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ESCLUSIVA-Smentite le voci, Guardiola non firmerà con la Juventus

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ESCLUSIVA-Smentite le voci, Guardiola non firmerà con la Juventus

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È di questa mattina l’indiscrezione diffusa dell’AGI, secondo cui i contatti tra il fratello-agente di Pep Guardiola e gli alti dirigenti della Juventus abbiano avuto esito proficuo. L’indiscrezione parla di un contratto di quattro anni a 24 milioni a stagione per l’allenatore catalano che, sempre secondo la famosa agenzia, lascerebbe il City per approdare alla Juventus.

Secondo le nostre fonti, è invece certa la permanenza dell’allenatore catalano dalle parti di Manchester, club con cui ha appena vinto la seconda Premier consecutiva e punterebbe a vincere la Champions League nel corso della prossima stagione.

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ESCLUSIVA – Bruscolotti: “Con Mazzarri un miglioramento, ma il Napoli subisce troppi gol”

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Bruscolotti

Tra il 1972 e il 1988 la carriera di Giuseppe Bruscolotti si è legata a doppio filo con il Napoli. Vincitore del primo scudetto della storia degli azzurri e volto del Napoli degli anni ’70 e ’80, Bruscolotti ha lasciato a Napoli un ricordo indelebile. Lo dimostra il suo soprannome, “Palo ‘e fierro“, che sottolineava la sua stazza statuaria e il suo modo arcigno e roccioso di giocare. Ma che sottolinea anche l’affetto che lui, nativo di Sassano in provincia di Salerno, ha ricevuto dalla città partenopea. Lo dimostra, soprattutto, l’impegno nel sociale che sta perseguendo da presidente della Scuola Calcio Bruscolotti, situata nella città di San Sebastiano al Vesuvio, in cui ha deciso di proporre lo sport come alternativa alla delinquenza che attira molti ragazzi sin dalla giovanissima età.

Lo abbiamo intervistato in relazione al momento di forma che sta vivendo il Napoli attuale. Un Napoli double face, che fatica a ritrovare le posizioni alte di classifica, ma che è reduce dal successo dello scorso anno, con il terzo tricolore della sua storia cucito sul petto.

LE PAROLE DI BRUSCOLOTTI

Buongiorno Signor Bruscolotti. Ieri c’è stato il Gran Galà del Calcio e ovviamente c’è stato ovviamente un grande numero di giocatori del Napoli che sono stati premiati per la scorsa stagione. La squadra dell’anno scorso ha qualcosa che assomiglia alla squadra con cui lei ha vinto lo scudetto?

I paragoni non si possono fare a distanza di anni. Ogni cosa a suo tempo. È stata una grande squadra come è stata la nostra però…fare dei paragoni non è bello.

La situazione attuale del Napoli non è, almeno dal punto di vista dei risultati, ideale. Il cambio di allenatore pensa che possa dare quella spinta che è mancata con Garcia?

Ecco, qualcosa già si è vostro, tenendo presente che poi Mazzarri non è che abbia avuto molto tempo a disposizione per lavorare. Quindi diciamo che Napoli un po’ è cresciuto. Quello che la prestazione, l’agonismo e tutto ciò sta migliorando. Però, comunque bisogna per lavorarci perché è una squadra che prende molti gol. Una squadra deve risalire alla classifica non può prendere tanti gol, 17 gol fino a questo momento sono tanti.

Cosa ne pensa di Di Lorenzo come capitano?

È un ottima scelta, una persona per bene, ragazzo e un professionista molto serio e quindi, credo che c’è poco da dire, nel senso che uno che dimostra insomma la sua personalità, il suo modo di essere ogni giorno.

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ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Calcio Internazionale

McDermott risponde a Cellino in ESCLUSIVA: “Scoprii del mio esonero dai giornali!”

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McDermott

ESCLUSIVA MCDERMOTT – Negli scorsi giorni, l’attuale presidente del Brescia, nonché ex patron del Leeds UnitedMassimo Cellino, aveva rivelato un incredibile retroscena che aveva portato all’esonero di Brian McDermott a causa di un’incomprensione linguistica.

In tutta risposta, la redazione di Numero Diez ha raccolto le dichiarazioni dell’allenatore anglo-irlandese in esclusiva, che ha fornito la sua risposta alla paradossale situazione. Inoltre, considerando la sua lunga carriera da giocatore e da scout dell’Arsenal, il classe ’61 ha esposto alcuni retroscena e punti di vista in merito al passato e al presente del calcio dei Gunners, oltre che dell’Hibernian, squadra del massimo campionato scozzese di cui egli è attualmente direttore sportivo.

Di seguito riportata l’intervista esclusiva di Brian McDermott ai nostri microfoni.

ESCLUSIVA BRIAN MCDERMOTT: LE DICHIARAZIONI

Ha letto le recenti dichiarazioni di Cellino sull’incredibile fraintendimento riguardo il suo esonero al Leeds? Cosa ne pensa a riguardo?

