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ESCLUSIVA- Caicedo: quante richieste in Spagna e in Inghilterra

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ESCLUSIVA- Lazio, tutti pazzi per Caicedo: quante richieste in Spagna e in Inghilterra

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C’è chi viene e c’è chi va. Questo alla fine è il calciomercato, un’equazione semplice da capire che si basa sull’importante regola del saluto: c’è chi riceve un addio e chi un benvenuto. In quest’ottica la Lazio non è da meno e, in questo senso, il mercato biancoceleste potrebbe salutare e accogliere giocatori sopratutto sul fronte d’attacco. Il reparto offensivo laziale infatti, in questa stagione, è stato al di sotto delle aspettative non garantendo i gol necessari ad un buon piazzamento in campionato. Se Immobile, con i suoi 15 gol, è il principale indiziato della scarsa vena realizzativa dell’attacco biancoceleste chi invece è andato sopra le aspettative è Felipe Caicedo. L’attaccante ecuadoriano, infatti, si è reso protagonista di ottime prestazioni sia in termini tecnico-tattici che realizzativi, segnando 9 reti e servendo 6 assist in 38 partite complessive tra campionato e coppe.

L’ottima stagione dell’attaccante classe 88′ è valsa l’interesse di diverse società. Secondo quanto appreso dalle nostre fonti, il numero 20 biancoceleste potrebbe lasciare la Lazio in questa sessione di mercato. Caicedo, in particolare, è seguito con grande attenzione in Inghilterra e Spagna, dove numerosi sono stati i tentativi di diverse società interessate a ingaggiare un’attaccante dalle ottime qualità offensive. Resterà ora da capire quale sarà la volontà della Lazio e se il giocatore preferirà provare l’esperienza inglese, un ritorno in Spagna o la permanenza in Italia.

[Fonte immagine copertina: profilo Instagram società]

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ESCLUSIVA – Dott. Casali: “Krunic e Arnautovic? Assenza di almeno quattro settimane”

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Krunic

In merito agli infortuni subiti questo weekend da Rade Krunic e da Marko Arnautovic abbiamo sentito in esclusiva il Dott. Danilo Casali, esperto in prevenzione infortuni muscolari in ambito sportivo. Ecco quanto detto:

ARNAUTOVIC

“Il problema è emerso in un’azione di gioco molto veloce durante la quale, prima di rallentare e toccarsi la coscia, sembra che vi sia stata una momentanea perdita del perfetto controllo dell’equilibrio. Può essere la prima manifestazione dolorosa della lesione muscolare ma, osservando le immagini televisive di questo specifico caso, Arnautovic potrebbe aver perso il perfetto controllo della corsa per raggiungere la palla ed il successivo tentativo di recupero dell’equilibrio (efficace perché non è caduto),  ha causato un movimento problematico che ha sollecitato in maniera abnorme il muscolo.

Solo lui che ha vissuto quelle fasi è in grado di definire la corretta cronologia dei fenomeni. Nel caso in cui la seconda ipotesi sia veritiera, la sfortuna può aver effettivamente inciso sul problema muscolare.

Per quello che riguarda la diagnosi, una “distrazione muscolare di media entità alla giunzione miotendinea del bicipite femorale” è un problema potenzialmente maggiore di quello accusato da Rade Krunic che vedremo dopo,  perché coinvolge una porzione di muscolo vicina al tendine. Questa zona è più fibrosa e meno ricca di vasi sanguigni: in conseguenza con minor “carburante” per la riparazione delle lesioni.”

KRUNIC

“L’infortunio muscolare accusato da Krunic, avvenuto calciando la palla quasi da fermo, è uno di quelli che normalmente mettono maggiormente in difficoltà gli Staff sull’analisi delle cause.  La normalissima dinamica dell’azione infatti, non è indicativa per orientare sui motivi che hanno indotto alla lesione.

Leggo che Krunic era candidato alla sostituzione: se questa era un normale avvicendamento in mezzo al campo e non era stata richiesto dallo stesso per motivi fisici già percepiti, qualora avessimo potuto effettuare una ecografia nei minuti precedenti quell’infortunio, con estrema probabilità il muscolo era integro.

