Generico
Fotofinish

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6 anni fa:

Tutto grazie alla Coppa Italia. Milan e Juve a giocarsela. Con un sorriso anche per una tra Atalanta, Sampdoria e Fiorentina. Immaginando un Milan almeno sesto in classifica, indipendentemente dal risultato della finale la settima in classifica potrà andare a giocarsi l’Europa League. Una gara nella gara tra queste tre per giocarsi la 7ª posizione e, dunque, l’accesso ai preliminari di Europa League. Atalanta in vantaggio con soli 3 punti di margine e lo scontro diretto contro la Sampdoria – in crisi – oggi alle 18.30. Una partita che potrebbe escludere già i blucerchiati o aprire ancora di più la porta sull’Europa. La Fiorentina a Udine con l’obbiettivo di non perdere il treno alla fermata giusta.
DIAVOLO PERMETTENDO
Tanto – o tutto – passa anche dai rossoneri. Adesso a +3 sull’Atalanta, prima inseguitrice ma con un derby da giocare grande attenzione va riservata anche alle loro spalle. Se il diavolo riuscirà a non farsi raggiungere, staccherà il pass per l’Europa League in ogni caso, lasciando aperta la sfida tra le inseguitrici in classifica. In caso contrario, la settima in classifica dovrà sperare in un successo bianconero all’Olimpico.
Già tanto si potrà dire prima del prossimo weekend di Serie A. Nel recupero della 27esima tanto si giocano le 3 dietro ai rossoneri. Sampdoria-Atalanta saprà già dire tanto socchiudendo la porta ai blucerchiati e lanciando un’Atalanta già ben riavviata dopo l’esclusione e le zoppie nel periodo europeo oppure avvicinandole in vista di uno sprint fino all’ultima giornata.
Il tutto con la Fiorentina a pieno regima occupata al Friuli per dare continuità ai progressi fatti vedere finora.
Momenti clamorosamente opposti quelli di Atalanta e Sampdoria. I bergamaschi vengono da 3 vittorie nelle ultime 4. Solo un inciampino – legittimo – allo Stadium contro la Juventus. Poi 3 vittorie nette. 8 gol segnati e 0 subiti. La difesa – quadrata, ordinata e tornata ai fasti di una stagione fa – il fortino a cui sommare le resurrezioni di pedine fondamentali che tanto bene hanno portato all’Atalanta come Petagna – in gol contro l’Udinese – e il Papu Gomez, 2 assist e un gol nelle ultime 2 gare per l’argentino.
Totalmente opposta la situazione blucerchiata. Una crisi aperta con 3 sconfitte nelle ultime 3 e 11 gol subite. Diametralmente opposta ai bergamaschi. Testa e gambe nell’impossibilità di sapersi sopportare e dare continuità a quanto visto nella prima parte di stagione. Un epilogo già scritto neanche tanto impronosticabile che lancerebbe definitivamente i bergamaschi abissando in sè stessi i genovesi. Ma pronosticare il calcio non è scienza esatta.
Certo è che nella lotta all’EL nulla sarà deciso fino all’ultima giornata anche e soprattutto visto il calendario di Atalanta e Sampdoria. Per entrambe non proprio un calendario in discesa. Tanti scontri con le prime della classe. Per i nerazzurri ancora attese le prove con Inter, Lazio e Milan che tanto diranno sia per l’una che per le altre col plus da non sottovalutare della trasferta a Ferrara contro la SPAL in piena lotta per la salvezza. E lo scorso anno insegna come niente sia chiuso e abbandonato fino al 90esimo della 38esima.
Quasi identica la sorte della Doria. Forse anche peggio. Juventus, Lazio (in trasferta) e Napoli ben più ostiche a rendere il cammino ancora più difficile. Se non impossibile visto il recente crollo blucerchiato. Con la non lontanissima ipotesi che l’ultima giornata possa essere quella decisiva con la trasferta spallina – decisiva per entrambe – della Samp.
