In geometria, un tetraedro è un poliedro con quattro facce. Un tetraedro è necessariamente convesso, le sue facce sono triangolari, ha quattro vertici e sei spigoli. Analogamente si può definire come solido con quattro vertici o sei spigoli.
No, non è né un trattato di geometria, né qualcosa di strettamente matematico. Abbiamo voluto fare un volo pindarico partendo dal fatto che un solido possa essere composto da più facce regolari, soltanto per dimostrarvi che esistono giocatori di calcio che possono essere paragonati proprio a queste figure tridimensionali regolari.
E anche che abbiamo studiato ogni tanto.
Il giocatore dalle più facce, poliedrico più che mai, che stiamo mettendo in questione è colui che a Napoli è conosciuto maggiormente come Ciro, il piccolo Dries Mertens, il folletto belga più napoletano che ci sia. Reduce da una strepitosa annata col Napoli – con picchi di forma elevatissimi specialmente intorno alla metà della scorsa stagione – e da un mondiale da parziale protagonista, ma che lo ha visto arrivare ad un passo dalla finale, Mertens oggi è giunto alla corte del suo nuovo allenatore, Carlo Ancelotti; di certo una risorsa eccezionale per il tecnico di Reggiolo, ma come sfruttare al meglio cotanta qualità?
FROM THE BEGINNING
Classe 1987 con un passato calcistico che risale ad un andirivieni tra Belgio – paese di nascita – e Olanda, i vicini che in passato sempre erano stati più portati per il voetbal: prima le giovanili tra Anderlecht e Gent, poi qualche annata (intorno ai 20 anni) all’AGOVV di Apeldoorn in Serie B olandese che gli valgono la promozione in Eredivisie dove andrà a giocare con la maglia dell’Utrecht; proprio con i biancorossi giocherà due stagioni che lo vedranno protagonista sia con la maglia biancorossa degli Utreg che a livello nazionale, dove arriverà secondo nella classifica del premio di miglior calciatore del campionato. Dietro ad un certo Luis Suarez. Poi la chiamata della prima grande d’Olanda: non è l’Ajax che preferisce coltivare i suoi talenti in casa, lanciando un qualcosa che è già stato smussato e formato secondo la grande scuola ajacida, ma il PSV Eindhoven.
E proprio da qui inizia il nostro viaggio tattico dentro Dries Mertens.
Il primo anno è allenato da Fred Rutten prima, e poi dal subentrante Philipp Cocu, mentre nella seconda stagione sarà il noto ed esperto Dick Advocaat a prendere le redini della squadra della Philips. Partiamo da un dato interessante: sia nella prima stagione che nella seconda, il capocannoniere del PSV non è l’attaccante di ruolo. Ma l’esterno sinistro, Dries Mertens.
Nella prima stagione viene sfruttato come esterno sinistro puro di un 4-3-3, sfruttando la sua strabiliante abilità nell’uno contro uno che poi sarebbe sfociata nella ricerca del tiro in porta – essendo un esterno a piede invertito – oppure anche in funzione di un’ipotetica imbucata per l’attaccante o l’esterno opposto. Una stagione eccezionale, nella quale colleziona 21 gol e 15 assist in 33 partite, dimostrando di essere un crack per un campionato come quello olandese.
L’anno successivo con Advocaat le cose cambiano leggermente: non sul piano realizzativo e delle assistenze, che proseguono su numeri roboanti, ma il piccolo generale aiuta il suo piccolo attaccante esterno ad essere un po’ meno esterno. Lo lascia partire dall’out mancino per rientrare, ma lo avvicina maggiormente alla trequarti, insegnandoli ad agire anche in zone più centrali di campo, dove magari può trovare più traffico e, con un eventuale uno contro uno riuscito, recare ancora più danni agli avversari. E non è un caso che in quell’anno il numero degli assist per il piccolo Dries sia cresciuto. Ben 17.