La spiegazione tecnica è che sul flessore si è creata una condizione di sovraccarico relativo, durante un’attività muscolare potenzialmente normale per quell’atleta. Con la metodologia adeguata è possibile comprendere come, per molti atleti, il muscolo in cui si manifesta l’infortunio non corrisponda alle cause del problema latente che ha generato la stessa sofferenza muscolare.

Se nella squadra altri atleti hanno subito problemi analoghi (infortunio insorto con gesti tecnici non estremi dal punto di vista dello sforzo e delle sollecitazioni), molto spesso c’è un denominatore che lega la comparsa di questi infortuni, seppure i distretti coinvolti siano differenti.

Anche se la colpa ricade spesso sui preparatori, le cause possono essere identificate in maniera più minuziosa,  senza dover cambiare lo Staff o stravolgere parametri fondamentali di una preparazione spesso comunque ben programmata.”

I TEMPI INDICATIVI

“Come al solito in questi casi sarà il medico della squadra che, dopo aver fatto diagnosi, monitorerà il recupero con più controlli ecografici e con risonanza magnetica definendo poi la tempistica del ritorno in campo.  Per qualsiasi sanitario esterno agli Staff e senza i dati fondamentali del caso non è possibile stimare i tempi effettivi, che dipenderanno anche dai vari monitoraggi durante il percorso riabilitativo. Indicativamente, per ognuno di loro l’assenza potrebbe essere di almeno 4 settimane, con tempi più lunghi per Arnautovic  per quanto sopra spiegato. In questi casi la massima preoccupazione sarà anche quella di evitare recidive.”

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Il vice allenatore dello Sheriff Vezzù: “Roma? Grande squadra, ma siamo pronti”

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ESCLUSIVA ANDREA VEZZU’ – Dopo l’amaro epilogo nella finale di Budapest contro il Siviglia, la Roma di José Mourinho si appresta ad iniziare una nuova avventura in Europa League. Il debutto stagionale, sarà contro lo Sheriff Tiraspol, attuale campione di Super Liga moldava e Cupa Moldovei. A completare il gruppo G, Slavia Praga e Servette. Giovedì 21 settembre alle ore 18:45 italiane, dunque, i giallorossi scenderanno in campo contro la compagine transnistriana.

Per presentare la sfida contro la Roma, in esclusiva ai microfoni di Numero Diez è intervenuto Andrea Vezzù, vice allenatore dello Sheriff Tiraspol.

Quali sono le aspettative della vostra squadra per questa partita contro la Roma? Come avete preparato la sfida?

“Il nostro obiettivo è fare una buona figura, perché il divario è sotto gli occhi di tutti. Per noi non è semplice affrontare una squadra del genere. Ieri sera ho visto la partita della Roma, sembra abbia risolto i suoi problemi offensivi. Si sono sfogati contro l’Empoli. Sarà una gara difficile per noi, sicuramente. Noi l’abbiamo preparata al massimo, perché vogliamo fare bella figura, però il divario tecnico è importante”.

Quali sono i vostri punti di forza dello Sheriff Tiraspol che potrebbero essere decisivi in questa partita?

“I nostri punti di forza saranno sicuramente l’entusiasmo e la voglia di fare bella figura contro una squadra forte, una squadra di campioni come la Roma. Questi saranno i nostri punti di forza”.

Quali sono i principali pericoli per voi?

“Abbiamo l’imbarazzo della scelta. Dipende un po’ da come ci affronteranno e dai calciatori che verranno utilizzati. Per esempio ci sono Dybala e Lukaku, che conosciamo molto bene. Anche Belotti ed El Shaarawy sono pedine fondamentali per qualsiasi squadra. Siamo pronti ad affrontarli, con la voglia di dimostrare che anche noi siamo all’altezza dell’Europa League”.

Quali, invece, sono i punti deboli della Roma che potete sfruttare?

