEPH – Non è una rarità ormai assistere a casi come quello di Jamal Musiala, che dopo aver effettuato la trafila delle nazionali giovanili dell’Inghilterra (ossia il luogo dov’è cresciuto), ha deciso di intraprendere la propria carriera internazionale vestendo la maglia della Germania, sua terra natale. Seppur in misura minore, è ciò che è successo anche a Mateo Joseph Fernández-Regatillo, ventenne attaccante del Leeds United.

TRA SPAGNA E INGHILTERRA

Nato a Santander nell’ottobre del 2003, Mateo Joseph è dunque di nazionalità spagnola, ma il cognome del padre ne tradisce le origini inglesi, che sarebbero inevitabilmente tornate a bussare alle sue porte qualche anno più tardi. Dopo essersi formato nelle giovanili del Racing Santander prima, e dell’Espanyol poi, ecco il richiamo della foresta: a portarlo oltremanica è stato infatti il Leeds United nel gennaio 2022.

Nei successivi due anni, Joseph avrebbe proseguito il proprio stage nell’Under 21 dei Peacocks, mettendosi in mostra come attaccante un po’ atipico; i suoi 180 centimetri forse non sono tantissimi per essere un centravanti, tant’è che predilige soprattutto calpestare le zolle del mezzo spazio di sinistra per poi venire a giocare in posizioni più centrali. La convocazione dell’Inghilterra U20 non tarda ad arrivare, e il giovane puntero riesce anche a ritagliarsi un piccolo spazio durante lo scorso Mondiale della sopracitata categoria. Il ct Ian Foster lo impiega però come esterno sinistro nel proprio tridente, e l’avventura dei Tre Leoni si interrompe precocemente agli ottavi di finale contro l’Italia di Casadei.

IL DEBUTTO CON LE FURIE ROSSE

I tempi intanto sono ormai maturi per il debutto in prima squadra, seppur sul palcoscenico minore della Championship; Joseph però, in un Leeds che stradomina il campionato insieme al Leicester, non riesce ad accumulare abbastanza minuti, restando dunque a secco di gol. Per sbloccarsi sceglie dunque un’occasione speciale: gli ottavi di finale di FA Cup in casa del Chelsea, in cui mette a segno una doppietta che non basta per avere la meglio sui Blues, salvati da un gol allo scadere di Gallagher.

Sono a tutti gli effetti le sue due prime reti da professionista, ed è forse grazie alla notte di Stamford Bridge che la Spagna U21 lo ha convocato nell’ultima pausa per le nazionali; Joseph ha dunque deciso di accettare la chiamata delle Furie Rosse, che annovera ragazzi del calibro di Fermin Lopez Pablo Barrios, debuttando da subentrato nell’amichevole persa contro la Slovacchia. Poco male, perchè nel match successivo contro il Belgio, valido per le qualificazioni al prossimo Europeo U21, ha firmato il gol vittoria all’88’, dopo essere sceso in campo appena 5 minuti prima. Come inizio poteva andare decisamente peggio…

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