Abbiamo sentito Giuseppe Pancaro, ex difensore tra le altre di Lazio e Milan che si è concesso ai nostri microfoni rispondendo sulle italiane in Champions, sulla Serie A e tanto altro.
Ritorna la Champions. Per le italiane la Juventus ha avuto sicuramente un sorteggio più favorevole rispetto al Napoli. Quali le possibilità di passaggio del turno per entrambe e come vede in particolare la gara del Napoli al Bernabeu?
Arrivati a questo punto non ci sono favorite. Sicuramente per il Napoli sulla carta l’impegno è più difficile, poi però le partite bisogna giocarle e questo Napoli secondo me ha tutte le carte in regola per fare bella figura e poter passare il turno; tenendo sempre presente che dall’altra parte c’è il Real Madrid. Loro sono una squadra abituata a queste competizioni. Penso comunque che possa essere una partita aperta dove il Napoli avrà le sue occasioni.
Tatticamente, tralasciando le attenuanti relative all’infortunio di Milik e la condizione ancora non ottima di Pavoletti, per il Napoli crede più adatto per provare a battere il Real il tridente “leggero” e la velocità di Insigne, Martens e Callejon oppure l’inserimento di una punta tra il polacco e l’ex genoa?
Credo che sia importante far giocare chi è più in forma e sta meglio a prescindere dalle caratteristiche. Insigne, Callejon e Mertens stanno giocando di più, hanno la migliore condizione e sono più affiatati come reparto e quindi penso sia giusto puntare su di loro.
La Juventus invece ha cambiato modulo proprio in ottica Champions. Il 4-2-3-1 rischia di essere troppo offensivo in Europa oppure, al contrario, è l’atteggiamento adatto che con la giusta sfrontatezza può far arrivare i bianconeri fino in fondo?
Allegri ha fatto una scelta precisa che lo sta premiando. Ha voluto mettere in campo tutti i giocatori più forti che ha a disposizione e su di loro ha costruito il sistema di gioco. La scelta ha pagato anche perchè tutti stanno dando una grandissima mano in fase di non possesso sacrificandosi molto. La cosa importante è proprio avere equilibrio: Mandzukic fa un grossissimo lavoro in fase di non possesso e Cuadrado lo ha per caratteristiche quindi penso che possa assolutamente riproporlo in Champions League.
Per quanto riguarda il campionato un discorso che va avanti da quando i bianconeri hanno iniziato a vincere con Conte è quello dell’anti-Juve. Esiste veramente un’anti-Juve oppure il gap, specialmente con le dirette inseguitrici, è talmente ampio che non c’è nessuno veramente in grado di colmarlo e metterne in dubbio la supremazia in Italia?
Io penso che Napoli e Roma abbiano accorciato il gap. Stanno facendo tutte e due molto bene e stanno andando molto forte. Il problema per loro è che la Juventus non sbaglia mai. Non lo fa da tanti anni. Non da mai la possibilità di crederci realmente. L’unica che può fermare la Juve è forse proprio la Juve stessa mettendosi in difficoltà da sola.
In settimana poi l’episodio che ha colpito è stata la diffusione del frame di Oddo quasi in lacrime dopo il 5-0 del Torino. Due considerazioni a partire da questo episodio. La prima. Nel calcio di oggi non c’è bisogno di più uomini come mister Oddo? Uomini veri, attaccati alla maglia che sentono il proprio lavoro e lo portano avanti con il cuore piuttosto che “professionisti” e “mercenari” che si fanno attrarre dai soldi come le nuove mete cinesi ripensando per esempio al brasiliano Oscar che a 25 anni ha scelto la via del mero denaro?
Ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno. Per Massimo mi dispiace molto. E’ un amico e un bravissimo allenatore. Sta passando una stagione negativa ma fa parte del calcio. So che da bravo allenatore e da ragazzo intelligente qual è farà tesoro di quest’esperienza per il futuro e per togliersi poi delle soddisfazioni che è quello che gli auguro.
La seconda considerazione. Proprio la stagione negativa del Pescara evidenzia ancora una volta la grandezza del salto dalla Serie B alla Serie A. Come può questo salto ridursi così da assottigliare il gap tra le squadre di A?
La prima differenza sta proprio nella possibilità di poter spendere i soldi per acquistare i giocatori che in Serie A poi fanno la differenza. Contano sicuramente anche l’esperienza e la competenza, però poi fa tanto il budget a disposizione con cui lavorare.
Una domanda su Lazio-Milan di ieri sera, una partita particolare per lei che ha avuto parentesi importanti con entrambe le squadre. Un parere sulla gara e sull’opportunità persa dalla Lazio, riacciuffata invece dal Milan.
Per come è andata la partita sono 2 punti persi per la Lazio e uno guadagnato dal Milan. Ma la Lazio ha creato tanto senza riuscire a concretizzare e questo pesa.
Una domanda questa volta personale. Quale è stata la sua soddisfazione più grande in carriera e per quale motivo.
Lo scudetto con la Lazio. Anche più delle Supercoppe con Lazio e Milan. Era il primo scudetto, una cosa che desideravo e sognavo da bambino. E’ stata la prima vittoria importante e mi ha dato sicuramente qualcosa più delle altre.