Mertens non parte dal vertice dell’area di rigore: è leggermente più accentrato, ma il suo rientrare partendo da una posizione più stretta può essere vantaggiosa anche per un assist per il compagno che taglierà in senso opposto
DA BENITEZ A SARRI
Numeri che non possono passare inosservati, e infatti ci mette le mani il Napoli su questo folletto belga di 169 centimetri: quasi 10 milioni al PSV che vede partire il suo talento 26enne alla volta del campionato più tattico del mondo. Qualche sofferenza per lui? Assolutamente no.
Mertens si presenta dicendo che il suo obiettivo è andare almeno in doppia cifra per quanto riguarda le reti. In molti pensarono ad un giocatore che non avesse ancora presente l’altezza dello scalino che distanzia Eredivisie e Serie A, ma andando a vedere i risultati, aveva ragione lui. Benitez lo usa come alternativa nel suo 4-2-3-1, alternandolo con Insigne (appena rientrato da Pescara) nella zona di sinistra, dove più o meno svolge le mansioni che gli venivano affidate il primo anno a Eindhoven: parti da sinistra, rientra e calcia in porta. 11 gol, 8 assist, doppia cifra raggiunta e tutto va bene.
Diverso il secondo anno, in cui il titolare inamovibile è proprio il belga, a causa della rottura del crociato che vedrà Insigne fuori per larga parte della stagione: Mertens fatica anche a causa della mancanza di un’alternativa, inoltre la squadra non è più efficace come l’anno passato, e lo stesso Dries fatica anche nel lavoro di ripiegamento in aiuto del terzino sinistro. Solo 6 i gol, 9 invece gli assist. Per un titolare non la si può definire un’annata di alto livello.
“Un pelín mejor, Dries…” semicit.
Da esterno puro a sinistra a trequartista leggermente spostato, sempre sulla sinistra. Con Benitez di nuovo a sinistra, e anche agli inizi con Maurizio Sarri va così.
In realtà nei pensieri del grande Maurizio dal Valdarno c’era il voler giocare con un 4-3-1-2 in stile Empoli, con Insigne a fare da trequartista alle spalle di Mertens (più che Callejon) e Higuain. Poi il mister si rese conto che Callejon sulla destra non era una semplice necessità, quanto un obbligo vitale per questa squadra, decise di virare sul 4-3-3 ed ecco che Mertens torna a fare l’esternoa sinistra, ancora una volta in staffetta con Lorenzo il Magnifico. In quella stagione esplode el pipita con i suoi 36 gol, e a risentirne sono leggermente i suoi compagni di squadra, tra cui lo stesso Mertens che si ferma a 5 gol.
Sembra una storia tendente alla fine quella tra Napoli e il suo belga ormai d’adozione napoletano, invece accade l’inimmaginabile: inutile raccontare ciò che tutti sappiamo a menadito, quindi arriviamo al punto cruciale dicendo che grazie all’infortunio grave di Arkadiusz Milik, Mertens è diventato a tutti gli effetti uno dei migliori attaccanti d’Europa, per qualità messe in mostra e per i numeri.
46 gol negli ultimi due campionati, ai quali aggiungiamo 17 assist, estrema pericolosità in ogni zona del campo, capacità di dialogo con ogni tipo di compagno, e tasso di imprevedibilità elevatissimo.
In parte falso nueve, per caratteristiche fisiche e tecniche, in parte un centravanti che potremmo definire come “associativo”, colui che perfettamente rende fluido il passaggio tra centrocampo e attacco, pur giocando sulla linea degli attaccanti. E poi prima punta, perchè il killer instinct è quello dei bomber di razza, ma a tratti anche trequartista che parte come vertice offensivo, per poi venire incontro e premiare gli inserimenti di mezzali ed esterni. Sarri lo ha reso giocatore totale, un Iniesta della linea d’attacco.
