Il motomondiale, due settimane dopo Misano, in questo week-end ha fatto tappa ad Aragon per il sestultimo appuntamento dell’anno. Gran Premio, dunque, di casa per i tanti piloti spagnoli, uno su tutti Marc Marquez, vincitore di tre edizioni, di cui le ultime due.

Al Motorland tutte e tre le gare delle altrettante categorie hanno regalato spettacolo. Sono andate in scena tante lotte ad alta intensità, senza esclusioni di colpi. Sfide anche a distanza i cui risultati hanno assunto un peso rilevante in ottica mondiale visto che ormai mancano solo cinque gare alla fine.
Poi, nonostante nelle ultime sei edizioni il vincitore sia stato sempre e solo spagnolo, quest’anno ci sono state tante soddisfazioni italiane. Non è risuonato l’inno di Mameli per il trionfatore, ma l’Italia delle moto ha centrato ben sei podi su nove. Un esito importante, soprattutto se si considera che si gareggiava in terra spagnola dove i padroni di casa hanno sempre fatto la differenza.
MOTO 3
Cinque punti persi in classifica iridata, ma grande rimonta dalla 18esima alla seconda posizione. Quella di oggi è stata una giornata agrodolce per l’italiano Marco Bezzecchi, in lotta per il titolo di Moto 3 con lo spagnolo Jorge Martin. Proprio quest’ultimo è stato il poleman della categoria, mentre il rivale mondiale si è inizialmente qualificato sesto.
Le qualifiche, tuttavia, non si sono concluse con l’esposizione della bandiera a scacchi. Numerose penalizzazioni hanno rivoluzionato la griglia di partenza della gara scompigliando, inevitabilmente, anche le carte in tavola. Tra i piloti retrocessi, infatti, c’è stato anche Bezzecchi, partito dodici posizioni indietro del dovuto. Quindi, se inizialmente si prospettava una lotta in pista tra i due contendenti del Mondiale, la situazione è cambiata.

Sfida a distanza tra Martin (88) e Bezzecchi (12)
Bezzecchi era chiamato a rincorrere dal basso, mentre Martin dalla prima posizione aveva l’opportunità di scappare via. Fuga attesa ed avvenuta. Ciò che, però, non si aspettava è stata la grandiosa risalita del centauro italiano. E’ risalito fino alla seconda posizione, non riuscendo, però, a prendere il leader della gara, Martin, per il margine acquisito da questo durante la sua rimonta.
Il romagnolo è, dunque, ora passato da otto a tredici punti di svantaggio. Potevano essere molti di più senza la rimonta, che acquisce un valore importante in chiave mondiale. E’ un’iniezione di fiducia pesante che può fare la differenza nelle prossime cinque corse. Tredici punti non sono tanti, a maggior ragione se si considera che le gare di Moto 3 sono equilibrate. La lotta è apertissima e quasi sicuramente non coinvolge più gli italiani Bastianini e Di Giannantonio, oggi rispettivamente terzo e quarto.
MOTO 2
I tanti sorrisi italiani nel GP d’Aragon sono arrivati soprattutto dalla classe media, la cui classifica mondiale è guidata da “Pecco” Bagnaia. Il futuro pilota della Ducati Pramac, in Moto GP, ha reso dolce e felice la sua gara numero 100 nel Motomondiale.
Non è stato, però, tutto rose e fiori dopo il quinto posto centrato in qualifica ieri, mentre il rivale iridato Oliveira si classificava diciottesimo. La partenza non è stata positiva per il pilota di Torino per l’impennata che prende la moto. Il numero 42 va subito a porre a rimedio, poco tornate dopo è quarto. Poi è terzo sopravanzando Schrotter. Successivamente al sorpasso di Alex Marquez su Binder, va in scena un importante episodio della gara, che coinvolge Bagnaia.
Il centauro della Sky Racing Team VR46 è protagonista di un contatto rischioso con Binder. L’italiano perde l’anteriore, la moto fa un imbarcata ma rimane in pista. Fino alla bandiera a scacchi, quando taglia il traguardo per secondo, dietro Binder dopo che il piccolo Marquez scivoli fino alla quarta piazza, superato anche da Baldassarri.

Bagnaia ora è a più 19 punti sul rivale mondiale Oliveira
Oliveira rimonta fino alla settima posizione, ma perde comunque tanti punti a favore di Bagnaia, che allunga a 19 punti sul portoghese in classifica mondiale. Il GP d’Aragon per “Pecco” non può dunque che essere estremamente positivo e importante. Aveva la strada spianata dal sabato, poi ha rischiato grosso, prima di sistemare tutto con una grande lucidità. E’ proprio questa una delle armi che fa la differenza nelle ultime combattute gare. Lui, oltre al talento, ha dimostrato di saper gestire perfettamente le situazioni complicate. Ora non deve sbagliare nelle prossime cinque gare avendo la grande occasione di amministrare un vantaggio rilevante.
MOTO GP
Il titolo di Moto GP, anche se non ancora matematicamente, è da un pezzo nelle mani di Marc Marquez. La differenza l’ha fatta il periodo difficile, contraddistinto da errori e cadute, attraversato da Dovizioso verso metà campionato. Una conclusione ancora più chiara dopo la gara di oggi, in cui il ducatista ha dimostrato di non aver perso la forza che lo ha portato a contendersi con lo spagnolo il Mondiale dello scorso anno fino all’ultima gara.
Dopo che alla prima curva il poleman Jorge Lorenzo si è dichiarato fuori dalla corsa per un errore, la scena se la sono presa tutta Marquez e Dovizioso. Il numero 4 ha tenuto la testa della gara per lunghi tratti portandosi dietro il Cabroncito. Poi, a dieci giri dalla fine, hanno rotto il ghiaccio. L’italiano ha tentato la fuga, impedita dal padrone di casa che ha eseguito il sorpasso. Da lì è iniziata una bagarre pazzesca, affascinante, emozionante fatta di sorpassi e controsorpassi che in una circostanza ha coinvolto anche Iannone, poi terzo.

Che bagarre tra Marquez e Dovizioso
Alla fine ha vinto ancora lui, Marquez, vincitore per la terza volta consecutiva ad Aragon. L’esito che ci si attendeva, anche se la gara ha visto la forza e la determinazione di Dovizioso e della Ducati. I 72 punti di differenza in classifica tra il 93 e lo 04 sono frutto di errori, anche minimi. Ci può stare in un campionato, ma non contro colui che sbaglia quasi mai e riesce a salvare la moto mentre sta scivolando. Dovizioso è anche migliorato rispetto a dodici mesi fa, ma gli è mancata la continuità, enorme punto di forza di Marquez.
Il GP d’Aragon di oggi sarà ricordato anche per i brillanti risultati di Suzuki con Iannone terzo e Rins quarto, che hanno corso su tempi vicini ai primi due per tutta la gara, e dell’Aprilia di Espargaro, sesto.
Scarsamente pervenuta, invece, le Yamaha la cui crisi tecnica ha aperto una voragine sempre più grande. Fuori dalla top ten in qualifica, hanno potuto solo risalire un po’ la china evitando un risultato peggiore in gara. A tirare la caretta sempre Valentino Rossi, ottavo e primo yamahista. A dimostrazione del fatto che, nonostante i 39 anni, ha ancora tanto da dire, se la moto glielo permettese.