In contemporanea, a distanza, la Fiorentina spettatrice impegnata al Friuli contro un Udinese reduce da 6 sconfitte consecutive 12 gol subiti e solo 2 fatti. Una crisi drammatica e grave che annienta quanto di buono Oddo aveva messo in mostra immediatamente dopo il suo arrivo.
Al Friuli arriva una Fiorentina in forma e lanciata nel recupero verso un’insperata qualificazione europea. Quattro vittorie nelle ultime quattro partite passate da una stabilità difensiva nuova che ha significato 1 solo gol subito. Due posizioni recuperate e un sogno tornato ad essere accarezzato. Protagonista ritrovato e chiave di lettura – forse – è stato Saponara. 3 gare da titolare consecutive per la prima volta in maglia viola. 2 gli assist in cambio, sintomo della fiducia ritrovata grazie a Pioli. La rimonta della Fiorentina dovrà passare necessariamente da lui e dai gol ritrovati di Simeone e Chiesa.
Il calendario certamente giocherà il suo ruolo di protagonista. Roma, Lazio e Napoli prima dell’ultima gara di campionato in trasferta a San Siro contro il Milan nello scontro decisivo che probabilmente deciderà al fotofinish il campionato delle due.
Sicuramente favorita l’Atalanta nella corsa all’Europa League. La più attrezzata, la più esperta nel recente passato e più avanti in classifica.
Il vantaggio è minimo e tutto sarà probabilmente deciso al fotofinish.
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DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – Non solo la prima squadra, a Madrid arriverà anche il Napoli Primavera, pronto ad affrontare il Real nel match di Youth League. Per gli azzurrini l’imperativo è quello di vincere per tenere in vita le residue chances di approdo al turno successivo. Le merengues, però, sembrano un ostacolo insormontabile. I giovani del Real Madrid, infatti, sono primi nel girone e hanno vinto il match d’andata a Napoli con un roboante 0-4.
DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE
Per i partenopei di mister Tedesco, dicevamo, la trasferta del campo intitolato ad Alfredo Di Stefano sembrerebbe proibitiva. Il Napoli infatti è ultimo nel suo girone di Youth League insieme all’Union Berlino a quota tre punti. Il Real, dall’altra parte, è primo con il Braga a quota otto. Questo vuol dire, dunque, che agli azzurrini serviranno due vittorie nelle ultime due gare del girone e dovranno sperare che i Blancos o il Braga non vincano la partita contro l’Union Berlino.
Una missione insomma quasi impossibile, soprattutto considerando che il Napoli dovrebbe infilare il doppio delle vittorie che ha messo a referto sin qui nella competizione (solo una, arrivata per 1-0 nell’ultimo match contro l’Union Berlino). Come se non bastasse, i ragazzi di Tedesco hanno deluso anche in Primavera 2, dove attualmente occupano la sesta posizione in classifica.
Tutt’altro discorso per il Real Madrid, che in Europa si sente a casa anche con le giovanili. Agli spagnoli potrebbe bastare un punto per la qualificazione al turno successivo, ma andranno sicuramente a caccia del bottino pieno. In tal caso, infatti, otterrebbero la certezza matematica di figurare tra le 32 squadre che rimarranno nella competizione anche a febbraio.
Guardando al calendario, inoltre, il Real non vince in Youth League da due partite: nella doppia sfida con il Braga sono infatti arrivati altrettanti pareggi per 0-0. Un motivo in più per trovare la vittoria dopo essere partiti con 6 punti ottenuti contro Union Berlino e Napoli.
DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE
La partita tra Real Madrid e Napoli andrà in scena mercoledì 29 alle ore 16.00 e non ci sarà modo di seguire il match in diretta video. Il canale streaming ufficiale della UEFA, UEFA.TV, infatti, trasmette solo quattro partite a settimana sul suo sito e per questa non è previsto il match delle due squadre. Sarà comunque possibile seguire la diretta testuale sul sito della UEFA nella sezione dedicata alla Youth League, e guardare nella stessa area gli highlights del match a fine partita.
DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – LE PROBABILI FORMAZIONI
REAL MADRID (4-3-3): Gonzalez, Sanchez, Serrano, Ramon, Yusi; Manuel Angel, De Llanos, Palacios; Paulo Iago, Bravo, Yanez.
NAPOLI (4-3-3): Turi; Mazzone, Gambardella, De Luca, Di Lauro; Gioielli, De Chiara, Russo; D’Angelo, Vigliotti, Vilardi.
Flash News
Dybala torna sull’esultanza: “C’è gente che parla troppo e senza motivi”

Pubblicato
2 giorni fa:
Novembre 26, 2023
A riportare in vantaggio la Roma contro l’Udinese, prima del sigillo definitivo di El Shaarawy, ci ha pensato Paulo Dybala. Lo stesso argentino, nel post partita, ha parlato ai microfoni di DAZN toccando diversi temi. Dall’esultanza al feeling con Lukaku, queste le parole della Joya:
LA VITTORIA – “Una giornata bella, l’importante era vincere e lo abbiamo fatto. Sono tre punti fondamentali”.
ESULTANZA – “C’è gente che parla troppo, purtroppo, e senza motivi. Io cerco sempre di dare il meglio per la squadra, le risposte sono per il mister e i compagni”.
FUTURO – “Sono venuto qui per restituire tutto l’amore che questa gente mi dà, vorrei restare nella storia con un trofeo magari”.
LUKAKU – “Io e lui ci capiamo al volo, abbiamo parlato tanto dal suo arrivo per arrivare a questa intesa”.
CLASSIFICA – “Tre punti dalla zona Champions Leagye? Il campionato è ancora lungo”.
Generico
Palladino soddisfatto del pari col Cagliari: “Guardo il bicchiere mezzo pieno, il risultato è giusto”

Pubblicato
2 giorni fa:
Novembre 26, 2023
Il Monza è riuscito a strappare il pareggio per 1-1 contro il Cagliari nel lunch match della 13ª giornata di Serie A. I brianzoli sono riusciti a riacciuffare i sardi grazie al gol di Maric, che ha risposto al momentaneo vantaggio di Dossena. L’allenatore del Monza Raffaele Palladino ha parlato del match odierno nella conferenza stampa post partita.
Di seguito le sue dichiarazioni:
SUL MATCH – “Si. Il Cagliari ci ha messo in difficoltà ed ha meritato il vantaggio. Nella ripresa abbiamo cambiato registro e fatto bene. Il risultato è giusto”.
PRESTAZIONE DI MARIC – “E’ un grandissimo professionista. Oggi è entrato ed ha fatto molto bene, a parte il goal. Ho un gruppo straordinario ed anche chi entra fa sempre la sua parte”.
SUL CAGLIARI – “Pensavamo si presentasse con la difesa a 4 ed invece Ranieri ha schierato quella a 3. Sapevo che il Cagliari era una squadra camaleontica e lo ha confermato anche oggi. Ranieri è un grande allenatore ed è bravo a valutare queste situazioni”.
RISULTATO POSITIVO – “Guardo il bicchiere mezzo pieno e dico di essere soddisfatto del punto. Il Cagliari ha giocato bene, ma nella ripresa abbiamo fatto il nostro, dunque bene così”.
PALLE INATTIVE – “Effettivamente nel primo tempo abbiamo subito tanti calci d’angolo, ma c’era pure il vento a favore dei rossoblù”.
