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ESCLUSIVA - Uno sguardo sulla Bundesliga con Pietro Nicolodi

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ESCLUSIVA – Uno sguardo sulla Bundesliga con Pietro Nicolodi

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Abbiamo intervistato Pietro Nicolodi, esperto di calcio tedesco e commentatore della Bundesliga su Sky. Con lui abbiamo parlato di questo inizio di campionato e di ciò che la Bundesliga di quest’anno potrà regalarci.

Iniziamo dando uno sguardo generale sul campionato, soprattutto per ciò che concerne la lotta alla vetta. Il Bayern è ancora la squadra da battere o il Borussia ha raggiunto il livello dei bavaresi?

Se si guarda al mercato è chiaro che il Borussia si sia avvicinato molto, ha allungato la rosa notevolmente e ha aumentato la propria qualità. Poi però bisogna vedere se riuscire a trasformare queste premesse in risultati. Sta avendo un buon inizio, nonostante la sconfitta a Berlino che comunque può capitare. Sicuramente è un inizio di Bundesliga molto interessante. Io terrei d’occhio il Lipsia che è una squadra splendidamente organizzata e quando capirà tutte le direttive di Nagelsmann, che secondo me è un genio assoluto, diventerà molto molto temibile.

Parliamo quindi del Lipsia. Può già competere da quest’anno per il titolo?

Io pensavo che avesse una partenza un po’ più complicata perché assorbire gli schemi di Nagelsmann non è così semplice. Invece sono partiti benissimo e la squadra gira a meraviglia. Poi c’è Timo Werner che è in una condizione spaventosa e viene sfruttato al meglio. La squadra è molto solida, subisce pochi gol. Se durerà non so dirlo, però l’inizio è molto impressionante. Contro il Bayern mi ha convinto a metà. Ha giocato un primo tempo orribile, ma è riuscita a recuperare e non perdere. Il fatto che siano riusciti a non perdere giocando così è sicuramente un buon segnale.

Fonte: profilo ufficiale Instagram @dierotenbullen

Per il Lipsia però c’è anche da considerare un impegno “abbordabile” in Champions che toglierà energie. La possibilità di andare avanti anche in Champions può essere un ostacolo?

L’impegno è abbordabile fino a un certo punto perché sicuramente è un girone senza squadre mostruose, ma sono tutte molto ostiche. È uno di quei gironi equilibrati, dove non c’è una squadra nettamente più scarsa e quindi partite più semplici. Bisognerà vedere, perché finora in Europa il Lipsia non ha ottenuto grandi risultati, ad eccezione della vittoria col Napoli in EL, che rimane la cosa migliore fatta in Europa. Quindi devono dimostrare di essere pronti per entrambe il doppio impegno.

Come quarta forza dietro le prime tre chi vede meglio?

Vedo una sfida tra Bayer Leverkusen e Borussia Mönchengladbach. Il Leverkusen è una squadra folle, che gioca un calcio praticamente agli estremi della guardiolizzazione, con un possesso di palla allucinante e un pressing altissimo. Ovviamente però questo tipo di gioco lascia delle autostrade per gli avversari in contropiede, però è una squadra molto interessante e divertente. Il Gladbach poteva partire meglio, ma ha un allenatore molto bravo.

Focalizziamoci quindi un attimo su Bayer Leverkusen e Borussia Mönchengladbach, prossime avversarie di Juve e Roma in Europa. Che squadre sono? Come devono affrontarle le italiane?

Per il Leverkusen è davvero dura affrontare Juventus e Atlético Madrid. Sicuramente le aspirine non vanno sottovalutati, perché hanno grande qualità, ma difensivamente rischiano tanto. Per le sfide contro la Juventus credo che Cristiano Ronaldo potrebbe divertirsi molto, in due contro CR7 e col campo aperto è davvero dura. Per la Roma invece sarà una bella lotta, dipende anche come ci arriveranno le due squadre. Anche il Gladbach ha cambiato allenatore e ha preso un mister molto preparato. Marco Rose viene dal Salisburgo dove ha fatto benissimo e ha a disposizione una buona squadra piena di ottimi giocatori.

Fonte: profilo ufficiale Twitter @borussia

L’altra grande sfida Italia contro Germania coinvolge Inter e Borussia Dortmund. Come vede la situazione?

