Dalle radici del giornalismo, fino a quelli che poi ne saranno i frutti. Marco Nosotti, noto giornalista di Sky Sport, si è raccontato ai microfoni di Numero Diez:
Partiamo dalla più classica delle domande: chi vede come favorita per lo Scudetto attualmente?
“Dico tre squadre che secondo me sono favorite. Ovviamente il Napoli per come sta giocando. Penso il Milan, poi ci metto l’Inter che se la gioca con un’outsider. O almeno, mi piacerebbe che ci sia questa outsider, in questo momento potrebbero essere Atalanta o magari Udinese. Questa stagione è sicuramente particolare data anche la preparazione per il Mondiale. Bisogna vedere come si ritorna, come viene assorbita questa pausa. Ma credo che per idee, mentalità, disponibilità di uomini le squadre più interessanti siano Napoli, Milan e Inter“.
Chi è stato il giocatore “sorpresa” di questo campionato?
“Dato che non lo conoscevamo, per come sta facendo direi senza dubbio Kvaratskhelia, mi piace moltissimo perché è sfrontato, spregiudicato, soprattutto adatto a quello che è lo stile di Spalletti: salta l’uomo, crea superiorità numerica, tenta dei colpi. Ha aggiunto imprevedibilità a questo Napoli, che adesso è più ‘efficace’. Lui è la vera sorpresa. Anche Raspadori lo è. Tutti volevamo capire chi fosse e finalmente abbiamo la risposta. Anche lui adatto a Spalletti, allunga e accorcia la squadra dove vuole. Nel Sassuolo mi piace molto Maxime Lopez perché lo vedo padrone del centrocampo ed è un ragazzo super determinato. Adoro Leao e Immobile, ma loro sono certezze. Koopmeiners e Bijol sono molto sottovalutati“.
Gli italiani candidati al premio Golden Boy sono: Miretti, Udogie, Scalvini e Gnonto. Chi fra loro 4 potrebbe competere all’ambìto premio con dei big come Bellingham e Gravenberch?
“Udogie e Scalvini secondo me sono due giocatori più ‘europei’. Capaci per forza, intensità, in un calcio che richiede questi fattori. Miretti ha la possibilità di mettersi in mostra in un palcoscenico maggiore, secondo me per il premio avrà qualche voto in più proprio perché ha una platea differente“.
Passiamo all’argomento Europa. Le gare di Milan, Lazio e Roma sono state parecchio discusse. Secondo lei, le italiane risentono di questi “errori” o hanno le loro colpe sul campo?
“Parliamo di situazioni differenti. Nel caso del Milan, l’errore grossolano sta nel giudicare il contatto come calcio di rigore, da parte dell’arbitro, le decisioni prese di conseguenza sono giuste. Se mi chiedi cosa lascia, dipende da società, allenatore, staff. C’è chi sta in silenzio e chi preferisce farsi rispettare, ma nel secondo caso è un boomerang. Non tanto perché poi ti trattano male in Europa, ma più che altro perché poi diventano alibi. Ci sono squadre italiane che si trovano bene in Europa per il loro modo di interpretare il calcio. L’arbitraggio da noi è differente“.
Cosa consiglia ai ragazzi che vogliono diventare giornalisti?
“Potrei raccontare la mia esperienza, ma erano altri tempi. Mi dicevano di smettere di giocare a calcio perché ero scarso. C’era questa piccola emittente televisiva, mi hanno detto ‘potresti dare una mano’. Ho cominciato per gioco. Questo mestiere ti fa diventare imprenditore di te stesso. Per cominciare consiglierei di buttarsi in varie cose, per capire dove ci si trova meglio. Nel mio caso è stata la televisione. Ho fatto un po’ di gavetta in radio di provincia, sbagliando e cercando di imparare questo mestiere che non è soltanto la scrittura, ma bisogna saper vedere e saper riportare. Bisogna saper rispettare il pubblico e la notizia in sé“.