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Europei Under 21: la guida del Girone A

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5 anni fa:
Arriva giugno e la sofferenza per il termine dei campionati viene lenita dalle competizioni internazionali. In assenza di Mondiali ed Europei, ci saranno due eventi in particolare ad allietare i palati fini dei calciofili di tutto il mondo. Si tratta della Copa América, che si disputerà in Brasile tra giugno e luglio, e dell’Europeo Under 21, che inizierà il 16 giugno.
Quest’ultima competizione ingolosisce particolarmente gli appassionati italiani. Infatti, la vetrina più importante per i giovani del Vecchio Continente si disputerà in Italia. Grandissima occasione per i nostri portacolori di portare a casa al trofeo, considerata anche la corazzata con cui si presenterà Gigi Di Biagio, ma anche una grande opportunità per il pubblico azzurro di osservare all’opera alcuni dei migliori talenti in rampa di lancio, alcuni militanti in Serie A.
IN QUALE GIRONE GIOCHERA’ L’ITALIA
L’Italia militerà nel girone A ed inaugurerà la competizione il 16 giugno allo Stadio Dall’Ara contro la Spagna, favoritissima dell’intero torneo. Lo stadio bolognese ospiterà, assieme al Mapei Stadium di Reggio Emilia, tutte le partite in programma del gruppo degli Azzurrini. Girone che contiene, oltre all’Italia e alle Furie Rosse, anche Polonia e Belgio. Un vero e proprio gruppo di ferro, considerato anche che sarà solo la prima classificata a passare da ogni girone, assieme alla miglior seconda di tutti e tre i gruppi. Partendo dai padroni di casa, andiamo ad analizzare le quattro squadre che compongono il raggruppamento.
I FAVORITI D’OBBLIGO
Detto della Spagna come favorita per l’esagerata qualità tecnica in ogni zona del campo, non può non rientrare anche l’Italia nel ristrettissimo novero delle favorite, sia per l’elevato valore del roster a disposizione, sia in quanto ospitante del torneo. Gigi Di Biagio è al suo terzo torneo internazionale con la selezione Under, e dopo due Europei piuttosto opachi è arrivato il momento di lasciare il segno. Inoltre, nell’ultimo biennio il ct ha potuto lavorare serenamente per affinare e sperimentare soluzioni diverse. Non è bastato questo, a quanto pare; nelle ultime 10 partite, disputate esattamente negli ultimi 365 giorni, l’Under 21 ha raccolto 2 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte. Preoccupa, in particolare, l’ultima uscita. Dopo un primo tempo brillantemente chiuso in vantaggio per 2 reti a 0 sui pari età croati, Mandragora e compagni si sono fatti recuperare sul risultato finale di 2-2. Segnali di fragilità mentale che devono far riflettere. Tuttavia, si sa come le squadre italiane siano capaci di trasformarsi durante i grandi tornei e prendersi carico delle proprie responsabilità.
Ciò che non manca a questo gruppo è la qualità. A partire dall’estrema abbondanza dei portieri: avere sia Meret che Audero è un lusso che forse nessuno si può permettere. Il titolare lo deciderà il campo. La difesa dispone di diversi giocatori già titolari in squadre di discreto lignaggio e dunque parzialmente affermati. Calabresi (che al Dall’Ara è di casa), Bastoni e Mancini sono garanzie assolute; sulla sinistra Dimarco e Pezzella per un posto. A centrocampo c’è l’imbarazzo della scelta; stando alle parole di Di Biagio (“Dalla Nazionale A verranno tutti […] L’obiettivo è il massimo risultato”) anche Barella e Pellegrini saranno della partita. I due incursori porteranno esperienza e duttilità, oltre ad una qualità fuori scala per il contesto. Mentre il romano giocherà a ridosso della punta, il sardo si posizionerà affianco a capitan Mandragora, vero caudillo della mediana tricolore: Di Biagio rivede in lui alcune qualità del giocatore che è stato, da sostanziale equilibratore della manovra. Il terzetto d’archi offensivo sarà composto da Moise Kean (con Cutrone scalpitante) centralmente e Chiesa-Zaniolo ai lati. Il team in mano al tecnico ex-Foggia è perfetto per organizzare una riaggressione molto alta del pallone, con la quasi totalità dei titolari abituata a difendere in avanti e con gran intensità. Toccherà al mister sfruttare questa e altre risorse, come quella di una riserva (che potrebbe anche non essere tale) di super lusso (Orsolini) e diversi altri elementi interessanti, come Locatelli.