Calcio Internazionale
Preferisco la Coppa: Coppa UEFA 1978/79

Pubblicato
2 giorni fa:
Novembre 26, 2023
L’8 dicembre 1978 negli USA viene proiettato in anteprima “Il Cacciatore”, il mitico film di Michael Cimino che racconta in maniera molto atipica la Guerra del Vietnam e, in particolare, le sue conseguenze sui reduci. Il film arriva nelle sale italiane solamente a febbraio del 1979, ma la potenza della pellicola e le prove di un cast stellare nel quale spiccano Robert De Niro, Christopher Walken e il mitico John Cazale, morto il 13 marzo ’78 a riprese ancora in corso, fanno si che il film entri immediatamente nell’immaginario collettivo degli spettatori, colpendo dritto al cuore.
Mentre il film di Cimino spopola nelle sale americane le coppe europee hanno appena terminato la prima parte della loro stagione, e la Coppa UEFA 1978/79 ha già visto diverse cadute eccellenti nei primi tre turni.
PRIMO TURNO: DISASTRO TRICOLORE
Delle consuete quattro partecipanti italiane alla Coppa UEFA, ben tre non superano il primo turno, tra rimpianti e sfortuna.
Il Torino di Gigi Radice, ormai lontano parente di quello Campione d’Italia nel 1976, cade nella trappola dell’esordiente Sporting Gijón, squadra su cui si conosce molto poco ma che impiega appena un quarto d’ora per portarsi sul 2-0 al Molinón, grazie alle reti di Ferrero e Moran, prima di chiudere i conti nella ripresa con il secondo centro personale del numero 7.
La prestazione degli spagnoli si rivela troppo per un Torino arrivato in Spagna con intenti ben diversi e che al Comunale, due settimane dopo, non riesce nel miracolo, vincendo con un misero 1-0 a firma Graziani.
Non va meglio al Napoli di Gianni Di Marzio, che dopo l’ottimo sesto posto in Serie A dell’anno precedente parte malissimo nella stagione 1978/79, con la dirigenza partenopea che silura il tecnico dopo l’uscita dalla Coppa UEFA, arrivata per mano della Dinamo Tbilisi.
I sovietici, che stanno facendo le prove generali per il momento più alto della loro storia, sono squadra quadrata e pratica, ormai presenza fissa nelle coppe europee.
Il 2-0 con cui liquidano gli azzurri alla Dinamo Arena non ammette repliche, con il Napoli che rischia più volte di naufragare definitivamente già all’andata.
Purtroppo per i partenopei, però, anche il ritorno al San Paolo non riserva gioie, visto che la Dinamo si porta avanti a metà ripresa con Daraselia e il Napoli riesce solamente ad evitare la sconfitta interna grazie al sigillo di Savoldi su rigore nel finale.
La terza, ed ultima squadra, eliminata al primo turno è un’esordiente assoluta, si tratta del mitico Lanerossi Vicenza, guidato da G.B. Fabbri in panchina e da un giovane Paolo Rossi in avanti.
I biancorossi sono reduci da un clamoroso secondo posto in Serie A, risultato irripetibile e magnifico per una squadra come il Lane, che ha saputo dimostrarsi squadra molto difficile da battere, grazie alle reti di Rossi e alla fantasia di Roberto Filippi, centrocampista magnifico che in estate lascia Vicenza per accasarsi al Napoli.
Senza il faro del centrocampo biancorosso, la squadra fatica a girare tanto da retrocedere a fine stagione, al termine di un’annata decisamente sfortunata.
Le avvisaglie del periodo travagliato per il Lane si palesano già al primo turno della Coppa UEFA, quando i veneti pescano il Dukla Praga.
Sull’onda lunga del successo all’Europeo 1976, le squadre cecoslovacche si dimostrano sempre avversari scorbutici e, molto spesso, affrontate al “buio”, viste le poche informazioni che arrivano da oltre il Muro di Berlino.
Il 13 settembre allo Stadion Juliska basta un gol nei primi minuti di Nehoda, uno dei pilastri della Cecoslovacchia e del Dukla, con il quale giocherà per ben 12 stagioni. Il centravanti riceve in area il cross di Stambachr e fredda Galli con una gran girata al volo.
