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Animale da Europa

La nostra prima pagina

Animale da Europa

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Napoli-Inter

Il migliore in campo. El hombre del partido a contestualizzare a chi stava di fronte. Dzeko è stato fuori da ogni dubbio l’uomo chiave nel ritorno Olimpico contro il Barcellona. Chiave di volta fondamentale per il contemplato miracolo tanto acclamato. Una soluzione alternativa per il ritorno all’inflazionato e per l’occasione reinterpretato “palla lunga e pedalare”. Sfogo di gioco in ogni situazione critica, ancora di salvezza in fase di pressione e deus ex machina che ha svoltato la serata già al minuto 6.
La sliding doors personale di gennaio nel rifiuto alla corte inglese. Riassumiamo così la stagione di Dzeko in numeri nel rapporto tra la versione italiana e quella europea.

FOCUS

Iniziare dal numero più facile, l’indicazione più semplice, quella che richiede meno ricerche e informazioni, ma che meglio di qualsiasi altra riassume l’impatto di un attaccante nella stagione in corso.
I gol di Dzeko in campionato, ad oggi, sono 14 in 31 giornate. Un dato che dice tutto e niente se non oggetto di confronti. Rispetto alla stagione scorsa infatti, nelle stesse giornate sono 10 i gol in meno. Alla 31esima giornata – va detto, in quella che è stata ed è la sua miglior stagione in carriera – i gol un anno fa erano già 24 (di 29 finali). Contesto totalmente diverso, modulo diverso, allenatore diverso. Tre indizi che fanno la prova finale. Dieci gol di differenza che si riassumono nella pluridecantata denuncia di difficile compatibilità iniziale tra il gioco imposto da Di Francesco e le necessità del bosniaco. Un’incompatibilità che si è affievolita nel tempo per la somma dei risultati che, anche e soprattutto grazie a un Dzeko più silenzioso protagonista, hanno sorriso alle idee di Di Francesco.

Dzeko che comunque dati e partita contro il Barcellona alla mano si rivela comunque uomo indispensabile per l’11 giallorosso.
Accantonando per qualche secondo la parte europea della Roma, in campionato la non lontana trasferta di Bologna risolta in rimonta proprio grazie al bosniaco – subentrato – ci fa da testimone nella nostra tesi.

Dati alla mano si diceva: la produzione italiana della Roma consta di 50 gol complessivi nelle 31 giornate giocate. I 14 gol e 2 assist (che nello specifico una base solida danno all’isolamento acclamato ad inizio stagione dal bosniaco) significano che oltre il 30% della produzione offensiva giallorossa è passata dai piedi di Dzeko. Il dato è decisamente più eclatante se contestualizzato oltre i confini nazionali. Nei 15 gol messi a segno tra gironi ed eliminatorie 6 sono i gol di Dzeko e 4 i suoi assist. Oltre il 65% dei frutti europei raccolti è figlia del numero 9.

Tanto è passato sicuramente dall’adattamento reciproco fra modulo e Dzeko.
Netta è la differenza tra il girone d’andata e quello di ritorno. Esemplificativo è il confronto fra le heatmaps del bosniaco. 3 i casi scelti nel confronto, le gare rispettivamente contro Napoli, Crotone e Fiorentina, confrontati appunto tra andata e ritorno.

 

 

 

 

 

La concentrazione delle zone occupate da Dzeko durante i 90 minuti sono – specialmente nelle prime due – limitate ad una zona centrale. Balzano all’occhio sicuramente i tocchi per partita con il punto più basso rappresentato dai soli 28 palloni toccati nella gara interna contro il Napoli. Nettamente differente è l’apporto alla manovra di Dzeko nel ritorno delle 3 gare.

 

 

 

 

 

Decisamente più estesa nello spazio la copertura del campo da parte di Dzeko, un evidente segno di maggior partecipazione al gioco con più presenza sugli esterni. Chiarificatore il numero di “tocchi” nelle tre partite ben più elevato rispetto all’andata.

Appena sopra invece la heatmap del bosniaco contro il Barcellona. Più estesa è la zona di copertura rispetto alle 6 partite di campionato analizzate, come sintomo del gran sacrificio servito per eliminare i marziani catalani e dell’assoluto protagonismo del 9 giallorosso, hombre del partido per distacco. Servono altre prove? I duelli aerei; 5 scontri vinti nel martedì di Champions, nessuno come lui.

