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ESCLUSIVA - Bagnulo tra padel e calcio: "Juan Lebron mi ricorda Mbappé"

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ESCLUSIVA – Bagnulo tra padel e calcio: “Juan Lebron mi ricorda Mbappé”

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Bagnulo

ESCLUSIVA BAGNULO – La coppia di giornalisti Gianluigi Bagnulo e Dario Massara si è cimentata, per Sky Sport, alla narrazione in telecronaca del padel, uno sport che è spopolato in questi ultimi anni per giocatori amatoriali e professionisti in tutto il mondo. Dalla loro esperienza sul campo ne è nato un libro pieno di contenuti interessanti sia per i grandi conoscitori di questo sport che non, inglobando personaggi di rilievo ed ex calciatori: “Padel Mania” è questo e tanto altro. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Gianluigi Bagnulo, giornalista per Sky Sport e attuale telecronista di padel per la nota emittente.

Cominciamo con il dire che ormai il padel si è sparso a macchia d’olio anche nel nostro paese. Quali sono stati, secondo te, i tre personaggi fondamentali per poter espandere il padel in Italia? 

“La prima persona fondamentale per l’espansione del padel è stata Luigi Carraro, presidente della Federazione Internazionale Padel. Ha lavorato con la sua squadra per rendere questo sport accessibile a tutti e soprattutto glamour: visibile dal punto di vista mediatico attraverso personaggi mediatici. Portandolo in televisione e utilizzando l’immagine di personaggi appassionati di padel che avevano un grosso seguito, ha costruito delle basi solide al pari di altri sport. A tal proposito è stato fondamentale l’incontro con il presidente del PSG, Al-Khelaifi, che raccontiamo all’interno del libro. Non voglio raccontarvi troppo: vorrei che tutti leggessero la storia sul libro. La seconda persona che cito è Fernando Belasteguin perché la sua storia è una dimostrazione incredibile di professionalità, capacità di durare nel tempo e costante promozione al padel: il suo nome è una calamita per gli occhi delle persona che porta visibilità a questo sport. La sua disponibilità ai tornei in Italia è stata decisiva per l’avvicinamento di tante persone. Più che una terza persona cito il gruppo di ex calciatori, partito da Roma e poi diffuso in tutta Italia che grazie all’enorme seguito di cui godono hanno fatto sì che la gente conoscesse il padel grazie a loro”.

Quando hai sentito, insieme a Dario il momento di dire “mettiamo tutto nero su bianco”?

La scintilla è scoppiata quando ci siamo resi conto che le domande da casa durante le telecronache erano decuplicate, insieme alla loro competenza. Abbiamo capito allora che il padel era diventato mania a tal punto da poter parlare alla gente con un libro. Uniti dal percorso in telecronaca con Dario la sensazione è stata reciproca. Abbiamo deciso, dunque, di scrivere questo libro per raccontare tutte le storie che abbiamo imparato nel corso degli anni sui giocatori, chiarire regole contorte e raccontare tutto ciò che un appassionato di padel ha piacere di leggere”.

Il pensiero a freddo di quando ti hanno detto per la prima volta che avresti fatto le telecronache di padel?

“Ci giocavo già da 5 anni. Mi sono reso conto che conoscevo lo sport ma non avevo ancora il vocabolario per raccontarlo. A differenza del calcio, dove parto con una base molto solida costruita negli anni prima da appassionato, poi da giornalista per Sky Sport, avrei dovuto rimettermi sui libri: rimettermi a studiare. Così è stato perché dovevo conoscere al meglio i giocatori e le dinamiche per poi raccontarle alla gente, anche se tanto è stato imparato sul campo. Tanti termini li abbiamo imparati dalle nostre seconde voci e opinionisti che da anni erano in questo mondo: da Gustavo Spector a Saverio Palmieri, passando poi per Niccolò Cotto, Emiliano Siciliani, Mauricio Lopez Algarra e tanti altri. Ogni telecronaca aggiungeva conoscenza per diventare più credibile su questo sport”.

Siete riusciti a raccogliere i maggiori esponenti del padel italiano ed ex calciatori nel libro, insieme al “Goat” Belasteguin: il vostro libro è interessante sia per il neofita che per il più grande appassionato. Era il pieno obiettivo? Quali erano le aspettative?

