Dele Alli sta attraversando il periodo più buio della sua carriera, un eufemismo nei confronti del nuovo predestinato del football inglese, un talento naturale.
I bagliori di Dele intravisti nel biennio 2017-2018, a tratti nel 2019, sono culminati con l’arrivo di Josè Mourinho, uno con il quale devi entrare nel sistema.
Nel nuovo Tottenham targato Josè, la figura del britannico si è superata, facendo dimenticare i fasti recenti, quelli del giovane ribelle geniale, tre parole che lo descrivono al meglio nel suo essere.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Prima di approdare al lustro londinese ancora in corso, soffermiamoci sulle sue qualità: Dele Alli è un talento puro, calciatore moderno abile nell’aggredire lo spazio.
A suo vantaggio ha un fisico possente, che lo rende duttile, poiché in grado di esser arretrato o avanzato a seconda delle esigenze del tecnico.
Punto di forza è sicuramente la conclusione, potente, soprattutto dalla distanza, sulla quale ha costruito il maggior numero di reti in carriera.
Posto sulla trequarti si esprime al meglio, e mette in evidenza un dribbling fluido e d’alta scuola.
A suo sfavore vi sono alcuni nei temperamentali, mai corretti dovutamente nel tempo, ma proporzionalmente cresciuti in pari con l’acquisizione della fama, una “auto superbia” divenuta poi lacunosa.
Il primo Alli era calciatore più umile della versione attuale, che dal punto di vista mentale è andata sbiadirsi, mai coniugandosi con l’enorme bacino tecnico.
GLI INIZI SFAVILLANTI
Il Tottenham per strapparlo al MK Dons investe cinque milioni di sterline. L’inserimento in rosa è graduale ma prolifico. Il giovane, seppur acerbo, fa intravedere giocate di elevato spessore.
La titolarità arriva in tempi brevi, precisamente all’inizio dell’annata 2016/2017. Con gli Spurs è il trequartista designato in uno scacchiere che lo vede alternarsi talvolta con un altro caposaldo Christian Eriksen, la cui storia attuale si può ricondurre a Dele.
Il danese, tuttavia, con l’esplosione del classe ’96, viene allargato anche sulla fascia o arretrato. Il picco dell’ancora 22enne Alli avviene nella stagione 2017/2018, artefice di un’ascesa unica.
Brilla in Champions League, dove giunge all’apice grazie a una doppietta che sotterra il Real Madrid, e segna a ripetizione anche in Premier League.
Il talento ribelle ha i crismi per varcare la soglia dei migliori e le premesse ad un avvenire luminoso sono lecite, condite da elementi quali l’età e la personalità negli attimi più complicati.
Mauricio Pochettino lo sprona a rendere al meglio ed il giocatore ricambia innalzando il proprio status, da “predestinato” a “campione”.
Il 4-2-3-1 ben si concilia con le esigenze dell’inglese, che dialoga alla perfezione con Harry Kane, diventando il miglior assistman degli Spurs. Spodesta definitivamente Eriksen dalla trequarti: il ruolo del danese in Premier League è oramai ai margini, sino al suo addio per trasferirsi all’Inter.
Dele è il perno del sistema offensivo dell’argentino, che investe sul nativo di Milton Keynes. Sul culminare del 2018 realizza la centesima presenza, e nello stesso giorno realizza una doppietta esterna contro il Chelsea. Il giovane è reduce da una stagione travagliata, ricca di infortuni, ma sul terreno verde si esprime ancora al meglio, disputando il Mondiale della consacrazione.
Conduce l’Inghilterra, di cui è titolarissimo, sino alla semifinale e lo fa da leader, nella medesima stagione in cui coglie la finale di Champions League.
Il 2019 si apre in maniera altalenante: la squadra abbassa il proprio livello di gioco ed alcuni top calano.
Il calcio di Pochettino non incide più ed il collettivo ne risente: in patria è diventato prevedibile, viene sempre anticipato.
MOURINHO, UN RAPPORTO MAI SBOCCIATO
L’infortunio di Harry Kane, e l’eliminazione dalla Coppa dalle grandi orecchie, sanciscono la fine di una era positiva, priva di titoli, ma utile a consacrare la figura di Alli, più smarrita quando le prestazioni del gruppo sono calate.
Nuova linfa e ritorno alla stagione precedente si pensa. A rimpiazzare l’albiceleste è Jose Mourinho. Il portoghese, nonostante la grandissima esperienza, è reduce da avventure negative e ha il compito di rilanciare le ambizioni degli Spurs, affiancandole alla ricerca di un trofeo che oramai è divenuta un ossessione.
Mourinho è una figura pesante, vincente, talvolta da comprendere. L’ex Porto pretende rigidità, ma un calcio opposto alle idee del predecessore, più finalizzato ad offendere e volto a strategie idonee ad Alli.
Lo Special One non è un estimatore dell’estetica, ma ricerca unione di squadra e rigore generale.
Il rapporto tra i due si sgretola subito a causa di continui litigi in allenamento relativi alla mancanza d’impegno di Dele. Due caratteri bollenti che mai si incoricano, e sul nascere già non si comprendono.
Ciò nonostante, inizialmente l’allenatore lusitano crede nel suo talento e lancia più volte dal primo minuto. Infortuni costanti e schematiche differenti al passato contribuiscono ad estraniarlo dalla manovra, e nonostante i primi tentativi, Alli si perde.
Diviene irriverente in campo, sino a giungere ad una totale mancanza d’abnegazione e la conseguente esclusione dai titolari prima e convocati poi.
Lo Special One ne ignora le doti, non le comprende e reciprocamente il giocatore non ha più volontà calcistiche.
Il resto è storia: la stella passata non ha più il coraggio di accendersi, mentre il Tottenham sta riprendendo a volare, senza i numeri del suo jolly.
Christian Eriksen, volato a Milano, è nella medesima condizione del classe 96’, un buio professionale quasi impronosticabile, ma ora realtà, un periodo contorto che si spera resti breve, quasi come un incantesimo che deve svanire.
Nella stagione in corso ha disputato solamente 141 minuti, senza incidere ed anzi estraniandosi dalla partita, simbolo della decadenza che oramai la fa da padrone.
Dele Alli è perso in un buio, forse più introspettivo, ma ha gli elementi per tornare ad incidere come in passato. È l’occasione per correggere i difetti che lo hanno frenato e capire le sue ambizioni, anche lontano da Londra, per la conclusione di una storia di odi et amo, che ho la visto maturare, innalzarsi, frenare e cadere, in quei vortici burrascosi la cui fuga può creare solo evenienze splendenti, che noi, ci auguriamo possano essere tali.