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Coutinho-Barça in 5 punti

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Coutinho-Barça in 5 punti

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Abbiamo voluto riassumere il mega-affare andato in porto ieri (con tanto di comunicato ufficiale dei blaugrana) in 5 punti, sull’impatto che ha già avuto e potrà avere Coutinho al Barcellona.

1. NELLA TOP 3

Ormai dobbiamo abituarci all’idea che ad ogni grande trasferimento che avverrà in futuro, un record sarà presto frantumato. Così, dall’alto dei 160 milioni di euro (milione più, milione meno) che il Barcellona ha speso per portarlo via da Liverpool, Coutinho è diventato il terzo giocatore più costoso di sempre. Davanti a lui i due maxi acquisti targati Psg di quest’estate: Mbappé, che nel 2018 verrà riscattato per 180 milioni di euro, e Neymar, costato 222 milioni di euro.

Una cifra monstre dovuta ad una strenua resistenza del Liverpool, che già in estate aveva rigettato diverse proposte dando inizio ad una vera e propria telenovela, e l’ardente desiderio dei blaugrana di portarlo in Catalogna. Come vedremo in uno dei successivi punti, Coutinho è in effetti un giocatore con caratteristiche quasi uniche, che lo rendono un perfetto elemento da inserire nello scacchiere di Valverde. Per questo il Barcellona ha insistito così a lungo solo sul maghetto carioca.

2. LA STORIA PROSEGUE

Sarà anche che il binomio Brasile-Barcellona, da un paio di decenni, funziona a meraviglia. Si potrebbe dire che i migliori giocatori della recente storia della Seleção siano tutti passati dal Camp Nou.

Partendo da Romario, approdato in Spagna nel ’93. Se ne va da Barcellona appena 18 mesi dopo, ma la stagione 1993-94 è comunque da incorniciare. 32 gol stagionali, vittoria della Liga e finale di Champions League, in cui i blaugrana si devono arrendere al mastodontico Milan di Capello.

Si passa poi a Ronaldo, anche lui protagonista per una sola stagione prima del passaggio all’Inter: 34 gol in Liga, titolo di Pichichi, una Coppa del Re e 47 gol stagionali che gli consentiranno di conquistare il Pallone d’Oro. Tutto a soli 21 anni.

Fuori Ronaldo, dentro Rivaldo. Sei stagioni in blaugrana, 130 gol in 235 presenze, due Liga, una Coppa del Re e un Pallone d’Oro nel 1999. Il Mondiale del 2002 e poi l’approdo al Milan, prima delle esotiche esperienze in Grecia e di nuovo in patria.

Sempre più vicini all’attualità, arriviamo a Ronaldinho. Cinque stagioni in blaugrana in cui, tra una magia e un gol, si prende tutto: due Liga, due Supercoppe di Spagna, una Champions League e il Pallone d’Oro nel 2005, oltre a una sfilza di premi individuali minori. Di gran lunga il brasiliano a cui i tifosi culé (e non solo) sono più affezionati.

Passando per Dani Alves e Adriano (il terzino sinistro), siamo giunti a Neymar: l’esempio forse per eccellenza di fenomeno calcistico e mediatico uniti in una sola persona. 105 gol in 186 presenze, due Liga, tre Coppe del Re, una Supercoppa di Spagna, una Champions e un Mondiale per Club. Con la sfortuna di vivere nella stessa era di Messi e Cristiano Ronaldo, e di dover quindi essere solo il terzo incomodo nella corsa al Pallone d’Oro.

Insomma, di grandi brasiliani ne hanno visti passare da queste parti. Coutinho è un profilo diverso da tutti questi, sia per collocazione in campo, che per stile di gioco. Anche forse per il suo modo di essere brasiliano, dato che in patria ci ha vissuto calcisticamente solo fino ai 18 anni (nemmeno compiuti). Un brasiliano europeo, plasmato prima dal campionato italiano e poi, soprattutto, da quello inglese. Ecco perché Coutinho rappresenta comunque qualcosa di nuovo e affascinante.

