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The next generation

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The next generation

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La Juventus negli ultimi giorni sta spostando i propri obbiettivi di calciomercato su un portiere di prospettiva, un ipotetico secondo di Wolfgang Szczesny e in futuro, magari, prossimo titolare. Ma il ruolo di portiere è un concetto che nelle ultime stagioni è stato completamente ribaltato: la tradizionale composizione di fisicità e reattività non basta più, bisogna unirvi accortezze tecniche e intelligenza tattica. E’ praticamente l’umanoide plasmato nei centri sportivi del Manchester City da Pep Guardiola che risponde al nome di Ederson Moraes, portiere brasiliano dai tratti inizialmente oscuri. Il bonifico di quaranta milioni partito dall’Etihad in direzione Lisbona è sembrato a molti un’esagerazione figlia della filosofia estremamente paperonistica degli sceicchi del City, eppure, il campo sta dando ragione proprio a quella cifra. Se il Manchester City in 22 partite con Ederson in campo ha preso solamente 13 reti non è solo per una difesa d’acciaio; ci sono dei meriti profondamente radicati nell’identificazione del nuovo modo di essere un portiere del brasiliano. Ederson, che ha 24 anni, ha dimostrato fin da subito di possedere i requisiti minimi di “bravo portiere”, unendo a un fisico notevole (1,88 cm x 89 kg) una reattività molto simile a quella del collega della Roma Alisson o al concittadino devil  De Gea. Poi c’è il fattore in più, quella capacità di diventare un filtro quasi invisibile nel giro palla del City che a volte, quando la pressione avversaria lo consente, salta la difesa intercedendo direttamente con il mediano. E’ ovvio che le qualità super partes di Ederson non riescano a collocarlo in un gradino più alto di quello che meriterebbe, perchè comunque, il suo limite è anche quello di non avere una gran presa o un’uscita impeccabile, elementi che invece hanno da sempre contraddistinto i migliori in quel ruolo. Eppure il calcio contemporaneo sta premiando l’intraprendenza palla al piede di Ederson nonostante abbia ancora molto da migliorare nella tecnica di base propria di un portiere.

https://gph.is/2iD1i7m

PALLEGGIO

La scienza in questo senso dà una mano a capire i motivi fondamentali del perchè Ederson sia una figura molto rappresentative del sistema calcistico contemporaneo. Premettendo che il positivismo di Guardiola pone senza mezzi parole una linea tattica chiara e senza possibilità di alienazione, il gioco del Manchester City non avrebbe potuto fare a meno di una costruzione dal basso anche senza l’allenatore catalano, perchè la qualità dei singoli difensori è troppo alta per un britannico e semplice kick and run.

https://www.youtube.com/watch?v=_bbMpKubJgo

I 26,1 passaggi di media a partita dell’ex portiere del Benfica sono una cifra che ha dell’allucinante, visto che 26 è più dei passaggi di Buffon (24), eppure è meno di De Gea, che ne effettua 26,9 a partita. Il confronto con il vicino collega dello United ha del paradossale visto che il pragmatismo di Mourinho ha spesso costretto il portiere al lancio in profondità più che un palleggio con i vicini compagni: infatti, se si entra nello specifico, lo spagnolo ha una media di 7,9 lanci lunghi a partita contro gli appena 3,7 del brasiliano, la cui accuratezza nel passaggio è però del 29% migliore di quella del portiere di Mourinho. L’estrema facilità con cui Ederson arriva al palleggio è dettata anche dal fatto che la difesa del City, una delle più solide di tutta Europa, riesce anche ad avere nei singoli il coraggio di dialogare nello stretto e limitare a ultima opzione il lancio in profondità, che vista la maniacalità del proprio allenatore, troverebbe in ogni caso sempre un compagno in zona. Di fatto che sia Kompany o Stones, a ricevere il pallone c’è sempre un giocatore che sa già qual’è il prossimo step, e quindi l’orientamento del corpo e la ricezione sono aspetti fondamentali per i difensori di Guardiola, compreso il portiere. L’allenatore catalano considera Ederson parte integrante della collettivo difensivo non tanto come blocco fisico ma come struttura di palleggio, in cui è compreso anche Fernandinho che si abbassa molto per ricevere la palla: sei difensori quindi, di cui un mediano e un portiere. Ederson stesso sa già che Walker è aperto largo a destra o che c’è David Silva pronto sui 60 metri a ricevere palla, e la sensibilità del piede del brasiliano, talento naturale migliorato dal suo arrivo in Inghilterra, lo rende capace di parabole morbide ma al contempo sicure, rendendo la manovra offensiva del City deliziosa fin dai primi tocchi.

Quello che molto populisticamente viene definito lo stile di Neuer,  in verità, per senso estetico ed efficacia della giocata dovrebbe essere attribuito a Ederson, che senza dubbio è pure agevolato da una qualità generale della rosa che permette di rendere giocabili lanci e passaggi non proprio fini.

