L’esonero di Julian Nagelsmann dalla panchina del Bayern Monaco è stato un fulmine a ciel sereno che ha scombussolato il calcio tedesco ed europeo in generale. Un evento inaspettato, arrivato per giunta durante la pausa delle nazionali, ma anche a ridosso di tre appuntamenti importantissimi per i bavaresi. Il Klassiker contro il Borussia Dortmund capolista (che vale il vertice della classifica), la semifinale di DFB-Pokal contro il Friburgo e, soprattutto, l’attesissimo quarto di finale di Champions League contro il Manchester City.
Una mossa rischiosa, dunque, cambiare in corsa in un periodo in cui i tedeschi si giocheranno tutti i trofei disponibili in stagione. Ma anche la scelta del sostituto di Nagelsmann, Thomas Tuchel, va in controtendenza con i progetti che la dirigenza bavarese aveva sposato appena un anno e mezzo fa. Un cambiamento che è, forse, la goccia che ha fatto traboccare il vaso nell’ambiente Bayern che, in questi ultimi mesi, sta vivendo una profonda crisi a livello gestionale.
LA DIRIGENZA DEL BAYERN BOCCIA IL SUO STESSO PROGETTO
La scelta di esonerare Julian Nagelsmann sembra, innanzitutto, in controtendenza con il progetto che il Bayern Monaco aveva sposato un anno e mezzo fa. Quando pagò la clausola di ben 25 milioni per assicurarsi l’ex allenatore del RB Lipsia, facendogli firmare un contratto quinquennale.
Certo, i risultati in questo anno e mezzo sono stati altalenanti. Due trofei in bacheca: il Meisterschale e la Supercoppa di Germania. Ma anche una cocente eliminazione nella scorsa Champions League per mano del Villareal. Inoltre, pesa nella scelta anche il rendimento ondivago in Bundesliga in questa stagione. Con il Borussia Dortmund che è riuscito a recuperare ben 10 punti in 10 partite e a scavalcare i bavaresi in vetta al campionato.
Ciò sembrerebbe comunque troppo poco per giustificare un esonero in corsa di Nagelsmann, che resta comunque uno dei più grandi allenatori europei in prospettiva futura, avendo solamente 35 anni. Con, quindi, ancora tutto il tempo per migliorarsi e sviluppare le proprie idee.
La scelta di affidarsi a Tuchel potrebbe sembrare un passo indietro per il Bayern Monaco. L’ex tecnico di Chelsea e PSG ha dimostrato di avere idee di gioco diverse e meno radicali di quelle di Nagelsmann, che invece aveva dato al suo Bayern un’impronta più avanguardistica, con un gioco iper offensivo improntato al Gegenpressing. Armi con il quale Nagelsmann ha saputo piegare il Paris Saint-Germain nella doppia sfida degli ottavi di finale di Champions League; ma anche dominare un girone di ferro con Inter e Barcellona.
LE DISCUTIBILI MOTIVAZIONI DELL’ESONERO
Come se non bastasse, anche le tempistiche di alcune dichiarazioni fanno pensare che la scelta di esonerare Nagelsmann potrebbe essere stata poco sensata. Fa riflettere in particolar modo quella del presidente del club tedesco Herbert Heiner. Il numero uno dei bavaresi si era infatti schierato a favore di Nagelsmann con queste parole:
“Si tratta di un grande allenatore che anche nel doppio confronto con il PSG ha dimostrato di essere tatticamente e a livello strategico ai massimi livelli. Gli abbiamo fatto un contratto quinquennale perché vogliamo costruire qualcosa di importante con lui e i progressi si sono già visti in questo primo anno e mezzo”.
Parole di elogio, dunque, pronunciate neanche tre giorni prima dell’esonero. Si era parlato anche di uno spogliatoio ormai contro l’allenatore. Ma neanche questa ipotesi sembra aver un fondamento. Anzi, Joshua Kimmich, capitano del Bayern Monaco, ha rilasciato un’intervista in cui cita Nagelsmann fra migliori allenatori che abbia avuto in carriera. Un altro senatore come Thomas Müller ha dedicato un post in cui fraternizza col suo ex allenatore dopo l’esonero. Dunque, non starebbe nemmeno in piedi la teoria di un ammutinamento dello spogliatoio nei confronti dell’allenatore, avallando sempre più l’ipotesi di una scelta voluta da Kahn e Salihamidzic.
Si era anche parlato di come Nagelsmann non avesse sviluppato a pieno il talento dei suoi giocatori. Ma, a ben guardare, anche questa è una falsa considerazione. Visto che è riuscito a recuperare Benjamin Pavard, che da partente è passato a essere nuovamente un perno della squadra. O la valorizzazione di pedine facenti parte delle seconde linee quali Stanisic; della crescita esponenziale di giovani come Alphonso Davies e Jamal Musiala. Nonché dell’inaspettata centralità di un giocatore come Choupo-Moting. E ancora i vari Coman, de Ligt, Upamecano, che hanno mostrato grandissimi progressi in quest’ultimo periodo.
IL CASO NEUER
Come se non bastasse a rendere l’ambiente del Bayern Monaco una vera e propria polveriera, ricordiamo anche il caso che ha riguardato Manuel Neuer. Il portierone tedesco è stato duramente ripreso dopo la rottura della tibia e del perone in un incidente sugli scii.
Dopo l’accaduto il rapporto fra il club e Neuer sembra essersi logorato. Kahn e Salihamdizic hanno licenziato Toni Tapalovic, allenatore dei portieri e fedelissimo di Neuer, oltre che suo grande amico. In tutta risposta, l’ex Schalke 04 si è pesantemente sfogato contro la società in un’intervista a The Athletic. Intervista, peraltro, che la società non gli aveva permesso e che, dunque, gli è costata una multa di ben 1,6 milioni di euro.
Sono tutti indizi di un ambiente che, in quest’ultimo periodo, sembrerebbe essere sempre più logoro. Un’evento molto strano in casa Bayern Monaco, visto che stiamo parlando di un club che, sia dentro che fuori dal campo, ci ha da sempre abituati a un livello di gestione eccellente. Solo il tempo ci dirà se la dirigenza sta procedendo in maniera oculata, o se sta effettivamente perdendo il controllo di una situazione forse mai così tesa come in questo momento all’interno della società.