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Ex brasiliani: calciatori che hanno scelto di non giocare per la Seleção

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Ex brasiliani: calciatori che hanno scelto di non giocare per la Seleção

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Giocare per la nazionale del proprio paese è un traguardo difficile, quanto ambito, per ogni calciatore. Soprattutto se quella nazionale è la Seleção, la nazionale brasiliana, che mai sarà povera di talento e di giocatori estrosi tra cui scegliere.

Infatti, molti giocatori hanno scelto di rappresentare altri paesi nonostante i loro caratteri anagrafici brasiliani. Ecco i casi più famosi di calciatori carioca che, oggi, giocano per un’altra nazionale.

DIFENSORI

Ipotizzando di creare un vero e proprio roster di 23 giocatori – come per tutte le selezioni che si apprestano ad affrontare una competizione ufficiale – si parte dalla porta. In questo caso c’è un unico “caso particolare” ed è quello di Guilherme: lui, come tanti altri che seguiranno, ha acquisito il diritto di rappresentare un’altra nazione attraverso la cittadinanza. Infatti, il portiere classe ’85 gioca dal 2007 per la Lokomotiv Mosca e, il 22 novembre 2015, ha ottenuto la cittadinanza russa. È stato il primo giocatore della nazionale russa, ad essere naturalizzato, proveniente da un paese al di fuori dell’ex Unione Sovietica. Per completare il reparto si potrebbero aggiungere un profilo meno conosciuto come Mauricio Viana, brasiliano naturalizzato cileno dopo tanti anni di carriera trascorsi a Santiago.

Fonte: profilo Instagram di Emerson Palmieri

Il reparto difensivo consterebbe di profili ben più conosciuti. A cominciare dal “nostro” Emerson Palmieri che, nonostante avesse dichiarato la sua fedeltà ai colori verdeoro, dal 2017 – ha acquisito il passaporto italiano a marzo di quell’anno – milita con costanza nella selezione azzurra. Ha giocato per il Brasile solamente a livello di Under-17 e, a differenza di altri componenti di questa rosa, ha lontane radici italiane: sua madre ha discendenti originari di Cosenza.

Fonte: profilo Instagram di Pepe

Al centro della difesa non può mancare l’esperienza di Pepe, che ormai siamo abituati da anni a vedere con indosso la maglia del Portogallo. Tuttavia lui è nato e cresciuto in Brasile, prima di giocare per anni nella Liga portoghese con Maritimo e Porto: nel 2007 ha ottenuto la cittadinanza e, senza alcun trascorso con alcuna selezione verdeoro, nel 2008 ha iniziato a giocare per la nazionale lusitana. Per il suo compagno di reparto si pesca in Serie A: la scelta può ricadere su Bruno Alves, nato in Portogallo da genitori brasiliani (in questo caso, quindi, non si tratta di naturalizzazione), oppure su Thiago Cionek, nato in Brasile da genitori con discendenza polacche (nel 2011, durante i trascorsi nel Jagiellonia, ha ottenuto anche la cittadinanza e ha iniziato a giocare per la nazionale biancorossa).

Sulla fascia destra si può contare su Mario Fernandes, che come Guilherme ha acquisito la cittadinanza russa giocando per il CSKA Mosca. Tuttavia, lui ha debuttato per la nazionale maggiore brasiliana in un’amichevole contro il Giappone, nel 2014. Insieme a lui c’è anche Romulo, che al pari di Emerson ha acquisito la cittadinanza italiana e ha lontane origini del Belpaese: i suoi trisavoli erano originari di Venezia.

CENTROCAMPISTI

Fonte: profilo Instagram di Thiago Alcántara

In questo reparto comanda Thiago Alcántara: il figlio di Mazinho ha ottenuto la cittadinanza spagnola durante la sua crescita nelle giovanili del Barcellona (iniziata nel lontano 2005) e possiede anche il passaporto italiano, essendo nato in provincia di Brindisi. Sin da teenager ha giocato per tutte le giovanili delle Furie Rosse. A differenza sua, il fratello Rafinha ha deciso di tenere fede alle origini e di giocare per la nazionale brasiliana (uno dei tanti casi, peraltro, di fratelli che difendono colori diversi).

Fonte: profilo Instagram di Jorginho

Accanto a lui c’è un altro azzurro, Jorginho. A differenza di Thiago ha ottenuto la cittadinanza italiana per discendenza:  il trisavolo Giacomo Frello – da cui ha ereditato il cognome – nativo di Santa Caterina di Lusiana (provincia di Vicenza), partì per il Brasile all’età di 26 anni a fine ‘900 in cerca di miglior fortuna. Dal 2012, partendo dall’Under-21 di Davis Mangia, ha cominciato la sua scalata verso la nazionale maggiore. Altri, come Daniel Bessa o il talento biancoceleste André Anderson, cercano di ricalcare le sue orme, non solo anagrafiche.

ATTACCANTI

Fonte: profilo Instagram di Rodrigo Moreno

In attacco c’è ricchezza, sia di talento che di bandiere. A partire dagli spagnoli d’adozione Diego Costa e Rodrigo Moreno Machado (cugino di Thiago Alcántara): l’attaccante dell’Atletico Madrid ha deciso di giocare per la Roja dopo aver disputato due amichevoli con la Seleção – suscitando non poche polemiche – mentre l’ex Benfica ha difeso i colori spagnoli sin dalla tenera età, durante la formazione nel Celta Vigo e nelle giovanili del Real Madrid. Entrambi sono brasiliani al 100%, ma hanno ottenuto la cittadinanza spagnola.

Si passa poi ad un altro azzurro, Eder (il bisnonno era originario di Nove, in provincia di Vicenza) o al “russo” Ari, che come Guilherme e Mario Fernandes ha ottenuto la cittadinanza giocando a Mosca e Krasnodar. Caso più particolare riguarda, ad esempio, i due attaccanti dello Shakhtar Donetsk, Marlos e Junior Moraes: recentemente, sono entrambi entrati a far parte della nazionale guidata da Andriy Shevchenko, dopo aver ottenuto la cittadinanza ucraina.

Fonte: profilo Instagram di Elkeson

Un vero e proprio episodio storico è la convocazione di Elkeson nella nazionale cinese: il primo calciatore nato al di fuori della Cina ad essere convocato per la squadra del paese. Giocando per anni in terra asiatica con le maglie del Guanghzou Evergrande e dello Shanghai SIPG, ha cambiato passaporto – in quanto la legge non consente di avere la doppia nazionalità – e ha cambiato nome in Ai Kesen. Con il suo aiuto, Marcello Lippi spera di qualificare la Cina, per la seconda volta nella storia, ad un Mondiale.

(Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram ufficiale di Jorginho)

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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