Il risultato non cambia più, nonostante le offensive dei padroni di casa, con il Vicenza che non riesce a controbattere in fase offensiva, anche in virtù dei continui interventi duri dei giocatori del Dukla, in particolare rivolti a Rossi, maltrattato per tutto l’incontro.
L’1-0 subito in trasferta lascia aperto uno spiraglio in vista del ritorno al Menti, dove il Vicenza parte subito forte e trova il vantaggio dopo un quarto d’ora. Su un lancio in profondità di Cerilli, Briaschi salta un paio di avversari e conclude con un potente diagonale sul primo palo che sorprende Stromsik.
Il gol concede una nuova speranza agli uomini di Fabbri, che però non riescono a sfondare e prestano il fianco al contropiede ceco, che si concretizza al 50’ con Samek che calcia un punizione da lontano e il pallone che, deviato (forse da Guidati, forse da Gajdusek) finisce all’angolino.
Il Vicenza si riversa in avanti, conscio che ora servono altre due reti per passare il turno e al 76’ ha l’occasione più grossa per rimettersi in gioco, quando l’arbitro, il tedesco Einbeck concede un rigore al Lane per fallo di Samek su Guidati. Dal dischetto, però, Callioni si fa tradire dall’emozione e spedisce a lato.
Un pizzico di sfortuna e una dimensione europea totalmente assente, dunque, sono le principali cause della prematura uscita dalla Coppa UEFA del Vicenza, che tronerà in Europa in una sola occasione, ma ne parleremo più avanti…
OTTAVI DI FINALE: GRANDI SORPRESE
Se il secondo turno è decisamente avaro di sorprese, con le favorite che fanno il loro lavoro fino in fondo, è agli ottavi che iniziano a compiersi delle vere e proprie imprese.
Il primo risultato impensabile alla vigilia arriva da The Hawtorns, la casa del West Bromwich Albion, che torna in Europa dopo la Coppa delle Coppe 1968/69 e, dopo Galatasaray e Braga, elimina il Valencia di Mario Kempes, grazie ad una doppietta di Tony Brown.
Dall’altra parte del Continente, invece, la Honved elimina l’Ajax, vincendo con un sontuoso 4-1 in casa, per poi contenere i Lancieri al ritorno, perdendo 2-0.
La caduta più fragorosa, però, è quella del Milan di Liedholm, che viene annichilito dal Manchester City.
I rossoneri faticano già al primo turno contro gli altri cecoslovacchi del Lokomotíva Košice, che perdono 1-0 a San Siro (gol di Novellino) e poi restituiscono lo stesso risultato al ritorno, grazie al gol nel finale di Kozák, portando la sfida prima ai supplementari e poi ai rigori. Dal dischetto la spunta il Milan, al termine di una serie interminabile.
Ai sedicesimi i rossoneri eliminano il Levski Spartak e poi, appunto, pescano il City dall’urna degli ottavi.
I citizens sono tutt’altro che una corazzata, tanto che in campionato chiuderanno con un misero 15’ posto, ma in Coppa UEFA si trasformano totalmente e lo dimostrano già all’andata a San Siro.
In meno di un’ora di gioco gli inglesi sono avanti di due reti, firmate da Kidd, con un bel colpo di testa su cross di Hartford, nel primo tempo e dalla formidabile azione personale di Power, che parte dalla propria metà campo in solitaria e si invola a battere un rivedibile Albertosi.
Il doppio colpo sembra una mazzata troppo grande anche per una squadra come il Milan, ma due minuti dopo, su un cross di Novellino, la difesa del City si perde inspiegabilmente Bigon, che mette in rete da due passi e riapre la partita.
È lo stesso Bigon a trovare il 2-2, sfruttando un rimpallo derivante da una conclusione di Novellino.
Nonostante il 2-2 sia un risultato favorevole al City, la rimonta dei rossoneri viene interpretata come un segnale importante in vista del ritorno, soprattutto dal punto di vista mentale.