Non sono mai stato consapevole della situazione e della modalità in cui sono stato rimosso dal mio incarico presso la panchina del Leeds finché non ne sono venuto a conoscenza dai giornali“.

La sua storia si intreccia prevalentemente con il mondo Arsenal, considerando le sue esperienze da giocatore negli anni ’80 e da scout dei Gunners negli ultimi anni. Crede che possano dire la loro in Premier League e in Champions League?

“Penso che l’Arsenal abbia una rosa e uno staff tecnico di alto livello. Sono in corsa in tutte le competizione e hanno grandi possibilità di competere sia per la vittoria del campionato di Premier League che della Champions League. Si tratta di un club fantastico e spero che possano raggiungere i loro obiettivi in questa stagione”.

Chi è il miglior giocatore con cui ha giocato e contro cui ha giocato? Crede che farebbero la differenza anche nel calcio moderno?

“Il miglior giocatore con cui abbia mai giocato è Liam Brady, leggenda dell’Arsenal. D’altra parte, invece, il miglior giocatore contro cui ho giocato è Kenny Dalglish. Secondo me, penso che il primo brillerebbe anche nel calcio di oggi. Anzi, sarebbe addirittura migliore rispetto al passato“.

Durante la sua esperienza da scout dell’Arsenal chi è stato il giocatore che l’ha sorpresa maggiormente per il proprio stile di gioco? Personalmente, si vanta di qualche acquisto dei Gunners?

“Nel settore scouting dell’Arsenal tutti lavoravamo insieme, quindi il merito è del gruppo. Ognuno di noi aveva un’opinione in merito ai giocatori che volevamo acquistare. In particolare, il mio incarico era osservare i giocatori che gli altri scout avevano segnalato in giro per il mondo. Quindi ero una parte del processo totale. Un esempio di questo lavoro è William Saliba, un grande difensore centrale che abbiamo seguito per un lungo periodo”.

Oggi lei è il direttore sportivo dell’Hibernian, attualmente quinto in Scottish Premiership. Pensa che il livello del campionato sia in crescita nell’ultimo periodo?

“Sto apprezzando molto la Scottish Premiership. Il campionato è molto fisico e soprattutto competitivo. Non esistono gare facili”.

Ci sono giocatori talentuosi dell’Hibernian che suggerirebbe ai club dei top 5 campionati europei? 

“Io, così come la società, voglio che i nostri giocatori crescano e si sviluppino da noi. Il nostro credo è modellare il miglioramento dei talenti del nostro settore giovanile. Infatti, abbiamo già un paio di giocatori 16enni i quali hanno debuttato in prima squadra (Josh Landers, Rudi Allan-Molotnikov, Rory Whittaker n.d.r.)“.

Si ringrazia sentitamente Brian McDermott per l’opportunità concessa e per aver messo il proprio tempo a disposizione.

Fonte immagine di copertina: Daily Mail

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Conference League

ESCLUSIVA – Braida: “Milan, non si vince con gli algoritmi. Pioli? Lo confermerei anch’io”

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Milan Braida, l'ex DS e DG dei rossoneri è stato intervistato in ESCLUSIVA da Numero Diez sulla situazione attuale del Diavolo e di Pioli: le sue parole

MILAN BRAIDA – Il Milan sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia recente. La vittoria contro la Fiorentina sembra raddrizzato la situazione, ma la sconfitta di martedì contro il Borussia Dortmund in Champions League ha rimesso tutto in discussione. La qualificazione agli ottavi della predetta competizione è fortemente a rischio. Un’eventuale eliminazione potrebbe avere delle ripercussioni anche in campionato. Tuttavia, il Diavolo si fida di sé stesso e del suo progetto tecnico, guidato da Stefano Pioli. L’allenatore emiliano è stato confermato alla guida dei rossoneri, i quali si affidano alla continuità e all’unità di intenti per uscire definitivamente da questo periodo di impasse (CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOTIZIA). La scelta risulta giusta o sbagliata? Per avere queste risposta, la redazione di Numero Diez si è affidata al giudizio sapiente di uno dei dirigenti più vincenti della storia del calcio e del Milan e che incarna alla perfezione il senso di “milanismo“: Ariedo Braida. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale dell’intervista ESCLUSIVA all’ex DS e DG dei rossoneri, il quale ha regalato anche altri spunti interessanti sulla situazione attuale del Diavolo.

Dopo una vittoria un po’ sofferta ottenuta contro la Fiorentina, martedì ha perso contro il Borussia Dortmund. Che partita ha visto? 

Partiamo dal fatto che le partite iniziano sul punteggio di 0-0 e non si sa come finiscono, come del resto anche la prossima (contro il Frosinone, ndr). La partita contro il Borussia Dortmund non è stata interpretata nel migliore dei modi, anche se prima del modo in cui è stata disputata questa gara, va considerato il punto chiave: le assenze. Per me, Leao è un giocatore fondamentale per il Milan. Fa la differenza sempre! Nell’uno contro uno ha sempre la meglio e spacca le partite con i suoi strappi. La sua mancanza accentua i problemi del Milan in tutti i reparti. Del resto, i giocatori importanti danno tanto quando ci sono e tolgono altrettanto quando non ci sono. Un esempio si può riscontrare nel Napoli: quando Osimhen e Kvaratskhelia sono assenti, gli azzurri fanno fatica…“.

