ESCLUSIVE
ESCLUSIVA – Ivan Pelizzoli: “Alla Roma serve tempo. Cragno il miglior giovane italiano”

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4 anni fa:
Ha parlato ai nostri microfoni Ivan Pelizzoli, ex portiere tra le altre della Roma. Abbiamo parlato del delicato momento dei giallorossi e della situazione portieri in Italia, con un occhio di riguardo a Gigio Donnarumma e ai numerosi talentini del nostro calcio.
Secondo lei cosa non sta andando nella Roma? Quali sono i problemi principali?
Ha cambiato tanto e bisogna dare tempo ai nuovi di integrarsi. Pilastri come Nainggolan ed Alisson sono andati via e bisogna attendere che i nuovi assorbano gli schemi di Di Francesco.
Si parla molto di mercato sbagliato. Lei come vede i sostituti dei pilastri sopracitati?
Sono sicuramente ottimi giocatori, all’altezza della Roma. Arrivando da meccanismi di gioco differenti e da pressioni diverse hanno bisogno di tempo, ma sicuramente usciranno i valori. Spero il prima possibile.
A proposito di pressione, quanto è importante l’apporto dei tifosi in un momento così delicato?
È importantissimo. Quando hai lo stadio pieno che ti sostiene ti fa tirare fuori quel qualcosa in più che fa la differenza e può aiutare a superare questo periodo.
Un giudizio su Olsen?
Devo dire che appena arrivato non lo conoscevo tantissimo. Aveva bisogno di tempo e all’inizio ha mostrato qualche incertezza, ora invece sta dimostrando il suo valore. Spero che possa fare sempre meglio e dare il suo apporto. Le difficoltà maggiori sicuramente derivavano dal confronto con Alisson, il migliore in una stagione esaltante. Non è facile rimpiazzare un mostro come Alisson e all’inizio Olsen ha pagato questo fattore. Sicuramente viene aiutato molto dal mister e da Mirante.
Alisson invece è il miglior portiere al mondo?
Bisogna aspettare un attimo. Ha fatto benissimo lo scorso anno ma ora deve confermarsi. Sicuramente è tra i più forti, ma deve dimostrare di essere il migliore.
Un giudizio su Donnarumma e se qualche giovane portiere italiano l’ha colpita in particolare?
Mi ha colpito molto Cragno, che sta facendo molto bene e sta dimostrando il suo valore. Sono curioso di vedere Meret quando si riprenderà il posto a Napoli ma secondo me farà bene. I migliori giovano sono loro. Donnarumma è un ottimo portiere, ma preferisco altri profili. Quest’anno sta facendo bene, mentre l’anno scorso ha fatto troppi alti e bassi. È un ottimo portiere ma può migliorare ancora. In chiave nazionale ha il vantaggio che Perin non sta giocando molto, altrimenti Mattia secondo me è un gradino sopra. Vorrei fare infine una menzione speciale per Marchetti, che dopo dei momenti difficili si sta riprendendo il campo e spero che faccia un grandissimo campionato perché lo merita
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ESCLUSIVE
ESCLUSIVA – Caturano si racconta: “Ronaldo il mio idolo, Fazio il difensore più forte mai affrontato”
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1 giorno fa:
Marzo 22, 2023Di
Elio Granito
Corri, lotta e vinci: sono i tre imperativi imposti da Salvatore Caturano, bomber del Potenza Calcio, società militante nel Girone C della terza serie professionistica italiana. Il calciatore dei Leoni è riuscito a guadagnarsi la fiducia e l’affetto dell’intero ambiente, diventando così, in poco tempo, capitano della squadra del tecnico pozzogottese Giuseppe Raffaele.
CHI È SALVATORE CATURANO
Nasce a Napoli, il 3 luglio del 1990. La sua carriera tra i professionisti parte da Empoli quando, nel 2007, alla tenera età di sedici anni, fa il suo esordio in Serie A, in prima squadra, nella vittoria di Siena contro i bianconeri. Da quel momento in poi, sono numerose le avventure di Caturano tra Serie B e C: da Taranto, passando per Melfi e Lecce, fino all’esperienza di Cesena. Quest’ultima, lo vede protagonista delle sfide play-off dei cesenati, con due gol siglati e un assist fornito tra primo turno e ottavi. La sfida casalinga di ritorno contro il Monopoli risulterà, però, letale per gli uomini di Viali che subiranno un sonoro 0-3.
Oggi, al servizio del Potenza, con la fascia stretta la braccio, sta trascinando i potentini verso una salvezza tranquilla e, magari, in direzioni più prestigiose di classifica.