Come esperienza internazionale sicuramente è più avanti il Borussia. Poi ora l’Inter è in piena a fase di costruzione, è quindi difficile giudicarla. Ora direi più il Borussia, ma dipende da come si svilupperà il girone.

Concentriamoci un attimo sul Bayern. È stata un’estate particolare: via Robben e Ribéry, finalmente è arrivato quel cambio generazionale tanto agognato. È l’inizio di un nuovo ciclo per il Bayern?

Sicuramente è finita un’era, che poi cominci un nuovo ciclo non ne sono così certo. Sostituire Robben e Ribéry, per quanto fossero alla fine della carriera, è molto difficile, se poi pensiamo alle loro versioni migliori, che è ciò che servirebbe al Bayern, il discorso diventa ancora più complesso. Gnabry e Coman sono due ottimi giocatori, ma sono lontani dal loro livello. Secondo me quindi faranno fatica, nonostante abbiano Lewandowski, molti centrocampisti forti. Poi c’è Coutinho, che è tutto da scoprire, perché se torna quello di Liverpool è un conto, se si conferma quello di Barcellona un altro. Sicuramente per il brasiliano è una grande occasione. La squadra sicuramente è molto forte, ma che sia in grado di ripetere ciò che ha fatto con Ribéry e Robben è molto difficile.

C’è anche da considerare che il Bayern continua a vincere in Germania, però in Europa ha perso un po’ di credito.

Si, anche se andando a vedere l’eliminazione col Real in semifinale due anni fa, ci si rende conto che le contingenze sono state abbastanza particolare. Uno dei due match è stato uno dei più grandi furti della storia del calcio, l’altro è stato segnato dalla sfortuna. Se poi vediamo l’eliminazione dello scorso anno contro il Liverpool c’è poco da dire, il Bayern ha meritato ampiamente l’eliminazione. Comunque i bavaresi rimangono una squadra tosta, nessuno va a Monaco a divertirsi. Chiaramente sono meno forti del periodo dei vari Schweinsteiger, Robben, Ribéry, Lahm. Parliamo di gente che ha vinto il mondiale, ci dimentichiamo spesso del loro livello. Prendiamo come esempio Lahm, Kimmich è un grandissimo giocatore, ma Lahm era un’altra cosa.

Fonte: profilo ufficiale Twitter @FCBayern

La sensazione infatti è che il Bayern abbia dei giocatori forti, ma non tanto forti quanto quelli che hanno dovuto sostituire.

Bhe si, d’altronde non può sempre andarti bene. Rimaniamo sull’esempio di prima, Kimmich è uno dei più forti difensori/centrocampisti che ci siano in giro per il mondo, ma Lahm era più forte. La differenza sta tutto qui e questo vale per altri giocatori in altri ruoli, come abbiamo detto di Gnabry e Coman paragonati a Robben e Ribéry.

Questo depotenziamento del Bayern si riversa anche sulla nazionale tedesca?

Certo. Anche la Germania è piena di giocatori di grandissimo talento, ma meno forti di quelli che c’erano prima. Poi la Germania al momento nemmeno è una squadra, è un insieme di giocatori che si piacciono tantissimo, sono tutti tecnicamente straordinari, ma non sono concreti. La bellezza senza concretezza nel calcio non conta. Contro l’Irlanda del Nord la partita poteva finire in goleada, eppure il 2-0 è arrivato solo nel finale. Anche contro l’Olanda, vai in vantaggio, sprechi il 2-0 in maniera incredibile e poi finisci per perdere. Alla Germania manca concretezza, perché i giocatori sono troppo discontinui. Prendiamo Tah, lui è un difensore che alterna cose magnifiche ad altre che fanno dubitare che sia adatto al livello di calcio in cui gioca. È un calciatore di una discontinuità disarmante. Poi lui, come molti suoi colleghi, paga il nuovo tipo di calcio, dove i difensori sono molto limitati nell’affrontare l’attaccante, perché ad ogni minimo contatto si fischia. Fare il difensore oggi è più difficile, poi la Germania non vanta una grande tradizione di centrali difensivi, togliendo Beckenbauer. Però avevano dei marcatori rocciosi, erano inguardabili ma non facevano muovere l’attaccante avversario. Adesso questo tipo di concretezza manca assolutamente alla Germania. Basti pensare che il punto fisso della nazionale è Süle: è un onesto giocatore, ma niente di più, non può essere il punto fisso di una nazionale come la Germania. Così come per il Bayern.

