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Chi è Niko Kovač

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Chi è Niko Kovač

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Bayern Monaco

In sintesi: il nuovo allenatore del Bayern Monaco per la prossima stagione.

Ma andiamo nel dettaglio.

LA GERMANIA, DA CALCIATORE

Prima di diventare allenatore, Niko Kovač ha vissuto una ventennale carriera da centrocampista. Quel ruolo in cui si comincia ad allenare già in campo. Piedi buoni, una discreta confidenza con il gol, cuore e gambe.

Nato a Berlino nel 1971 da famiglia croata, la Germania calcistica ha iniziato a conoscerla sin dai primi anni ’90. Un anno in terza divisione tedesca, poi il salto di categoria all’Hertha Berlino. Quattro stagioni nella capitale, l’ultima delle quali (con 11 gol all’attivo, la sua migliore in termini realizzativi) gli fa da biglietto da visita per la nazionale croata e poi, in estate, per il Bayer Leverkusen. Tre anni con le “aspirine”, poi Amburgo, ancora Hertha Berlino e infine Salisburgo. Ma soprattutto, tra il 2001 e il 2003, un trascorso proprio al Bayern Monaco.Un trascorso d’oro, che gli permette di conquistare la maggior parte dei trofei accumulati in carriera: un Intercontinentale, una Bundesliga e una Coppa di Germania. Insomma, un importante carriera in terra teutonica. E un altrettanto importante carriera con la maglia della Croazia.Sicuramente non uno dei talenti più pregiati prodotti dal calcio biancorosso, ma una figura sicuramente amata e rispettata da quelle parti. E che ha rappresentato, a suo modo, un riferimento in un periodo non certo di splendore per la sua nazionale (nelle competizioni dal 2002 al 2006 non è mai andata oltre la fase a gironi). Decimo nella storia della selezione per presenze (83) e gol (14), ha difeso i colori del suo paese dal 1996 al 2009. Nel 2006 e nel 2008 forse le soddisfazioni maggiori: la fascia da capitano da giocatore più anziano della squadra.

Croazia che gli ha aperto subito le porte anche dopo il calcio giocato.

LA PRIMA PANCHINA

Dopo due anni passati alla guida della Academy del Red Bull Salisburgo e un anno da assistente allenatore, Niko Kovač ha la sua prima vera panchina nel 2013, quando viene posto alla guida della nazionale croata Under 21. Obiettivo: qualificazione agli Europei Under 21 del 2015. Una nazionale indubbiamente ricca di talento, con tanti volti che conosciamo bene oggi: VrsaljkoJedvajPetkovicRebicPerica e, soprattutto, Brozovic.

Il tempo di conquistare tre vittorie nette nel girone di qualificazione (5-0 e poi 4-0 al Liechtenstein e un 2-0 all’Ucraina), che il 16 ottobre Kovač viene annunciato come nuovo ct della nazionale maggiore. In quel periodo sono appena terminati i gironi di qualificazione al Mondiale in Brasile e la nazionale croata, pur qualificata come seconda, è reduce da 1 pareggio e 3 sconfitte nelle ultime 4 partite (una rimediata contro il Belgio, primo nel girone, e un doppio ko rimediato con la Scozia). A Kovač il compito di disputare un buon Mondiale e dare stabilità ad una nazionale ricca di campioni e potenziali tali, ma ancora troppo discontinua.

In un girone con Brasile, Messico e Camerun, la nazionale di Kovač si può ritenere favorita per il secondo posto. Le cose però non vanno come previsto. Nel primo match, contro la Seleçāo, la Croazia si mette in buona luce mettendo in difficoltà i padroni di casa. Nonostante però il vantaggio scaturito da un autogol di Marcelo, la nazionale di Scolari riesce a prevalere con le proprie, straordinarie individualità. Nel secondo incontro, la Croazia passa agevolmente contro il Camerun con un netto 4-0. A questo punto, tutto si decide nello scontro diretto con il Messico, che ha battuto il Camerun e ha anche fermato il Brasile sullo 0-0. E nel match decisivo, la Croazia crolla negli ultimi venti minuti, subendo tre gol: finisce 3-1, e per la terza volta nelle ultime tre partecipazioni, la Croazia fallisce la qualificazione agli ottavi di finale.

