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Da Diez in giù! I fantastici quattro, le genovesi e le romane...

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Da Diez in giù! I fantastici quattro, le genovesi e le romane…

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Da Diez in giù: le pagelle di Numero Diez per la settimana calcistica!

10 – Una poltrona per quattro.

Il treno Scudetto è partito, quattro squadre a bordo, un solo posto a sedere, un viaggio di 24 partite, chi la spunterà? Che sarebbe stato un campionato aperto ce lo aspettavamo già ad Agosto: troppi cambi di panchina, troppe incognite per avere la solita Serie A degli ultimi anni, già scritta fin dall’inizio. Ma mai ci saremmo aspettati a poche bracciate dal giro di boa di avere le prime quattro a soli quattro punti di distanza, e le rivali già abbondantemente staccate e tutte in grandi difficoltà. Quattro squadre affamate di vittoria, chi per riconfermarsi, chi per rinascere e chi per nascere; quattro eterni secondi in panchina, di cui uno ancora per poco. La Serie A è entrata nel vivo, e la lotta Scudetto si preannuncia all’ultimo sangue.

9 – Il gioco dell’Inter.

L’Inter di Inzaghi palleggia fra le rovine della Roma di Mourinho. La partita che poteva diventare la rivincita del portoghese si è trasformata nella vendetta nerazzurra contro l’allenatore che con una mano ha alzato la Champions League e con l’altra ha firmato con il Real Madrid. L’Inter è spietata, e annienta la Roma su tutti i fronti in appena 45 minuti. Simbolo dell’umiliazione giallorossa il gol di Calhanoglu, arrivato da calcio d’angolo, a bissare ci pensa l’ex Dzeko e a chiuderla l’inaspettato Dumfries, che sembra aver trovato la sua dimensione. Ad impressionare è stato il gioco dei meneghini avvolgente e dominante, messo all’opera da quello che oggi è il vero top player dei nerazzurri, il direttore d’orchestra, Marcelo Brozovic.

8 – Napoli- Atalanta.

A Napoli va in scena la partita della giornata, che testimonia ancora una volta quanto sia fuori scala il livello di gioco delle prime quattro rispetto alle altre. L’Atalanta passa al Maradona, dando vita ad una partita manifesto del calcio di Gian Piero Gasperini, che trova la sua summa nella rete del 2 a 2, assist di Toloi per Demiral, difensore centrale per difensore centrale in un vortice di atletismo. Il Napoli dal canto suo non può dire di non averci provato; alla sfida più dura fino ad ora di questa stagione la squadra di Spalletti ci è arrivata pesantemente rimaneggiata: senza la “spina dorsale” Koulibaly-Anguissa-Osimhen, senza il leader tecnico Fabian Ruiz, senza il capitano Insigne e senza lo stesso Luciano Spalletti, in tribuna squalificato. Ma nonostante questo il gioco dei partenopei ha retto all’urto atalantino, con gli azzurri  che si sono addirittura portati in vantaggio per un tratto di gara grazie alle reti di Zielinski e Mertens; e proprio i due “superstiti” devono essere le ancore di salvezza degli azzurri per continuare a credere nel sogno Scudetto.

7 – Il derby del Veneto.

A vent’anni dall’ultimo derby veneto Venezia e Verona regalano alla Serie A uno spettacolo da fuochi d’artificio. Al Penzo succede tutto e il contrario di tutto, con i padroni di casa che al primo tempo blindano la partita con un secco 3-0; sembra tutto deciso, tranne che per gli uomini di Tudor, che escono dagli spogliatoi con il sangue agli occhi. Al 52′ un autogol di Henry apre uno spiraglio, al 65′ lo spiraglio diventa una voragine, Ceccaroni la prende con la mano sulla linea di porta, rosso e rigore trasformato da Caprari. Infine sale in cattedra il bomber scaligiero, il Cholito Simeone, che con due grandissimi gol mette il fiocco alla rimonta. Impresa completata, Penzo ammutolito e il Verona scrive un’altra pagina della storia delle grandi rimonte.

6 – Bologna (quasi) europeo.

Il Bologna di Mihajlovic vola in classifica, e nonostante la sconfitta contro la Fiorentina si candida a diventare l’outsider di questa Serie A. Gli emiliani infatti prima giustiziano la Roma di Mourinho al Dall’Ara grazie alla rete di Svamberg e ai miracoli di Skorupski; il polacco poi, croce e delizia, stende Nico Gonzalez contro la Fiorentina e rende vana la rete di Barrow in un Bologna- Fiorentina dal retrogusto del big match. Una squadra compatta e ricca di giocatori interessanti, a partire dal duo giovane ed esperto Barrow- Arnautovic, arrivando ai talenti nascenti Theate e Nico Dominguez. Per l’Europa è decisamente presto, ma ci sono le fondamenta per un progetto decisamente interessante.