“L’obiettivo era arrivare a tutti. Cercare di parlare a qualsiasi fascia di “padelisti” presenti in Italia. Dal giocatore più appassionato, chi gioca ma voleva sapere di più, fino a chi lo pratica sporadicamente o lo segue quando capita. Nel corso di questo mese di pubblicazione abbiamo ricevuto feedback positivi da tutte queste fasce. C’è chi ha potuto approfondire la conoscenza dei personaggi che aveva visto giocare ma di cui non sapeva la storia, chi ha trovato l’ironia dei “10 padelisti tipici” e chi, ancora, ha risolto ogni dubbio sul regolamento”. 

Sky Sport è stata l’emittente precursore di questo sport: sentite di prendervi anche voi il merito?

Lasciamo che lo dica Belasteguin. Nella prefazione che ha scritto per il nostro libro, per cui lo ringrazierò sempre, ha citato direttamente Sky Sport come televisione che ha contribuito alla crescita del padel in Italia acquisendo i diritti per prima, aiutandone la diffusione. Ci siamo mossi in anticipo, siamo contenti dei risultati e di aver preso parte alla crescita di questo sport”

La gente cresce con il padel e viceversa. Dove pensi si possa arrivare in futuro e perché non è la solita moda del momento? 

Non è una moda perché implicherebbe che duri poco e poi passi. Il padel, invece, è in costante espansione: ogni giorno c’è più gente che ci gioca, ci investe e lo guarda. Penso che siamo solamente all’inizio di questo processo, il margine di crescita è infinito: continueranno ad aprire i campi e ci appassionerà ancora di più quando avremmo giocatori italiani pronti a competere contro i migliori al mondo”.

Uscendo un attimo dai riflettori: quale giocatore pensi che salirà sul tetto del mondo?

Questo è stato l’anno della consacrazione di Coello: è finito il tempo di chiamarlo “Arturito”, adesso è diventato Arturo. È stato l’anno in cui ha dimostrato che è pronto a prendersi il numero 1 del ranking nei prossimi anni. Tra i giovani ragazzi a me piacciono Miguel Yanguas, sulla stessa strada di Lebron, che è un giocatore di destra che vale come uno di sinistra può giocare sia a destra che a sinistra e dotato di una delle più belle volee di rovescio nel circuito. Inserisco anche Javier Garrido, che può contare su una prepotenza fisica e smash da paura”.

Siccome prima abbiamo citato dal libro i “10 padelisti tipo”, in quale categoria ti metteresti?

Sono un umile giocatore di destra, che ha imparato a giocare bene con la parete avendo poca mano. Tra i profili elencati nel libro sono sicuramente il “rosicone” che se perde la prende male ma allo stesso tempo è consapevole dei suoi limiti” 

Sbilanciamoci sui confronti: potresti paragonare giocatori come Lebron, Belasteguin, Tapia a tre stelle del calcio mondiali?

Juan Lebron mi ricorda Mbappé. Talento puro, mezzi atletici devastanti e quel pizzico di egoismo che lo rende non facilmente simpatico ai suoi compagni di squadra. “Bela”, invece, è stato accostato erroneamente a Messi poiché entrambi argentini. C’è una grossa differenza tra i due: Messi è un talento naturale mentre Belasteguin è un conoscitore supremo del gioco molto più di un talento naturale. Con questa premessa lo paragono a Xavi: una leggenda che anche in tarda età riesce a rimanere al livello con gli altri.. Infine, per Tapia, ho scelto Dybala, ovvero un altro argentino, perché come tutti i talenti puri può risultare incostante, ma quando è nella giornata giusta ti regala dei gesti tecnici che non vedi da nessun altro”.

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Coppa Davis, anche i complimenti del Milan: “Lavoro fantastico, bravi ragazzi!”

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ATP Finals

COPPA DAVIS SINNER MILAN – Ieri si è scritta una pagina storica dello sport italiano: dopo 47 anni, l’Italia riporta la Coppa Davis nel bel paese, battendo l’Australia per 2-0. Decisive le vittorie di Matteo Arnaldi, contro Alexei Popyrin, e di Jannik Sinner, che ha liquidato Alex De Minaur in poco più di un’ora. Un’emozione unica per i ragazzi di Filippo Volandri.

E poco dopo la vittoria, tra l’altro, sono arrivati anche i complimenti del Milan. La fede calcistica dello stesso Sinner, infatti, non è un segreto: l’altoatesino è un grande tifoso milanista, come ha anche dichiarato in più occasioni. Sulla strada per la finale, tra l’altro, il tennista italiano ha dovuto battere (annullando ben tre match point) a un altro tifoso a tinte rossonere, Novak Djokovic. I due si erano già affrontati pochi giorni in fa in finale alle ATP Finals di Torino (dove ha prevalso il serbo), sotto gli occhi di Rafael Leao e Ismael Bennacer, che dopo l’incontro hanno incontrato anche i due tennisti.

