Eurobasket è sicuramente una vetrina interessante per giovani talenti che vogliono approdare in NBA (o che in NBA ci sono già). Oltre ai più o meno conosciuti Porzingis, Saric o i fratelli Hernangomez, i più stupefacenti risultati arrivano da chi ancora non ha mai messo piede nella Lega americana. “Ragazzini terribili” atterrati nelle orbite di squadre da Eurolega o appena sbarcati dall’altra parte dell’oceano che stanno scrivendo pagine importanti dei loro currucila cestistici.
Lauri Markkanen
Il biondissimo figlio di Pekka Markkanen, appena draftato dai Bulls alla settima chiamata, sta chiarendo un paio di questioni prima di approdare a Chicago. L’ex Arizona Wildcats sta trasportando sulle sue spalle il peso offensivo di un’eccellente Finlandia (seconda nel Gruppo A a pari merito con la Francia) fino agli ottavi di finale. Lauri, “il miglior tiratore universitario alto 7 piedi mai visto prima”, sta tenendo fede a questo pesante soprannome: 22.5 ppg, 56% dal campo, 50% da 3, 85% ai liberi. Più 7 rimbalzi ed un assist di media. Fondamentale la sua capacità di trovare il canestro (forte anche del fatto che in Europa veramente poca gente può marcarlo decentemente) praticamente tirando in testa a tutti quanti. Ottima tecnica e visione di gioco (sia a livello difensivo che offensivo) sono le armi che mette a disposizione per coach Dettmann che lo usa sia come 4 che da 5. I movimenti in post ci sono, ha un ottimo fadeaway che, con un po’ di lavoro sopra, potrebbe arrivare ad avvicinarsi a quello del maestro Nowitzki e non ha fatto mancare il suo apporto nelle partite decise punto a punto. Ok, l’NBA è un’altra cosa ma se fossi un tifoso Bulls sarei veramente curioso di vedere che cosa potrà fare questo ragazzone finnico all United Center.
Luka Doncic
Doncic è al momento l’europeo con più hype per il suo approdo in America. Al 99% sarà presente nel Draft del prossimo anno e vederlo scivolare fuori dalle prime 5 picks, ad oggi, è quasi impossibile. Lo sloveno, con la canotta del Real Madrid, ha dimostrato di essere un giocatore totale. Gli abbiamo visto fare di tutto, possiede un’ottima tecnica di tiro ed un footwork da boxeur che gli permette di piazzare i piedi e sparare in tempi brevissimi, capacità di assorbire contatti in penetrazione, un bagaglio di finte notevolissimo ed una visione di gioco da playmaker. Offensivamente è una vera e propria “tripla minaccia” con le misure da NBA. Difensivamente la sua intelligenza cestistica lo rende versatile sia in difese a zona che 1vs 1. Preziosa la sua presenza in post-up nel limitare gli avversari, ottimi tempi in aiuto. A livello europeo è fuori scala come da tempo non si vedeva, tra un anno sapremo più o meno che posa potrebbe offrirci in NBA.
Cedi Osman
Osman non ha paura di niente. Tra i tre (anche per l’età e l’esperienza acquisita in Eurolega) è evidentemente il più NBA-ready dei 3 e lo vedremo quest’anno con la canotta dei Cavaliers. Guardandolo giocare ciò che colpisce, al di là della tecnica e del trattamento di palla da èlite, è la personalità che mette in campo. Giocate clutch, difese di istinto, triple pesantissime. Osman, a soli 22 anni, è il leader tecnico e carismatico di una Turchia in via di rinnovamento, che ha tagliato i ponti con Enes Kanter, con la vecchia guardia (Preldzic, Turkoglu e Ilyasova) ormai assente. Lui e Korkmaz saranno le colonne portanti dei “12 giganti” e sembrano essersi calati bene nel ruolo. Nei Cleveland Cavaliers avrà LeBron James come mentore e questo potrà solo che fargli bene. Un motivo di interesse in più per seguire i wine and gold che avevano bisogno di allungare le rotazioni sulle ali e hanno scelto un prospetto che col tempo saprà sicuramente farsi valere nei due lati del campo e possibilmente dare una mano nel proseguire senza troppi problemi la corsa all’anello della squadra di Tyronn Lue.