“Il punto debole di questa Roma potrebbe essere la possibilità che ci prenda sotto gamba o che l’impegno non sia massimale. Visto che è una squadra di professionisti, allenata da tecnico importante come Mourinho, è difficile che ci sottovalutino. Poi c’è anche il calendario: giocare ogni giovedì e domenica, per le squadre che affrontano l’Europa League, non è facile. Essendo ‘umani’ qualche calo psicofisico ci potrebbe essere, sia da una parte che dall’altra. Questo fa parte dei contro di giocare una competizione europea: ti toglie molte energia, sia fisiche che mentali e non sempre sei al 100%”.

Che clima si respira a Tiraspol? Come sarà il tifo di casa?

“Sicuramente i tifosi dello Sheriff sono entusiasti di veder giocare una squadra forte come la Roma, in casa nostra soprattutto. Si aspettano di vedere un bello spettacolo. Qui il calcio non è visto in maniera passionale come da noi in Italia, però sono dei tifosi che apprezzano lo spettacolo e vogliono vedere una buona partita di calcio”.

Come gestite la pressione e l’emozione dei giocatori prima di partite importanti come questa?

“I nostri ragazzi sono dei professionisti. Prepariamo le partite di campionato e coppa con massima attenzione sull’avversario, su come affrontarlo e come disporci in campo per far emergere le nostre qualità. E’ logico che ci sarà maggiore attenzione da parte nostra nell’affrontare questa partita. Ognuno di noi vuole confrontarsi sempre con quelli più bravi, per dimostrare che siamo ad un buon livello. E’ molto facile motivare i ragazzi per queste partite: non ci sono tanti discorsi da fare, la motivazione viene da sé”. 

Nell’ultima giornata di campionato avete battuto 5-1 il Florești: quanto può influire una vittoria del genere in vista dell’esordio in Europa League?

“Ovviamente affrontiamo la Roma con il morale giusto. Una vittoria simile, dopo la sosta per le Nazionali, dà molta fiducia. Anche noi abbiamo avuto i nazionali che sono rientrati nel corso della settimana, quindi non abbiamo avuto tanto tempo per preparare la sfida di campionato contro il Floresti. D’altronde, come tutte le squadre che hanno dei nazionali e tanti impegni. Quindi, la vittoria per 5-1 ci dà fiducia nell’affrontare questa sfida. Ripeto, vogliamo dimostrare di avere anche noi delle buone qualità”.

Due anni fa lo Sheriff, sotto un’altra guida tecnica, ha giocato contro un’altra italiana: l’Inter. Cos’è cambiato, secondo lei, rispetto a quella formazione che perse 3-1?

“Lo Sheriff è una squadra che cambia molto ogni anno. Qui passano tanti giocatori importanti, molti ragazzi che vengono dall’Africa qui trovano il punto di partenza per altri campionati e avventura in giro per l’Europa. Di quella squadra che affrontò l’Inter non c’è più nessuno. Noi siamo arrivati qui a gennaio e abbiamo avuto subito le sfide di Conference League contro il Partizan Belgrado. Abbiamo superato il turno, ma successivamente siamo stati eliminati dal Nizza. Anche di quel gruppo, molti si sono trasferiti in altre squadre. A giugno sono arrivati altri giocatori e abbiamo iniziato a costruire un nuovo Sheriff facendo tutti i preliminari: dal Farul Constanța, fino all’ultimo con il Klaksvík per accedere all’Europa League. Quindi stiamo costruendo un nuovo Sheriff”.

Quali sono i vostri obiettivi in Europa League?

“Sicuramente noi vogliamo fare bella figura, poi vediamo dove riusciamo ad arrivare. E’ logico che riuscire a continuare il nostro percorso europeo sarebbe veramente importante per noi”.

IMMAGINE IN EVIDENZA: PROFILO LINKEDIN ANDREA VEZZU’

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Scapolo: “Derby? Tiferò Inter. L’MLS può diventare un top campionato”

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Scapolo

ESCLUSIVA SCAPOLO – Sta per scadere il conto alla rovescia che ci separa dal derby della Madonnina. Alle ore 18 della giornata odierna, Inter Milan si giocheranno la possibilità di essere la capolista in solitaria di Serie A. Nonostante l’emergenza che riguarda la difesa rossonera, è difficile pronosticare la possibile vincitrice della gara, aperta ad ogni risultato.

