Da qualche anno ormai si dice che il calcio abbia perso qualcosa, che il livello medio si sia abbassato, che ci siano tanti giocatori mediocri in giro per l’Europa – e non solo – che vengono a giocare in Italia a discapito di nomi meno roboanti poiché provenienti da campionati di B o C, ma che per certo non sono inferiori ai suddetti calciatori più esotici. In particolare, sembra che nelle ultime stagioni si sia un po’ fermato il flusso di giocatori che arrivano dall’Est Europa, a grandi linee dai territori della vecchia Unione Sovietica; sono finiti i tempi di Arshavin o Shevchenko, di Blochin o ancor prima di Jasin.
Adesso non parliamo più di URSS, oggi non vediamo più un’ampia migrazione di calciatori dall’oriente europeo verso il caldo del nostro Belpaese. Ma pare che in realtà qualche bel fiore colorato e profumato stia tornando a sbocciare anche nella fredda Russia, e che sia pronto a raggiungere un luogo climaticamente più adatto a lui: il suo nome è Александр Головин, o meglio Aleksandr Golovin.
Tutti lo avrete già sentito nominare negli ultimi giorni, non solo per la bella prestazione all’esordio mondiale contro l’Arabia Saudita – non certo una corazzata – in cui ha segnato un gol per la sua Russia, ma soprattutto perché sulla bocca di tutti i maggiori esperti di calciomercato; infatti Golovin è accostato a diverse squadre di alto livello in Europa, ma soprattutto pare vicino alla Juventus che vorrebbe sfruttarne a pieno la sua duttilità. Ma andiamo più a fondo.

Classe 1996, viene acquistato giovanissimo dal CSKA Mosca, che ne completa la formazione nel suo settore giovanile per poi farlo esordire con la maglia degli Armejcy a soli 18 anni, prima in Coppa e poi anche in campionato. Nasce centrocampista centrale con innate doti offensive, che col passare delle partite lo porteranno a diventare un vero e proprio trequartista dai piedi buoni, ma da qualche tempo non disdegna neanche il ruolo di esterno sinistro con licenza di rientrare sul destro per calciare. Le prime presenze durante la stagione 15/16, quando mette a segno i suoi primi due gol in Prima Divisione e riesce anche ad esordire in Champions (tra l’altro in una partita di cartello come quella contro il Manchester United): cresce vistosamente, acquisisce sempre più certezze fino a diventare il punto focale dei rossoblu di Mosca.
Oggi è il leader tecnico del CSKA, agisce a tutto campo ed è pericoloso sia con il pallone che senza, in fase di assistenza ed in fase realizzativa, è diventato un vero e proprio centrocampista moderno, grazie al suo passato da interno puro e la sua crescita da trequartista; 5 gol e 4 assist nell’ultimo campionato, con l’unica pecca forse degli 8 cartellini gialli che ne fanno un giocatore dal carattere non semplicissimo ma che comunque non si tira mai indietro neanche dal punto di vista dell’interdizione.
PERCHÉ LA JUVENTUS SEMBRA AVER FIUTATO L’AFFARE?
Stiamo parlando del tipico giocatore che farebbe le fortune degli allenatori meno “fissati”: Allegri è un allenatore molto tattico, ma che normalmente cambia sistema di gioco 2/3 volte l’anno, e almeno altrettante all’interno di una singola partita. Golovin è duttile tatticamente, sa fare l’interno di un centrocampo a 3, può fare il trequartista in un ipotetico 4-2-3-1 e addirittura in caso di necessità potrebbe anche allargarsi partendo dall’out sinistro. Cosa può chiedere di più un allenatore?
In un processo continuo di ringiovanimento della rosa, Golovin potrebbe stare alla perfezione nelle rotazioni di mister Allegri, che potrebbe sfruttarlo assieme ai vari Bernardeschi (il russo è meno tecnico ma in alcune movenze ricorda l’ex 10 viola), Douglas Costa, Dybala e compagnia bella. In Italia è un giocatore che avrebbe pochi eguali, probabilmente potrebbe ricordare un Cahlanoglu un po’ meno potente ma molto più veloce, o un Rafinha meno tecnico ma tatticamente più evoluto.

La capacità di palleggio del russo è ottima, non ha paura di prendersi la responsabilità di portare il pallone per creare un’eventuale superiorità numerica, ha nelle sue corde l’ultimo passaggio e soprattutto segna con discreta continuità: questo potrebbe essere più o meno il degno riassunto del suo esordio mondiale. Dopo aver vissuto da parziale protagonista le due ultime débacle con la maglia della Russia (Euro 2016 prima, e la Confederations Cup dello scorso anno in casa poi), oggi è il vero e proprio gioiello della nazionale di mister Cherchesov, che ha già messo in mostra enormi potenzialità contro l’Arabia Saudita. Abbiamo già accennato della leggerezza dell’avversario che la Russia aveva davanti, ma c’è da sottolineare la prestazione del buon Aleksandr che, partito da esterno sinistro, ha mostrato grande capacità nell’1 vs 1 e grande cambio di passo, sia nel breve che nel lungo (proprio sulla lunga distanza recuperava metri su metri ai poveri difensori arabi); pochi minuti e l’infortunio del suo compagno di club Alan Dzagoev lo costringe a migrare, dall’out sinistro alla zona centrale della trequarti, ed è proprio in quella porzione di campo che ha dimostrato il coraggio e la sicurezza nel gioco con la palla tra i piedi e gli ottimi tempi di inserimento nei movimenti senza palla, che ne hanno fatto – insieme a Cheryshev – il migliore in campo.
C’è dell’altro? Sì, la punizione con la quale ha chiuso la partita: a ridosso dell’area di rigore leggermente spostato a destra, calcia col destro sopra la barriera un pallone teso che scende proprio accanto al palo. Portiere tutto meno che impeccabile, ma poco male, quel pallone lo prendono in pochi.
In molti si sono stropicciati gli occhi per la prestazione offerta da Golovin, ma chi veramente ha goduto più di tutti è stata la sua società di appartenenza: il CSKA, che finora valutava il suo Aleksandr intorno ai 25 milioni: ha capito che il Mondiale potrebbe essere un’ottima vetrina per mettere ancor di più in mostra il suo gioiellino, e per far sì che il suo valore lieviti. Perché no, magari scatenando anche un’asta tra i top club europei.
Eppure uno degli ultimi russi di grande talento, quell’Andrej Kanchelskis che tanto faceva faville in Russia ed in Inghilterra, ma che arrivato a Firenze ebbe delle grandi difficoltà nel tatticismo italico, ma soprattutto per un intervento killer dell’interista Taribo West che gli disfece una caviglia, non aveva certo tessuto le lodi del centrocampista.
Golovin? Un buon giocatore sì, ma niente a che vedere con i grandi russi di qualche anno fa. Mi sorprende che lo voglia una squadra come la Juventus, in Italia lo vedrei al massimo in un club di medio-alta classifica.
Chissà che non abbia letto o sentito queste dichiarazioni, ma Golovin non ha risposto a parole, bensì sul campo. Poche parole, si è dichiarato lusingato per l’interesse della Juve, ma quando gli è stato chiesto dove sarebbe finito quest’estate, ha lasciato l’auricolare e se n’è andato dall’intervista. Poche parole, molti fatti, proprio quello che piace e che fa parte dello stile Juventus.
La Fiera dell’Est non è più ricca come un tempo, i prodotti disponibili e di valore sono pochi, ma di certo non vengono pagati due soldi: Golovin oggi è merce rara, ma proprio perché rara è richiesta e vale un bel po’ di milioni. Aspettando le prossime uscite della sua Russia…