Mertens in posizione di falso 9: viene incontro per fare da raccordo tra mediana e attacco, Allan sfrutta la sua sponda inserendosi, e sarà accompagnato da Callejon (in basso) che già parte più avanzato del belga
Sarri ha trasformato un ottimo esterno d’attacco in un giocatore a 360°, un catalizzatore di palloni in zona offensiva che può ricevere in ogni punto della metà campo avversaria, per poi mettere la squadra in condizione di creare un pericolo agli avversari.
E Ancelotti può solo ringraziare il suo predecessore.
Mertens è un ossesso anche in fase di pressing: qui ha perso palla poco prima, è lui ad attaccare immediatamente i centrali difensivi (in questo caso Britos), mentre i suoi compagni non hanno ancora attaccato la loro zona di competenza. Grande sacrificio oltre alla solita lucidità sottoporta
ANCELOTTI TRA NATALE E PATRIOTTISMO
Perchè questo titolo? In effetti Ancelotti è combattuto, non sa ancora con certezza dove schierare Dries Mertens: in questo precampionato non ha praticamente mai avuto a disposizione il belga, ma nelle sue idee si legge un pensiero abbastanza chiaro, che vede Milik come attaccante titolare. Ha provato il polacco tutta l’estate, ne ha monitorato i progressi fisici in primis, e tecnico-tattici poi, dunque per queste prime giornate la punta dovrebbe essere Arek Milik.
Il Natale arriva dunque in fretta, perchè il modulo che abbiamo visto in queste prime uscite partenopee è un 4-3-3 leggermente diverso da quello che proponeva Sarri: a centrocampo sappiamo di Hamsik regista e affiancato da Fabian Ruiz e Allan, mentre davanti i due esterni dovrebbero partire da una posizione leggermente più accentrata, quasi a replicare quel 4-3-2-1 che fece le fortune di Ancelotti a Milano. Verdi è un giocatore che calza a pennello in questo modulo, partendo da destra e rientrando sul sinistro – sebbene per lui sia indifferente in quanto ambidestro – mentre a sinistra si riproporrebbe il solito tormentone “Insigne o Mertens?”.
Allora può spuntare di nuovo il patriottismo che nasce dal paese d’origine di Ciro: con la nazionale belga Mertens ha ricoperto diversi ruoli, tra i quali quello di trequartista puro, più o meno quel ruolo che originariamente apparterrebbe a Eden Hazard (e che ha portato Martinez ad escludere Nainggolan, proprio per la troppa abbondanza nel ruolo di 10), e addirittura nei minuti finali della semifinale contro la Francia ha occupato la posizione di esterno destro. La classica dell’esterno che punta e che va al cross.
Certo, contro Panama non ha propriamente cercato il cross da quella posizione…
In sostanza Ancelotti avrà una grossa gatta da pelare, che però non dovrebbe dargli tanti problemi, dato che ogni allenatore sogna di avere una tale disponibilità di giocatori, a costo di dover scervellarsi per trovare un equilibrio che faccia rendere la squadra e che non scontenti nessuno dei protagonisti in campo e fuori.
Mertens al momento si trova a basculare per tutte le posizioni d’attacco, che sia quella classica di esterno sinistro o destro come visto in alcuni frangenti con i diables rouges, quella di attaccante che gli ha cucito addosso Sarri, o quella di trequartista (anche leggermente spostato sulla sinistra) che ricopriva tra nazionale e PSV. Quattro facce per lo stesso solido, il tetraedro Dries nelle mani di Ancelotti.
DOVE VEDERE BARI-SUDTIROL IN TV E STREAMING – Venerdì 2 giugno, alle ore 20:30, al San Nicola ci sarà il ritorno della semifinale Playoff di Serie B tra Bari e Sudtirol. Una partita che vale l’accesso alla finale e quindi un passo importante verso la promozione in Serie A.
COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE
Il Bari, terza potenza del campionato di Serie B, è uscito sconfitto dalla trasferta di Bolzano contro il Sudtirol nella semifinale di andata con il risultato di 1-0. A cambiare le sorti della partita è stato Matteo Rover che, al 92′ ha regalato la vittoria ai trentini. La squadra di Mignani adesso deve ribaltare lo svantaggio dell’andata. Il Bari riuscirebbe a passare il turno anche con un pareggio nei 180 minuti, in quanto a parità si qualificherebbe la squadra meglio posizionata in classifica.