Il 6 dicembre a Maine Road, però, Booth, Hartford e Kidd, segnano tre reti nel primo tempo, passeggiando sulle macerie della difesa milanista, totalmente in balia degli avversari.
QUARTI DI FINALE: STRAPOTERE TEDESCO
La corsa del Manchester City si interrompe immediatamente al ritorno dalla pausa invernale, quando il terribile Borussia Mönchengladbach di Udo Lattek, che strappa un prezioso 1-1 a Maine Road e poi azzanna gli avversari al ritorno, con un facile 3-1.
I Fohlen sono solo la prima delle tre squadre tedesche che stanno cannibalizzano il torneo, infatti anche Herta Berlino e Duisburg superano l’esame dei quarti.
I biancoblu, dopo Botev, Dinamo Tbilisi e Esbjerg, superano anche il Dukla Praga, non senza patemi. I cecoslovacchi, infatti, passano in vantaggio sia all’andata in Germania, sia al ritorno in casa, ma in entrambi i casi vengono recuperati (1-1 e 1-2) dai tedeschi.
Affascinante, invece, il percorso del Duisburg, che dopo una toccata e fuga nella Coppa UEFA 1975/76, torna a competere in campo internazionale e lo fa da protagonista.
Le Zebre, guidate da Rolf Schafstall, partono molto forte, eliminando il Lech Poznań con un pesante 10-2, poi non subiscono reti contro Carl Zeiss Jena (3-0 complessivo) e Strasburgo (4-0).
Il sorteggio dei quarti mette di fronte ai tedeschi la Honved, carnefice dell’Ajax e squadra abituata a fornire ottime prestazioni offensive.
La sfida di andata, giocata in Ungheria il 7 marzo 1979 è splendida, con il Duisburg che passa in vantaggio con Worm e poi viene ribaltato dai magiari, che grazie a Varga e Weimper si portano sul 2-1. Il finale dell’incontro, però, premia le Zebre, che prima pareggiano, ancora con Worm e poi assestano il colpo del ko nel finale con Seliger, ipotecando, di fatto, la semifinale.
Al Wedaustadion, infatti, basta una rete di Büssers nel primo tempo ai tedeschi per mettersi al riparo da sorprese e a nulla servono i due gol della Honved nel finale, il Duisburg passa per i gol segnati in trasferta.
Quindi tre squadre su quattro provengono dalla Germania Ovest e sembra che nessuno possa interrompere questa egemonia… nessuno tranne la Stella Rossa.
DAL MARAKANA CON FURORE
Gli slavi non sono ancora la formidabile formazione di fine anni ’80, quando domineranno l’Europa, ma, guidati da Branislav Stankovic la Stella Rossa inizia a far tremare i propri avversari.
La Zvezda, si rende immediatamente protagonista al primo turno, quando perde 5-2 a Berlino Est contro la Dynamo, per poi ribaltare tutto al Marakana, con due reti negli ultimi 10 minuti.
Dopo un avvio del genere, la Stella inizia a figurare tra le possibili outsider della Coppa UEFA, sensazione consolidata ancora di più dal pragmatico 2-1 con cui gli slavi si sbarazzano dello Sporting Gijon.
Il vero capolavoro della Zvezda, però, arriva agli ottavi, quando il sorteggio recita: Arsenal.
I Gunners sono in una fase di transizione della propria storia, a metà tra i successi di Bertie Mee e il futuro periodo di fine anni ’80 sotto la guida di George Graham, ma restano un avversario temibile e rispettato in campo europeo.
Nella bolgia del Rajko Mitic di Belgrado, la Stella Rossa vince 1-0, grazie alla rete siglata al quarto d’ora da Blagojevic, un risultato positivo ma che lascia aperta anche la possibilità della rimonta per l’Arsenal.