La redazione di Numero Diez ha riportato l’opinione di Cristiano Scapolo, ex centrocampista classe  ’70, doppio ex della gara. Infatti, nonostante sia cresciuto nelle giovanili della Beneamata e abbia esordito in Serie A durante Inter-Ascoli del 1990Scapolo è stato partecipe del progetto della Milan Academy negli USA.

Dopo una carriera trascorsa tra Atalanta, Bologna, Roma, Napoli Ravenna, in cui ha incrociato alcuni fra i giocatori e gli allenatori storici degli anni ’90, il varesino si è trasferito negli States. La sua esperienza oltreoceano lo ha sempre tenuto vicino al mondo del calcio, conosciuto come “soccer”, in cui ha collaborato con squadra come Los Angeles FC FC Cincinnati, dove attualmente ricopre l’incarico di allenatore della squadra u17. Inoltre, ha fatto parte dello staff della Nazionale maggiore degli USA, guidata in quel momento da Klinsmann.

Di seguito riportato il contenuto integrale dell’intervista esclusiva di Scapolo ai microfoni di Numero Diez.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A CRISTIANO SCAPOLO

SUL DERBY – “Chi vince? Il derby è sempre difficile per pronostici perché è una partita a se che va al di là del momento di una squadra. Essendo interista dico Inter. Chi potrebbe risultare decisivo? Dico Lautaro per l’Inter e Pulisic per il Milan.

SULL’ESORDIO IN NERAZZURRO – “È stato molto bello esordire nella propria squadra del cuore e ancor di più essendo cresciuto nelle giovanili. Quella era una squadra piena di campioni del mondo ed era quasi impossibile pensare di ritagliarsi uno spazio. Quindi andai in prestito.

SUGLI ALLENATORI DELLA CARRIERA – “Ho avuto la fortuna di avere sei grandi maestri come Trapattoni, Ulivieri, Guidolin, Prandelli , Mondonico e tanti altri. Forse Guidolin era quello con cui avevo legato di più. Con il mister un giorno segnai un gol da 35 metri di “destro” (che io non usavo neanche per salire sul pullman) in un Ravenna -Leffe nel 1993 di Serie C. Nella squadra avversaria giocava Pippo Inzaghi. Ad ogni modo, al termine della partita il mister non voleva credere alla mia rete e disse <<il calcio è proprio strano, Scapolo segna di destro da 35 metri avendo sbagliato a tirare>>. Ma fu un gran gol … tutti risero, però eravamo contenti per la vittoria .

SU DE KETELAERE – “Potrebbe essere un’arma in più per una squadra ormai già collaudata nei meccanismi e da 4/5 anni tra le top in Europa per sistema di gioco e risultati. È un giocatore giovane e quindi con molti margini di miglioramento. Deve magari trovare un po’ di fiducia in se stesso e speriamo che riesca nella squadra di Gasperini“.

SULL’IMPATTO DI MESSI NEGLI USA – “Il suo arrivo ha impattato tantissimo non solo ai giovani americani e sui fan, ma su tutto un sistema che è sempre più in crescita. Qui andiamo verso i Mondiali 2026 e sicuramente l’arrivo di Messi è una grossa spinta in tutto“.

SUI SETTORI GIOVANILI STATUNITENSI – “Essendo allenatore di una squadra giovanile negli USA osservo spesso i giovani e ce ne sono parecchi di buoni. Sia i club che l’MLS investono molto nei settori giovanili con strutture, competizioni internazionaliseconde squadre ed è chiaro che, in questo modo, tutto il circuito migliora”. 

SULL’MLS TOP CAMPIONATO – “Penso che come numeri e organizzazione l’MLS si sta avvicinando molto ai campionati top. Ci vuole forse un po’ di tempo ad un discorso strettamente di campo legato alla tattica, ma penso che con il tempo arriverà anche quello. Ho già avuto un’esperienza con la prima squadra in qualità di secondo e chissà se dovesse arrivare in altra occasione la chiamata per allenarne una penso di essere pronto, dopo tanti anni passati tra squadre giovanili e delle nazionali”.