Il Sudtirolconferma di essere infallibile davanti al proprio pubblico. La squadra di Bisoli, dopo aver sconfitto la Reggina in casa nel primo turno dei Playoff, ha battuto anche il Bari, sempre con il risultato di 1-0. Rover ha mandato in estasi tutto lo stadio e i tifosi del Sudtirol adesso credono nell’impresa. Dopo esser saliti in Serie B lo scorso anno, riuscire a raggiungere la massima categoria sarebbe un successo enorme. C’è ancora il ritorno da giocare, ma la sensazione è quella di poter fare la storia.
DOVE VEDERE BARI-SUDTIROL IN TV E STREAMING
Il ritorno delle semifinali Playoff Serie B tra Bari e Sudtirol andrà in scena venerdì 2 giugno ore 20:30 su DAZN. Basterà collegare l’app su una smart tv di ultima generazione, o su console da gioco come Playstation/Xbox o altri dispositivi come Amazon Fire Stick Tv, Google Chromecast o TIMVISION Box. In alternativa sarà visibile anche su Sky, in particolare Sky Sport Calcio (canale 202 del satellite) oppure Sky Sport (canale 251 del satellite). Anche Helbiz e One Football permettono la visione del match tramite la loro app.
PROBABILI FORMAZIONI
BARI (4-3-1-2): Caprile; Dorval, Di Cesare, Vicari, Mazzotta; Maita, Maiello, Benedetti; Esposito; Cheddira, Antenucci. Allenatore: Mignani
Paul Pogba ha vissuto una stagione molto tormentata dopo il suo ritorno alla Juventus. I problemi al ginocchio e i continui problemi muscolari lo hanno tenuto fuori dal campo praticamente per tutto l’anno, riuscendo a collezionare solo sei presenze, di cui una sola da titolare. Didier Deschamps, tecnico della nazionale francese, ha diramato la lista dei convocati per le prossime sfide di qualificazione a Euro2024 e il centrocampista bianconero non è presente tra i convocati. Deschamps ha spiegato quindi il suo rapporto con Pogba. Ecco riportate le sue parole.
POGBA – “Ho parlato tanto con lui, ha avuto una stagione molto difficile, sia dentro che fuori dal campo. Ha subito numerosi e ripetuti infortuni e ora ha di nuovo un problema. È stato un giocatore fondamentale e spero lo sarà anche nei prossimi anni, sia per lui che per la Francia”.
Il Galatasaray è campione di Turchia e la vittoria del campionato ha portato la firma di Mauro Icardi. Questa sera la squadra di Okan Buruk si è laureata campione per la 23ª volta nella sua storia grazie soprattutto al bomber argentino che è stato tra i protagonisti assoluti di questa stagione e che anche oggi ha messo il suo timbro.
La squadra in cui militano tra gli altri anche Mertens, Torreira e Zanioloha conquistato il titolo con due turni di anticipo grazie alla splendida vittoria sul campo dell’Ankaragucu: finisce 1-4, con doppietta dell’ex capitano dell’Inter, grande protagonista nel finale di stagione. Inutile il successo del Fenerbahce sull’Antalyaspor: il Galatasaray non potrà più essere raggiunto perché all’ultima giornata dovrà affrontare l’Hatayspor, squadra ritirata dal campionato (sarà dunque 3-0 a tavolino).
Arriva da Gianluca Di Marzio e da Sky Sport la notizia che i tifosi blucerchiati aspettavano dopo l’altalena di emozioni di questi giorni legata alla cessione della Sampdoria.
Ferrero si sarebbe deciso ad accettare l’offerta del gruppo di Radrizzani, e sarebbe in questo momento in corso il CdA per discutere l’aumento di capitale, che significherebbe società salva.
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