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El "Profesor" rossonero

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El “Profesor” rossonero

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In astronomia la Stella Nera è un’ipotetica controparte dei tanto famosi buchi neri: scienziati come Barcelò e Liberati ne hanno teorizzato l’esistenza affermando che gli effetti assegnati ai buchi neri altro non sarebbero che le qualità intrinseche delle formazioni spaziali denominate Stelle Nere. La loro esistenza è però tutta da verificare e poco è stato il tempo dedicato al loro studio. Troppo poco. Esattamente come quello che, tra il gennaio 2014 e il giugno dello stesso anno, è stato concesso sulla panchina rossonera a un allenatore olandese, il primo della Serie A, con un passato glorioso e un’idea di calcio rivoluzionaria. Sono bastate diciannove gare di campionato per renderlo il migliore per media punti delle ultime sei stagioni, rendendolo innarrivabile persino per il Gattuso odierno.

Seedorf e Gattuso nell’anno dell’ultimo scudetto rossonero: era il 2011 e il Milan dominava in Italia grazie al mix di talento ed esperienza messo a disposizione di Allegri.

BLACK STAR

Lungi da noi parlare di un esonero di Gattuso a cinque giornate dal termine del campionato di Serie A con un Milan quanto mai in corsa per ritornare dopo cinque stagioni nella massima competizione europea. Il Milan, fuori dalla Champions League da quel 4-1 subito a Madrid dai colchoneros di Simeone, sta attraversando un periodo complesso e lo stesso Gennaro Gattuso rischia di rimanere impanatanto in un progetto che non riesce a spiccare il volo una volta per tutte. Se domani la gara contro la Lazio sarà decisiva per il passaggio in finale di Coppa Italia, le cinque partite contro Torino, Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal diranno che strada vogliono prendere il Milan e Gattuso, ad oggi ancora in possesso della facoltà di decidere del proprio destino. Ma se ci allontaniamo dalla stretta attualità calcistica, e torniamo al Kakà giocatore rientrato a Milano per un’ultima gloriosa stagione, notiamo un’anomalia nella discesa verticale subita dal Milan dal secondo posto del 2011-12 ad oggi: sei mesi in cui la media punti si è attestata sull’1,84 a partita, numeri mai più ripetuti sulla panchina rossonera, e un gioco spumeggiante che aveva eletto Balotelli a idolo indiscusso della tifoseria e riportato Kakà nel calcio che conta. Parliamo dell’avvento sulla panchina della cometa Clarence Seedorf, scelto da Berlusconi per sostituire Allegri in un freddo 14 gennaio, e assurto a miglior allenatore per media punti in Serie A del Milan delle ultime tragiche stagioni.

Dall’agosto 2018 Clarence Seedorf è l’allenatore del Camerun con Patrick Kluivert come vice: il 23 marzo 2019 vince per 3-0 contro le Comore qualificando i Leoni alla Coppa D’Africa del prossimo giugno.

SEEDORF E IL MILAN

La storia tra l’olandese e il Milan risponde al componimento “Odi et amo” di Catullo, in cui il poeta latino racconta di come la sua amata sia per lui una continua e dicotomica battaglia con sé stesso: ama la donna per ciò che gli fa provare, ma la odia per come lo rende vulnerabile. Il rapporto tra Willy Wonka e il Milan è sempre stato così, dicotomico e controverso, con momenti di altissima passione e altri in cui l’indolenza l’ha avuta vinta. Clarence, vincitore di quattro Champions League con tre squadre diverse (Ajax, Real Madrid, Milan), è stato un giocatore da grandissimi palcoscenici, che si esaltava nelle notti stellate e tirava il freno nelle gare in cui la sua classe poteva essere risparmiata. Il pubbblico, innamorato calcisticamente delle magie del Professore olandese, lo beccava continuamente quando le sue prestazioni scendevano sotto la soglia dell’accidia, facendo si che l’orgoglio dell’attuale CT del Camerun ribaltasse la situazione portando il numero dieci a mostrare tutte le proprie qualità. In questa digressione però, non ci interessa il Seedorf calciatore ma bensì l’uomo intelligente e attento che, seduto sulla panchina rossonera, ha ottenuto undici vittorie in diciannove partite con una rosa rimaneggiata e non all’altezza della squadra attualmente in mano a Gennaro Gattuso.