5 – La prima vera Lazio?

Bene ma non benissimo. Settimana di emozioni forti per Sarri e i suoi, che prima vivono una partita da montagne russe contro l’Udinese, prima sotto 2-0, poi rimonta fino al 4-3 e infine semi-controrimonta in zona Cesarini dei friulani, per un 4-4 complessivo. Poi qualche giorno dopo i biancocelesti si rifanno, e per la prima volta in stagione dominano una partita sul piano del gioco, come Sarri era abituato a fare ai tempi del Napoli. Forse la batosta nel suo ex tempio di una settimana fa ha risvegliato qualcosa nel toscano? Forse era solo questione di tempo? O forse è semplicemente un fuoco di paglia? Intanto la Lazio domina la Samp per tutto il primo tempo, tre gol, sei tiri e sessantaquattro per cento di possesso palla; nel secondo concede il pallino del gioco agli arrembanti padroni di casa, che però nonostante le sfuriate non impensieriscono più di tanto Reina e i suoi difensori. Abbiamo visto per la prima volta la vera Lazio?

4 – I pareggi del PSG.

Il PSG incassa due pareggi nelle ultime due partite di Ligue 1, il che non sarebbe una notizia, se non fosse che i parigini dovrebbero sulla carta mangiare letteralmente qualunque avversario in campionato. Messi&co hanno già undici punti di vantaggio sul Rennes secondo, ma il solo fatto di andare in difficoltà contro Lens e Nizza, segnando nelle due gare appena un gol, è indicativo di una squadra che non ha ancora trovato la sua via…

2,93 – I gol a partita del Liverpool.

44 gol in 15 partite, una media di 2,93 gol a partita. Il Liverpool nei primi 4 campionati d’Europa è secondo solo al Bayern Monaco in quanto a reti segnate e a media gol, tutto però in un campionato decisamente più competitivo. La squadra di Klopp ha consolidato questo record nel Merseyside derby di mercoledì, dominato per 4-1 dai Reds. Un ritmo forsennato quello del calcio rock ‘n roll di Jurgen Klopp, che non basta però per la testa della classifica di Premier, occupata dal Manchester City. L’ennesima dimostrazione del livello  di competitività irreale raggiunto dalla Premier League.

2 – Di nuovo le genovesi.

Certo, prendere una squadra terzultima in classifica proprio prima di giocare contro Roma, Milan e Juventus non è stata una grande mossa caro Sheva. Il Genoa si bsempre di più, e il capitano cola a picco insieme alla sua barca. Shevchenko, che fino a qualche tempo fa era considerato un profilo promettente, si sta trasformando agli occhi dell’opinione pubblica come un pessimo allenatore. Il Genoa ad onor del vero ha mostrato anche un gioco vagamente interessante, soprattutto contro il Milan; tuttavia gli interpreti sono quello che sono, e il fatto di avere gran parte dei titolari fuori non aiuta. Ma al Genoa potrebbe andare peggio, potrebbe avere il Presidente in carcere…

1 – Tutto fumo.

Se da un lato l’Inter ha consolidato ancor di più la sua posizione, quella della Roma diventa sempre più precaria. Ma se lo scorso anno c’era l’alibi del gioco di Fonseca, bello ma poco efficace, quest’anno è proprio il tecnico Mourinho l’imputato numero uno, o meglio Number OneLe provocazioni a dir poco teatrali e fini a se stesse del tecnico portoghese stanno raggiungendo vette mai viste, ai microfoni ed in campo. L’ultima e la più inspiegabile sono i cambi di Roma- Inter dove, oltre ad averne usati solo 2 su 5, lo Special One ha preferito a giocatori dal livello acclarato come Borja Mayoral, Gonzalo Villar e Amadou Diawara gli esordienti Bove e Volpato. Una protesta per la rosa poco competitiva? Intanto Mou rischia di non arrivare al mercato estivo

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Condizioni ancora critiche per Joe Barone: il comunicato della Fiorentina

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Barone

Continuano le ore di attesa e speranza in casa viola a seguito delle condizioni di Joe Barone. Il DG della Fiorentina aveva accusato il malore a poche ore dalla gara tra Atalanta-Fiorentina di ieri, domenica 17 marzo. Il calcio d’inizio ci sarebbe dovuto essere stato alle 0re 18.00, in concomitanza con quello dell’Olimpico per Roma-Sassuolo. L’allarme generato dallo spiacevole evento ha portato alla scelta più logica di tutte: il rinvio della partita a data da destinarsi. Il dirigente viola p attualmente ricoverato del reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano. Tutte le attenzioni del caso sono ora rivolte alle condizioni di Joe Barone, su si è espressa questa mattina la stessa Fiorentina, con un comunicato ufficiale.

