La nostra redazione ha avuto il piacere di poter intervistare Luca Chiabotti, giornalista specializzato nella pallacanestro e NBA.
Si è parlato dell’attuale stagione NBA, toccando l’argomento Paolo Banchero e le papabili favorite alla corsa all’anello, chiudendo poi con una domanda in relazione al calcio.
Ringraziamo ancora Luca per la disponibilità ed ecco la chiacchierata che ci ha concesso:
Cosa si aspetta da questa stagione NBA, potrebbe esserci qualche sorpresa o alla fine le blasonate compagini si porteranno a casa l’anello?
Faccio fatica a immaginare che qualcuna delle “rivelazioni” di quest’anno, come New Orleans o Sacramento a Ovest, Cleveland e New York a Est, abbiano la struttura per poter competere per il titolo. Penso che, alla fine, se lo giocheranno Boston, Brooklyn (ma dipende da Durant) e Milwaukee a Est, mentre a Ovest se Steph Curry starà bene, Golden State sarà una delle big in grado di tornare a lottare al vertice con Denver, Memphis e Dallas.
Doncic sta vivendo una stagione pazzesca, Jokic ha numeri da capogiro, stessa cosa Jason Tatum, senza dimenticare ovviamente Giannis Antetokoumpo e l’immortale Lebron James, chi secondo lei è più avvantaggiato alla corsa all MVP?
Personalmente voterei Jason Tatum perché non solo sta avendo, a soli 24 anni, una stagione spaventosa ma i Celtics sono la migliore squadra della Nba fino a questo momento. Ma in queste votazioni c’è molta “politica” e di sicuro la stagione di Doncic o addirittura i Lakers capaci di conquistare i playoff potrebbero riportare in auge anche LeBron.
Nella giornata di ieri è stato confermato che la stella Kevin Durant è incappato in un brutto infortunio, che lo potrebbe tenere lontano dal parquet per diverso tempo, quanto incide la preparazione per la prevenzione agli infortuni nel basket?
La preparazione e la prevenzione degli infortuni, non solo nella Nba ma anche in Eurolega, hanno raggiunto livelli di eccellenza negli ultimi anni. Il problema è che, semplicemente, si giocano troppe partite e non è umanamente possibile proteggere i giocatori a fronte di 82 partite più playoff della Nba (dove i primi 30 giocatori stanno in campo 35’ di media a partita) o a quelle tra campionato, Eurolega, coppe e nazionali dei giocatori europei. I club fanno il massimo, ma non basta.
Anche Stephen Curry non si trova in una situazione di salute idilliaca, come vengono trattati gli infortuni e i rientri in NBA?
Con molta attenzione. Generalmente e, soprattutto, per i grandi giocatori sono finiti i tempi in cui venivano “spinti” a rientrare al limite dei tempi, magari sottoponendosi a terapie antidolore o anti infiammatorie.Troppi gli interessi in gioco e troppi i rischi di infortuni molto più gravi. Oggi un giocatore rientra quando se la sente, protetto dalle regole. Il problema delle indisponibilità e la loro comunicazione tocca una vasta gamma di interessi, non ultimi quelli delle scommesse. Oggi, per dire, c’era 64 giocatori nei rosters Nba sicuramente fuori (media due per franchigia) e 33 valutabili giorno per giorno.
Parliamo un po’ di italiani oltreoceano, secondo lei Danilo Gallinari, quando sarà rientrato dal pesante infortunio, può ancora fare la differenza in NBA aiutando i Celtics a mettere l’anello al dito che manca da ormai 14 anni?
Me lo auguro, non ne sono sicuro perché perdere una stagione per un infortunio così grave a 34 anni e con recidiva, non permette di fare previsioni sul futuro anche se Danilo, in altre occasioni, è rientrato brillantemente da gravi incidenti. Potrebbe essere l’uomo giusto per dare esperienza, tiro e sapienza tattica in determinate situazioni e per limitati minutaggi, non per questo meno importanti alla conquista di un titolo. Speriamo.
Questa stagione per noi italiani potrebbe risultare storica grazie a Paolo Banchero, il talento proveniente da Duke è stato la prima scelta al draft, come valuta l’impatto di Paolo in NBA con i suoi Magic e come vede il suo possibile “SI” all’italbasket?
Banchero sembra stato concepito e costruito per la Nba di oggi ed il suo impatto è stato favoloso in una squadra giovanissima e affascinante. Il vertice è lontano, ma certamente è un solido candidato a RoY. Quanto all’Italia, lo abbiamo adottato, ha un sincero affetto verso la patria dei suoi antenati, ma nel giocatore di basket non c’è nulla di italiano e non ha nessun “debito” nei confronti della nostra pallacanestro che lo spinga a vestire la maglia azzurra. Se verrà sarà un dono per la nostra Nazionale, se deciderà altrimenti va bene lo stesso, senza che da sostenitori accaniti noi tifosi italiani si diventi critici nei suoi confronti. Tra l’altro, più gioca bene più credo sia difficile possa essere disponibile per un Mondiale con l’Italia. E sta giocando benissimo.
Un’ultima domanda in relazione al calcio, Stefano Pioli si proclama a favore del tempo effettivo, come nel basket, proponendo due tempi da 30 minuti mentre Giampiero Gasperini, l’allenatore dell’Atalanta, è del pensiero che spezzerebbe ancor di più le partite, secondo lei, il calcio potrebbe attuare la stessa metodologia del basket per quanto riguarda il tempo?
Non sono un esperto di calcio ma credo che questo possa annoverarsi tra i problemi che non lo sono poi tanto. L’ultimo Mondiale ha spesso mostrato recuperi di molti minuti, se c’è certezza sul calcolo di questi recuperi, non c’è bisogno di tempo effettivo soprattutto in uno sport tradizionale, che fonda il suo successo sulla semplicità di comprensione delle regole. Non credo in un calcio più bello o più “giusto” col tempo effettivo (poi dipende dalle regole, con quelle più stringenti tipo basket si rischierebbero tempi da 30’ effettivi che durano almeno 60 …)