QUANDO SI ARRIVÒ OTTAVI

Il Milan quell’anno chiuderà il campionato all’ottavo posto, dietro al Torino per differenza reti con soli 57 punti conquistati nelle 38 giornate a disposizione. Un fallimento su tutta la linea, se al piazzamento in campionato aggiungiamo l’uscita dalla Coppa Italia contro l’Udinese e gli schiaffi presi dall’Atletico in Champions  League. La rosa, composta da giocatori come Mexes, Zapata, De Jong, Poli e Taarabt, dovette fare a meno di El Shaarawy per gran parte della stagione (solo 9 le presenze dell’esterno classe ’92), e ritrovò soltanto in Kakà (nove goal stagionali) e Balotelli (18 goal in tutte le competizioni, di cui 14 in Serie A) le certezze a cui appigliarsi per non cadere nel baratro del fallimento generale. In una situazione tanto negativa cosa può essere degno di essere salvato? Le diciannove partite che Seedorf diresse come tecnico dei rossoneri in Serie A furono uno spot al calcio totale in cui il trequartista fu forgiato ai tempi dell’Ajax. Il 4-2-3-1 messo in campo con Kakà e Balotelli a scambiare con un Taarabt formato europeo fecero divertire il pubblico e accesero una speranza per la stagione successiva: con un gioco simile, basteranno degli interpreti all’altezza per tornare a giocarsi un posto nell’Europa che conta.

“Questo è il momento in cui i calciatori si allenano per farsi trovare pronti in vista della nuova stagione. Non essere pià un calciatore non deve essere una scusa per non allenarsi, e nonostante sia difficile trovare le motivazioni, continuo ad allenarmi per il mio benessere fisico, mentale e psicologico.” Queste le parole dell’olandese in merito all’allenamento, cruccio dell’uomo Seedorf aldilà della preparazione calcistica.

FALLIMENTO SOCIETARIO

La società era però sull’orlo della crisi economica e identitaria che avrebbe portato all’ingresso di Yonghong Li e di tutta la trafila che conosciamo a menadito e, con un ultimo scatto di protagonismo, il presidente Berlusconi decise che le visioni tra il Milan e Seedorf erano differenti al punto da esonerare il tecnico olandese e promuovendo Pippo Inzaghi dalla primavera. Una mossa avventata figlia delle idee che Seedorf aveva più volte espresso nel corso dei mesi passati alla guida del suo Milan: la squadra non sembrava all’altezza di tale blasone, i giocatori che indossavano la maglia del Milan non erano ritenuti in grado di reggere un peso simile. Una definizione netta, un taglio con ciò che aveva caratterizzato la politica societaria nel corso delle ultime stagioni che significava dover cambiare tutto nell’estate che stava per iniziare. La scelta della società fu di conservare ciò che si era fatto fino a quel momento cancellando, almeno parzialmente, i sei mesi della Stella Nera venuta dall’Olanda.

Più di 1000 partite giocate in carriera, quattro Champions League in bacheca e il quinto posto per presenze nelle massime competizioni Uefa con 163 gettoni.

EL PROFESOR CLARENCE SEEDORF

“Non si può sempre vincere, ma essere vincenti sì. Questo è il Milan”

Questa una delle frasi più iconiche dell’attuale tecnico del Camerun, riportato in coppa d’Africa dopo diversi fallimenti sportivi: una sentenza del suo modo di vedere il calcio e il Milan, vincente negli anni in cui il Professore vestiva la maglia numero dieci e in quel momento lontano parente della società risoluta e ben conscia dei propri obbiettivi che aveva dominato l’Europa e il mondo per tanti anni. Restano di quei sei mesi di tentativo di calcio totale, una rivoluzione iniziata a cui fu tagliata la testa sul nascere, e le immagini di una Stella Nera intorno alla quale gravitava un gruppo unito sbattuta fuori dall’universo rossonero perché troppo rivoluzionaria.

Seedorf ha collezionato undici vittorie in diciannove partite da allenatore in Serie A con i rossoneri: il miglior marcatore alle sue dipendenze fu Mario Balotelli, che sotto la guida dell’olandese sembrò raggiungere la maturità auspicata da molti.

 

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Flash News

Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Flash News

Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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