CAPACITA’

Quando era al Benfica, ma ancor prima al Rio Ave, Ederson era stato apprezzato per una chiara predisposizione al gioco con i piedi e una generale buona padronanza dello spazio tra i pali. Guardiola si innamorò del giocatore non tanto per il suo presente ma per il suo futuro, capendo in ottica avanguardista come il ragazzo sarebbe potuto maturare a livelli incredibili. E il lavoro del catalano su un classe ’93 sta rendendo i propri frutti. Certo il suo caratterino era l’aspetto meno pregevole dell’intera icona di Ederson, che tuttavia, ha subito represso in favore della grande possibilità di essere il portiere titolare di una delle formazioni più forti del mondo. Eppure Guardiola ha sempre ribadito che il nucleo della sua ricerca in un portiere è comunque la base delle capacità di questo ruolo: reattività, riflessi, fisico e coraggio. Evidentemente Ederson ha soddisfatto le necessarie prerogative chieste dall’ex allenatore di Bayern Monaco e Barcellona.

La sua predisposizione allo scambio con i compagni è una sorta di linea guida della nuova generazione di portieri brasiliani che con convincenti risultati sta conquistando l’Europa. Ederson è per certi versi molto simile al portiere della Roma Alisson Becker, che al secondo anno di Italia è divenuto titolare inamovibile e definitivo riferimento della retroguardia giallorossa. Infatti, anche l’estremo difensore giallorosso ha un allenatore a cui piace una costruzione ascendente, che dal portiere di sviluppa in senso verticale: per questo Alisson Becker è stato notato, per la sua grande precisione nei passaggi e per un destro che sa pescare i compagni anche nel lato più profondo del campo. Sia Alisson che Ederson si possono definire i migliori esempi di un portiere moderno ma di stampo rigorosamente tradizionalista, che non può fare a meno di un buon calcio ma che prima, tuttavia, deve saper parare. Gli errori commessi anno scorso da Claudio Bravo hanno completato la goffa figura di un portiere che in altri contesti (nazionale cilena, Barcellona) si era distinto tanto per capacità tecniche quanto per quelle specificatamente di ruolo. A Manchester invece, ilariosi e clamorosi errori lo hanno etichettato come portiere di categoria inferiore. Al contrario, Bravo è un professionista la cui carata d’identità recita un’età parecchio alta per gli standard filosofici del calcio moderno, eppure il suo lavoro rientra comunque nella prospettiva della generazione corrente, come prima dell’infortunio anche Neuer del Bayern Monaco, Reina del Napoli, e soprattutto ter Stegen del Barcellona, un altro che con i piedi si sta rendendo protagonista al Camp Nou.

https://www.youtube.com/watch?v=zARdZlkGBsA

Ma per risultati ottenuti e crescita improvvisa, Ederson Moraes è il principale esempio delle nuova struttura del calcio, che senza dubbio ha in molti altri interpreti dei professionisti migliori, perchè Buffon o De Gea o lo stesso Ter Stegen difficilmente possono stare sotto il brasiliano del City: eppure il giovane verdeoro gli si sta avvicinando.

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I convocati di Gasperini per Napoli-Atalanta: c’è Koopmeiners, out CDK

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Charles De Ketelaere, giocatore dell'Atalanta, Serie A, Coppa Italia, Europa League

Finita la telenovela riguardo la presenza di Koopmeiners e De Ketelaere nella delicata trasferta dell’Atalanta contro il Napoli. Il club bergamasco ha diramato l’elenco dei convocati di Gasperini e figura, tra i due, solo l’olandese, che già nei giorni scorsi aveva ripreso ad allenarsi in gruppo con la squadra. Out, invece, il giovane talento belga, apparso più indietro nel recupero dall’infortunio.

Ancora da capire se il tecnico piemontese deciderà di schierare dal 1′ l’olandese o se preferirà preservarlo anche per l’impegno di Coppa Italia di settimana prossima.

Questo l’elenco dei convocati: Adopo, Bakker, Carnesecchi, de Roon, Djimsiti, Ederson, Hateboer, Hien, Holm, Kolasinac, Koopmeiners, Lookman, Miranchuk, Musso, Palomino, Pasalic, Rossi, Ruggeri, Scalvini, Scamacca, Toloi, Touré, Zappacosta.

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Prudenza sulla titolarità di Zirkzee contro la Salernitana: pronto Odgaard al suo posto

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zirkzee

In data lunedì 1 aprile, nel giorno di Pasquetta, il Bologna ospita allo stadio Dall’Ara la Salernitana, fanalino di coda del campionato. Alle 12:30 le due squadre si daranno battaglia per i rispettivi obiettivi. Per i padroni di casa i tre punti servono per continuare a sognare l’Europa, per i granata si tratta di una questione d’orgoglio dato che il destino sembra segnato, nonostante la speranza sia sempre l’ultima a morire.