Fonte: profilo ufficiale Twitter @DFB_Team

Torniamo alla Bundesliga e parliamo della squadra che è cambiata più dallo scorso anno: l’Eintracht Francoforte. Come vede le aquile dopo la rivoluzione estiva?

È chiaro che non sia facile. Sono andati via tre ottimi giocatori, tra cui Haller che era anche l’uomo squadra, sia tatticamente che mentalmente. Lui era il leader della squadra, una belva fisicamente, ottimo tecnicamente, discretamente veloce per il suo fisico, un attaccante completo. Poi vicino a lui Jović e Rebić avevano tantissimi spazi da sfruttare e ovviamente non sarà facile sostituire questo tridente. L’allenatore, Hütter, è molto bravo, sta facendo un ottimo lavoro, ma non penso che la squadra possa ripetersi. Sicuramente si giocano tutte le partite, perché hanno acquistato una mentalità internazionale, però è chiaro che il livello della squadra si sia abbassato.

Il Wolfsburg, guidato dal suo bomber Weghorst, sta facendo benissimo. Che ne pensa dei lupi?

Hanno un allenatore molto bravo, Oliver Glasner, ha fatto molto bene in Austria, al LASK. Giocano molto bene e Weghorst è uno di quei centravanti vecchio stampo e mi piace tantissimo. Anche lui per essere così alto ha una gran tecnica, lotta su ogni pallone, uscendo sempre dal campo mezzo distrutto. È sicuramente un bel giocatore.

Abbiamo parlato di sfida Italia-Germania in Europa. Vedendo le due realtà, da una parte osserviamo stadi sempre pieni e atmosfere bellissime, dall’altra tanta fatica a riempire gli stadi. Qual è il motivo di questa differenza e cosa può fare l’Italia per aspirare al modello tedesco e portare la gente allo stadio?

Sicuramente incide molto la mentalità. I tedeschi vanno a vedere tutto, per una partita di pallamano è tutto pieno, così come per una partita di basket o di pallavolo, per dire. Loro hanno proprio l’abitudine di vedere lo sport dal vivo. C’è anche da dire che le partite lì si vedono in impianti in cui c’è tutto, l’organizzazione è mostruosa. Ci sono posti per andare a mangiare, c’è il museo della squadra, ci sono mille cose da fare intorno allo stadio. Gli impianti sono tenuti bene, molti sono nuovi e anche quelli vecchi sono tenuti benissimo. Poi c’è sempre un’atmosfera incredibile, i tifosi ci mettono una passione pazzesca. Per esempio c’è l’Amburgo che è davvero una squadra brutta da vedere, eppure i tifosi vanno sempre, sono lì in 50mila anche se sono in Zweite e la squadra gioca malissimo. Lo Stoccarda è retrocesso due volte negli ultimi quattro anni eppure lo stadio è sempre pieno. I tifosi ci sono sempre, c’è poco da fare.

Parlando di stadio, qual è quello con l’atmosfera migliore in Germania?

Ovviamente quello del Dortmund è fuori categoria, è una cosa spaventosa. Però ce ne sono tanti, quello del Werder ad esempio è incredibile. La squadra è quello che è, eppure i tifosi la spingono incessantemente per novanta minuti. Anche il Borussia-Park del Mönchengladbach, dove giocherà la Roma, è molto bello.

 

Fonte: profilo ufficiale Twitter @BVB

Qualche giocatore a sorpresa da seguire con attenzione?

Fra i giocatori meno pubblicizzati ci sono i due laterali del Lipsia, Klostermann e Halstenberg, e il centrale francese Konaté, che può diventare uno dei più forti difensori dei prossimi cinque anni. Ogni tanto spegne il cervello, ma se lo tiene acceso non ne sbaglia una e ha una tecnica non indifferente. C’è ovviamente Havertz, ma lui è solo giovane, già è una stella della Bundesliga dal futuro assicurato. Altri nomi possono essere Geiger dell’Hoffenheim, Waldschmidt del Friburgo che ha fatto un europeo incredibile. Poi parlando di Friburgo non possiamo non parlare dell’allenatore, un assoluto genio.