3. COPPIA RICOSTITUITA

Seppur geograficamente distanti sul campo di gioco, Coutinho e Suarez vanno a ricostituire una coppia che ricordano molto bene nei pressi di Anfield Road. Insieme, il brasiliano e l’uruguaiano hanno giocato 18 mesi, infiammando la sponda Reds di Liverpool. Soprattutto nella stagione 2013-14, quella che per molti poteva rappresentare il tanto atteso ritorno alla vittoria della Premier League. 5 gol e 8 assist per Coutinho, che in quella stagione giocò prevalentemente da mezz’ala, 31 gol e 24 assist per il Pistolero, che con quella stagione si guadagnò il passaggio al Barcellona. La sua prima stagione in blaugrana coincise peraltro con la vittoria del Triplete del Barcellona targato Luis Enrique. Come detto, i due non giocheranno come spalla l’uno dell’altro, ma è fuor di dubbio che la loro intesa aggiungerà non poco pepe alle manovre della squadra di Valverde.

Intanto, è stato proprio Luis Suarez ad attendere in nottata il brasiliano all’aeroporto di Barcellona:

4. IL GRANDE SALTO

In un articolo di due settimane fa vi abbiamo parlato di come Coutinho, con il rendimento offerto in questi suoi ultimi mesi al Liverpool, avesse fatto il definitivo step mentale. Certo, il brasiliano ha a suo modo forzato la mano perché il trasferimento in blaugrana avvenisse già in estate. Ma una volta tornato in campo, si è rimboccato le maniche e ha regalato le ultime magie ai tifosi inglesi. Tifosi (alcuni) che non lo hanno perdonato, bruciando immediatamente le loro maglie con numero e cognome del brasiliano. 12 gol e 9 assist in 20 partite, numeri che non ha mai avuto in carriera.

Ecco perché allo step mentale è seguito quello tecnico: il passaggio a un club in cui finalmente, a 25 anni, Coutinho possa lottare per qualcosa di importante. Certo non il finale più romantico. Ma certo quello più suggestivo per noi spettatori neutrali.

5. IL CAMPO

Veniamo ora al discorso squisitamente tecnico: la collocazione in campo di Coutinho. Una questione non così banale come sembra. Perché per un Coutinho che trovi, c’è un compagno che gli deve lasciare il posto. Le opzioni a disposizione di Valverde sono tre:

  • 4-3-1-2: è il modulo che ha usato Valverde in questi ultimi mesi, ma che con Coutinho vedrebbe una realizzazione più pura. Lo schema ideale del tecnico ex Bilbao ha visto il consueto centrocampo Iniesta-Busquets-Rakitic con l’aggiunta di Paulinho, con Messi e Suarez là davanti. Questo 4-3-1-2 in realtà va cambiando a gara in corso, come avviene per molte squadre, andandosi a configurare un po’ come 4-4-2 in fase difensiva e un po’ come 4-3-3 in quella offensiva. Messi occupa la consueta posizione a destra, con licenza di accentrarsi e agire da vero 10, mentre Paulinho e Iniesta occupano alternativamente l’altra fascia. Con l’inserimento di Coutinho, il 4-3-1-2 vedrebbe un trequartista più puro agire alle spalle di Messi e Suarez.
  • 4-3-3 con Coutinho a centrocampo: il brasiliano è negli occhi di tutti l’erede designato di Iniesta. Ecco perché il brasiliano potrebbe arretrare il proprio raggio d’azione, rispetto alle ultime due stagioni a Liverpool, e inserirsi quindi nei tre di centrocampo. Questa soluzione sembra però più destinata al futuro, forse già alla stagione prossima. All’alba dei 34 anni Iniesta, che pure regala ancora poesia in movimento anche in questa stagione, potrebbe essere gestito come Xavi tre anni fa, quando il suo posto fu preso da Rakitic.
  • 4-3-3 con Coutinho nel tridente: è l’ipotesi al momento più attendibile, e che di fatto non è molto dissimile dalla prima opzione. Si ritorna al canonico 4-3-3 con Coutinho a sinistra, Messi a destra e Suarez al centro dell’attacco. Il sacrificato sarebbe Dembelé, su cui il Barcellona in estate ha compiuto un altro enorme investimento. Va però sottolineato che il francese è tornato a calcare i campi solo in settimana, in Coppa del Re, complice la rottura del tendine del bicipite femorale della gamba sinistra, rimediata in un Getafe-Barcellona del 16 settembre. Per vedere il talentino classe ’97 nella sua miglior versione, servirà ancora del tempo.