L’INTERVISTA INTEGRALE
La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare l’attaccante dei rossoblù, nonché uno delle punte più prolifiche del campionato italiano di Serie C.
Bomber ‘casalingo’ con ben dodici reti messe a segno al “Viviani”: una sentenza vera e propria per gli ospiti. Quanto incide la spinta dei tifosi sulle tue prestazioni?
“Direi tantissimo, perché, grazie ai tifosi, quando entri in campo al ‘Viviani’, è sempre una bella emozione. In particolare, quest’anno ho notato tanti giovani presenti sugli spalti e questo mi tocca molto. Sono felice di aver dato, finora, il mio contributo e spero di continuare così per questa gente. Loro rappresentano un elemento importantissimo“.
Ben quindici reti siglate finora, una in meno dei colleghi di reparto Biasci e Patierno. La quota venti non è così distante, così facendo batteresti il tuo record personale di marcature con la maglia del Melfi nella stagione 14/15 (diciotto gol). Credi di poterci riuscire?
“Assolutamente, sto lavorando per quello. Innanzitutto, per dare una mano alla squadra. È chiaro che sfatare questo tabù dei diciotto gol rappresenterebbe un’ulteriore soddisfazione personale, perché si tratterebbe di superare tanti gol. Ci sto provando e spero di riuscirci”.
Raccontaci di come hai vissuto il momento del gol ‘spaziale’ segnato alla Gelbison.
“In quel momento, quando mi è arrivato il pallone, ho fatto uno stop di petto a seguire e ho subito pensato al tiro. È stata chiaramente una bella esecuzione, ma anche fortunosa: calciare da quella distanza e segnare quell’eurogol, sinceramente, non me l’aspettavo. Quando ho visto la palla entrare, sono esploso dalla felicità. Un gol importante che ha portato i tre punti e credo che sia stato il coronamento di una magnifica giornata”.
Che ricordo hai dell’esordio in Serie A con la maglia dell’Empoli?
“Era una caldissima giornata di maggio. Mi trovavo in panchina, seduto accanto a Vittorio Tosto che durante la partita mi diceva: ‘Oggi farai l’esordio’. Io lo guardavo incredulo e pensavo che non potesse mai accadere. Poi, a fine primo tempo, mister Cagni mi chiamò: ‘Caturano, vai a scaldarti’. In quel momento, non riuscivo a rendermi conto di dove fossi; ho iniziato il riscaldamento sperando di entrare, ma già durante quegli istanti sentivo un’emozione fortissima attraversarmi. Poi, quando il mister mi ha richiamato per le ultime indicazioni, ho iniziato a sentire le gambe tremare; quando sono entrato non sentivo più niente. Ho provato una sensazione davvero indescrivibile: è stato magnifico“.
Qual è stato e qual è tuttora il giocatore a cui ti ispiri maggiormente?
“Il mio idolo da sempre è Ronaldo il ‘Fenomeno’. Del calcio moderno, direi Benzema: il centravanti d’eccellenza. Riesce a fare tutto: possiede tecnica e tempi d’inserimento. A volte lo si guarda con gli occhi a cuoricino”.
Qual è il difensore più forte che tu abbia mai affrontato?
“Ho avuto il piacere e l’onore di affrontare la Roma, in Coppa Italia, all’Olimpico con la maglia dell’Entella. Quindi ti dico Fazio. Al tempo, era un armadio a tre ante (ride, ndr). Non riuscivo nemmeno a stargli vicino, con una manata mi spostava. Provavo ad attaccarlo alle spalle, ma niente, non riuscivo a saltarlo“.
Poco più di un mese fa hai firmato il rinnovo di contratto col Potenza fino al 2025. Stai trascinando, da capitano, la squadra a suon di gol, assist e buone prestazioni. Quali sono le tue aspirazioni future con la maglia rossoblù?
“Sicuramente il fatto che questa società mi abbia dato una fiducia così grande, che sto cercando di ripagare nel migliore dei modi, mi fa sentire onorato. Far parte di questa società, gruppo, famiglia, per me, rappresenta una grande soddisfazione. Spero di poterne far parte il più a lungo possibile. Qui non manca nulla per vivere l’esperienza calcistica nel migliore dei modi: ho a che fare con persone oneste, rispettose e ne sono realmente felice“.
Con una classifica cortissima, una vittoria, o una sconfitta, può stravolgere le sorti del campionato. Con la dovuta cautela, credi che la squadra possa riuscire a salire sul treno play-off?