Il fallimento mondiale non priva però Kovač del suo ruolo. La testa ora va alle qualificazioni agli Europei. E la Croazia (in girone con l’Italia di Conte) fa il suo dovere: nelle prime 6 partite conquista 4 vittorie e 2 pareggi (entrambi, contro gli azzurri) e si gioca il primo posto nel girone alla pari con la nostra Nazionale. Ma un pareggio esterno con l’Azerbaigian e una sconfitta in Norvegia (possibile minaccia per la qualificazione dei croati), insieme ad alcuni problemi relazionali con capitan Luka Modric, costano la panchina a Kovač.

Un addio un po’ prematuro che, però, ha lasciato l’allenatore croato senza panchina solo per qualche mese.

IL RITORNO IN GERMANIA

L’8 marzo 2016 arriva la chiamata dell’Eintracht Francoforte, squadra in piena lotta per non retrocedere.

La classifica dice 16° posto (quindi play-out contro la terza classificata della seconda divisione), a +3 sull’Hoffenheim e +6 sull’Hannover. L’Hoffenheim, grazie alla salita in carica di Nagelsmann, riesce a concludere al 15° posto. La squadra di Kovač riesce a scampare alla retrocessione diretta concludendo al 15° posto, grazie a tre vittorie consecutive nelle ultime 4 giornate. Retrocedono invece lo Stoccarda, a causa di un crollo nel finale di stagione, e l’Hannover.

L’Eintracht si gioca invece la permanenza contro il Norimberga. 1-1 in casa nella gara di andata, vittoria per 1-0 nel match di ritorno. Le aquile sono salve.

È nella stagione successiva che Kovač comincia a dare davvero forma alla sua squadra. Fondamentale il passaggio dalla difesa a 4 alla difesa a 3. La rosa è un giusto mix di giocatori giovani, altri più maturi e qualche senatore. Una delle parole chiavi è duttilità: centrocampisti ed attaccanti devono essere in grado di ricoprire più ruoli cosicché, anche a gara in corso, si possa passare da un attacco a due ad un tridente, oppure da una diga con due uomini ad un centrocampo con un perno centrale e due mezze ali. Ne consegue che Kovač cambia molto frequentemente schieramento e uomini, potendo disporre anche di una rosa piuttosto ampia. Possono fare da esempio 4 giocatori in particolare: il veterano Hasebe, un ex esterno di centrocampo riciclato anche da mediano e difensore centrale; il giovane serbo Gacinovic, che ricopre qualsiasi ruolo del centrocampo, così come Fabián, miglior marcatore della squadra; l’ex Fiorentina Rebic, che diviene finalmente protagonista con Kovač dopo essersi già incontrato con lui nell’Under 21.

Ruoli ricoperti da Hasebe nella scorsa stagione

Ruoli ricoperti da Gacinovic nella scorsa stagione     

Ruoli ricoperti da Fabián nella scorsa stagione

Ruoli ricoperti da Rebic nella scorsa stagione

Le armi tattiche principali della squadra di Kovač sono il pressing, che costringe gli avversari al lancio lungo, spesso facile preda del trio difensivo o reso nullo dall’altezza del reparto, e le verticalizzazioni rapide una volta ripreso possesso della palla.

I risultati arrivano, eccome. L’Eintracht chiude la sua seconda stagione sotto la guida di Kovač all’11° posto, e raggiunge la finale della Coppa di Germania, finale che mancava da 11 anni. Si deve però arrendere al Borussia Dortmund di Tuchel.

In questa stagione, l’Eintracht si è indubbiamente rivelata come sorpresa della Bundesliga. Decisivo, nella crescita di rendimento della squadra, è stato l’arrivo di Kevin-Prince Boateng.

Se uno degli aspetti dei giocatori dell’Eintracht che abbiamo sottolineato è la duttilità, il centrocampista ghanese ne è forse la più rappresentativa incarnazione. Fisico, qualità e gol: un giocatore completo che ha trovato la sua dimensione e cha permesso a Kovač, durante la stagione, di variare il suo centrocampo mettendo un vertice basso (con Boateng a fare la mezz’ala) o un vertice alto (con Boateng basso o anche trequartista). Non è un caso che l’ex Milan sia stato presente in ogni partita giocata dall’Eintracht (esclusa una, saltata per squalifica). Insieme a lui fondamentali l’arrivo di Sebastien Haller, che ha fornito alla squadra un attaccante da doppia cifra (12 gol in Bundesliga), del giovane scuola Benfica Jovic e, come dicevamo prima, la crescita continua di Ante Rebic (7 gol in stagione, la sua miglior stagione dal punto di vista realizzativo).