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L’Italia trionfa in Coppa Davis! Prima volta dopo 47 anni

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Coppa Davis Italia

ITALIA COPPA DAVIS – L’Italia torna a vincere in Coppa Davis: non succedeva dal 1976, fino a oggi l’unica vittoria in questa competizione. Battuta l’Australia nella finalissima.

A Malaga, a partire dalle 16, si è giocato l’atto finale della massima competizione mondiale a squadre nazionali del tennis maschile. Per l’Italia, nel singolo, hanno partecipato Matteo Arnaldi e Jannik Sinner. Nel doppio, insieme a quest’ultimo, sarebbe stato il turno di Lorenzo Sonego. Gli azzurri si presentavano all’incontro da favoriti, con l’obiettivo di evitare di rischiare di arrivare al doppio e chiudendo, dunque, la gara nelle due sfide singolari.

Il primo incontro singolare ha visto sfidarsi i numeri 2 delle rispettive nazionali. Dato l’infortunio di Matteo Berrettini, il testimone è stato passato a Matteo Arnaldi, che ha affrontato Alexei Popyrin, numero 2 australiano. Il classe 2001 italiano ha superato l’avversario per 7-5 2-6 6-4. Arnaldi ha così portato l’Italia in una situazione vantaggiosa, concedendo a Sinner un match point molto importante.

La seconda sfida, quella tra i numeri 1 di Italia e Australia, ha visto sfidarsi proprio Jannik Sinner contro Alex de Minaur. Per il mattatore di Novak Djokovic, non sarà una passeggiata battere l’australiano, ma neanche un’impresa erculea. Il nativo di San Candido, infatti, vince 6-3 il primo set, non senza qualche difficoltà. In scioltezza, invece, il secondo, vinto 6-0, che permette di portare la gara sul 2-0 e tornare a casa con il trofeo. L’Italia si aggiudica così la seconda Coppa Davis nella sua storia: un successo storico, scritto da una generazione di ragazzi che può far sognare il nostro paese ancora per tanti anni.

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MotoGP 2023: Pecco Bagnaia diventa Campione del Mondo

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Bagnaia

Dopo un Motomondiale lottatissimo, decisosi solo all’ultima gara, Pecco Bagnaia diventa Campione del Mondo della MotoGP 2023. Il verdetto arriva già durante la gara, dopo che il suo rivale, Jorge Martin, cade provando a sorpassare Marq Marquez. Al nostro portacolori bastava solamente il quinto posto, in caso di vittoria della gara dello spagnolo, ma la caduta dell’iberico in forze alla Ducati Pramac ha sancito la fine dei giochi. Bagnaia, infatti, anche in caso di caduta, avrebbe ugualmente vinto il Mondiale.

LA STAGIONE

Il duello tra Bagnaia e Martin è stato avvincente fin dalle prime battute della stagione, ma l’italiano verso la metà della stagione era riuscito a distanziarsi con oltre 70pnt di vantaggio. La caduta nel GP di Barcellona, in cui Pecco ha rischiato ben più del Mondiale, ha riaperto i giochi, con Martin che ha risucchiato gara dopo gara i punti di vantaggio. A Valencia il ducatista ufficiale si presentava con 21pnt di vantaggio, ma dopo la sprint di sabato i punti sono diventati 14.

La situazione per Martin era dunque difficile, ma la caduta dopo qualche giro, con prima anche un grossissimo rischio prima di superare Pecco, ha mostrato come lo spagnolo ha sofferto la pressione di dover vincere, mentre il campione del mondo in carica ha mostrato l’astuzia, e l’esperienza, che lo ha portato a poter trionfare nel Motomondiale 2023.

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ESCLUSIVA – Bertolucci: “Sinner è un ragazzo serio, ora lo aspetta lo step più complicato. Milan? I dirigenti sanno cosa fare”

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Paolo Bertolucci

ESCLUSIVA PAOLO BERTOLUCCI – Dopo una settimana vissuta intensamente, per il tennis italiano (e il suo pubblico) è ora di concentrarsi sulla Coppa Davis. L’Italia, capitanata da Filippo Volandri, affronterà domani mattina la selezione olandese. In palio un posto per le semifinali, dove la squadra vincente potrà affrontare una tra Gran Bretagna e Serbia. Per questo, chi meglio di Paolo Bertolucci, storico ex tennista e vincitore in Davis con l’Italia nel 1976, poteva raccontarci le sensazioni relative a questo ultimo periodo tennistico. Sotto la guida del capitano Nicola Pietrangeli, ha fatto parte de “La Squadra”, insieme a compagni del calibro di Corrado Barazzutti, Adriano Panatta e Antonio Zugarelli.

