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Do you speak italian Roman? Sarri è il nuovo volto del Chelsea

Calcio e dintorni

Il Chelsea ha scelto Sarri: l’ultimo amore italiano di Roman Abramovic

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Il dado è tratto, Maurizio Sarri sarà il prossimo allenatore del Chelsea, con il quale ha firmato un contratto di due anni con opzione per il terzo in base ai risultati che il tecnico  raggiungerà entro il 2020. Il nativo di Napoli, ma cresciuto presso Arezzo, dove si è formato dal punto di vista culturale e calcistico, è il sesto italiano prescelto dal patron dei Blues Abramovic per guidare la squadra londinese, dopo che su quella panchina si sono già seduti Vialli, Ranieri, Ancelotti, Di Matteo e Conte.

Un classico – verrebbe da dire – per il club inglese e per i suoi tifosi che, così come il loro presidente, hanno già mostrato molta ammirazione nei confronti dei manager italiani, nonostante il gioco espresso sia di gran lunga meno accesso e veloce di quello che  siamo abituati a vedere sui campi della Premier League, ma molto più concentrato sulla diposizione tattica dei giocatori e sullo studio dell’avversario.  Una tradizione, quella di ingaggiare allenatori nostrani in Inghilterra, piuttosto recente che sta prendendo piede e non riguarda esclusivamente la squadra di Londra. Basti pensare all’esperienza di Gianfranco Zola sulle panchine di West Ham e Watford, società che nel recente passato ha deciso di affidare le redini degli Hornets nelle mani di Walter Mazzari. Come dimenticare poi l’avventura di Paolo Di Canio alla corte del Sunderland, di cui i tifosi ricordano più le pazze esultanze che il bel gioco o i risultati, per arrivare infine a Francesco Guidolin, per un anno allenatore dello Swansea City. Perciò da ciò che si evince dall’ultimo ventennio le dirigenze britanniche hanno sempre di più un occhio di riguardo nei confronti del nostro campionato, che nonostante a volte non brilli per  spettacolarità rimane sempre una grande vetrina per i nostri allenatori, chiamati spesso all’estero per fare il salto di qualità.

RIVOLUZIONE TATTICA

Da sempre la Premier League è un campionato in cui non si presta molta attenzione ai moduli o alla predisposizione tattica, ma si pensa maggiormente a giocarsela a viso aperto anche contro gli avversari più forti e attrezzati, sfruttando gli spazi e la velocità per segnare sempre un gol in più dei rivali. Una mentalità radicata ormai da tempo quella inglese, le cui  tifoserie preferiscono il bel gioco e lo spettacolo a partite stagnanti in cui predomina il possesso palla o la difesa. Nonostante ciò anche i britannici sanno bene che l’importante è vincere e quindi a volte non disdegnano un gioco meno votato all’attacco ma con maggiore equilibrio, che può portare a dei trionfi. Questo concetto è stato pienamente preso in considerazione da Roman Abramovic, il proprietario del Chelsea, che infatti negli ultimi anni ha sempre puntato su diversi allenatori in grado di far esprimere un gioco meno spumeggiante ma più concreto, con gli ingredienti giusti per vincere anche in campo internazionale. Tra questi i più importanti, oltre al profeta di Setùbal José Mourinho, sono stati Carlo Ancelotti, Claudio Ranieri e Antonio Conte, tutti italiani e in grado di esprimere quella mentalità vincente per dominare anche in territorio anglosassone.

Come spiegato in diversi articoli dalle testate giornalistiche“The Guardian” e “The Sun”, i manager della nostra penisola danno un’impronta diversa alle squadre che allenano, modellandole in maniera da vanificare le capacità dell’avversario, sfruttando al massimo le sue disattenzioni e la bravura dei  giocatori dotati di tecnica più sopraffina e in grado di saltare l’uomo con grande frequenza. Sono capaci  di inculcare una mentalità nuova nei calciatori, che si basa sulla solidità difensiva in campo e sulla preparazione dal punto di vista tattico della partita. Queste caratteristiche hanno reso celebri in Inghilterra molti degli allenatori che sono approdati in Premier League, anche nelle squadre della parte destra della classifica, come Guidolin, in grado di condurre lo Swansea alla salvezza o come il capolavoro targato Claudio Ranieri con il Leicester nel 2016. Non sempre però i successi sono arrivati grazie a molte rinunce dal punto di vista offensivo se pensiamo all’ottimo gioco espresso da Ancelotti e da Conte in molti tratti delle loro stagioni sulla panchina del Chelsea.