Come molte delle compagini tedesche, l’Eintracht soffre di risultati altalenanti (emblematica, in un certo senso, la sconfitta per 4-1 subita ieri contro il Leverkusen) ma al momento, con 5 punti di distanza dalla quarta piazza, può ancora sognare un posto in Champions League.

Conoscenza del campionato e dell’ambiente bavarese, un calcio propositivo e aggressivo, e risultati al di sopra delle aspettative. Così Niko Kovač ha stregato il Bayern Monaco e la Bundesliga.

 

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Abodi incalza Acerbi: “Ecco cosa mi auguro per lui”

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ABODI ACERBI – Andrea Abodi, ministro per lo sport e per le politiche giovanili, ha commentato la sentenza di assoluzione per Francesco Acerbi. Il difensore dell’Inter, nelle scorse giornate, era finito al centro delle polemiche, a causa di una presunta espressione razzista nei confronti del calciatore del Napoli, Juan Jesus.

A placare gli animi, però, martedì è arrivata la decisione del Giudice Sportivo. Il centrale ex Lazio e Sassuolo è stato dichiarato assolto in virtù di mancanze di prove. In merito a ciò (e a varie tematiche), ne ha parlato anche il ministro Abodi. Di seguito le sue parole, riprese anche da alfredopedullà.com.

ABODI SU ACERBI: “MI AUGURO CHE SIA IN PACE CON LA COSCIENZA”

ASSOLUZIONE ACERBI – “Sul tema del razzismo io non voglio aggiungere altro perché quello che conterà saranno i fatti. Non vorrei solo rincorrere la cronaca, ma vorrei anticiparla. E dire che siamo contro il razzismo lo ritengo a questo punto non scontato. Mi auguro che chi ha espresso un giudizio in merito abbia avuto tutte le informazioni utili per farlo e che Acerbi sia in pace con la sua coscienza”.

DECISIONE NAPOLI – “Capisco l’amarezza: partendo dal rispetto nei confronti di Juan Jesus, tuttavia credo che bisogna fare uno sforzo per rimanere compatti nel contrastare un fenomeno che non si può contrastare disarticolati”.

 

 

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Gli ultimi cinque Fiorentina-Milan in Serie A

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GLI ULTIMI CINQUE FIORENTINA-MILAN – La sosta nazionali va in archivio, per lasciare spazio alla parte decisiva della stagione per i club. La Serie A si avvia verso la conclusione, con la 30ª giornata in programma per il weekend in arrivo. Sabato 30 marzo si gioca il match dell’Artemio Franchi tra Fiorentina e Milan, partita sempre suggestiva per le qualità delle due squadre. Gli uomini di Vincenzo Italiano arrivano dal pareggio indolore contro il Maccabi Haifa, che ha permesso alla Viola di passare il turno in Conference League e approdare ai quarti di finale.

Momento molto positivo per il Milan, che arriva da 4quattro vittorie consecutive tra Europa League e campionato. L’ultima in ordine di tempo è quella arrivata contro il Verona, nell’ultima giornata di Serie A. Anche i rossoneri sono approdati ai quarti di finale di Europa League, dove affronteranno la Roma nel derby tutto italiano. Gli ultimi Fiorentina-Milan sono stati molto emozionanti: un 4-3, con il bilancio in perfetta parità. 2 vittorie della viola, 1 pareggio e 2 vittorie rossonere.

GLI ULTIMI CINQUE FIORENTINA-MILAN: 2-1 DELL’EX LUKA JOVIC

La Fiorentina ha regalato ai suoi tifosi una vittoria entusiasmante, superando il Milan 2-0 al Franchi nella 25ª giornata di Serie A 2022-23. In una serata dedicata alla memoria di Davide Astori, a cinque anni dalla tragica scomparsa, la squadra viola ha offerto una prestazione di alto livello. Controllando il gioco nel primo tempo, trovano il vantaggio con un rigore di Nico González, seguito dal raddoppio di Luka Jovic, ora rossonero, nel finale. Nonostante la rete di Theo Hernandez nei minuti di recupero, i gigliati sono saliti a 31 punti in classifica, conquistando il dodicesimo posto in classifica e concentrandosi sulla Conference League, percorso che si fermerà sul più bello, in finale. Il Milan resta al quarto posto con 47 punti, mancando il sorpasso alla Lazio.