Da terzino bloccato Calabresi potrebbe lasciare più libertà a Dimarco sull’out opposto.
LA INVENCIBLE ARMADA
Come ogni Europeo U21 del nuovo millennio che si rispetti, la Spagna si presenta con una squadra da stropicciarsi gli occhi quasi in ogni ruolo. La selezione di Luis de la Fuente (storico ct delle Under spagnole) ha passato il girone di qualificazione in estrema scioltezza, mettendo a segno 9 vittorie ed una sola sconfitta per 2-1 contro l’Irlanda del Nord. L’11 iberico presenta moltissima qualità e in campo porta la classica proposta spagnola, con un 4-2-3-1 estremamente talentuoso dalla cintola in su. In porta saranno Sivera e Unai Simón a giocarsi il posto nella casella probabilmente meno interessante di questa squadra. Centrali saranno Jorge Meré e Jesús Vallejo, già noti al grande pubblico. I due difensori hanno accumulato già una discreta esperienza negli ultimi due anni, col primo recente protagonista del ritorno del Colonia in Bundesliga e il secondo back-up di lusso di Ramos e Varane. Già noto, soprattutto ai tifosi milanisti che l’hanno ammirato in Europa League, è anche il terzino sinistro Junior Firpo. Il mancino del Betis è un concentrato di tecnica e atletismo; l’unica controindicazione, in questo caso, è la scarsa attitudine alla fase difensiva, giocando da esterno di centrocampo davanti ad difesa a 3 nella squadra di club. Tuttavia, Firpo è già sotto la lente di osservazione di alcune delle migliori squadre del mondo. Chi deve usare questo Europeo come vetrina è il terzino destro Martin Aguirregabiria, che nella stagione appena trascorsa si è meritato la convocazione giocando da titolare con la maglia dell’Alavés. Terzino prettamente difensivo che fa della concentrazione la sua arma migliore, non disdegna comunque scendere sulla fascia e crossare. La cerniera di centrocampo sarà composta da Fabián Ruiz e da uno tra Mikel Merino e Igor Zubeldia, compagni di squadra alla Real Sociedad. Favorito è il secondo, mediano puro capace di dare maggior equilibrio ai suoi. Il diez degli spagnoli sarà Fornals, gioiellino del Villareal su cui si è fiondato il Napoli negli ultimi mesi. Soler a destra fungerà da falso esterno, con Oyarzabal dall’altro lato più tendente ad accentrarsi; assisteranno uno scatenato Borja Mayoral, che segna poco col club (il Levante) ma che in Under è arrivato a 9 gol in 18 gare. Per rendere l’idea della profondità della rosa iberica (soprattutto negli uomini offensivi), Dani Olmo e Brahim Dìaz saranno solo riserve; il primo, trequartista, ha stupito in Europa League con la maglia della Dinamo Zagabria; il secondo, esterno su entrambe le fasce, è approdato da poco al Real Madrid dal Manchester City ed è una delle promesse più brillanti dei Blancos.

Sulla carta un 4-2-3-1, in campo potrebbe diventare un rombo con Zubeldia bloccato e Fabiàn Ruiz da mezzala con più libertà.
ALTERNATIVE HOLLAND
Ripensando alla stagione appena trascorsa è clamorosa l’assenza dell’Olanda. I tulipani, con tutto il talento giovanile a loro disposizione, mancheranno l’evento dopo un girone di qualificazione piuttosto mediocre. Parteciperà, però, il Belgio, che a molti ricorda una versione “moderna” dell’Olanda e negli ultimi anni ha fatto un po’ le veci dei cugini come squadra europea rivelazione. I Red Devils hanno vinto il loro girone (piuttosto abbordabile, in realtà) senza subire sconfitte. Proprio ieri c’è stata la presentazione dei 23 convocati tramite i social, con un video ispirato al noto cartone americano South Park.
🎬 This is our squad for the #U21EURO in Italy! 😀#COMEONBELGIUM 🇧🇪 pic.twitter.com/i0ZyUol13Q
— Belgian Football (@Belgianfootball) 4 giugno 2019
Mancherà il giovane belga più in vista, Youri Tielemans, ormai in pianta stabile con i grandi. Mancheranno anche due ex-interisti, Senna Miangue e Zinho Vanheusden. In porta si giocheranno una maglia De Wolf del Lokeren e Jackers del Genk. La difesa sarà formata da Cools (Bruges) a destra, De Norre (Genk) a sinistra, con Cobbaut dell’Anderlecht e Wout Faes centrali. Merita qualche parola in più il difensore dell’Ostenda, osservato dal Borussia Dortmund, difensore molto veloce nei recuperi profondi ma anche capace di impostare il gioco dalla retroguardia. A centrocampo agiranno Heynen e uno tra Bastien e Orel Mangala in mediana. Trequarti di lusso composta dai dribblomani Lukebakio (a destra) e Isaac Mbenza (a sinistra) e da Schrijvers trequartista atipico. La punta centrale sarà Aaron Leya Iseka (fratellastro del più noto Michy Batshuayi). La squadra allenata da Johan Walem – un lungo passato in Italia da giocatore, selezionatore dell’U21 praticamente dal 2011 – si presenta ai blocchi di partenza da outsider, ma proprio come l’Ajax in questa edizione della Champions non ha nulla da perdere e si giocherà tutto con la sfrontatezza e la velocità dei suoi uomini migliori, sapendo che in transizione può fulminare ogni difesa avversaria grazie a quattro frecce offensive non indifferenti.