SUL RIENTRO IN ITALIA – “Tornare? Non saprei … Sono tanti anni che manco dall’Italia .. anche se mai dire mai. Sicuramente sono aperto a qualsiasi buona opportunità che mi faccia crescere e, perché no, in Europa, nella culla del calcio. Vedremo”.

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Altri Sport

ESCLUSIVA – Bellarte, c.t. della Nazionale di futsal: “Si può vivere un sogno, siamo su una strada buona”

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ESCLUSIVA MASSIMILIANO BELLARTE – Calcio a 5 e calcio a 11 sembrano due mondi molto simili tra loro, ma in realtà le differenze non mancano affatto. Il primo, comunemente conosciuto anche con il nome di futsal, è una disciplina distinta dal calcio che seguiamo quotidianamente, seppur sia possibile integrare entrambi gli sport.

Questo è quel che ha spiegato Massimiliano Bellarte, commissario tecnico della Nazionale italiana di futsal, nel corso dell’intervista rilasciata a Numero Diez. L’allenatore classe ’77 è un veterano di questo mondo, vantando una carriera pluri-ventennale tra futsal giocato e, soprattutto, futsal allenato. Vanta un palmarès piuttosto importante, considerando la Coppa Italia e la Supercoppa italiana conquistate sulla panchina dell’Acqua & Sapone, i titoli ottenuti con i belgi dell’FP Halle-Gooik e il Campionato italiano femminile conquistato con la Futsal Salinis.

I PentAzzurri, soprannome della selezione del Belpaese, attualmente si trovano all’11esima posizione del ranking UEFA. Nei prossimi giorni saranno impegnati nelle gare di qualificazione ai Mondiali, che si disputeranno in Uzbekistan settembre 2024. Il primo incontro andrà in scena domani sera15 settembre, ad Eboli, dove l’ItalFutsal incrocerà la Slovenia. In merito a queste gare si è espresso anche il mister stesso. Di seguito riportato il contenuto integrale dell’intervista esclusiva di mister Bellarte.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A MASSIMILIANO BELLARTE

SULLA PASSIONE PER IL FUTSAL – “Non so dire precisamente quando è iniziata la mia passione per il calcio a 5, siccome sono sempre stato un grande amante dello sport in generale. Insieme alla pallacanestro, era l’unico sport che riuscivo a praticare e da ciò è partita la mia voglia di giocarlo dapprima e aspettare di fare l’allenatore in un secondo momento. Comprendere che tutto ciò sarebbe dovuto diventare un lavoro? Non l’ho ancora fatto. Spero che questo possa continuare ad essere la mia professione, cercando di rimanere nell’ambiente sportivo il più a lungo possibile”.

FUTSAL AMATORIALE O PROFESSIONISTICO? – “Il futsal è raramente riconosciuto come sport professionistico. In Spagna, così come in Belgio, i giocatori possono avere un contratto da professionista o un contratto da amatore. Purtroppo in Italia molti sport, tra cui anche il futsal, non sono professionistici. Tuttavia, non è questo che garantirebbe professionalità. Credo che dovremmo puntare innanzitutto all’altissimo livello della professionalità. Attualmente si tenta di farlo, sia a livello individuale che di club. Siamo su una strada buona, ma sempre migliorabile“.

DIFFERENZE TRA CALCIO E FUTSAL – “Il calcio a 5 e il calcio a 11 sono due discipline diverse, ma vicine dal punto di vista regolamentare (si gioca con i piedi, si tenta di far gol, la presenza di un elemento che usa le mani per evitare il gol). In realtà possono anche integrarsi benissimo, così come io tento di integrare pallacanestro e futsal. Tuttavia ci sono spazi e tempi totalmente diversi, ed è naturale che cambia il modo di approcciarsi al gioco, ossia nell’interpretazione e nella preparazione fisica, ma anche nella maniera di vivere una competizione”.

