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Domani alle 13.30 c’è Manchester City – Liverpool, uno dei tanti big match della Premier League, una sfida in cui si affronteranno due squadre con un gioco votato all’attacco. A confronto due allenatori che si sono sempre contraddistinti per lo spettacolo offerto dalle loro squadre in campo. Perché il calcio è soprattutto divertimento, e Guardiola e Klopp ci hanno sempre fatto divertire.

COSÌ SIMILI, COSÌ DIVERSI

Da sempre offensivisti, da sempre convinti che per vincere sia importante prima segnare, e poi non prendere gol. Guardiola e Klopp sono due allenatori che si divertono e che fanno divertire le proprie squadre, ma profondamente diversi nel modo di farlo. Il primo è stato rivoluzionario quando ha creato con il suo Barça il tiki-taka che ha fatto scuola negli anni a venire e che, a dir la verità, tiene ancora imprigionato il Barcellona dei giorni nostri. Il secondo che invece si è fatto conoscere a livello internazionale con il Borussia Dortmund, una squadra piena di giovani campioni che facevano della velocità e della verticalità le loro armi migliori.

In verità Pep è riuscito, fino ad ora, ad incidere con il suo gioco solo in Spagna. L’esperienza con il Bayern è stata fallimentare, e così Guardiola ha scelto il City e la Premier per rilanciare sè stesso e la sua filosofia di gioco. Se l’anno scorso non è andata molto bene, con un terzo posto anonimo, quest’anno l’allenatore catalano sa che dovrà aggiungere almeno un trofeo importante alla bacheca della squadra azzurra di Manchester. Negli ultimi anni sta provando a modificare la sua filosofia, che era diventata fin troppo prevedibile. L’intenzione è sempre quella di attaccare, di impostare il ritmo della partita attraverso il possesso palla. Se prima però la manovra era organizzata orizzontalmente e viveva di accelerazioni improvvise, ora, soprattutto a Manchester, l’allenatore catalano richiede maggiore verticalità e profondità, appoggiandosi alle qualità di una prima punta vera come Aguero. Rimane fondamentale, come a Barcellona, l’apporto dei terzini, vere e proprie ali che partecipano attivamente alla fase offensiva: in questa direzione è andato infatti il mercato del City quest’estate, che ha speso più di 100 milioni per Mendy, Danilo e Walker.

Sull’altro versante invece c’è Jurgen Klopp, che da quando allena il Liverpool non ha mai perso contro il City. Due anni in Inghilterra: un ottavo posto e una finale di Europa League il primo anno, un convincente quarto posto invece nella scorsa stagione. Ad Anfield i meccanismi sono quelli che si erano visti per sette anni a Dortmund, dove però le sue squadre davano l’impressione di avere maggior solidità. Verticalizzazioni, ripartenze veloci, gioco a memoria e di prima, sovrapposizione dei terzini e gegenpressing (letteralmente “riaggressione”, ovvero la pressione immediata, subito dopo aver perso il pallone, per evitare la ripartenza avversaria o per creare una nuova azione d’attacco). Le accelerazioni di Salah, diventato ormai un top player, hanno dato qualcosa in più ad un attacco già forte, che ora sembra essere quasi irresistibile. Manè a sinistra e l’egiziano a destra garantiscono spinta per tutta la gara, Firmino in mezzo è l’attaccante di movimento ideale per questa squadra. Se il centrocampo è formato da gente che la palla la sa trattare molto bene, manca però uno che riesca a spezzare il gioco efficacemente. Il problema del Liverpool sembra essere questo, ed è comune a tutte le squadre che fanno dell’intensità la loro arma migliore: sapersi organizzare in fase difensiva, mantenere la concentrazione e la compattezza durante tutta la gara. Per ora là davanti si divertono, ma arriverà l’inverno e la fisicità delle squadre di Premier, che metteranno a dura prova la spensieratezza dei ragazzi di Klopp.

Due allenatori simili, ma anche estremamente diversi. Due allenatori dal profilo internazionale, abituati a parlare più lingue e a farsi apprezzare per le loro “uscite” in conferenza stampa. Manchester City – Liverpool è anche la sfida tra due dei tecnici più particolari del calcio mondiale.

UN BUON INIZIO, ALLA RICERCA DI CERTEZZE

Per entrambe le squadre questa partita rappresenta un ottimo banco di prova per capire che cosa va già bene e su quali aspetti, invece, c’è ancora da lavorare. Dopo il mezzo passo falso alla prima giornata (3-3 contro il Watford) il Liverpool ha ottenuto due vittorie senza subire gol. La prima, sofferta e di misura, contro il Crystal Palace di De Boer; la seconda invece a valanga contro un Arsenal troppo brutto per essere vero. Nella partita contro i Gunners i tre davanti si sono esaltati, mettendo in mostra tutto il loro repertorio, fatto di rapidità, tecnica e schemi che sembrano già collaudati. 4 gol rifilati all’Arsenal e tanto spettacolo per i tifosi del Liverpool, che per ora possono anche fare a meno di Coutinho, trattenuto con la forza durante il mercato, ma già convocato per domani nonostante il suo mal di pancia.

 

Il City invece ha fatto un po’ più di fatica, e sta cercando di trovare la sua quadratura dopo i numerosi innesti arrivati dal mercato. Una vittoria facile alla prima giornata contro il Brighton, il pareggio per 1-1 in casa contro l’Everton e la vittoria in extremis contro il Bournemouth, arrivata solo al 97’ grazie al gol di Sterling. Come detto prima, Guardiola sta cercando di trasmettere un’identità a questa squadra, che può contare su alcune certezze come Kompany, Fernandinho, David Silva e Aguero, zoccolo duro della squadra al quale si aggiunge il talento di De Bruyne, Sanè, Sterling e Gabriel Jesus. Tante soluzioni per Guardiola, che dovrà cercare di schierare al meglio le sue pedine, lasciando anche qualcuno in panchina. L’inserimento degli esterni bassi, soprattutto per Mendy e Danilo, non sarà semplicissimo, considerando le caratteristiche di fisicità del calcio inglese unite all’impegno richiesto in quel ruolo da parte di Guardiola. E poi c’è Bernardo Silva, pagato 50 milioni e desideroso di confermare quanto buono di fatto al Monaco. Il ragazzo si è già espresso sul suo tecnico, definendolo “il miglior allenatore del mondo”; se è un calciatore vero, con Guardiola troverà sicuramente la sua consacrazione.

A Guardiola e Klopp il compito di infondere certezze alle rispettive squadre: la sfida di domani sarà importante soprattutto per questo. Sicuramente ci sarà intensità e spettacolo, con entrambe le squadre che proveranno a vincere la partita.

Alle 13.30, ora di pranzo. Enjoy your lunch!

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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