In Germania l’attenzione per gli allenatori è incredibile. Julian Nagelsmann e Marco Rose sono tra i migliori prospetti in circolazione, e Streich, l’allenatore del Friburgo, sta facendo benissimo.

Christian Streich è un genio assoluto, è un personaggio molto particolare. Le sue conferenze stampa sono spettacolari, si parla di tutto tranne che di calcio in pratica. Ricordo che una volta sono andato a vedere una conferenza di Heynckes e alla domanda su chi fosse il miglior allenatore in Germania rispose Christian Streich. Sta facendo delle cose pazzesche al Friburgo e continua a farle, nonostante la qualità media dei giocatori sia molto livellata verso il basso. Ma se li allena lui, vanno tutti a mille. C’è gente che torna da esperienze molto negative e puntualmente rinasce a Friburgo. Vediamo Jonathan Schmid, oppure Grifo che all’Hoffenheim ha fatto molto male. Un genio assoluto.

Fonte immagine di copertina: profilo ufficiale Facebook Bundesliga

 

 

 

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Bundesliga

Il Bayern Monaco medita la cessione di Kimmich: contratto in scadenza a giugno 2025

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Joshua Kimmich, giocatore del Bayern Monaco e Luca Pellegrini, giocatore della Lazio, Champions League, Serie A, Bundesliga, Euro2024

C’è aria di rivoluzione in casa Bayern Monaco. Il club della Baviera si sta preparando a cambiare aria durante la prossima finestra di mercato estiva. Le difficoltà incontrate nel corso della stagione – e non ancora superate – hanno portato ad una vera e propria perdita di rotta. Il tutto è acuito dai cambi di allenatore (prima quello di Nagelsmann e poi quello di Tuchel, che avverrà a fine stagione) e da uno spogliatoio che sembra essere sempre meno unito.

Uno dei primi nomi sulla lista dei partenti, come riporta Sky Germania, sarebbe quello di Joshua Kimmich. Il centrocampista tedesco, al Bayern Monaco dal luglio del 2015, ha il contratto in scadenza a giugno 2025. I bavaresi, dunque, sarebbero pronti a venderlo nella prossima finestra di mercato per cercare di incassare una cifra dignitosa e, soprattutto, per evitare ogni trattativa legata al rinnovo. Il giocatore, dal canto suo, è anch’esso pronto per cambiare aria dopo quasi un decennio nella squadra di Monaco.

KIMMICH-BAYERN MONACO: I NUMERI

Joshua Kimmich veste la maglia del Bayern Monaco da quando ha 20 anni. Ora, a un anno dal compimento dei 30, è comprensibilmente pronto per un’avventura fuori dai confini della propria terra natìa. Acquistato dai bavaresi dal Lipsia, infatti, il centrocampista tedesco non ha mai provato un’esperienza in un altro campionato.

Con il Bayern ha collezionato la bellezza di 402 presenze, condite da 41 gol e 97 assist. Il palmares del classe ’95 è invidiabile: 8 campionati tedeschi (tutti di fila), 3 Coppe di Germania, 6 Supercoppe di Germania, 1 Champions League, 1 Supercoppa UEFA, 1 Mondiale per club.

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Osimhen non ha risposto alla convocazione della Nigeria: non è nell’elenco dei nazionali del Napoli

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Victor Osimhen, calciatore di Napoli e Nigeria, Serie A, Champions League, Coppa Italia

Victor Osimhen sta attraversando un momento particolare. Dal suo ritorno dalla Coppa d’Africa, il nigeriano ha inciso in alcune partite e in alcune meno e nell’ultimo periodo si è anche fermato per via di un infortunio. L’attaccante ha passato tutti i novanta minuti in panchina contro l’Inter e a quanto pare risponderà negativamente alla chiamata della Nigeria. La nazionale delle super aquile giocherà due amichevoli contro il Ghana e il Mali. Osimhen rifiuta la nazionale e preferisce rimanere a Napoli per poter recuperare definitivamente dall’infortunio visti anche gli impegni non facili da affrontare una volta ricominciato il campionato.