La gioventù europea ormai sta sempre più attirando l’attenzione delle franchigie oltreoceano, ottimo segnale per il basket del nostro continente. Dopo Dirk Nowitzki, molti giocatori sono arrivati nella Lega più importante del mondo con eccellenti risultati. Da Ginobili (che, pu essendo argentino ha giocato per molti anni qui in Italia prima di arrivare agli Spurs), a Kirilenko, a Tony Parker. Se in passato gli “international” trovavano posto nei secondi giri di Draft, ora è sempre meno raro vedere gente come Saric, Antetokounmpo, Hezonja, Porzingis e da ultimo lo stesso Markkanen presi con le primissime chiamate. I campionati europei sono ormai ritenuti fonte inestimabile di talenti e la competitività ed il livello maggiore di competitività rispetto alla NCAA sono tenuti in grandissimo conto dagli scout europei. Molti hanno rispettato le attese, altri no ma l’importanza di questa rassegna europea è ormai nota a tutti. Eurobasket è un palcoscenico importantissimo per i nuovi talenti ed un biglietto da visita di grande rispetto per le nuove leve in NBA.
Nella notte LeBron James ha superato Kareem Abdul-Jabbar diventando così il miglior marcatore di tutti i tempi nella storia dell’NBA. Nella partita persa dai suoi Lakers in casa alla Crypto.com Arena contro gli Oklahoma City Thunder, il Re ha riscritto la storia: con un canestro in fade-away ha raggiunto quota 38.388 punti in carriera, aggiungendone due poco dopo, così da superare l’ex Bucks. Riviviamo insieme i cinque canestri più iconici della sua straordinaria carriera.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – TOMAHAWK DUNK CONTRO MILWAUKEE
Probabilmente la giocata più conosciuta del Re: il celebre passaggio dal suo compagno di mille avventure Dwayne Wade a inizio partita con i Milwaukee Bucks. Questa giocata ha dato vita ad una delle foto più iconiche della storia del basket e non è un caso che ci sia proprio LeBron a schiacciare in contropiede, mentre Wade esulta già a mani aperte.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – FADE-AWAY DEL PAREGGIO CONTRO GLI WASHINGTON WIZARDS
Come dimenticare uno dei canestri forse più complicati della sua carriera. Immaginiamo il momento: 117-120 per gli Wizards con 3.4 secondi sul cronometro. I Cleveland Cavaliers di LeBron James non hanno più timeout e devono rischiare la giocata. Sarà Kevin Love a lanciare la palla stile football americano per trovare LBJ che riceve spalle a canestro. Trova il tempo di guardare dove si trova, per poi mettere i piedi dietro la linea dei tre punti e sparare una tripla impossibile in fade-away. Risultato? Canestro con sponda sul tabellone e pareggia la partita (poi vinta 140-135) per forzare i tempi supplementari. Un canestro fuori dall’ordinario, un canestro da Re.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – SCHIACCIATA CONTRO HOUSTON IN MEMORIA DI KOBE BRYANT
LeBron James, come in generale tutti gli amanti del basket, è sempre stato molto legato alla figura di Kobe Bryant. Dopo la sua morte il 26 gennaio 2020, l’ex Miami Heat si è mostrato tra i più commossi durante le celebrazioni allo Staples Center (ora Crypto.com Arena). Qualche giorno dopo la sua morte, esattamente il 7 febbraio 2020, LeBron ha voluto ricreare una schiacciata che fece lo stesso Kobe ben diciannove anni prima. Il Re ruba palla, parte indisturbato in contropiede e piazza una schiacciata all’indietro sullo stesso parquet, nello stesso canestro di Kobe Bryant. Un tributo apprezzato da tutti i tifosi, una schiacciata che verrà ricordata da tutti con un significato particolare.