SULLE GARE DI QUALIFICAZIONE AL MONDIALE 2024 – “Si può vivere un sogno. Ogni sogno si vive per step e di conseguenza per obiettivi intermedi, così come abbiamo fatto da quando abbiamo avviato un nuovo percorso per rinnovare l’ambiente nazionale, post-Euro2022. Per realizzare questi obiettivi intermedi c’era la necessità di ringiovanire la rosa e portarla ad adempiere ad altri incarichi. In realtà noi non pensiamo né a vincere il girone né a qualificarci. I nostri veri obiettivi sono competere partita dopo partita. Abbiamo due squadre che sono sopra di noi nel ranking UEFA, Slovenia e Spagna. Non possiamo pensare a vincere il girone se non iniziamo a pensare di competere contro di loro. Anche la quarta squadra del girone andrà a dimostrare che il livello internazionale non ha più quei gap che permettevano ad una squadra di vincere con ampio scarto”.

SULLA PREPARAZIONE PER LE PROSSIME GARE – “Il problema della nostra Nazionale è che quasi tutti i giocatori, eccezion fatta per un paio che giocano all’estero, sono in piena fase di periodo preparatorio all’agonismo. Non hanno partite nelle gambe e non hanno disputato competizioni, mentre la Spagna è già alla terza giornata di campionato e sono più avanti rispetto a noi. Questo è l’unico punto che potrebbe influenzare il nostro modo di allenarci, perché i ragazzi avrebbero dovuto fare il 90% del roaster adesso, alla quarta settimana di preparazione. Invece loro sono qui a preparare un evento competitivo, però si cerca di non far incidere questo fattore in maniera negativa“.

SULL’ELIMINAZIONE AI GIRONI ALL’EUROPEO U19 –“C’è rammarico e delusione dettata dal fatto che eravamo lì a 6 punti e potevamo benissimo raggiungere le semifinali. Il fatto che tutto ci sia sfuggito dalle mani ci ha deluso, ma non per quel che riguarda le prestazioni dei ragazzi, la nostra preparazione e soprattutto per quel che è stata la continuità. In un movimento sportivo giovanile la continuità è la cosa più importante per dimostrane la buona salute.

Se 3 edizioni fa non ci qualificavamo alle fasi finali del campionato d’Europa, nella scorsa ci siamo qualificati e in questa abbiamo confermato la qualificazione, che va pur sempre conquistata su altre Nazioni. Evidentemente questa continuità non fa che mostrare il buon percorso del movimento giovanile italiano e si spera di continuare a fare passi in avanti. Abbiamo fatto una competizione di altissimo livello e per un buon periodo di tempo avevamo ottenuto la qualificazione in semifinale. Poi è naturale che per arrivare tra le prime 4 è necessario lavoro e ulteriore tempo“.

FUTSAL MASCHILE E FEMMINILE – “È normale che vi sia differenza a livello fisico e riguardo l’approccio tra categoria maschile e femminile. Ma queste ultime permettono di vivere il gioco nella sua completezza. La differenza va vissuta e comporta adattamenti. Nell’anno che ho allenato la Salinis io facevo le stesse cose dei ragazzi a livello qualitativo ma, logicamente, ad una velocità minore. Per me l’espressione del gioco deve essere la stessa di quella che ho dato ai ragazzi. Non esistono gap di genere ma differenze, che, ripeto, portano soltanto ad adattamenti“.

SUL FUTSAL IN BELGIO – “In Belgio si ha una cultura differente e si vive lo sport in un modo diverso rispetto al’Italia. Ovviamente tutti dovremmo propendere ad alcune basi, tipo il lavoro sul settore giovanile e l’investimento per il futuro. Lì ci sono tante situazioni simili a quel che avviene in Italia ma, di contro, quel che fa la differenza è a livello societario. Ci sono società calcistiche che investono nel futsal, come l’Anderlecht o lo Standard Liegi, non so con quali modi, ma ottenendo un ottimo biglietto da visita nel panorama del calcio a 5 europeo. Però non è detto che sia necessario comparare il loro approccio al futsal rispetto al nostro. I principi base dovrebbero essere gli stessi per tutti, ma è logico che ci siano variazioni dovute alla cultura”.

Fonte immagine di copertina: archivi FIGC

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