I riflettori dal lato rossoblù sono sicuramente puntati su Joshua Zirkzee, gioiellino in prestito dal Bayern Monaco. L’attaccante ha dovuto fare i conti con un infortunio al bicipite femorale, che per sua fortuna gli ha fatto saltare solo la trasferta di Empoli. L’olandese vanta 11 gol e 6 assist stagionali e non intende fermarsi.

INFORTUNIO, RIENTRO E GESTIONE DI ZIRKZEE

Il risentimento muscolare è stato accusato da Zirkzee durante il secondo tempo di Bologna-Inter del 9 marzo. Sostituzione al 79′ contro la beneamata e grande attesa per rivederlo in campo. La sosta del campionato per favorire gli impegni delle nazionali è capitata nel momento migliore. Il classe 2001 ha avuto il tempo necessario per smaltire l’infortunio, rientrando in gruppo nella giornata di ieri, giovedì 28 marzo. “Gli esami cui è stato sottoposto questa mattina Joshua Zirkzee hanno evidenziato una lesione di primo grado del bicipite femorale sinistro“, questo il comunicato ufficiale del Bologna in cui si spiega lo stop del giocatore.

Secondo Sos Fanta, le valutazioni sul numero nove di Thiago Motta si trascineranno fino all’ultimo. Nel frattempo non mancano soluzioni: Odgaard è pronto a prendersi la maglia da titolare, Fabbian e Urbanski si giocano il posto come trequartista, con il primo favorito. La voglia di rivedere il nativo di Schiedam in campo è elevata, ma la prudenza e la sua gestione saranno altrettanto importanti per evitare rischi inutili in vista dei prossimi impegni.

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Kumbulla è carico col Sassuolo, parla l’agente: “Vuole la salvezza, non vede l’ora di essere titolare”

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In foto: Marash Kumbulla, difensore del Sassuolo

Giovanni Vitali, ai microfoni di TuttomercatoWeb.it, ha parlato del suo giocatore Marash Kumbulla. Il difensore albanese gioca attualmente al Sassuolo, lasciato partire in prestito dalla Roma fino a giugno 2024. In questa Serie A, Kumbulla, ha collezionato soltanto due presenze, anche a causa dell’infortunio al crociato che l’ha costretto ai box per tutta la prima parte di stagione.

Il procuratore Vitali, nella sua intervista, ha parlato del trasferimento di Kumbulla dalla Roma al Sassuolo spiegando come non sia stato facile riuscire a trovare un accordo tra le parti coinvolte. Ha sottolineato anche di come, per il difensore, era fondamentale ritornare a giocare dopo il lungo stop in vista dell’Europeo di quest’estate.

LE PAROLE DI GIOVANNI VITALI

PRESTITO – L’accordo a gennaio non è stato semplice, soprattutto per trovare un’intesa fra tutte le parti. La Roma lo avrebbe ceduto solo in prestito secco e il ragazzo era reduce da un infortunio importante. Alla fine è andato tutto per il meglio e il ragazzo è arrivato al Sassuolo, con Marash che lotterà fino alla fine per la salvezza“.

CONDIZIONE – “Per andare a giocare ha rinunciato anche a qualcosa dal punto di vista economico, ma era importante per lui per non perdere la nazionale in vista dell’Europeo e per tornare pronto alla Roma. Adesso sta benissimo, la condizione ovviamente si ritrova solo giocando ma lui è un giocatore che con due partite nelle gambe ritrova subito la condizione ideale. Non vede l’ora di partire dal primo minuto, magari già dalla prossima partita“.

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Il report dell’allenamento del Lecce pre-Roma: Banda a parte, ma torna Venuti in gruppo

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Lameck Banda, giocatore del Lecce, Serie A, Coppa Italia

Il Lecce, in piena corsa salvezza, ospiterà al Via del Mare, lunedì sera, la Roma. Entrambe le formazioni si presentano a questa partita con la voglia, e la necessità, di fare punti; i padroni di casa per allontanarsi sempre di più dalla diciassettesima posizione, gli ospiti per cercare di avvicinarsi al quarto posto. Le formazioni di questa partita risentiranno dei molteplici infortuni che hanno colpito un po’ tutte le squadre del nostro campionato, Roma e Lecce comprese.

In particolare, il Lecce, dovrà fare ancora a meno di Lameck Banda. L’attaccante durante la partita contro il Torino, che ha visto i pugliesi perdere per 2 a 0, si è trovato costretto ad abbandonare il terreno di gioco prima dell’intervallo a causa di un infortunio che lo tiene ai box da più di un mese. Anche per il prossimo match, ovvero quello di lunedì, Banda molto probabilmente non sarà a disposizione del mister Gotti. Infatti, il club ha rilasciato una nota specificando che Banda ha continuato a seguire un programma di lavoro personalizzato”.

Sempre dalla stessa nota il Lecce annuncia il recupero di Venuti. Il terzino, come si legge dalla nota “è tornato ad allenarsi regolarmente con il gruppo” tornando, di conseguenza, a disposizione anche del mister Gotti.

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