TUTTO INIZIA CON VIALLI

La tradizione inizia il 12 febbraio 1998, quando Gianluca Vialli subentra sulla panchina del Chelsea da allenatore-giocatore, portando il club alla vittoria di cinque trofei nel giro di tre anni, divenendone il più titolato della storia fino a quel momento. Tra tutte le vittorie spiccano quella  in FA Cup contro l’Aston Villa e i due trionfi in Europa, con la Supercoppa Europea vinta grazie all’1-0 rifilato al Real Madrid e la Coppa delle Coppe. Del cremonese colpiscono in quel periodo la perfetta capacità di saper leggere le partite, effettuando sostituzioni o variazioni tattiche al momento giusto in modo da ribaltare diversi incontri a proprio favore, ma soprattutto la maniacale ed ossessiva preparazione della gara e lo studio dell’avversario nei minimi dettagli per disinnescarne completamente le migliori potenzialità, senza portare a grosse limitazioni nella fase offensiva . Ne è un esempio lampante l’andata dei quarti di finale dell’allora Coppa dei Campioni contro il Barcellona nella stagione 1999-2000, portata a casa dagli inglesi per 3-1, grazie anche alle straordinarie marcature adottate dai britannici sugli astri catalani  Rivaldo, Simao, Luis Figo e Kluivert. Ciò comunque non eviterà l’eliminazione al ritorno grazie alla grande prestazione del Camp Nou dei Blaugrana che si imporrano per 5-1.

UN BLUE SEMPRE PIÙ SFUMATO DI AZZURRO

Da quel momento  in poi nel nord di Londra passeranno molti manager italiani, in grado di segnare la storia del club della capitale inglese con i loro successi. Il primo di questa lunga serie è Claudio Ranieri, che guida il Chelsea per quattro stagioni, anche se ottiene solamente come miglior piazzamento un secondo posto in Premier League e l’accesso alla semifinale di Champions League vanificata poi dalla sconfitta maturata contro il Monaco. In quegli anni comunque il tecnico romano non suscita grandi simpatie nella tifoseria londinese, vista la mancata vittoria di trofei nelle quattro stagioni con lui sulla panchina. Dopo varie contestazioni e fallimenti negli anni successivi, causati anche dalla sfortuna, il “Thinkerman”, così denominato dalla stampa nella sua precedente esperienza britannica, stupisce tutti, conducendo il  Leicester City nel 2016 alla vittoria del suo primo storico titolo della massima divisione inglese, prendendosi molte rivincite e togliendosi diverse soddisfazioni. Le Foxes si aggiudicheranno la Premier grazie alle prestazioni di Jamie Vardy, Riyad Mahrez e N’Golo Kanté, ma soprattutto per l’impronta datagli da “Sir Claudio”, che non si discosterà più dal 4-4-2,condito dagli estenuanti inserimenti dei terzini Fuchs e Simpson e dalle convergenze all’interno di Mahrez e Albrighton, da cui anche lo stesso Pochettino con il suo Tottenham , come dichiarato in una recente intervista, ha preso spunto per dare maggiori alternative in attacco e più stabilità in difesa.

Nel giugno del 2009 è Carlo Ancelotti a rivestire il ruolo di condottiero per i Blues, rimarcando sempre di più l’egemonia italiana sulla panchina del club britannico, visto come negli anni a venire gli unici “stranieri” ingaggiati da Abramovich saranno Villas-Boas, Guus Hiddink da subentrato, e forse il più “italiano” di tutti, José Mourinho. L’ex allenatore di Milan e Juventus riesce a far valere l’esperienza accumulata e la sua grande conoscenza calcistica, guidando il Chelsea alla vittoria della Premier League e della FA Cup, impressionando per il gioco espresso e per aver valorizzato molti calciatori come Kalou, Mikel e Alex, senza però andare oltre gli ottavi di finale in Champions League contro l’Inter, che a breve avrebbe sorpreso tutti mettendo a segno un impensabile Triplete. Nonostante ciò la squadra sotto i comandi di “Carletto” esprime un gioco molto propositivo, che gli permette di segnare ben 142 gol in stagione, di cui  103 solo in campionato, ma con una grande attenzione anche alla fase difensiva, concedendo solamente 45 gol in tutte le competizioni, grazie a una difesa solida guidata da John Terry. Oltre a ciò il reggiano porta nella sua esperienza britannica un gioco offensivo meno incentrato sulla velocità, tipica di altre squadre come il Liverpool di quell’epoca, ma allo stesso tempo molto equilibrato con più individualità dal punto di vista tecnico e una maggiore preparazione della fase tattica. Quest’ultima sarà ripresa in seguito molto assiduamente da Roberto di Matteo, quando nel 2012 subentrerà a stagione in corso a Villas-Boas, ereditando una squadra spenta, senza idee, con un andamento ondivago in campionato e ad un passo dall’eliminazione  in Champions League. L’ex calciatore di Zurigo e Lazio attua le giuste mosse, puntando molto su alcuni giovani di prospettiva come David Luiz, Ryan Bertrand e Daniel Sturridge,  conquista la Champions League e si aggiudica anche la finale di FA Cup, con un indomabile Drogba, vero leone in entrambe le competizioni.

