Nelso Ricci, dirigente sportivo della Pistoiese con un passato nel Livorno ai tempi della Coppa Uefa e autore della promozione del Siena dalla C2 alla Serie A, si è prestato ad un’intervista ai nostri microfoni e ci ha parlato del suo passato, presente e futuro.
Nelle ultime 5 gare la Pistoiese ha fatto 3 sconfitte. Lei tempo fa aveva dichiarato che vedeva nei suoi ragazzi un limite a livello di mentalità. Nonostante le sconfitte crede che questo limite sia svanito o le scorie ci sono ancora?
La nostra squadra è molto giovane. Sicuramente ha regalato troppo. Evidentemente qualcosa non funzionava. Ora abbiamo cambiato modulo e allenatore e pensiamo che vista la gara con l’Alessandria qualche miglioramento soprattutto a livello di atteggiamento e nella gestione è migliorato. Una partita poi non fa testo, ci deve essere sempre una riprova importante e si dovrà vedere nelle prossime gare con Como, Cremonese e Arezzo.
Nell’ultima gara è comunque arrivato un risultato importante, avete bloccato sullo 0-0 la capolista Alessandria…
Si abbiamo fatto una buona gara, ci è stato annullato un gol buono che a parti invertite sono sicuro non sarebbe stato annullato e non so perché. Sicuramente qualche miglioramento c’è stato. Nella fase difensiva miglioramenti ci sono stati col passaggio alla difesa a 3. Poi il cambio di allenatore qualche stimolo in più ha dato. In queste ultime cinque gare comunque abbiamo avuto anche assenze importanti: Colombo, Bellazzini, Zanon e Guglielmetti che sono titolari veri e questo ha influito nella continuità che in qualche gara avevamo avuto.
Si può subito confermare la buona prestazione nella prossima gara contro il Como che si trova a +6 ed è una concorrente per i playoff…
Quando si fanno risultati importanti come contro l’Alessandria giocando anche bene il morale sale. In questo campionato, nelle prime gare specialmente, abbiamo regalato troppo. La nostra classifica potrebbe essere migliore di 3/4 punti. Quando però si fa una rosa puntando sui giovani non sempre si riesce a raggiungere l’obbiettivo anche con lo spirito giusto perché giustamente si è troppo spensierati.
Il silenzio stampa di qualche settimana fa era dovuto al clima teso e alla mancanza di risultati o c’erano altri motivi che noi non sappiamo?
E’ successo una volta sola. E’ successo nel post partita con la Carrarese dove abbiamo perso una partita incredibile. In 10 contro 11 abbiamo preso una traversa al 90esimo e preso gol al 91esimo sbagliando anche un rigore. Non era un silenzio stampa vero e proprio ma era solo amarezza per la sconfitta in una gara importante. Già dal martedì abbiamo ripreso come società a parlare. Era silenzio solo ed esclusivamente per l’amarezza. Se ci fosse stato da recriminare avrei potuto farlo su un rigore inventato a un minuto dalla fine nella gara contro la Pro Piacenza quando eravamo 1-0 o per il gol regolare annullato domenica contro l’Alessandria. Gli episodi vanno e vengono, gli arbitri sono adattati alla categoria, sono anche loro molto giovani e molte volte possono sbagliare ma lo fanno sicuramente in buona fede.
Tra l’altro, una delle ultime sconfitte, quella contro la Carrarese, è arrivata in inferiorità numerica…
Un errore grosso nostro è stato di aver giocato 6 partite su 9 in 10 uomini per doppie ammonizioni o espulsioni ingenue. Spesso anche nel primo tempo con espulsioni al 40esimo. Sfido chiunque, la Juventus per prima, a giocare 6 partite su 9 con l’uomo in meno e vedere se riesce a vincerle. Questo ha influito molto sul risultato finale. Come detto a Carrara eravamo in 10 come contro la Pro Piacenza e lo abbiamo pagato a caro prezzo.
Le faccio una domanda invece più personale. Una delle sue scoperte e vittorie più importanti è aver creduto in Marcello Lippi quando era ancora un giovane allenatore portandolo a Pontedera nel lontano, ormai, 1985. Lo stesso mister ha ammesso che il successo come allenatore lo deve per questo anche a lei…
Con Marcello c’è anche un rapporto perfetto extra-calcio. Ho sempre provato a lavorare con allenatori giovani come poi sono stati De Canio e Baldini. Evidentemente mi trovo meglio coi giovani anche perché le “mie” società non permettevano voli pindarici anche se col Siena dalla C2 siamo arrivati in Serie A. Ho lavorato con tutti i tipi di allenatore, con Mazzone a Livorno, poi tengo molto a Corrado Orrico, un po più vecchio ma che è arrivato dalla gavetta fino ad allenare l’Inter. Ho poi lavorato anche con Pioli. Ma non è quella la questione di fondo. Nel calcio qualcosa si inventa e qualcosa ogni tanto si sbaglia. Lippi l’ho conosciuto quando allenava le giovanili della Sampdoria e io ero a Pontedera; il nostro è stato un bel binomio e siamo sempre stati in ottimi rapporti e tutt’ora lo sento. Nel calcio si inventa e si sbaglia. Io posso dire che nella mia carriera, ormai credo quasi alla fine, avendo vinto 8 campionati posso vantarmene. Qualcosa di buono nel calcio ho fatto. Lui mi ha dato tanto e io tanto ho dato al calcio. Ho trovato le società giuste per me con dei programmi chiari e sono contento così.
Con una carriera così importante e così lunga alle spalle, quale è stata la sua più grande soddisfazione da dirigente?
Credo che fare la Coppa Uefa con il Livorno e fare 8 partite in Europa sia stata una grandissima soddisfazione. Ho riportato il Siena dalla C2 alla Serie A e essermi salvato. Con la Carrarese ho vinto 3 campionati in 5 anni. I campionati peggiori li ho fatti a Pistoia. Ripeto, non sono un fenomeno ma qualcosa di buono nel calcio credo di averlo fatto. Evidentemente lavoravo più degli altri.