In due settimane da un tempio del calcio ad un altro, dal Marakana al mitico Highbury, dove la squadra inglese si trasforma, ma non riesce a superare la strenua difesa degli uomini di Stankovic, fino al 69’, quando Alan Sunderland firma di testa il gol del vantaggio per i Gunners.
Il punteggio, dunque, è di totale parità e l’Arsenal sembra ad un passo dalla rimonta, ma all’87’ arriva il gol qualificazione per la Stella Rossa, con Savic che gira al volo un cross dalla sinistra e regala agli slavi il pass per i quarti.
Dopo la sosta invernale c’è un’altra squadra inglese sul cammino della Zvezda, il West Bromwich Albion, una delle rivelazioni del torneo.
Il copione del doppio confronto è identico alla sfida contro l’Arsenal: 1-0 per la Stella Rossa al Marakana e 1-1 a The Hawtorns, con gol decisivo di Sestic all’87’.
Gli slavi, dunque, sono in semifinale di Coppa UEFA e l’urna prevede lo scontro con l’Herta Berlino di Klötzer.
Anche in questo caso l’andata si gioca al Rajko Mitic, e si conclude con l’ormai consueto 1-0 in favore della Zvezda, stavolta a firma Savic, con un bel colpo di testa su cross di Borovnica.
Quello che cambia, rispetto agli altri confronti, è la voglia dell’Herta di conquistare la finale, tanto che all’Olympiastadion Beer e Sidka portano sul 2-0 i tedeschi in meno di un quarto d’ora.
Il copione dell’incontro, però, non cambia e la Stella Rossa ha bisogno di una sola rete per qualificarsi, rete che arriva al 74’, ancora con Sestic, ormai abituato a gol pesanti nel finale.
SFORTUNA E POLEMICHE
Un ultimo atto inatteso, dunque, decreterà la vincitrice della Coppa UEFA 1978/79, con il Borussia Mönchengladbach che torna in finale dopo la vittoria del 1975 e la Stella Rossa, per la prima volta ad un passo dal trofeo.
Il 9 maggio 1979 va in scena la finale d’andata al Rajko Mitic, e la Stella dimostra di poter effettivamente rompere le uova nel paniere ai favoriti Fohlen.
Sospinti da un tifo infernale, gli slavi colpiscono un palo in avvio con Savic e poi passano in vantaggio al 21’ con Sestic, ben servito in area dallo stesso Savic.
I padroni di casa sembrano in pieno controllo della situazione, ma al 60’, su un pallone innocuo messo in mezzo da Wohlers, il centrale della Zvezda, Jurišić mette nella propria porta con uno sciagurato tuffo di testa.
L’1-1 è un risultato pesante non solo per quel che riguarda il ritorno, ma anche dal punto di vista mentale, soprattutto per come è maturato il punteggio.
Due settimane dopo è il Rheinstadion il teatro della sfida di ritorno, arbitrata dall’italiano Michelotti, che si rivelerà protagonista della serata.
Dopo un quarto d’ora di equilibrio, infatti, il direttore di gara concede un rigore al Borussia per un fallo, molto dubbio, ai danni di Simonsen.
Dal dischetto il danese è implacabile è firma il gol che si rivelerà decisivo.
Nei restanti 75 minuti la Stella Rossa prova ad attaccare, ma la sfortuna e l’imprecisione non permettono agli slavi di trovare il gol dell’1-1. La Zvezda si ferma ad una clamorosa traversa colpita nella ripresa da Muslin che avrebbe portato la sfida ai supplementari.
Si conclude, dunque, in gloria un decennio splendido per il Borussia Mönchengladbach, che conquista la seconda Coppa UEFA della sua storia.
Nonostante gli anni ’80 siano ormai realtà, tra tre settimane sarà ancora il Borussia Mönchengladbach la squadra protagonista della Coppa UEFA 1979/80, ma il risultato per i Fohlen sarà ben diverso da quello che abbiamo appena ricordato.
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