Infine a chiudere la lista vi è Antonio Conte, che tira fuori dalle macerie un Chelsea arrivato decimo nella precedente stagione, imponendo un nuovo regime d’allenamento, che vede un ritiro più lungo con molto lavoro sul piano atletico e tattico. Alla fine il pugliese diventerà “Re di Londra”, con la vittoria del titolo in Premier League, ma soprattutto per aver ridato linfa ad una squadra spenta e ad una tifoseria delusa e scontenta. Quello che più impressionò furono la condizione fisica dei giocatori durante tutto l’arco della prima annata, tra tutti  Hazard, Alonso e Moses,  ma anche le grandi capacità di pressing e sacrificio messe in mostra sul campo.

UNA VENTATA DI NOVITÀ CON L’APPRODO DI SARRI

L’ex allenatore del Napoli ha da poco raggiunto un accordo con il club londinese, che lo legherà al Chelsea per le prossime due stagioni, per cercare di ritornare a vincere anche a livello europeo e dare nuove gioie ai tifosi. Molti sono curiosi di vedere l’operato di “Mister 33” sulla panchina dei Blues, visto il gioco di gran lunga più “inglese” rispetto a quello dei suoi predecessori in terra britannica, ma sempre con un’ossessiva preparazione dei dettagli, della tattica e della condizione atletica, tutte componenti fondamentali per un calcio studiato fino in fondo in tutte le sue sfaccettature e dimensioni. Pep Guardiola già aveva fatto gli onori di casa, dichiarando come il tecnico fosse uno dei migliori in circolazione e tra i più adatti per sedersi su una panchina della Premier League, visti i suoi dettami e principi di gioco come il fraseggio, la verticalizzazione, la spinta sulle fasce e gli inserimenti nello spazio che richiamano da vicino quelli di  alcune squadre della massima divisione inglese. A Londra già sperano di poter  celebrare un altro manager azzurro, pronto a dare vita al nuovo Chelsea che molto probabilmente ripartirà dal suo 4-3-3. Abramovic già si è messo al lavoro, cercando di dare a Maurizio Sarri quelle pedine che l’italiano ritiene fondamentali per tornare a vincere subito. Infatti nelle ultime ore è arrivato Jorginho dal Napoli per una cifra monstre di 65 milioni di euro. Il giocatore è da sempre un pupillo di Sarri, con il quale l’italo-brasiliano è cresciuto così tanto da diventare uno dei registi più ambiti  in Europa. Oltre a ciò sembra che il club stia lavorando anche per Gonzalo Higuain, che ha ancora un forte legame con il suo vecchio allenatore al Napoli, e Daniele Rugani, lanciato proprio da Sarri all’Empoli, poiché i Blues necessitano di aggiustamenti nel reparto arretrato vista l’ormai età avanzata di Gary Cahill e il futuro sempre più incerto di David Luiz.

COSA CI PROSPETTA IL FUTURO?

È inutile negare che Sarri non avrà molto tempo per ambientarsi e sperimentare, come fece nella sua prima annata a Napoli, vista la piazza che già pretende molto da lui, anche a causa della mancata qualificazione per la prossima Champions League. Sarà necessario partire senza il freno a mano tirato, riportando emozioni, spettacolarità e divertimento che sono stati per una buona parte assenti nella scorsa stagione a Stamford Bridge. Importante per il club sarà anche l’atteggiamento in Europa League, competizione meno blasonata ma che permette in caso di vittoria l’accesso diretto alla Coppa dei Campioni per l’anno successivo, anche se ai piani alti della dirigenza sperano di arrivare a questo obiettivo tramite un ottimo campionato. Inoltre bisognerà cercare di valorizzare subito i giovani che già militano nel Chelsea come Christensen e Loftus-Cheek insieme ai nuovi arrivati per inserirli nel progetto. La scelta di mettere Sarri su questa panchina  può esser stata determinata proprio dal suo grande lavoro con i talenti più acerbi e  dal voler dare una maggiore impronta offensiva e una nuova immagine del club, molto legato negli ultimi anni a manager vincenti, che imperniavano la loro squadra sulle capacità difensive e di velocità dei loro giocatori. Il mister avrà quindi i giusti mezzi e la fiducia per tirare fuori dalla sua squadra la mentalità adatta ed un gioco propositivo e in grado di portare ad alti traguardi, con la speranza anche di imporre l’ennesimo modello italiano sui campi inglesi.