OSIMHEN RIFIUTA LA NAZIONALE: OBIETTIVO ATALANTA

Il 30 marzo a mezzogiorno e mezzo ci sarà l’Atalanta a far visita ai partenopei e l’obiettivo principale di Osimhen è quello di poterla giocare e soprattutto poter incidere. Al ritorno dalla Coppa d’Africa ha segnato 5 gol in 3 partite contro Cagliari, Barcellona e Sassuolo (tripletta) ma contro Juventus e Torino non è andato a rete. Dopodiché è arrivato il fastidio muscolare contro il quale ha cercato di lottare fino all’ultimo momento ma sia lui che Calzona hanno capito che non si doveva rischiare di peggiorare la situazione. Victor è rimasto per tutto il tempo in panchina sostenendo i propri compagni nella partita poi pareggiata contro l’Inter.

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Messi salterà le amichevoli con la nazionale per un infortunio: i dettagli

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Pallone d'oro

Lionel Messi è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Il fuoriclasse argentino, infatti, non ha recuperato da un piccolo infortunio e non prenderà parte ai prossimi impegni della nazionale sudamericana contro El Salvador e Costa Rica. I due appuntamenti sono programmati per venerdì 22 marzo a Philadelphia e  martedì 26 marzo a Los Angeles.

Messi salterà, dunque, la tournee con l’Argentina negli Stati Uniti d’America, come fatto per le ultime gare disputate dall’Inter Miami. La causa è da ricercare in un problema fisico che lo tormenta da qualche tempo. Si tratta di una lesione muscolare di lieve entità alla gamba destra.

Con Messi e Dybala fuori, sarà il capitano dell’Inter Lautaro Martinez a caricare la squadra sulle proprie spalle. Accanto a lui dovrebbe esserci Alvarez, attaccante stimato dal commissario tecnico Lionel Scaloni. Le alternative sono rappresentate da Alejandro Garnacho del Manchester United e dall’esterno d’attacco della Fiorentina. Tra i convocati è presente anche Valentin Carboni centrocampista offensivo del Monza in prestito dall’Inter. Il classe 2005 proverà a stregare il commissario tecnico.

IL COMUNICATO SULL’INFORTUNIO DI MESSI

“Il capitano, Lionel Messi, non potrà essere convocato per le amichevoli negli Stati Uniti a causa di un piccolo infortunio subito nella partita della sua squadra contro Nashville.”

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Calcio Internazionale

Bernardo Silva conferma: “Tornerò al Benfica, ma non so quando”

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Bernardo Silva PSG

L’esterno del Manchester City Bernardo Silva ha approfittato degli impegni con la propria nazionale per intervenire sul canale SIC. Durante la trasmissione si è parlato abbondantemente di futuro, viste le tante le voci che si rincorrono su un possibile ritorno in patria del portoghese, che ha aperto alla seconda esperienza nel Benfica.

Bernardo Silva, infatti, è cresciuto nelle giovanili del Benfica con cui ha giocato dal 2002 al 2014. Poi l’esperienza al Monaco che lo ha lanciato definitivamente tra i grandi. 101 le presenze in Francia, condite da 24 reti fino al 2017, anno in cui è stato acquistato dal Manchester City per 50 milioni di sterline.

Nel corso dello stesso programma il conduttore Ricardo Araujo Pereira ha chiesto a Bernardo Silva se chiederà alla famiglia di Schmidt se lo rivorrà nel Paese. Ecco la risposta del calciatore.

LE PAROLE DI BERNARDO SILVA

SUL RITORNO AL BENFICA – “Penso che le persone siano un po’ stanche di questa domanda. Sono sicuro che tornerò ma non so quando. E’ difficile cronometrare e dire se sarà tra due, tre o l’anno prossimo con Roger Schmidt (ride ndr). Ma l’ho detto più volte e penso che la gente si stanchi di sentirlo: senza dubbio tornare al Benfica è un obiettivo di carriera e di vita“.

SU SCHMIDT – “Da un lato mi chiedi di tornare al Benfica e dall’altro mi chiedi di dire cose negative sull’allenatore del Benfica. Immagina se tornassi l’anno prossimo e lui è il mio allenatore? Non può essere (ride ndr)”.

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