GLI ULTIMI CINQUE FIORENTINA-MILAN: DOPPIO VLAHOVIC E IBRAHIMOVIC NEL 4-3 DEL FRANCHI

Match ad altissimo tasso di emozioni quello della 13ª giornata della stagione 2021-22. La Fiorentina ha ottenuto una vittoria di grande spessore, infliggendo al Milan la sua prima sconfitta stagionale in campionato con un sorprendente 4-3 al Franchi. Nonostante le difficoltà difensive dovute a squalifiche e infortuni, la squadra di Italiano ha preso il comando con un gol di rapina di Duncan e una perla di Saponara nel primo tempo. La ripresa è ancora più emozionante, con Vlahovic che segna per il 3-0, ma Ibrahimovic, nonostante i suoi 40 anni, riporta il Milan in gioco con una doppietta. La vittoria è assicurata dalla seconda rete di Vlahovic, nonostante l’ultimo tentativo disperato dei rossoneri. Grazie a questo risultato, Italiano batte il Milan per la seconda volta in carriera e porta la Fiorentina al sesto posto in classifica a quota 21 punti, raggiungendo Lazio e Juventus.

GLI ULTIMI CINQUE FIORENTINA-MILAN: LA DECIDE CALHANOGLU

Ancora un altra partita ad alto tasso di gol per la 28ª giornata della stagione 2020-21. Il Milan vince 3-2 contro la Fiorentina, consolidando così la seconda posizione in classifica con 59 punti, approfittando della sconfitta della Juventus contro il Benevento. Nonostante un’iniziale reazione viola con un gol di Pulgar e una traversa di Pezzella, il Milan rimane pericoloso con Ibrahimovic. Il secondo tempo inizia con la Fiorentina che va in vantaggio con Ribery, ma il Milan pareggia grazie a Brahim Diaz. Nonostante i tentativi viola, il Milan segna il gol decisivo con Calhanoglu al 73′. Nonostante gli sforzi finali, la Fiorentina non riesce a pareggiare e il Milan conquista i tre punti a Firenze.

GLI ULTIMI CINQUE FIORENTINA-MILAN: PULGAR PAREGGIA SUL FINALE

La partita al Franchi tra Fiorentina e Milan della 25ª giornata di Serie A 2019-20 termina in parità. 1-1, con i rossoneri inizialmente in vantaggio grazie a Rebic e i viola che pareggiano nel finale con un rigore trasformato da Pulgar. Numerosi gli episodi controversi, con il direttore di gara Calvarese e il VAR al centro dell’attenzione: annullato un gol a Ibrahimovic per un tocco di mano, e un giallo seguito da un rosso per Dalbert, riducendo la Fiorentina in dieci uomini. Nonostante ciò, i viola continuano a lottare e trovano il pareggio grazie a Cutrone, sfiorando addirittura la vittoria nei minuti di recupero.

GLI ULTIMI 5 FIORENTINA-MILAN: ANCORA CALHANOGLU

Nella 36ª giornata 2018-19 la Fiorentina continua la sua discesa in picchiata anche contro il Milan, subendo un’altra sconfitta e mancando di ottenere il punto cruciale per garantirsi la salvezza matematica. Nonostante un primo tempo deludente e il gol di Calhanoglu per il Milan, la squadra di Montella non riesce a reagire efficacemente nella ripresa, rimanendo sterile in attacco. Nonostante i tentativi di Chiesa e Mirallas, i viola non riescono a trovare la via del gol, mentre il Milan si dimostra più pericoloso, sfiorando il raddoppio con Cutrone. La partita si svolge in un clima particolare, segnato dalla celebrazione dei 50 anni dal secondo scudetto viola e dalla contestazione dei tifosi.

 

 

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Dove vedere Genoa-Frosinone in tv e streaming

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DOVE VEDERE GENOA-FROSINONE – Conclusa la sosta nazionali, la Serie A torna in campo per affrontare la 30ª giornata. Il campionato inizia a volgere verso la sua fase conclusiva, con i punti in palio che iniziano ad essere pesanti. Allo stadio Luigi Ferraris si gioca Genoa-Frosinone, in programma per sabato 30 marzo alle ore 15:00. I padroni di casa cercheranno di dare lo strappo finale per garantire un finale di stagione ancora più tranquillo, gli ospiti hanno bisogno di vincere per uscire dalla zona retrocessione, in una lotta salvezza che continua ad essere molto avvincente. Andiamo a scoprire insieme dove vedere Genoa-Frosinone.