 

 

 

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Juventus-Lazio, i dialoghi VAR sul primo gol di Vlahovic

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Cesari

Debutta oggi il nuovo formato DAZN “Open VAR”. Il programma ospiterà ogni domenica Gianluca Rocchi, attuale designatore AIA, per sentire e commentare i principali episodi e dialoghi VAR della giornata precedente.

Tra gli episodi discussi stasera, anche il primo gol di Vlahovic in Juventus-Lazio. Nell’occasione, i dubbi maggiori aleggiavano sulla possibile uscita del pallone dal campo pochi attimi prima la rete del serbo. Come confermato dai dialoghi ascoltati in studio, gli addetti al VAR non hanno annullato il gol poiché:

NESSUNA EVIDENZA – “Non c’è evidenza che il pallone sia uscito, non abbiamo la prospettiva giusta”.

Decisione, questa, poi anche confermata nelle ore successive alla partita, quando grazie al tracciamento di linee geometriche le immagini hanno dato ragione ad arbitro e assistenti VAR.

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Calcio e dintorni

Web App FC 24, quando esce e tutte le novità

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Gli overall di EA FC 24

WEB APP FC 24, QUANDO ESCE E TUTTE LE NOVITÀ- Manca sempre meno all’uscita di FC 24, nuovo capitolo di EA per quanto riguarda la linea videogiochi calcistici che da anni appassiona milioni di utenti. I prossimi saranno giorni importanti soprattutto per quanto riguarda i giocatori della modalità Ultimate Team.

Dopo aver rilasciato alcune delle valutazioni ufficiali, con Haaland, Mbappè e De Bruyne (91 di valutazione) al comando della top 10, saranno ufficializzate altre date importanti. Su tutte, quella dell’uscita della Web App, che consentirà agli utenti di cominciare a costruire il proprio Ultimate Team in attesa dell’uscita ufficiale del gioco completo. A tal proposito, andiamo a scoprire quando esce la Web App di FC 24 e tutte le novità.

QUANDO ESCE EA FC 24

Come detto in apertura, l’uscita di EA FC 24 è solamente questione di giorni. Il gioco sarà disponibile per PS5, PS4, Xbox Series X, Xbox series S, Xbox One, PC e Nintendo Switch. La data di uscita ufficiale è prevista in tutto il mondo per il 29 settembre. In questo giorno, tutti gli utenti che avranno acquistato la standard edition potranno accedere al gioco completo.

In alternativa, sarà possibile accedere al gioco completo anche alcuni giorni prima. Due le opzioni possibili. La prima per gli utenti abbonati al servizio EA Play che, a partire dal 22 settembre, potranno godere di 10 ore (sfruttabili non obbligatoriamente in blocco) di accesso anticipato al gioco completo.

La seconda invece è legata alla prenotazione della Ultimate edition, che riserva agli utenti l’accesso anticipato per un massimo di 7 giorni, oltre a diversi vantaggi nella modalità Ultimate Team e non solo. Tra i più significativi troviamo i 4600 FC Points e, per coloro che l’avranno prenotata entro il 22 agosto, uno dei nuovi Heroes Champions League tra cui spiccano anche Carlos Tevez, Wesley Sneijder e Gianluca Vialli.

FC 24, LE NOVITÀ

Diverse le novità per quanto riguarda FC 24. La più significativa è ovviamente il nome. Dopo una lunga catena di EA Sports FIFA, la casa produttrice canadese si è vista costretta a trovare un nuovo titolo. La motivazione risiede nella scadenza del contratto il principale organo calcistico mondiale, che ha portato poi all’abbandono della licenza FIFA.

Un’altra importante novità riguarda la modalità Ultimate Team, da anni colonna portante del videogioco. Da quest’anno infatti, oltre al calcio maschile sarà introdotta nella suddetta modalità anche quello femminile. Gli utenti potranno dunque comporre i propri Ultimate Team utilizzando nello stesso campo da gioco anche le migliori calciatrici al Mondo.

