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È arrivato il momento di Rugani

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È arrivato il momento di Rugani

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In pochi giorni può cambiare tutto, anche Daniele Rugani lo sa bene. L’ex-Empoli è passato da essere la quarta scelta nelle gerarchie difensive di Allegri a poter giocare da titolare tutte le partite per un mese o poco meno.

Medhi Benatia, il primo cambio pronto a sostituire i titolarissimi Bonucci e Chiellini, nei giorni scorsi ha chiesto la cessione ed è stato accontentato. Il marocchino è stato ceduto all’Al Duhail, squadra che milita nella massima serie qatariota.

La Juventus, presa un po’ in contropiede, si è tutelata con il ritorno di Martin Caceres dalla Lazio, difensore che conosce bene l’ambiente. L’acquisto dell’uruguagio, però, è anche una sorta di promozione per Daniele Rugani, diventato nei giorni scorsi il primo sostituto alla coppia dei centrali titolari.

Passano pochi giorni e la situazione cambia ancora: si gioca Lazio-Juve all’Olimpico, con Rugani e Bonucci in campo dal 1’. L’ex-Empoli viene confermato per la seconda volta consecutiva da titolare in campionato dopo l’ottima prestazione contro il Chievo. Bonucci si fa male dopo i primi minuti ed esce alla mezz’ora: il problema alla caviglia lo costringe a più di 20 giorni di stop, con a rischio anche la semifinale di andata contro l’Atletico.

La situazione infortunati in casa Juventus precipita, letteralmente con tutta la squadra, a Bergamo durante i quarti di finale di Coppa Italia. L’Atalanta annichilisce la Juve – la peggior prestazione stagionale fin qui – con un netto 3 a 0. Tutto questo non basta perché all’elenco degli indisponibili si aggiunge un altro difensore, cioè Giorgio Chiellini, che starà fuori circa 15 giorni.

Questi 3 eventi che si sono susseguiti, ovvero la cessione di Benatia e gli infortuni di Bonucci prima e Chiellini poi, gettano molte responsabilità sulle spalle di Rugani, chiamato a guidare la difesa della Juventus nelle prossime uscite.

IL COMPORTAMENTO IN CAMPO DI RUGANI

Attualmente Rugani ha collezionato 9 presenze in stagione (6 in campionato, 2 in Champions e 1 in Coppa Italia) e con questi numeri è difficile provare a dare un giudizio. Il difensore toscano è alla Juve dal 2015 e in 4 anni le sue presenze con la maglia bianconera sono 76, una media di 19 a stagione. Un numero non alto, che non ci aiuta a capire se Rugani possa diventare un perno di questa Juventus già dal prossimo anno. Allegri raramente lo ha schierato dall’inizio in partite veramente importanti, mentre ha sempre preferito farlo giocare contro squadre di fascia medio-bassa.

Durante la scorsa stagione il tecnico livornese scelse di mandarlo in campo nel ritorno della fase a gironi di Champions contro il Barcellona. Rugani giocò un’ottima gara e risultò decisivo in particolare in questa situazione:

Appena parte, Rugani guarda sia Suarez che la zona dove cade la palla. Il pistolero prova il taglio verso il primo palo, Rugani non si distrae, rimane in posizione e poi chiude allontanando la palla.

Rugani non è un difensore che fa della forza fisica la sua caratteristica principale (pensiamo per esempio al suo compagno di squadra Chiellini), ma eccelle nel tempismo con cui effettua gli anticipi, sia con i piedi che di testa. Sa leggere bene le situazioni di gioco, e lo fa in maniera semplice e naturale, come nella gif qui sotto contro Dzeko:

Qui Rugani sta alla giusta distanza da Dzeko, appena il bosniaco prova a stoppare la palla per girarsi il difensore bianconero pianta il piede destro e allunga il sinistro, rubando la palla all’attaccante della Roma.

L’altro aspetto che contraddistingue Rugani e ne fa un difensore moderno è la qualità tecnica. L’ex-Empoli è abile sia in conduzione che con verticalizzazioni mirate per trovare l’uomo libero fra le linee. Qui sotto un esempio, sempre contro la Roma, ma allo Stadium:

Tutta la pulizia tecnica e i vantaggi che può offrire un difensore come Rugani: laser pass che fa saltare le prime due linee della Roma e trova Cuadrado libero pronto ad orchestrare la manovra offensiva.

In molti accusano Rugani della mancanza di personalità e leadership, ma questi due aspetti possono essere sviluppati anche con il tempo, prendendo sempre più confidenza con il terreno di gioco.

Sul piano del decision-making, invece, Rugani commette ancora degli errori ingenui e questo deve essere l’aspetto da migliorare – e possibilmente limitare il più possibile – nel breve periodo.

Il primo gol dell’Atalanta: Cancelo perde la palla, Castagne riparte e converge. Rugani indietreggia in area di rigore e non lo affronta, concedendogli proprio lo spazio che permette all’esterno di Gasperini di arrivare al limite e concludere.

IL VERO VALORE DI RUGANI

Le prossime settimane rappresentano un vero e proprio banco di prova per Rugani. Il classe ‘94 sarà praticamente sempre titolare fino alla gara di andata contro l’Atletico, quando Allegri valuterà se schierare un Bonucci appena rientrato o dare ancora fiducia a Rugani.

La sensazione è che la carriera dell’ex-Empoli potrebbe subire un turning point inaspettato. Allegri non ha mai impiegato il difensore toscano con continuità; se questa dovesse arrivare, magari Rugani acquisirebbe ancora più sicurezze, diventando più leader e affermandosi come il difensore del futuro per la Juve.

Le risposte, come sempre, arriveranno dal rettangolo verde. Nel frattempo, se si può salvare almeno un’immagine della disfatta di Bergamo, potrebbe essere questa: minuto numero 71, Khedira esce, al suo posto dentro Pjanic, con la fascia di capitano che passa sul braccio di Rugani. Una previsione per il futuro? Chissà, in pochi giorni può cambiare veramente tutto.

 

 

 

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Flash News

Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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