La verità è che nessuna delle tre opzioni esclude l’altra. Ma anzi, Coutinho aumenta la già ampia gamma di varianti a disposizione di Valverde. Un Barcellona sempre più nuovo, sempre più forte. Chi vedeva l’era blaugrana al tramonto, sta per assistere al sorgere di una nuova.

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Calciomercato

Non solo Popovic: il Milan osserva il 2007 Zohouri

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Milan

I rossoneri sono in cerca di nuovi giovani da inserire nel proprio vivaio ed entrano nel vivo del calciomercato. Il sito dedicato al calciomercato “Foot Mercato” lancia un’indiscrezione dalla Francia: nei giorni scorsi si sono incontrati i dirigenti del Diavolo e gli agenti del centrocampista classe 2007 Guy Noël Zohouri, in forza al Le Havre.

Titolare nell’U19 della compagine francese, spicca in particolare per le sue doti da incursionista, abbinate a tanta forza fisica e tecnica. Il contratto del giovane francese è in scadenza a giugno 2025, motivo per il quale il Milan sarà costretto a trattare con la società del ragazzo per poter aggiudicarsi le sue prestazioni.

La notizia di Zohouri esce appena dopo quella relativa ad un altro giovane che vestirà la maglia rossonera a gennaio: Matija Popovic, gioiello serbo classe 2006, si accaserà alla corte di Pioli a ridosso della scadenza di contratto con il Partizan Belgrado – sua attuale squadra – e firmerà un contratto fino al 2028 (solo dopo il compimento del suo 18esimo anno di età il prossimo 8 gennaio). In grado di ricoprire tutti i ruoli dell’attacco, è dotato di una grande velocità di azione – soprattutto considerando i suoi 195 cm di altezza – e di un gran bagaglio tecnico, tanto che il Milan ha dovuto superare la concorrenza di big europee come Real Madrid, Barcellona e Juventus.

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Coppa Italia

Lazio-Genoa, Gilardino: “Il rigore non concesso è visibile a tutti”

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Gilardino

LAZIO-GENOA GILARDINO – Il Genoa perde 1-0 contro la Lazio e viene eliminato dalla Coppa Italia. Nel finale di gara, però, i rossoblù protestano per un contatto in area di rigore tra Fini e Pellegrini. Nel post-partita, Alberto Gilardino ha parlato di questo episodio e della prestazione della sua squadra in conferenza stampa. Inoltre, il tecnico del Grifone e ha parlato anche delle condizioni di Albert Gudmundsson.

GILARDINO DOPO LAZIO-GENOA: “SODDISFATTO DELLA PRESTAZIONE, HO AVUTO RISPOSTE IMPORTANTI”

Di seguito, le dichiarazioni di Gilardino:

LA PRESTAZIONE – “Sono soddisfatto. In campo c’erano tanti ragazzi che hanno giocato poco o non hanno mai giocato, le risposte avute sono importanti. Era una prova. Poi Retegui ha messo altri minuti sulle gambe. Non mi sono piaciuti solo i primi dieci minuti del primo tempo, tanta paura e poca lucidità. Siamo venuti fuori alla distanza, creando occasioni. Adesso ci prepariamo per la partita di domenica“.

L’EPISODIO DEL RIGORE – “L’arbitro non ci ha dato spiegazioni, ma è visibile a tutti, quindi non voglio commentare”.

SU IMMOBILE – “Ciro ha fatto un percorso incredibile. Sono contento che abbia raggiunto questi traguardi. Lo conosco bene, anche a livello umano, e si merita tutto questo. È un simbolo per la Lazio e questo mondo. Mi auguro che possa giocare ancora tanti anni. In Nazionale? Lo dovreste chiedere a mister Spalletti. Ciro ha delle qualità incredibili, le ha dimostrate ovunque. Io ho Retegui che credo possa diventare importante per l’Italia, ha tutto e ha ancora tanti margini di miglioramento”.

DRAGUSIN STA MIGLIORANDO – “Sì, una crescita notevole nell’ultimo anno. Un netto miglioramento sotto il punto di vista dell’attenzione e della personalità, ma anche dell’impatto fisico”.