Altra innovazione presente in Ultimate Team è quella delle Evoluzioni, una nuova meccanica che consentirà il miglioramento delle caratteristiche di alcuni giocatori col passare delle stagioni. Interessante anche l’aggiunta dei PlayStyle, funzionalità sviluppata in collaborazione con Opta che consentirà di caratterizzare maggiormente il comportamento di un giocatore in campo.

Per quanto invece riguarda la Serie A, ancora campionato partner di EA Sports, continueranno ad esserci squadre senza licenza ufficiale. Queste saranno, anche per quest’anno, Atalata, Lazio, Napoli e Roma. Tra gli stadi sarà invece aggiunta l’Udinese Arena, che andrà ad accompagnare San Siro e lo Juventus Stadium tra gli stadi del campionato italiano con licenza ufficiale.

WEB APP FC 24, QUANDO ESCE

La Web App di FC 24 è una piattaforma che, esclusivamente da computer o browser web, consente agli utenti di gestire il proprio Ultimate Team senza accedere direttamente da console. Quando esce la Web App di FC 24? C’è la data di rilascio ufficiale.

In tutto il mondo,  l’accesso alla Web App sarà consentito il 20 settembre, data che coincide con il rilascio anche del primo Team Of The Week (Squadra Della Settimana). Da quel momento in poi, gli utenti potranno cominciare ad accedere, partecipare alle campagne con relative ricompense e ad aprire i primi pacchetti.

WEB APP FC 24 E COMPANION APP

Oltre alla Web App, nei prossimi giorni sarà rilasciata anche la Companion App di FC 24. Se alla prima, come detto, sarà possibile accedere solo da computer o browser web, per la seconda sarà possibile accedere anche da dispositivo mobile. Per farlo, bisognerà scaricare l’applicazione, presente nei vari store digitali, sul proprio smartphone.

Come per la Web App, anche in questo caso è già stata comunicata alcuna data ufficiale in merito all’uscita. Infatti, la Companion App sarà rilasciata esattamente un giorno dopo la Web App e, dunque il 21 settembre. Sarà dunque possibile scaricare la Companion App di FC 24 su App Store per i dispositivi Apple, e su Google Play per i dispositivi Androind.

 

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Calcio e dintorni

Il Como si impegna attivamente nella lotta alla leucemia: l’iniziativa

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Il Como si è mosso in maniera attiva per sensibilizzare il proprio pubblico riguardo la lotta alla leucemia, malattia che colpisce le cellule del sangue e rivelatasi spesso mortale. Il club lombardo ha lanciato un appello, promosso da alcune fotografie accompagnate da sfondi insoliti, per raccogliere fondi da donare a un’Onlus. Si tratta di Quelli che…con Luca, fondata da Andrea Ciccioni in seguito alla scomparsa del figlio malato.

Gli scatti promossi dal club lacustre hanno promosso direttamente la Onlus. Infatti, le divise da trasferta sono manchevoli del main sponsor del club, sostituito dalla scritta dedicata all’associazione benefica. Si tratta di un’iniziativa di grande importanza per promuovere un argomento delicatissimo, il quale sta da tempo molto a cuore al Como, come dimostrato da scelte simili intraprese già in passato.

 

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Business

Atalanta, annunciata la partnership con Enel: obiettivo sostenibilità

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Atalanta Ruggeri

ATALANTA ENEL – Il tema della salvaguardia e della protezione dell’ambiente è da anni una delle priorità su cui fondare il quotidiano. Nel corso degli anni anche il mondo del calcio si è attivato nel campo della promozione di attività sostenibili. Basti pensare al progetto promosso dal club austriaco del Wolfsberger nel 2019. In particolare l’idea, intitolata For Forest, fu di piantare circa 300 alberi sul manto erboso dello stadio per sensibilizzare il pubblico, anche gli amanti del mondo del calcio.

Oggigiorno, anche l’Atalanta, impegnata domenica prossima nel match contro la Fiorentina, si è attivata in maniera diretta per promuovere i progetti di protezione e salvaguardi ambientale. Per fare ciò, il club orobico ha annunciato la partnership con il gruppo elettrico Enel. Si tratta di un’operazione con una mirata strategia: Atalanta ed Enel lavoreranno insieme per promuovere e diffondere le informazioni necessarie a raggiungere la sostenibilità al pubblico calcistico, notevolmente numeroso, cercando di persuadere il maggior numero di persone possibile.

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