Il mondo del calcio appare spesso come un etere distante, fatto di superstar, contratti milionari e luci di riflettori. Ma in realtà è anche fatto di storie di ragazzi più vicini a noi di quanto non sembri. Storie di persone che non ce l’hanno fatta. Costretti a rinunciare ai propri sogni dopo aver mosso i primi passi nel professionismo, fermati da problemi fisici non solo in grado di mettere a repentaglio la carriera agonistica, ma anche di condizionarne l’intera vita. Per alcuni di loro, però, il ritiro non ha rappresentato la fine del rapporto con il mondo del pallone.
L’ultima storia è quella di Dario Scuderi, giovane promessa del Borussia Dortmund che negli scorsi giorni ha appeso gli scarpini al chiodo a 21 anni: per lui, come per altri, il ritiro può però essere un nuovo inizio.
14 SETTEMBRE 2016: L’INIZIO DI TUTTO
È questa la data che, per Dario, poteva segnare non solo la carriera, ma il resto della vita. In quel 14 di settembre il Borussia Dortmund sta giocando una partita di Youth League contro il Legia Varsavia. Il giocatore azzurro è una delle migliori promesse dei gialloneri, è già nel giro della nazionale Under-19. Gioca come esterno alto ma anche basso, su entrambe le fasce. I polacchi sono in contropiede e dirottano la sfera verso la loro fascia destra, dove Scuderi sta tornando a dare supporto alla difesa. Nel tentativo di recuperare il pallone dall’avversario, la gamba si appoggia malamente a terra e si piega letteralmente in due. Le immagini fanno il giro del mondo, un infortunio così non lo si vorrebbe mai vedere e forse non si è mai visto. Crociato, menisco, legamenti: tutto fa crac. Il ragazzo viene immediatamente portato via in barella: guarda verso il cielo, temendo forse il peggio.
In realtà la paura Dario non l’ha mai veramente provata. O meglio, non l’ha mai data a vedere. Pochi giorni dopo l’incidente, su Instagram, scriveva così:
“Ciò che non mi uccide, mi fortifica”. Certo, quell’infortunio non avrebbe sicuramente ucciso Dario, ma avrebbe potuto condizionargli il resto della vita: a causa dell’infortunio il sangue non circolava bene e ci poteva essere la possibilità che la gamba venisse amputata. Tanti campioni, tra cui anche Totti e Neymar, si sono stretti intorno a lui e gli hanno dedicato saluti e auguri di pronta guarigione.
Il periodo di recupero è fatto di molte operazioni, ma la fiducia di Dario è inscalfibile. Sul suo profilo Instagram si può ripercorrere tutto il suo percorso verso la riabilitazione, dai primi allenamenti in palestra fino alle prime immagini e i primi video in cui lavora con il pallone, datati aprile 2018. A maggio ha ripreso gli allenamenti, e non sono mancati i complimenti anche da parte delle giovanili del Legia Varsavia, che non hanno affatto dimenticato quell’infausto 14 settembre.
IL RITORNO
L’8 maggio di quest’anno, 967 giorni dopo il terribile infortunio, Dario Scuderi è tornato a figurare in una lista di convocati, in occasione del match tra il Borussia Dortmund Under-23 e il Wuppertaler SV.
In un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha ringraziato chi gli è stato vicino durante il periodo di recupero. Non solo amici e parenti, ma anche l’altra sua grande famiglia, quella giallonera:
“La mia famiglia. Loro sono gli unici che credevano che sarei tornato. Il Borussia Dortmund mi ha pagato gli studi in Management dello Sport, ma dopo un po’ ho messo da parte i libri perché volevo concentrarmi solo sul recupero. Per anni il mio unico pensiero è stato quello. Avevo una missione. Mi hanno dato forza i messaggi social ricevuti da campioni quali Neymar, che è il mio giocatore preferito, e Totti”.
Il contratto di Scuderi con il Borussia Dortmund aveva scadenza proprio fino al 2019 e il ragazzo, negli ultimi mesi, ha ricevuto anche delle offerte per tornare a giocare. Ma dopo averne discusso con la società, ha deciso di dire basta e di iniziare una nuova carriera, con un ruolo all’interno del Borussia:
“Non è stata una decisione facile da prendere, giocare a calcio è sempre stato il mio sogno più grande e ho fatto di tutto affinché si avverasse. Ho lottato, ho avuto offerte per continuare a giocare. Ma il Borussia è la mia famiglia e non vedo l’ora di intraprendere una nuova avventura” (intervista a Ruhr Nachrichten)
Per lui dovrebbe essere pronto un posto nelle scuole calcio dei gialloneri: d’altronde, chi meglio di lui per convincere dei ragazzi a continuare a credere nel proprio sogno?
I “FRATELLI” DI DARIO
Reinventarsi a soli 21 anni è un’impresa che accomuna Dario, ad esempio, con altri due giovani ex calciatori: Sinan Bytyqi e Felice Natalino, i quali entrambi si sono ritirati proprio a 21 anni d’età.
Bytyqi (nato nel gennaio del ’95) oggi fa parte del team di osservatori del Manchester City, ma fino al 2016 è stato un centrocampista di ottime prospettive. Cresciuto nell’academy dei Citizens, era stato mandato in prestito in Eredivisie per maturare e trovare spazio, fino a quando non gli è stata diagnosticata una cardiomiopatia ipertrofica. I problemi di cuore lo hanno costretto a dire basta con l’attività agonistica, ma per lui come per Dario il ritiro ha segnato un nuovo inizio.

Fonte: profilo Instagram di Sinan Bytyqi
Anche Felice Natalino è stato fermato da problemi di cuore. Cresciuto nell’Inter, la stagione 2010-2011 sotto la guida di Benitez gli sembrava aver spalancato un futuro radioso nel mondo del calcio, con 3 presenze in prima squadra. Nell’ottobre di due anni dopo, dopo essere stato operato per un’aritmia cardiaca e dopo aver ricevuto parere negativo da parte dei medici per il ritorno all’attività agonistica, ha appeso gli scarpini al chiodo. Dall’agosto 2015 fa parte dello staff di osservatori del settore giovanile dei nerazzurri.
Ecco che il mondo del calcio, in queste occasioni, si fa inevitabilmente più vicino a noi e ci trasmette un messaggio. Un messaggio semplice che abbraccia tutti quanti, indipendentemente da età, sesso e professione: non arrendersi mai.
(Fonte immagine di copertina: profilo Instagram di Dario Scuderi)