SU GUDMUNDSSON – “Mi auguro che massimo giovedì sia in gruppo per riaverlo domenica a disposizione a Monza. Oggi Messias è rimasto a riposo, anche Badelj lo abbiamo tenuto per domenica. Dobbiamo stringerci e rimanere compatti in questo momento. Per salvarci però dobbiamo andare forte anche in allenamento”.

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Coppa Italia

La Lazio supera il Genoa: sarà derby di Coppa Italia con la Roma?

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LAZIO COPPA ITALIA – Questa sera la Lazio, allo Stadio Olimpico di Roma, ha battuto il Genoa nella sfida degli ottavi di finale di Coppa Italia: decisiva la rete di Matteo Guendouzi in avvio di partita, precisamente al 5′ di gioco. Il centrocampista francese, servito perfettamente da Luca Pellegrini, apre il piattone destro e fulmina Nicola Leali con un destro a fil di palo. Poi la formazione biancoceleste ha amministrato il vantaggio senza correre troppi rischi (anzi, è andata più volte vicina alla rete del raddoppio), vincendo di misura 1-0, eliminando il Grifone e approdando così ai quarti di finale di Coppa Italia. L’unica nota storta della serata riguarda l’infortunio di Gustav Isaksen, costretto al cambio al 27′ del primo tempo a causa di un problema muscolare. Ora, gli uomini di Maurizio Sarri sono attesi dal derby capitolino?

PROBABILE DERBY LAZIO-ROMA AI QUARTI DI COPPA ITALIA

La Lazio conoscerà il suo avversario nei quarti di Coppa solo mercoledì 3 gennaio quando, alle 21.00, sempre all’Olimpico, si giocherà Roma-Cremonese. La vincente di questa sfida (il cui esito, almeno sulla carta, appare scontato, visto che si affronteranno una big del campionato di Serie A contro una squadra che, attualmente, milita in Serie B) sfiderà proprio la Lazio martedì 9 gennaio.

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Coppa Italia

Lazio-Genoa 1-0, le pagelle: Guendouzi illumina, male Martin

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Feyenoord-Lazio

PAGELLE LAZIO-GENOA – La Lazio passa in casa contro il Genoa e stacca il biglietto per gli ottavi. Ai biancocelesti basta un ispirato Guendouzi contro un Genoa che ci prova ma non risulta mai pericoloso.

LE PAGELLE DELLA LAZIO

Provedel 6: qualche parata di poca rilevanza nella prima frazione. Attento nel seguire l’andamento del gioco ed intervenire in anticipo su alcuni palloni velenosi.

Hysaj 6,5: il primo tempo domina così come i suoi compagni di reparto sulla zona di competenza di destra. Con i suoi passaggi a rubare tempo agli avversari permette alla Lazio di giganteggiare in mezzo al campo.

Patric 6: impreciso a volte in fase di chiusura ma per il resto non deve affrontare grandi pericoli (Dal 65′ Marusic 6: buon impatto nella gara. Non sbaglia un passaggio).

Gila 5,5: subisce la qualità di Kutlu per tutto il primo tempo. Impreciso su alcune dinamiche difensive che avrebbero potuto costare caro alla Lazio. Perde uno scontro vitale in area contro Retegui ma si rifà salvando miracolosamente il tiro dell’argentino.

Pellegrini 6,5: entra con l’atteggiamento giusto e lo dimostra la palla anticipata prima, e poi servita perfettamente per Guendouzi che la mette in porta.

Guendouzi 8,5: il tuttofare di questa Lazio. Sulla trequarti per raccogliere il (bel) suggerimento di Pellegrini e sfornare il gol del vantaggio, come mezz’ala per disegnare linee di passaggio geometriche e in difesa per raccogliere i palloni degli avversari. Onnipresente in mezzo al campo. Mente e braccio di quasi ogni azione offensiva della Lazio. Manca la stella di Luis Alberto ma a splendere questa sera è lui.

Rovella 6: la verticalità di passaggio è una delle sue miglior qualità e lo fa vedere anche in questa partita. Si vede di più nel secondo tempo e il suo apporto alla manovra è buono (Dall’80’ Cataldi 6: entra per far respirare l’ex Monza e lo sostituisce portando avanti i suoi compiti).