“Assolutamente. Cercheremo, già sabato contro la Juve Stabia, di archiviare l’obiettivo prefissato a inizio anno, ossia la salvezza. È chiaro che, dopo aver raggiunto uno scopo, si cerca di alzare ulteriormente l’asticella, provando, magari, a salire sul treno dei play-off. Credo che ci siano tutte le carte in regola per farlo, quindi ci proveremo fino alla fine“.
Sei certamente uno degli attaccanti migliori della Serie C. Col passare degli anni hai vissuto esperienze differenti che ti hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Il Caturano di oggi, guardandosi dietro, cambierebbe qualcosa del proprio passato?
“Cambierei l’atteggiamento avuto nei primi anni, dopo l’esordio in Serie A, dove mi sono un po’ esaltato, sentendomi dunque già realizzato. Ora, a trentadue anni, col senno di poi, avrei cambiato la mentalità, poiché probabilmente avevo le possibilità per rimanere in quella categoria, nel calcio vero. Con l’atteggiamento avuto, invece, ho bruciato l’opportunità di continuare quel percorso. Ad oggi, però, per ciò che ho fatto nell’attuale categoria mi posso ritenere soddisfatto”.
Fonte immagine in evidenza: sito ufficiale Potenza Calcio
Champions League
ESCLUSIVA – Ciccio Graziani: “Avrei convocato Zaccagni in Nazionale. In Champions vedo meglio il Napoli”

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1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Francesco “Ciccio” Graziani è un uomo di calcio senza tempo in Italia. L’abbiamo visto in campo da calciatore, in panchina da allenatore e negli studi televisivi come ospite ed opinionista. Il suo palmares vanta diversi trofei come il Mondiale del 1982, lo scudetto con il Torino del 1975 e due Coppe Italia con la Roma, nel 1984 e 1986. Ha parlato in esclusiva ai microfoni di Numero Diez toccando diversi temi, dalla Nazionale, alla Serie A e le coppe europee.
Giovedì tornerà in campo l’Italia, Mancini ha sorpreso cambiando tanto con le convocazioni. Secondo lei da quali giocatori dovrebbe ripartire la Nazionale?
“Può ripartire dallo zoccolo duro della rosa, ho visto che ha chiamato anche tanti ragazzi nuovi. Rientriamo in una competizione europea e sarebbe importantissimo iniziare da subito con una bella vittoria”.
Questione Retegui. Sono stati giorni pieni di classiche polemiche all’italiana, secondo lei è giusto puntare anche su giocatori del genere con doppio passaporto o avrebbe preferito un calciatore al 100% italiano?
“L’abbiamo già fatto con altri calciatori, grazie a nonni, cugini e parenti. Se fossi stato in Mancini avrei dato uno sguardo anche a Zaccagni, ma non so se la mancata chiamata sia stata una presa di posizione sulle sue convocazioni in passato, dove aveva fatto un po’ storcere il naso. Vedremo su Retegui, siamo tutti curiosi di osservarlo in campo: ne parlano tutti molto bene”.
Venerdì scorso ci sono stati i sorteggi di Champions League. Per le italiane potrebbe essere una stagione storica, chi vede meglio tra Inter, Milan e Napoli?
“Sicuramente il Napoli, è la squadra che ci da maggiori speranze e potenzialità. Gioca il miglior calcio e sta dimostrando di essere la più forte, tra le italiane può essere la mina vagante per la vittoria finale“.
Oltre alla Champions ci sono anche Juventus e Roma in Europa League e Fiorentina in Conference, cosa si aspetta da queste tre squadre?
“La Juventus è quella che in Europa League potrebbe fare meglio, anche se la Roma potrebbe avere un cammino un po’ più semplice. La Fiorentina può essere una papabile finalista”.
La lotta scudetto in Serie A sembra ormai chiusa da tempo, mentre la zona Champions è parecchio calda. Secondo lei quali italiane giocheranno la Champions League il prossimo anno?
“Ogni domenica possono cambiare tranquillamente tutte le posizioni di classifica. Oggi chi ha preso più vantaggio è la Lazio, il Milan e la Roma sono le più attardate. Occhio alla Juventus che se continua a fare punti potrebbe rientrare nella corsa, ma attenzione anche all’Atalanta che si è riportata molto vicina. Sarà una lotta fino all’ultima giornata, la situazione cambia un po’ come cambia il tempo. Vedremo come reagiranno Milan, Roma ed Inter alle loro battute d’arresto, però in questo momento la Lazio è quella che si è avvantaggiata più di tutti”.