Non solo partecipazione alla manovra, ma anche tanta presenza davanti, dove un 9 conta davvero. A fronte di una precisione media di tiri in porta del 46%, nelle prime 12 partite di ritorno giocate finora (con la doppia sfida contro la Samp compresa di recupero) Dzeko è andato alla conclusione verso la porta 47 volte. Solo 6 però i gol. Tradotto: 1 gol ogni 3,9 tiri. Un’efficacia dunque del 12,5%.
In controtendenza con l’aumentato coinvolgimento durante la seconda metà di campionato è il numero di tiri di Dzeko nella prima parte del campionato. Possibile spiegazione è proprio la maggior presenza fuori dall’area a favore della manovra in torto delle conclusioni. 56 i tiri infatti nelle stesse giornate ma con una gara effettiva in meno (la gara sospesa contro la Sampdoria). 7 i gol in queste 10 giornate (un gol ogni 5,6 tiri), ma un’efficacia praticamente uguale pari al 12,7%.

Totalmente e ben più elevato il raffronto in Champions League. 34 sono i tiri totali di Dzeko nelle 10 partite giocate tutte da titolare. 6 i gol con un’efficacia che si alza al 17,6%. Ma l’impatto del bosniaco è ben più importante e decisivo visto che 15 sono i gol totali della Roma. Con i 6 gol e 4 assist in Dzeko risiede oltre il 65% della produzione offensiva giallorossa.

Un animale da Champions. Il Barcellona ha già pagato la sua tassa.
Il no al Chelsea sliding doors di Dzeko.

Nell’assalto folle alla finale la carta fondamentale in mano a Di Francesco.

 

 

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Giovani per il futuro

Chi è Olijars, il giovanissimo figlio d’arte neo-acquisto dell’Atalanta

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CHI È JEGORS OLIJARS – È notizia di ieri l’acquisto da parte dell’Atalanta del classe 2008 Jegors Olijars, interessante prospetto lettone che ha deciso di firmare il suo primo contratto da professionista della sua carriera con la Dea (erano interessate anche Ajax, Atletico Madrid e Borussia Dortmund) e di crescere nel vivaio nerazzurro. Scopriamo chi è Olijars in questo articolo.

CHI È OLIJARS: CALCIATORE IN UNA FAMIGLIA DI SPORTIVI

Jegors Olijars è una punta centrale dotata di grande fisicità (alta 193 cm) e con grandi potenzialità, che ha dimostrato pienamente in patria e anche nelle squadre giovanili della Nazionale nord-europea. Si può dire che lo sport era nel destino di Jegors, nato in una famiglia di campioni di vari sport. Dal padre campione di corsa a ostacoli – ha vinto un Europeo nel 2006 a Goteborg, medaglia d’argento invece nel 2002 a Monaco e di bronzo al Mondiale di Valencia 2008 – alla madre tennista, passando per il nonno che, invece, ha partecipato a un’Olimpiade, il giovane è portatore di un’eredità di successo e dedizione allo sport che in pochi possono vantare. Starà al 16enne, ora, tenere alto il nome della famiglia cercando di affermarsi nel calcio che conta. Si tratta del primo calciatore lettone nella storia dell’Atalanta.

Fonte immagine in evidenza: profilo X Filippo Maggi

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Calciomercato

Futuro di Zurkowski ancora incerto: difficile il riscatto dell’Empoli dallo Spezia

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ZURKOWSKI EMPOLI – Szymon Zurkowski si sta ritrovando all’Empoli. Dopo il periodo difficile tra Fiorentina e Spezia, il polacco è tornato all’Empoli nel mercato di riparazione e ha avuto un impatto molto importante sulla stagione dei toscani, con 4 gol nelle prime due uscite in maglia azzurra – memorabile la tripletta segnata contro il Monza alla prima da titolare, dopo la rete all’esordio contro il Verona – che lo rendono tuttora il miglior marcatore stagionale dell’Empoli nonostante l’arrivo a metà campionato. Il suo rendimento è un po’ calato nelle ultime settimane, in cui – complice un infortunio alla caviglia – è apparso lievemente in ritardo, ma l’Empoli vorrebbe puntare su di lui anche nella prossima stagione.

ZURKOWSKI RESTA ALL’EMPOLI? IL RISCATTO È DIFFICILE

Sarà difficile, però, confermare il classe ’97 in rosa: la formula con cui si è trasferito nella finestra invernale, infatti, è quella del prestito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro ed esercitabile dagli azzurri a fine stagione. Questa valutazione, però è considerata eccessiva dai dirigenti del club toscano, che sembrano propensi a non esercitare il riscatto del polacco per poi trattare con lo Spezia per un nuovo accordo. La volontà dell’Empoli sarebbe quella di ottenere un nuovo prestito, ma resta da vedere se lo Spezia è disposto a rimandare in prestito il calciatore senza monetizzare da una sua cessione. Bisogna anche considerare, però, che in caso di cessione a titolo definitivo c’è una percentuale abbastanza importante che lo Spezia dovrebbe riconoscere alla Fiorentina, club da cui ha acquistato il calciatore nel 2023.