Kamada 5: scompare per 79′ poi lancia con grande qualità Immobile. Il suo unico highlight di partita (Dall’80’ Basic 5,5: ha da subito la palla del match point ma la spreca con un tiro telefonato per Leali).

Isaksen 6: gioca poco meno di mezz’ora e tanto basta per capire che è in fiducia. Accusa un fastidio che non gli permette di continuare e viene sostituito (Dal 27′ Felipe Anderson 5,5: non incide nel match, giocando più per lo sviluppo della manovra).

Castellanos 6: l’impressione è quella che il suo compito lo ha portato a termine. Interpreta bene il ruolo di falso 9 aprendo zone di campo per i compagni (Dal 65′ Immobile 6: la Lazio si aggrappa a lui per provare a chiudere il match. Una sola occasione su suggerimento di Kamada ma Leali respinge. Bene nei duelli individuali).

Pedro 6: solita partita da mina vagante per l’instancabile ala esperta spagnola. Dà tanto in campo, aiuta la squadra ed è un grande grattacapo per la difesa del Genoa, soprattutto nella ripresa.

Sarri 6,5: la sua Lazio vince una gara dominata qualitativamente anche se non riesce a chiuderla. Avrebbe potuto risparmiare qualche energia ma riesce comunque a passare il turno.

LE PAGELLE DEL GENOA

Leali 6: può poco sul gol di Guendouzi. Para un tiro insidioso di Immobile e poco altro, il resto lo fa la difesa.

Vogliacco 5,5: soffre l’offensiva laziale. Male negli scontri aerei, bene nei passaggi (Dall’83’ Fini 5,5: corre, tanto, ed entra in campo con discreto carattere, forse troppo, perché viene ammonito dopo qualche minuto per un’entrata in ritardo su Cataldi).

Dragusin 6: Gilardino gli affida le chiavi del trittico difensivo e il classe 2002 ripaga con una prestazione sufficiente. Buona maturità calcistica in fase di costruzione male nei duelli difensivi. Cala nella ripresa (Dal 69′ De Winter 6,5: alza la qualità difensiva del Genoa. Bene nei disimpegni).

Matturro 5,5: spesso i suoi lanci lunghi finiscono nelle mani degli avversari. La sua zona di competenza è una delle più colpite dalla tempesta Guendouzi e l’uruguaiano ne risente (Dal 61’Haps 6: prova a spingere sulla sinistra non scaturendo mai, però, un’azione pericolosa).

Hefti 5,5: la fascia destra del Genoa è quella più redditizia in termini di spinta, anche se non risultano mai effettivamente pericoloso.

Jagiello 6: fa quello che può contro una Lazio ispirata e gli riesce spesso bene. (Dal 61′ Malinovksi 6: entra e prova a risollevare le speranze del Genoa grazie ai suoi spunti)

Kutlu 6,5: vince il mismatch contro Gila sull’esterno di sinistra. Nella prima frazione gli attacchi più rilevanti passano soprattutto dalle sue giocate. Cala leggermente nel secondo tempo ma è sempre uno dei protagonisti della fase offensiva genoana.

Thorsby 6,5: si vede poco ma il suo è un apporto fondamentale per il gioco del Genoa. Bene nei dribbling, nei tackle ne esce spesso vincitore ed è uno dei migliori dei suoi.

Martin 5: una partita imprecisa sotto il punto di vista di passaggi e tentativi di tiro. Non una prestazione memorabile.

Galdames 5,5: la sua pericolosità viene neutralizzata dalla difesa della Lazio. Riesce a fare poco oltre a qualche conclusione fioca dalla distanza.

Retegui 6,5: non gli arrivano molti palloni, per cui si mette a disposizione della squadra in fase di costruzione e lo fa bene. Pericoloso nella ripresa con un buono scatto nell’area di rigore avversaria ma l’intervento di Gila rovina tutto (Dal 69′ Puscas 5: impalpabile lì davanti).

Gilardino 5,5: il suo Genoa le prova tutte ma la Lazio neutralizza bene i principali pericoli, tra tutti Retegui. Il suo percorso in coppa finisce qui mentre adesso, in campionato, arriverà un calendario pesante.

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