Ha giocato tanti anni al Torino, come giudica la stagione dei granata fino ad oggi? La qualificazione in Europa è ancora possibile o è destinata a rimanere un sogno?
“Il fatto che stia lottando per un posto in Europa è già positivo. Bisogna vedere poi con la Juventus, che ormai si è riportata in posizione ottimale rispetto a Bologna, Torino e Fiorentina. La vedo dura, però ci sta provando”.
Immagina di copertina: ANSA
ESCLUSIVE
ESCLUSIVA – Clemenza si racconta: “Alla Juve ho vissuto anni bellissimi, in Italia bisogna aspettare i giovani”

Pubblicato
6 giorni fa:
Marzo 17, 2023
ESCLUSIVA CLEMENZA – La nostra redazione di Numero Diez ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Luca Clemenza, ex primavera della Juventus e attuale calciatore della Virtus Entella. Nell’intervista che vi proponiamo abbiamo parlato di diversi temi tra cui il suo passato ai bianconeri e l’esordio tra i professionisti. Ecco di seguito l’intervista completa.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA A LUCA CLEMENZA
Iniziamo dai primi passi. Tu hai militato diversi anni nelle giovanili della Juventus. Qual è il ricordo più bello di quella parentesi? Come era quell’ambiente?
“Il ricordo più stretto che mi tengo è il gol che ho fatto al Benfica in una tournée americana con la prima squadra. Io ho fatto 7 anni nelle giovanili della Juventus. Tutto l’ambiente bianconero è davvero unico e quello che ho vissuto è stato tutto perfetto e penso che non ci sia posto migliore per un giovane che ci sta affacciando nel mondo del calcio“.
Passiamo dal tuo debutto tra i professionisti. Tu hai esordito con l’Ascoli in Serie B nella stagione 2017-18: come sono state le tue emozioni quell’anno?
“All’Ascoli è stata la mia prima esperienza al difuori del contesto Juve, e non nego che all’inizio questa cosa mi spaventava un po’. Ho vissuto quell’anno in modo eccezionale anche perché ho giocato tante partite e siamo riusciti a ottenere una salvezza inaspettata, soprattutto perché nessuno credeva in noi. Quella stagione mi ha fatto crescere sotto diversi aspetti, anche perché mi sono ritrovato subito protagonista sebbene avevo poche aspettative essendo stata la mia prima stagione in Serie B”.
Ad un certo punto hai deciso di andare al Sion. Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto ad andare in Svizzera? Come viene interpretato lì il concetto di calcio?
“Sicuramente ha inciso la presenza sulla panchina di Fabio Grosso. Avevo diversi dubbi su un trasferimento così prematuro all’estero, ma quando mi ha chiamato per andare a giocare al Sion mi ha convinto subito anche perché mi ha parlato molto bene di quel campionato. In Svizzera il calcio è molto diverso rispetto alla Serie B o alla Serie C italiana perché le partite sono molto meno tattiche e si cerca di interpretare un calcio più offensivo. Anche quell’anno per me è stato di grande aiuto perché sono cresciuto molto sotto l’aspetto fisico, anche se ho avuto diversi problemi fisici”.
Fabio Grosso ti ha allenato sia alla Juventus Primavera che proprio al Sion, è stato un allenatore che ha inciso sulla tua ancora breve carriera?
“Grosso è stato molto importante nella mia crescita. Soprattutto nei primi anni di Primavera è riuscito a rendermi subito protagonista e ha creduto tanto in me. Sicuramente è stato il tecnico che mi ha plasmato come calciatore, anche se tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa come Serse Cosmi“.
Tu hai esordito anche con la Nazionale minore fino all’under 20. Che pensiero hai sui giovani in Italia?
“Secondo me c’è bisogno di fare diversi gli step. L’impressione che mi da il calcio italiano è che noi chiamiamo “giovani” calciatori che hanno 24 anni mentre se pensiamo in Inghilterra, tanti classe 2000 sono già titolari inamovibili nelle loro squadre. Bisogna abbattere questo stereotipo di caricare il giovane di responsabilità e di giudicarlo subito, anche perché alla lunga le qualità vengono sempre fuori”.
Passiamo al presente e parliamo della tua Virtus Entella che sta facendo un campionato fantastico. Come valuti fino a questo momento la vostra stagione ? Quali sono gli obiettivi della squadra?