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Calcio Internazionale

Xabi Alonso sempre più vicino alla permanenza al Leverkusen: niente Bayern Monaco e Liverpool

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XABI ALONSO – In Germania c’è una squadra che sta per spezzare l’egemonia degli ultimi anni del Bayern Monaco. Si tratta del Bayer Leverkusen dell’ex bavarese Xabi Alonso, che si trova al primo posto in classifica a +10 proprio dal Bayern secondo. Quando mancano soltanto otto giornate al termine del campionato, la Bundesliga sembra ormai nelle mani dei rossoneri.

Il Bayern Monaco, che in estate si separerà da Thomas Tuchel, è alla ricerca di un allenatore per la prossima stagione, e tra i nomi che circolano uno dei più insistenti è proprio quello di Xabi Alonso, che però è legato fino al 2026 con il Leverkusen, che non sembra avere alcuna intenzione di liberarlo in direzione Monaco di Baveria.

LE PAROLE DI HOENESS SU XABI ALONSO

Intervenuto ai microfoni di Das Erste, il presidente onorario del Bayern Monaco Uli Hoeness è intervenuto proprio sull’argomento, mostrandosi molto pessimista sul possibile approdo in panchina del tecnico spagnolo nella prossima stagione. Di seguito, le sue dichiarazioni: “La vedo molto dura prendere Xabi Alonso, per non dire impossibile. Credo resti al Leverkusen“.

ANCHE IL LIVERPOOL VA OLTRE E PENSA AD AMORIM

Oltre al Bayern Monaco, anche il Liverpool – che in estate saluterà Jurgen Klopp – è una delle squadre più interessate a Xabi Alonso. A questo punto però, viste anche le dichiarazioni di Hoeness, i due club dovranno con ogni probabilità virare su altri profili. Per la panchina degli inglesi, in questo momento, il nome più caldo sembrerebbe essere quello dell’attuale tecnico dello Sporting Lisbona Ruben Amorim.

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Calcio Internazionale

Chi è Cavan Sullivan, la stellina del calcio USA già nell’orbita del Manchester City

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CHI È CAVAN SULLIVAN – Pensate, a malapena 14 anni, ritrovarvi già sui media calcistici, oltre ad essere in orbita Manchester City, club che al momento domina i riflettori europei. Questo è il mondo di Cavan Sullivan, talento classe 2009 dei Philadelphia Union, che ha esordito con tanto di assist in MLS Next pro. Ormai nel calcio la ricerca del talento parte da età sempre più basse, soprattutto nei campionati esteri, dove i giovani talenti che impressionano gli scout vengono convinti a firmare, o corteggiati, già giovanissimi. Un esempio può essere l’acquisto di Paez da parte del Chelsea, nella scorsa stagione. Ora è invece il turno di Sullivan, trequartista di pura classe che ha addosso gli occhi della migliore squadra del miglior campionato al mondo: la Premier League. 

DAGLI USA ALL’INGHILTERRA

Proprio con la costante scoperta e crescita di talenti sempre più giovani, non è facile impressionare. Eppure, nessuno può evitare di guardare un quattordicenne che, all’esordio coi grandi, si iscrive addirittura al tabellino degli assistman. Parliamo comunque di un giocatore che fa parte della Philadelphia Union Academy da quando ha a malapena 11 anni. Alto 1,58 e in possesso di doppia nazionalità (Americano e tedesco), Sullivan ha fatto parlare di sè con un’etichetta pesantissima. La definizione di ‘nuovo Messi‘ è ovviamente prematura, eppure il talento è cristallino ed innegabile.

Del resto, il Manchester City sembra avere già accordo con società e giocatore, mancano soltanto le firme di rito. Le regole sui trasferimenti e sul lavoro minorile non permetteranno comunque al ragazzo di raggiungere i Citiziens prima dei 18 anni. Per propiziarne il percorso di crescita, la decisione comune tra le società è di tenerlo in patria, dove arriverà ad esordire in MLS. Dopodichè potrà partire per l’Europa. Sicuramente il nome di Cavan Sullivan è destinato a catturare sempre di più l’attenzione nel corso degli anni, anche perchè prima di raggiungere il nostro calcio bisognerà attendere ancora qualche anno.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Parlando di un giocatore molto giovane, è difficile darne un quadro generale completo. Nonostante ciò si può tranquillamente asserire che stiamo per vedere un talento innato dal punto di vista tecnico. L’obiettivo sarà quello di sgrezzarsi nei prossimi anni a livello tattico, affrontando gradualmente un calcio più fisico. Il piede è il mancino, proprio come quel fenomeno generazionale che ha portato ad un altro livell0 il numero 10, che ora milita proprio in MLS all’Inter Miami: Lionel Messi. Sullivan dà la sensazione di poter essere un giocatore abile nello stretto e palla al piede, veloce e tecnicamente impeccabile. Ma solo il tempo potrà dirci dove può arrivare questo ragazzo.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG Cavan Sullivan

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