Oltre a essere un gran tifoso milanista ed ex numero 22 del mondo, oggi è un commentatore sportivo per Sky Sport, tramite il quale entra nelle case di tutti noi appassionati. In attesa del grande impegno di domani, Paolo Bertolucci ha rilasciato ai nostri microfoni un’intervista tra il tennis e il calcio, spiegandoci anche le emozioni che si provano a vivere il tennis da così vicino. Di seguito l’intervista completa.

INTERVISTA A PAOLO BERTOLUCCI

Da anni ormai lei vive il tennis anche da commentatore: soprattutto in occasione della Coppa Davis ma non solo, dove finisce il Bertolucci tifoso e inizia il Bertolucci telecronista?

È molto difficile trattenersi. Sarà che io per anni ho commentato con gioia le gesta di vari campioni come Federer, Djokovic, Nadal e tutti i grandi campioni stranieri, la cui vittoria non mi cambiava niente. Era un commento più distaccato. Adesso, prima con Berrettini, poi con Sinner e gli altri italiani, quando si tratta di un giocatore italiano sei più coinvolto. Un po’ perché magari conosci direttamente lui o l’allenatore, ora è sicuramente più difficile fare un commento distaccato. Tanto ci sarà sempre chi critica per un commento troppo fazioso e chi per uno troppo freddo. Faccio sempre quello che mi sento”.

Ci apprestiamo a vivere l’ultima settimana di tennis della stagione. Nel complesso le chiedo, che anno è stato per il tennis italiano?

È stato un anno inebriante. Quando c’è un ragazzo di 22 anni, italiano al numero 4 del mondo che gioca le Finals vincendo e convincendo è una bella figura. Tutto questo trascinerà anche altri dietro di lui. Non è un caso se la finale ha riscosso così tanti telespettatori, oltre allo stadio pieno durante entrambe le sessioni nonostante i prezzi folli dei biglietti. Oltre al tifoso tennista si avvicina anche il tifoso generale: da un lato è bello perché permette di allargare la propria visione, dall’altro attira una parte di pubblico di cui potremmo fare anche a meno”.

Senza fare pronostici, cosa possiamo aspettarci da questa Coppa Davis? Sarebbe contento di perdere il suo record di detentore italiano del trofeo?

Sarei molto contento, così questo dolce peso non sarebbe più solo sulle nostre spalle. In generale l’Italia è tra le prime due o tre del mondo. Probabilmente se l’anno scorso fosse arrivata in finale avrebbe vinto. Mancava Berrettini e mancherà anche quest’anno, per cui perdiamo un elemento importante. Nel mentre però sono venuti su dei giovani interessanti. La squadra è molto forte, poi a questi livelli, con grande equilibrio, si gioca tutto su pochi punti”.

Dopo questa settimana abbiamo tutti la “Sinnerite”, come ha definito lei nelle sue telefonate (con il collega e amico Adriano Panatta, ndr); nonostante la sconfitta, possiamo dire che la finale di domenica è stata il punto più alto toccato nella carriera di Jannik Sinner?

Dopo gli Slam vengono le Finals, quindi assolutamente si. Adesso lo aspetta un ulteriore step, sempre più complicato, ossia la gestione dei cinque set negli Slam. È un ragazzo serio, di 22 anni, che migliora ogni giorno di più. Si tratta solo di avere pazienza, cosa che il tifoso italiano di solito non ha. Non tutti nascono già imparati”.

Lei è anche un grande tifoso milanista: come giudica lo stato attuale dei rossoneri in vista di due big match come Fiorentina e Dortmund?

Come tutti i tifosi, c’è sempre la volontà di giudicare a tanti chilometri di distanza quelli che succede a Milanello. Ci sono dirigenti, allenatori, medici e preparatori che fanno di tutto per permettere alla squadra di ottenere i migliori risultati. Finché un giocatore veste la maglia del Milan per me rimane intoccabile. I dirigenti sono preparati e sanno quello che devono fare, io mi limito a fare il tifoso da divano”.

Fonte immagine di copertina: profilo X @paolobertolucci

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