DOVE VEDERE GENOA-FROSINONE – COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Ultimo periodo povero di risultati per il Genoa di Alberto Gilardino. I padroni di casa non vincono dal match del 24 febbraio contro l’Udinese: dopo quella partita sono arrivate due sconfitte ed un pareggio, ottenuto nell’ultima gara di Serie A contro la Juventus. Nel match contro i bianconeri, il Genoa ha difeso la propria porta fino all’estremo, riuscendo a strappare un punto ad una Juventus in difficoltà. Prima del lunch match del 17 marzo, il Grifone ha subito una rocambolesca sconfitta nella partita contro il Monza, dopo aver recuperato ben 2 gol di svantaggio dopo un primo tempo opaco. I gol di Gudmundsson e di Vitinha non sono bastati a completare la rimonta, dato che gli ospiti hanno trovato la rete dei 3 punti con Maldini.

Il Frosinone di Eusebio Di Francesco sta vivendo un momento molto complicato, che lo ha relegato alla diciottesima posizione in classifica. In una lotta salvezza che non fa prigionieri, i giallazzurri non riescono a vincere dalla partita contro il Cagliari del 21 gennaio. Dopo il 3-1 contro i sardi, il Frosinone arriva alla partita con il Genoa con 2 punti fatti in 8 partite, bottino troppo magro per poter sperare nella permanenza in Serie A. Nell’ultima gara di campionato, i ciociari hanno perso 2-3 contro la Lazio, dopo essere andati in vantaggio con il gol di Lirola. La Lazio si porta sull’1-3 con la doppietta di Castellanos, mentre il Frosinone accorcia le distanze con Cheddira, ma non riesce a strappare il pareggio.

DOVE VEDERE GENOA-FROSINONE IN TV E STREAMING

Arriviamo alla domanda clou: dove vedere Genoa-Frosinone. sarà visibile esclusivamente su DAZN. Per seguire l’evento in TV, sarà indispensabile scaricare l’app DAZN su una smart TV compatibile, una console PlayStation o Xbox, oppure utilizzare dispositivi come Amazon Firestick e Google Chromecast, o il TIMVISION Box. Gli abbonati Sky che hanno incluso l’opzione “Zona DAZN” potranno anche sintonizzarsi sul canale 214 di Sky per non perdere l’azione sul campo.

GENOA-FROSINONE: LE PROBABILI FORMAZIONI

GENOA (3-4-2-1): Martinez; De Winter, Bani, Vazquez; Sabelli, Badelj, Frendrup, Messias; Vitinha, Gudmundsson; Retegui. All. Alberto Gilardino

FROSINONE (4-3-3): Turati; Lirola, Okoli, Romagnoli, Zortea; Mazzitelli, Barrenechea, Brescianini; Soulè, Cheddira, Gelli. All. Eusebio Di Francesco

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Lo sfogo di Messias: “Anche noi calciatori siamo umani, il razzismo può uccidere”

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Genoa

In merito alle vicende di razzismo di cui si sta molto parlando in questo periodo, ha voluto dire la sua anche Junior Messias. Ai microfoni di Sky Sport, l’esterno in forza al Genoa, ha ribadito quanto un insulto di questo tipo possa ferire i calciatori, che sono prima di tutto persone.

LE PAROLE DI MESSIAS

RAZZISMO – “Purtroppo sono cose che stanno capitando spesso. È capitato in Serie A, è capitato in Spagna. A volte la gente colpisce senza sapere cosa sente un’altra persona. Noi siamo calciatori ma prima di tutto siamo esseri umani: abbiamo una vita come tutti. Le persone, prima di fare un insulto razzista devono pensarci bene. Il razzismo può portare anche alla morte”.

Oltre al caso Acerbi-Juan Jesus di cui si è molto discusso in Italia, è di questi giorni la conferenza stampa che ha coinvolto Vinicius Junior che è scoppiato in lacrime parlando del tema razzismo. Pochi mesi fa invece, restando in Italia, in occasione di Udinese-Milan, fu Maignan il bersaglio di insulti sul suo colore di pelle. Questi sono solo alcuni esempi recenti di un problema che continua ad esistere.

Nel mondo del calcio e non solo, gli insulti razzisti continuano ad essere all’ordine del giorno,  ma ancora una soluzione non sembra essere alle porte.

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