Giovedì sera l’Eintracht Francoforte si è guadagnato un posto per la finale di Europa League a Siviglia, al Ramon Sanchez-Pizjuan. I tedeschi sono stati una delle sorprese di questa competizione: sempre sfavoriti, ma ne sono usciti sempre vincenti. Eppure si tratta di una squadra che è undicesima in Bundesliga. Quali sono i segreti dell’Eintracht?
IL PERCORSO IN BUNDESLIGA
L’anno scorso il Francoforte ha lottato fino all’ultima giornata per entrare in Champions League, traguardo che sembrava davvero a un passo, poiché l’Eintracht è stato tra le prime 4 per diverso tempo. Purtroppo per loro però, il Francoforte di Adi Hutter è arrivato quinto e ha dovuto “accontentarsi” di un posto in Europa League. Chi ha avuto la meglio, a discapito delle aquile, è stato il Wolfsburg di Oliver Glasner.
A fine stagione però ci sono degli stravolgimenti. Adi Hutter va al Borussia Monchengladbach a prendersi il posto lasciato vacante da Marco Rose, accasatosi al Borussia Dortmund. L’Eintracht però non perde tempo e mette sotto contratto Oliver Glasner, approfittando dei dissidi interni che ha avuto col Direttore sportivo del Wolfsburg Jorg Schmadtke.
La partenza però non è delle migliori, anzi tutt’altro. Nella prima partita stagionale, l’Eintracht perde per 2-0 contro il Waldhof Mannheim, squadra della terza divisione tedesca, e viene così eliminato al primo turno dalla DFB Pokal. Anche in Bundesliga si parte davvero male, con soli 5 punti nelle prime 5 giornate.
La prima vittoria in campionato è arrivata nella partita più difficile dell’anno, ovvero quella all’Allianz Arena contro il Bayern Monaco. Hinteregger e Kostic, due delle bandiere di questo club, si sono caricati sulle spalle la squadra e sono riusciti a segnare le reti della rimonta. Dopo quel match, l’Eintracht ha dovuto aspettare un altro mese per ritrovare la vittoria in Bundesliga, e tra novembre e dicembre ha trovato un momento magico in cui ha vinto 6 partite su 7. Nel 2022 però perde lo smalto di fine 2021 e le vittorie in Bundesliga nel nuovo anno sono solo 3.
Una stagione quindi deludente in campionato, con un undicesimo posto che non può dare al Francoforte un posto in Europa per la prossima stagione. Incredibilmente però, l’unico modo che rimane alle aquile per qualificarsi in Europa nella prossima stagione, è vincere la finale di Europa League, che le assicurerebbe un posto in prima fascia per la Champions League.
IL FORTE LEGAME TRA FRANCOFORTE E L’EUROPA
Tutto ciò sembra davvero folle, ma l’Eintracht Francoforte è una squadra pazza. Si tratta di una squadra che sente davvero tanto vicino il contesto internazionale, soprattutto perché Francoforte è un’importantissima città per la Germania ma anche per l’Europa, essendo sede della Banca Centrale Europea e della Banca Federale Tedesca. Inoltre la borsa di Francoforte è addirittura la terza al mondo per volumi di scambi azionari e l’aeroporto della città è sicuramente uno degli scali più trafficati al mondo.
Quindi i tifosi dell’Eintracht non si sentono solo tedeschi, ma hanno un fortissimo attaccamento all’Europa. Lo si è visto nelle trasferte europee, dove le aquile hanno invaso le città delle squadre avversarie in Europa League. L’esempio più lampante è chiaramente al Camp Nou, dove per un errore del Barcellona sono stati ben 30 mila i tifosi tedeschi.
L’Eintracht Francoforte ha partecipato all’Europa League sin dalla fase a gironi, dove è riuscita ad arrivare prima nonostante abbia affrontato squadre pericolose come l’Olympiakos, il Fenerbahce e l’Anversa di Nainggolan.
Il sorteggio agli ottavi però non è benevolo, perché le tocca una delle peggiori seconde, ovvero il Betis. La trasferta in Spagna è vincente, grazie a un bel 1-2, ma la sfida in casa risulta più difficile del previsto. Borja Iglesias al 90’ segna la rete del vantaggio e porta la partita ai supplementari. Proprio mentre l’ombra dei rigori cominciava ad aleggiare sul campo, al 120’ Kostic calcia una punizione cercando la testa di qualcuno, e trova quella di Guido Rodriguez che perfora la porta del suo compagno Rui Silva, autore di un’uscita scellerata.
Con più di un pizzico di fortuna l’Eintracht passa ai quarti, ma non è altrettanto fortunata nel sorteggio. Altra trasferta in Spagna, ma stavolta a Barcellona. L’andata in Germania finisce in pareggio, ma è nel ritorno che avviene una delle imprese più grandi del Francoforte. Aizzati da un pubblico favoloso al Camp Nou, le aquile passano in vantaggio per 3-0 grazie a una doppietta di Kostic e alla rete di Borré. Sono arrivati troppo tardi i gol di Busquets e Depay, e l’Eintracht vince 3-2.
Esaltati da quella partita, i tedeschi non si fermano e passano il turno anche contro il West Ham, anche loro più forti sulla carta. Conta però il campo, e proprio al London Stadium Knauff e Kamada segnano le reti che regalano all’Eintracht la vittoria per 2-1. Giovedì poi le aquile hanno dovuto mantenere solo il risultato e l’espulsione di Cresswell ha facilitato le cose per i tedeschi. 1-0 con la rete di Borré e finale raggiunta.
È un traguardo davvero storico, perché l’Eintracht non giocava una finale internazionale da 42 anni. Nel 1980 vinsero la Coppa UEFA in finale contro il Borussia Monchengladbach. Quello è ancora oggi l’unico trofeo internazionale del club.
L’altra grande finale europea giocata dall’Eintracht fu la sconfitta in Coppa Campioni contro il Real Madrid per 7-3, con tripletta di Alfredo di Stefano e poker di Ferenc Puskas. Quella finale si giocò a Glasgow ed è affascinante come ancora una volta capiti Glasgow sulla strada dell’Eintracht. Stavolta i tedeschi non giocheranno però in Scozia, ma affronteranno in finale i Rangers di Glasgow, l’altra grande sorpresa di questa Europa League.