Il Lipsia, dopo il campionato rivelazione dello scorso anno, sta disputando un’altra grande stagione. E’, infatti, in piena corsa per la vittoria della Bundesliga extra-Bayern, quella che va dal secondo posto in poi. Con una gara in meno, ha sette punti in meno dello Schalke 04 secondo e ed è a tre lunghezze dall’ultimo posto valido per la qualificazione in Champions League. La massima competizione che quest’anno ha disputato per la prima volta nella sua storia.
L’inesperienza si è fatta sentire e nel girone con Besiktas, Porto e Monaco è arrivato terzo, a una sola vittoria da un’incredibile qualificazione agli ottavi. Il premio di consolazione è stato l’accesso ai sedicesimi di Europa League. Un torneo, questo, più conforme ai livelli del club tedesco che non a caso lo sta disputando al meglio. Dopo aver eliminato il Napoli, con un ritorno ancora da giocare, ha grandi chance di passare ai quarti a discapito del più esperto Zenit di Mancini. Questo a certificare che, a seguito del secondo posto della scorsa Bundes, il club proprietario della Red Bull vuole continuare a crescere.

Naby Keita è il giocatore che fa la differenza nel Lipsia
Come ogni squadra, quella di mister Hasenhuttl ha un giocatore a cui deve tanto per i grandi risultati ottenuti. Ha tanti calciatori giovani e interessanti come il bomber Werner, il diez Forsberg o il pericoloso Sabitzer. Il vero leader tecnico è, però, Naby Keita che spesso sul prato verde spiega cosa significa fare la differenza.
REPERTORIO TECNICO
Occorre precisare che non stiamo parlando di uno che sui campi ci vive da tanto tempo. Naby è, in effetti, un classe ’95 che si è affermato a grandi livelli solo lo scorso anno insieme al Lipsia. Questo la dice lunga sulle sue qualità tecniche, con le quali riesce a imporsi molto bene a centrocampo. La sua area di gioco è proprio quella, in mezzo al campo, dove viene schierato accanto a un compagno o in mezzo a due all’occorrenza che il modulo sia il 4-2-2-2 o il 4-3-3. In ogni caso, le chiavi della metà campo sono sue.
I miei punti di forza sono la qualità del passaggio e l’abilità di intercettazione. Sono doti essenziali nel calcio moderno e quelle che il mister vuole dai suoi centrocampisti
Con queste parole, rilasciate in un’intervista di dodici mesi fa, il guineano spiega il motivo per il quale sia lui il padrone del centrocampo del Lipsia. Appunto, per la qualità del passaggio e l’abilità di intercettazione, che lo rendono un giocatore fondamentale in entrambi le fasi di gioco.
Dotato di una buonissima visione di gioco e un’eccellente tecnica, Keita è il creatore del gioco diretto dei biancorossi. Senza perdersi in troppi passaggi, l’africano quando ne ha la possibilità tenta subito di verticalizzare verso le punte.

Un esempio di verticalizzazione fatta bene
La dote che gli permette di fare la differenza in fase offensiva è, tuttavia, il dribbling. Questo gli dà l’opportunità di vincere parecchi uno contro uno risultando imprevedibile in qualsiasi momento.

Niente, bellezza pura
E’ inoltre una capacità che gli permette di far uscire la sua squadra dalle situazioni più intricate.

Dove ci sono problemi c’è Keita che li risolve
Che sia la sua principale qualità lo certificano pure i numeri. Ha concluso, infatti, la sua Champions League al quarto posto nella classifica dei dribbling riusciti a partita (4.4). In Bundesliga, per la stessa voce, è, manco a dirlo, in testa con 2.8 dribbling.
Sa essere determinante anche in transizione positiva, quando, dopo aver recuperato palla, si notare in accelerazione con veloci progressioni palla al piede.

Accelerazione + progressione palla al piede = gol
Quando, invece, non c’è bisogno di risalire il campo e staziona sulla trequarti riesce a essere letale con pericolosi tiri dalla distanza.

Con i tiri dalla distanza mostra tutta l’energia che ha
Un mediano come lui è, tuttavia, deve saper aiutare i suoi compagni pure in fase di ripiegamento. Questo è un altro aspetto in cui non sfigura. Nonostante sia alto 1.72 metri ha muscoli con i quali riesce a duellare con avversari di statura superiore. E parecchi duelli si concludono a suo favore: basti pensare che vince 7.7 contrasti palla a terra a partita. E’ il migliore in questo della sua squadra, sopravanzando Demme che ne vince 2.7 in meno.
Anche in fase di recupero palla dimostra una grande bravura intercettando 1.9 palloni a match, succedendo, tra i suoi, solo a Upamecano e Halstenberg, due difensori peraltro.

Nonostante sia “piccoletto” lotta e recupera palla
Queste caratteristiche tecniche gli permettono di imporre il suo dominio in mezzo al campo, in ambedue le situazioni di gioco.
TRA IL PRESENTE E UN FUTURO INGLESE
Sempre nella stessa intervista di cui si è fatto riferito precedentemente aveva dichiarato anche questo:
La Premier League è molto interessante, con club di alto profilo
Parole rilasciate un anno fa tra lo stupore generale, quando tutti stavano iniziando a conoscerlo. Ora tutti sanno chi è, anche gli inglesi, che dal luglio prossimo lo potranno osservare nei propri stadi. Il Liverpool, infatti, su input del proprio coach Jurgen Klopp, nello scorso agosto ha ufficializzato il suo acquisto per la sessione estiva del 2018.

Dal prossimo 1° luglio Keita sarà agli ordini del suo estimatore Klopp
Un accordo che sul piano economico fa felice il Lipsia che dopo averlo portato in Germania per 15 milioni registra un’importante plusvalenza cedendolo a 65 più bonus. Dal punto di vista sportivo, invece, i Reds porteranno ad Anfield uno dei migliori centrocampisti emergenti. Un giocatore che alla seconda stagione si sta trovando sempre più a suo agio ai grandi livelli. In questo senso l’Europa League rappresenta un’occasione fondamentale da dover sfruttare ancora per completare l’apprendistato internazionale.
Questo gli permetterà di arrivare preparato al grande salto in Premier League, che rappresenterà per lui un’opportunità unica. Il calcio inglese è veloce, tecnico e fisico, dunque molto affine alle sue caratteristiche. Chissà che non impari a spiegare anche in terra british cosa significa fare la differenza. Come ha fatto e sta facendo sui campi della Sassonia, lì dove tutto ha avuto inizio.