“La nostra stagione fino a questo momento è davvero ottima. Avendo già fatto la Serie C, penso di non aver mai fatto parte di un organico così forte anche perché siamo un gruppo veramente unito, aldilà di chi gioca titolare o chi parte dalla panchina. Il nostro obiettivo quest’anno è ovviamente quello di arrivare in Serie B senza passare dai play-off anche se all’inizio non è stata facile. Tutte le partite sono difficili, ma stiamo dimostrando il nostro valore ogni settimana come la partita contro la Reggiana”.
Per concludere, quali sono i tuoi prossimi obiettivi personali?
“Nel breve ovviamente desidero tornare alla mia migliore forma e lasciarmi alle spalle questo brutto infortunio per aiutare i miei compagni a salire in Serie B. Come prossimo obiettivo, vorrei giocare in Serie A“.
Champions League
ESCLUSIVA – La verità sul caos del do Dragão per Porto-Inter: il racconto di Biapri

Pubblicato
1 settimana fa:
Marzo 15, 2023
Dopo ormai 24 ore Porto-Inter è ancora nell’occhio del ciclone. A far discutere però non è la partita sul campo, ma il pessimo trattamento riservato ai tifosi nerazzurri da parte del Porto e dalla polizia portoghese. Ne abbiamo parlato con Biapri, influencer e tifoso interista presente ieri sera all’Estadio do Dragão, che ci ha fornito la sua testimonianza diretta sull’accaduto.
BIGLIETTI VENDUTI E SITUAZIONE IL GIORNO DELLA PARTITA
BIGLIETTI VENDUTI – “Il settore ospiti era pieno, con tremila biglietti venduti. La richiesta, però, era alta e molti tifosi interisti erano riusciti ad acquistare biglietti in altri settori, tramite VPN o amici che vivono all’estero. Quasi tutti vicini al settore ospiti, soltanto alcuni erano lontani o dalla parte dei tifosi del Porto”.
LA SITUAZIONE DURANTE LA GIORNATA – “In mattinata è uscito un comunicato del Porto che vietava ai tifosi interisti di entrare allo stadio, se non nel settore ospiti. Io ho parlato con l’Inter e ho saputo che il coordinamento stava parlando con le autorità locali per trovare una soluzione. Questa sembrava essere stata trovata, l’accesso sarebbe stato consentito ma in modo neutrale: senza bandiere, sciarpe o magliette nerazzurre”.
COSA É SUCCESSO FUORI DAL DO DRAGÃO?
IL CAOS PRIMA DELLA PARTITA – “Tutte queste promesse non sono state mantenute: quando tutti gli interisti, con biglietto in settori neutrali, si sono presentati ai loro varchi non sono stati fatti entrare. Le indicazioni della polizia hanno portato tutti questi tifosi verso il settore ospiti, dove c’era già una grande calca creata dalle tremila persone con biglietto regolare. C’era una grossa scalinata, ma arrivati in cima chi aveva un biglietto per un altro settore veniva mandato indietro. A questo punto, tra chi doveva tornare indietro e chi voleva andare avanti, si è bloccato tutto. La polizia spingeva da entrambi i lati, con la gente nel mezzo. Ad un certo punto hanno creato un varco laterale per permettere la discesa a chi era costretto ad indietreggiare, c’era una confusione incredibile. Chi non poteva entrare nel settore ospiti è stato portato in una sorta di recinto”.
“Io, personalmente, una volta avuto il biglietto dal mio Inter Club mi sono buttato in questa scalinata. Un mio amico, con il certificato di invalidità, non è stato aiutato dalla polizia e si stava sentendo male. Alla fine, verso il decimo del primo tempo, siamo arrivati sopra e ci hanno fatto passare perché avevamo il biglietto nel settore ospiti. Questo era già completamente pieno, ho dovuto lottare per trovare un varco ed intravedere la partita. Ci sono anche dei casi particolati: ho incontrato due italiani con un biglietto vicino agli ultras del Porto, ma sono riusciti a cammuffarsi e non avere problemi. Un gran numero di tifosi è rimasto fuori, anche del mio Inter Club, io sono stato fortunato”.
TENSIONE CON LA POLIZIA – “La polizia era molto rude e dava informazioni sbagliate, perché erano loro stessi a mandare la gente verso il settore ospiti. Premevano molto, non ci sono stati scontri ma c’era tanta tensione. Il popolo interista, nonostante tutto, si è comportato benissimo”.
BIGLIETTI NON VALIDI – “Molti hanno avuto il sospetto che il Porto abbia annullato e rivenduto il proprio biglietto, perché una volta arrivato al tornello era considerato come non valido“.
Immagine di copertina: Gianlucadimarzio.com
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