CONDIZIONI JOE BARONE – IL COMUNICATO DEI VIOLA

ACF Fiorentina comunica che il DG Joe Barone rimane ricoverato presso la terapia intensiva cardio-chirurgica dell’ospedale San Raffaele di Milano in condizioni cliniche critiche in conseguenza di un arresto cardiaco extra ospedaliero. Le funzioni vitali sono sostenute da tecniche di supporto meccanico artificiale. Ogni previsione prognostica è attualmente fuori luogo. La famiglia Barone, la famiglia Commisso e tutta la Fiorentina ringraziano il San Raffaele e tutta l’equipe del Professor Zangrillo per l’operato che è stato messo in atto fin dal primo momento“.

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Hellas-Verona-Milan, Okafor: “Sono a disposizione della squadra e del mister”

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Verona Milan formazioni ufficiali

Tra i protagonisti della partita delle 15:00 Hellas VeronaMilan, terminata per 1 a 3 in favore della squadra rossonera, troviamo l’attaccante svizzero classe 2000 Noah Okafor. L’attaccante nativo di Binningen, oggi è partito dal primo e nonostante non sia andato in gol, non ha deluso mister Pioli e i tifosi rossoneri fornendo una prestazione più che buona.

LE DICHIARAZIONI DI OKAFOR

PARTITA –Stiamo facendo bene, è stata una settimana ricca di vittorie e siamo felici ma dobbiamo rimanere coi piedi per terra, oggi siamo felici di aver vinto su un campo ostico, sono a disposizione della squadra e del mister, posso giocare a destra o davanti, con o senza Leao, siamo amici e ci troviamo bene insieme, ma io sono pronto per giocare ovunque e aiutare la squadra come posso fare”. 

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Le ufficiali di Roma-Sassuolo: le scelte di De Rossi e Ballardini

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Resoconto Roma Brighton

LE UFFICIALI DI ROMA-SASSUOLO – Nel turno delle 18:00 la Serie A ci offre un match che, soprattutto per questo momento della stagione, è di vitale importanza per i rispettivi obiettivi delle compagini che scenderanno in campo. Parliamo di Roma-Sassuolo, in cui saranno in gioco punti che ridefiniranno sia le zone europee che quelle di bassissima classifica di Serie A.

Alle 18 sarebbe stata in programma anche Atalanta-Fiorentina. Il match del Gewiss, però, è stato rinviato a data da destinarsi dopo il malore che ha colpito il DG Viola Joe Barone, ricoverato d’urgenza al San Raffaele di Milano.

COME ARRIVANO ROMA E SASSUOLO

Per quanto riguarda Roma-Sassuolo, i capitolini ricercano la vittoria per rimanere in scia del Bologna (quarto in classifica) e difendersi dall’insidia Atalanta, che nel caso di una vittoria contro la Viola agguanterebbe il quinto posto superando proprio la squadra di De Rossi.

Il Sassuolo ha invece estremo bisogno dei tre punti per sradicarsi dalla morsa della zona retrocessione e giungere così a 26 punti, che distaccherebbe la zona rossa dagli emiliani di un solo punto.

LE UFFICIALI DI ROMA-SASSUOLO

Roma (4-3-3): Svilar; Karsdorp, Mancini, Llorente, Spinazzola; Cristante, Paredes, Pellegrini; Aouar, El Shaarawy; Lukaku. All. De Rossi.

Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Viti, Erlic, Ferrari, Pedersen; Racic, Matheus Henrique; Defrel, Obiang, Laurienté; Pinamonti. All. Ballardini.

 

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Frosinone-Lazio 2-3, le pagelle: Cheddira si merita il gol, impatto da MVP per Castellanos

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Castellanos, giocatore della Lazio e Simone Romagnoli, giocatore del Frosinone, Serie A, Coppa Italia

Fischio finale al Benito Stirpe, Frosinone-Lazio 2-3 il risultato finale. Grande ingresso di Castellanos, che entra e ne fa due, decidendo la partita. Nel primo tempo aveva aperto le danze Lirola, pareggiato poi da Zaccagni. A riaprire la partita invece la rovesciata sotto porta di Cheddira.