Il livello tecnico non è comparabile con quello delle Big del girone, ma i 4 davanti possono creare scompiglio ed entropia da un momento all’altro.
NIENTE CENERENTOLA
In questo panorama, la Polonia potrebbe facilmente recitare il ruolo della Cenerentola del girone. Ma a ben vedere la squadra di mister Michniewicz, così non sarà. Basti notare che per arrivare a disputare il torneo in Italia i biancorossi hanno sconfitto il Portogallo al play-off, che -soprattutto a livello giovanile- non è una squadra qualsiasi. Anche qui non mancano giocatori della Serie A. Ci gioca Dragowski, miglior giocatore dello sprint finale di campionato che stava per salvare l’Empoli con le sue parate. Ci gioca Kownacki, che è il vero leader di questa squadra e, sebbene non trovi spazio alla Sampdoria, con i suoi connazionali ha segnato 15 gol. Ci gioca anche Bochniewicz, difensore di proprietà dell’Udinese che ha giocato nel campionato polacco e potrebbe tornare alla base in estate. Questi tre rappresentano la spina dorsale della squadra, che completa la propria difesa con Wieteska come secondo difensore centrale, Gumny (terzino destro con una proprietà di palleggio non indifferente) e Kamil Pestka a sinistra. Nel centrocampo a 3 trovano spazio Dziczek come mediano e la coppia Zurkowski-Piotrowski (il primo è un nuovo acquisto della Fiorentina, il secondo gioca nel Genk) come interni.
Ad assistere la punta doriana ci saranno Michalak a destra e Szymanski a sinistra, l’altro talento cristallino di questa squadra. Mancino purissimo, gioca indifferentemente sia a destra che a sinistra; predilige le soluzioni dalla lunga distanza, in cui può esplodere un sinistro più che interessante.

Un fulgido esempio delle qualità balistiche del baby talento del Legia Varsavia.
PRONOSTICO
Italia e Spagna si giocheranno il primo posto del girone: tutto o quasi dipenderà dalla prima partita del torneo tra le due squadre. Se spunterà un pareggio, è possibile che entrambe passino alle semifinali con 7 punti. Tuttavia, squadre materasso non ce ne sono, quindi toccherà fare attenzione anche alle altre due compagini che daranno filo da torcere.
Fonte immagine di copertina: profilo Facebook Europeo Under 21
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Flash News
La madre di Radonjic critica Juric per la gestione del figlio: il post

Pubblicato
12 ore fa:
Dicembre 10, 2023
Dopo un buon avvio di stagione, Nemanja Radonjic nelle ultime uscite ha riacceso il derby di spogliatoio intrapreso con il suo allenatore, Ivan Juric.
L’allenatore granata, infatti, ha nuovamente rinunciato alla convocazione del classe ’96 per motivi disciplinari nella trasferta di Frosinone, dopo averlo già fatto nella delicata sfida contro l’Atalanta.
Motivo delle frizioni (come anticipato precedentemente) la poca convinzione negli allenamenti del trequartista serbo, che nonostante le strabilianti doti tecniche continua a non dimostrarsi prestaste dal punto di vista attidudinale.
La madre di Radonjic, Radmila, sembra non esser particolarmente d’accordo con la gestione da parte di Juric del figlio, e sul suo profilo Instagram in giornata ha pennellato una velata critica proprio verso l’allenatore ex Verona.
LA STORIA – “Il karma dice: sii abbastanza buono da perdonare le persone, ma non essere così stupido da fidarti di nuovo di loro”.
Diez allo stadio
Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

Pubblicato
1 giorno fa:
Dicembre 9, 2023
Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.
Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.
Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.
Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.
LE PAGELLE DELL’ASCOLI
Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.
Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)
Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.
Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.
Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).
Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).
Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.
Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.
Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)
Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.
Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)
All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.
LE PAGELLE DELLO SPEZIA
Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.
Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.
Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).
Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.
Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.
Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla di particolare da segnalare)
Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.
Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.
Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.
Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.
Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.
All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.
Generico
Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

Pubblicato
2 giorni fa:
Dicembre 9, 2023
Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.
Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.
ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.
INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.
APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.
Flash News
Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

Pubblicato
2 giorni fa:
Dicembre 9, 2023
Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.
La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.
Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.
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