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – POSTER SU JASON TERRY
Bisogna dire che LeBron James potrebbe riempire le pareti di casa sua con tutti i poster che ha collezionato in carriera, ma probabilmente il più iconico e “cattivo” è quello contro i Boston Celtics nel 2013. I suoi Miami Heat rubano palla e dopo aver ricevuto da Mario Chalmers, Norris Cole alza per LBJ che arriva a schiacciare sulla testa di Jason Terry. Il giocatore dei Celtics prova a saltare per contrastarlo, ma c’è poco da fare. Dopo aver aggiunto alla sua collezione uno dei poster più conosciuti della storia dell’NBA, James guarda per terra il povero Terry, spazzato via dal suo strapotere fisico. Dominante e fisicamente incontenibile sono due definizioni che probabilmente contraddistinguono il Re.
Eight years ago today, @KingJames served up one of the FILTHIEST posters on Jason Terry 😤
I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – BUZZER BEATER NELLA VITTORIA CONTRO I MAGIC NEL 2009
Si poteva mettere il fade-away di questa notte come ultimo canestro iconico, ma sarebbe troppo scontato. La scelta ricade su uno dei buzzer beater più decisivi della carriera di LBJ. Contro Orlando nel 2009, sul punteggio di 95-93 per i Magic con un 1.0 sul cronometro, la palla arriva al Re. La serie di playoff era partita male, sotto 1-0 dopo la prima sconfitta in casa e ci pensa proprio James a pareggiare momentaneamente la serie (poi persa 2-4). Rimessa per i Cavaliers, palla a LeBron che in “catch and shoot” spara da tre punti e sancisce la vittoria dei suoi Cavs per 96-95. Un buzzer beater da ricordare, il primo della sua carriera, per LBJ, nonostante poi la serie si sia conclusa con una sconfitta alle finali di conference.
On commence par le premier buzzer beater de la carrière de Lebron face a Orlando. Le premier d’une belle série pic.twitter.com/LxBscGKl8N
LeBron James entra nella storia dalla porta principale, frantumando uno di quelli che possono essere considerati: “record dei record“. 38.387 punti. Un numero straordinario che racchiude in sè un valore ancora più incredibile. Infatti, questa è la cifra di punti segnati da Kareem Abdul Jabbar nella sua carriera in NBA, lunga 20 anni, giocata a cavallo tra anni ’60, ’70 e ’80 con le maglie di Milwuakee Bucks e Los Angeles Lakers. Il momentaneo secondo in classifica, prima di LeBron James, era Karl Malone, fermo a 36.928. Quasi mille in meno!
L’occasione è stata la sfida giocata al Paycom Center contro gli Oklahoma City Thunder, che hanno comunque esultato al termine della sfida, vincendo col il risultato di 133-130. Ma la vittoria passa in secondo piano, in questo momento, dopo il canestro che ha fatto la storia. Un tiro da due punti liberandosi dalla marcatura di Kenrich Williams che permette al King di arrivare a quota 38.388 momentanei, prima dell’ulteriore canestro che vale il 38.390 finale. Il tutto, davanti agli occhi di mister “Gancio cielo“, Kareem!
Ovviamente l’obiettivo ora, è quello di frantumare un’altra barriera: quella dei 40.000!
Cambia lo sport ma non l’entusiasmo per Rodrigo Palacio, l’argentino comincia la sua nuova avventura nel mondo del basket. Ritiratosi dal calcio giocato dopo la parentesi al Brescia nello scorso anno in Serie B, il Trenza si è subito cimentato in una nuova avventura all’età di 40 anni.
Palacio è sceso in campo nella partita di basket del Garegnano Milano, in occasione di un torneo amichevole. La società cestistica milanese milita attualmente nel campionato di Serie D. L’argentino ex Inter e Genoa ha giocato contro il Basket Trezzano, mettendo a referto 4 punti.
Dopo aver segnato 101 gol in Serie A in carriera e aver fatto cantare i tifosi con la palla tra i piedi, per Palacio adesso è giunto il momento di rimettersi in gioco con la palla tra le mani.
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