FROSINONE-LAZIO – LE PAGELLE DEI CIOCIARI

Turati 6.5: un bel riflesso su un tiro ravvicinato ma defilato di Immobile. Sul secondo gol avrebbe potuto avere un posizionamento migliore. Parata straordinaria su Luis Alberto invece, che gli vale mezzo voto in più da sola.

Zortea 6: nel primo tempo mette il pallone sulla testa di Lirola per sbloccarla. Nel secondo si fa sovrastare da Castellanos, che ribalta la partita.

Okoli 5: sul primo gol si perde clamorosamente il taglio di Zaccagni.

Romagnoli 5.5: si vede che è lui a coordinare le manovre difensive, ma ciò non basta. Sia nel risultato della gara, sia per poter prendere una sufficienza.

Lirola 6: sua la rete che illude il pubblico di casa (dal 80′ Valeri SV).

Mazzitelli 5.5: nei primi 45′ tocca più di una palla, cercando imbucate e tiri in porta. Secondo tempo completamente asettico invece (dal 62′ Seck 6: entra cercando di riportare propulsione offensiva per i suoi).

Barrenechea 5: poche verticalizzazioni e pochi palloni recuperati.

Brescianini 5.5: è quell’uomo in più in area o al limite che getta un po’ di confusione nella retroguardia avversaria. Non a caso Lirola salta dietro le sue spalle. Neanche lui però si salva oggi (dal 91′ Reinier SV).

Soulé 5.5: che questo girone di ritorno dovesse avere un altro tenore rispetto il primo ormai era cosa chiara a tutti. Stasera però si è visto qualche strappo, ma nulla di più.

Cheddira 7: prima protegge ogni pallone più o meno pulito che gli arrivano addosso, poi segna uno strameritato gol a livello personale (dal 90′ Cuni SV).

Gelli 6.5: grande partita del 14, che spreca poco e gestisce bene i palloni ricevuti (dal 80′ Kaio Jorge SV).

Di Francesco 5.5: un voto che è lo specchio di molte partite del Frosinone. Ottimo primo tempo, anche qualcosa oltre, ma poi manca sempre altro per fare punti. Adesso però la retrocessione fa davvero paura.

FROSINONE-LAZIO – LE PAGELLE DEI CAPITOLINI

Mandas 5.5: una parata importante al 88′, ma poca tranquillità con i piedi, cosa che sarebbe costata il pareggio del Frosinone se non fosse stato per il fuorigioco.

Marusic 5: uno di quelli che sembrava più intimorito dal momento che la Lazio sta attraversando.

Casale 5: impreciso e poco impattante nella difesa di Martusciello.

Romagnoli 5.5: ironia della sorte si potrebbe fare lo stesso discorso fatto con il Romagnoli dall’altro lato. L’elemento su cui si affida la difesa, ma oggi non era la giornata delle retroguardie.

Pellegrini 5: è su di lui che Pirola prende il tempo per il gol dell’iniziale vantaggio ciociaro (dal 46′ Lazzari 6: energia che mancava da quella parte).

Guendouzi 6: grande traccia disegnata per pescare Zaccagni di fronte Turati per il pareggio biancoceleste.

Cataldi 5: nervoso e inconcludente, non a caso la sua partita non dura neanche 1 ora (dal 46′ Vecino 6: come con Lazzari, Martusciello mette in campo un giocatore che ha donato più garanzie ai compagni).

Luis Alberto 6.5: a tratti fa vedere che la sua qualità è superiore a tutti i convocati, da una parte e dall’altra. Non prende un voto più alto solo perché su di lui Turati compie un miracolo.

Felipe Anderson 5.5: la squadra, quando provava a sfondare, lo faceva dal lato opposto. Molto sterile oggi il brasiliano (dal 82′ Isaksen SV).

Immobile 5: l’unica chance avuta la spara addosso il portiere avversario, decidendo di fare un tocco in  più quando avrebbe potuto colpire di prima e avere un angolo di tiro migliore (dal 56′ Castellanos 8: entra e tira tre volte. La prima volta segna, la seconda Turati respinge, con la terza fa doppietta) .

Zaccagni 6.5: il migliore dei titolari, è lui che pareggia l’incontro e aumenta la fiducia dei compagni (dal 86′ Kamada SV).

Martusciello 6.5: si porta a casa i 3 punti in quella che è stata l’unica volta da allenatore della Lazio. Tudor erediterà da lui una rosa un po’ più felice di quando è arrivata a Frosinone.

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