La qualificazione agli ottavi di questa Champions League e alla prossima edizione della Champions League è ancora alla portata o è diventata difficilissima?

Adesso, certamente, le speranze sono diminuite di tanto: anche pareggiare sarebbe servito martedì. A volte, però, nel calcio esistono le sorprese e anche i miracoli. In ogni caso, ciò che mi preme dire è che il Milan si è complicato e, in generale, si sta complicando la vita di parecchio…“.

Cioè?

Bisogna cercare di fare un’analisi molto più profonda e serena. Molte volte si cerca di scaricare le responsabilità sull’allenatore. Ma bisogna valutare attentamente i singoli giocatori a disposizione di un allenatore, in questo caso Pioli. Per stare ad alto livello, si vogliono dei valori che sappiano sopportare il peso del ruolo che ricoprono e della maglia che portano“.

Lei ha parlato di giocatori che sappiano sopportare il peso della maglia che portano. Secondo Lei, il Milan ha dei giocatori che sanno incarnare l’essere milanisti? Quali sono, invece, i giocatori che fanno più fatica da questo punto di vista?

A me piace il calcio e sono stato al Milan per tantissimi anni. Ritengo di avere la cultura da Milan. So cosa serve a una grande squadra. I giocatori non sono tutti uguali anche se, a volte, si parla di un giocatore fenomenale grazie a una prestazione positiva, salvo poi ritenerlo inadeguato quando fornisce una gara non positiva. Bisogna imparare a capire il valore dei calciatori, perchè a questi bisogna dare un valore. Se si fa un’analisi serena sui giocatori attraverso schede accurate, allora si può capire e dare delle giuste valutazioni“.

Cosa intende dire con ciò?

Ci vuole una certa competenza. Il calcio non lo conoscono tutti. Si parla sempre di algoritmi: gli algoritmi sono numeri, ma l’uomo non è un numero. Le partite non si vincono con gli algoritmi, a mio avviso. Si vincono con giocatori che vanno guardati e analizzati. Tutti possiamo sbagliare nel dare un giudizio su questo o quel giocatore, però, ci sono dirigenti sportivi e allenatori che fanno questo mestiere da tanti anni e che decidono. Altri, invece, ricoprono ruoli senza avere le competenze per farlo. Certe realtà funzionano perchè hanno guide forti e capaci. Poi, il calcio è un po’ ciclico. Società come il Milan, l’Inter o la Juve possono vincere per tanti anni, ma poi hanno degli anni un po’ altalenanti, perchè finisce il ciclo di alcuni giocatori iconici e carismatici di un gruppo, che bisogna ricostruire. E a volte si fatica sotto questi aspetti. All’interno di questo Milan ci sono giocatori che fanno fatica a giocare in grandi squadre, perchè non sono a livello per giocare in squadre di vertice, che lottano per vincere grandi obiettivi come la Champions League“.

All’indomani della sconfitta contro il Borussia Dortmund c’è stato un incontro tra Cardinale e Pioli, dal quale è scaturita la conferma dell’allenatore emiliano. Ricollegandoci un attimo al discorso delle competenze tecniche di cui ha parlato, si può dire che Pioli capeggia il progetto calcistico del Milan. Pertanto, Le chiedo: secondo Lei, è stato giusto dargli fiducia oppure avrebbe sfruttato il momento per rompere gli equilibri e ripartire da zero?

Per dare una risposta a questa domanda, bisogna conoscere le cose dall’interno. Ma basandomi sulla mia percezione e sulla mia esperienza, posso dire che il fatto che Pioli incontri i dirigenti è normale ed è giusto, anche perchè è importante che ci sia un dialogo costruttivo. I risultati sono certamente importanti, perchè un allenatore viene misurato su questo fattore. A volte, però, nel calcio si innescano delle empatie che (ri)creano delle magie tra giocatori e allenatore. Io sono dell’avviso che la continuità sia importante per ottenere risultati e quindi credo che sia stato giusto confermare Pioli, perchè cambiare sempre l’allenatore è negativo. Io posso portare la diretta esperienza avuta con Sacchi e Ancelotti. Il primo si è seduto sulla panchina del Milan per cinque anni, il secondo è stato l’allenatore del Milan per quasi otto anni. Entrambi hanno vinto tutto. In questa categoria posso far rientrare anche Ferguson. Ha ricoperto la carica di manager del Manchester United a grandissimi livelli per trent’anni. Da quando è andato via, il Manchester sta vivendo una situazione di incertezza tecnica e di risultati da sei-sette anni. Pertanto, dico che la continuità generalmente porta a buoni risultati. E per continuità non intendo solo quella legata al mandato dell’allenatore, ma anche quella dei dirigenti competenti…“.

 

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